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Gestione della ricerca nei paesi emergenti con deboli o inefficienti regimi d

2.5 GESTIONE DELLA R&S CONDOTTA ALL’ESTERO

2.5.3 Gestione della ricerca nei paesi emergenti con deboli o inefficienti regimi d

La tendenza da parte delle multinazionali occidentali a localizzare importanti attività innovative in Brasile, Russia, India e Cina, noti collettivamente come le economie BRIC, è in costante aumento. Sebbene questi Paesi abbiano introdotto legislazioni più restrittive in materia di protezione della proprietà intellettuale, in seguito alle pressioni internazionali, non hanno ancora pienamente sviluppato una adeguata tutela né tantomeno efficaci meccanismi di applicazione (Bird, 2006). È noto che la forza della protezione della proprietà intellettuale è un fattore critico per l’appropriabilità degli investimenti in R&S e dipende dalla brevettabilità dei diversi tipi di invenzioni e dall’effettiva applicazione dei diritti di brevetto contro le violazioni. Una protezione debole, come quella offerta dalle economie emergenti comporta una maggiore difficoltà per le imprese innovatrici di appropriarsi dei rendimenti dei propri investimenti (Chadha e Oriani, 2009). Proprio questa è una questione centrale ed una sfida importante per le multinazionali che, non ignorando le opportunità di mercato in queste nazioni in rapida crescita, hanno adottato, assieme alle politiche di offshoring della R&S, strategie idonee a garantire un ridotto deflusso di conoscenza per evitare che i concorrenti a livello locale approfittino dello spillover di conoscenza ed imitino prodotti o tecnologie.

67 Alcuni autori hanno analizzato questi temi arrivando a stabilire che le imprese transnazionali hanno la possibilità/capacità di supplire, con la propria organizzazione interna, alla debolezza esterna delle leggi sulla protezione delle proprietà intellettuale negli ambienti istituzionalmente poveri. Espongo brevemente due delle strategie di difesa ipotizzate:

1. Zhao (2006) propone che per tutelare la proprietà intellettuale l’impresa debba delocalizzare solo attività di ricerca che presentano delle forti complementarietà con ciò che viene sviluppato dalla casa madre o da altre sussidiarie.

Dopo una revisione della letteratura ed una indagine empirica l’autore afferma che le motivazioni ad imitare sono basse quando il valore della tecnologia è altamente dipendente dalle risorse proprietarie interne all’azienda. Poiché l’imitazione è comunque una procedura costosa, i concorrenti copieranno solo se si aspettano dei profitti da questa attività. Se esistono forti complementarietà tra le tecnologie sviluppate a livello globale dall’impresa, i concorrenti non avranno nessun vantaggio a copiare la singola invenzione a livello locale, poiché, per ottenere davvero il beneficio dall’imitazione avrebbero bisogno di disporre delle conoscenze e tecnologie sviluppate dal gruppo nel suo complesso. Le imprese innovative possono quindi scoraggiare l’imitazione sviluppando tecnologie che richiedono conoscenze e risorse complementari non prontamente disponibili ai potenziali imitatori. Inoltre, l’acquisizione di conoscenze complementari sviluppate in altri Paesi sono soggette ai vincoli legati alla distanza e soprattutto alla protezione della proprietà intellettuale in quei Paesi (Zhao, 2006). Questi aspetti combinati rendono la conduzione della R&S nei Paesi a debole protezione una strategia fattibile: i concorrenti intenzionati e abili nell’imitare pezzi di conoscenza tecnologica negli ambienti dove le tutele sono deboli si trovano di fronte ad alti costi per ottenere le indispensabili conoscenze complementari localizzate oltre i confini nazionali e garantite da effettivi diritti della proprietà intellettuale.

Una puntualizzazione va comunque fatta sulle notevoli differenze che esistono tra le industrie: la complementarietà implica il fatto che le tecnologie sviluppate nei Paesi emergenti siano strettamente intrecciate con la base di conoscenza interna dell’azienda come se fossero state prodotte proprio presso l’headquarter. Alcune industrie meglio di altre, in particolare nel campo dei computer e delle telecomunicazione, sfruttano queste reciproche funzionalità poiché possono agevolmente disaggregare grandi progetti di ricerca e sfruttare l’arbitraggio internazionale. Inoltre, in questo tipo di settori “relativamente nuovi” la produttività del capitale umano è meno dipendente dalle esperienze storiche pregresse (Zhao, 2006).

68 2. Quan e Chesbrough (2010), sulla stessa scia, hanno dimostrato che la segmentazione tramite una struttura modulare del processo di R&S, può fornire un efficace metodo per proteggere la proprietà intellettuale in paesi con debole protezione della stessa.

I risultati di uno studio su piccola scala del caso Cinese per il settore IT (Information

Technology) hanno rivelato che la segmentazione gerarchica tramite una struttura modulare del

processo di R&S, fornisce un efficace metodo per proteggersi dalle imitazioni da parte dei concorrenti. I laboratori localizzati in Cina e nelle economie emergenti in generale assumono una importanza globale crescente poiché sono sempre più delle unità che contribuiscono allo sviluppo di tecnologie per il mercato mondiale superando le più tradizionali funzioni a loro assegnate (adattamento delle tecnologie al mercato locale o sviluppare prodotti per il contesto locale). Sebbene sia evidente la crescente rilevanza del contributo delle unità localizzate nei paesi emergenti al processo innovativo, nella maggior parte dei casi, la progettazione del design complessivo, ritenuta cuore del prodotto, essenziale per il vantaggio competitivo dell'impresa, è posta nel laboratorio dell’headquarter. La segmentazione gerarchica consiste nel suddividere i compiti di R&S tra i vari laboratori assegnando funzioni diverse in relazione al contesto nel quale le sussidiarie si trovano ad operare. Dopo aver scelto di posizionare il cuore della ricerca nell’home country o in un altro Paese sviluppato la multinazionale non avrà problemi a posizionare funzioni periferiche in Paesi emergenti (figura 2.5).

Figura 2.5 Segmentazione gerarchica del processo di R&D all’interno della multinazionale

Fonte: Quan e Chesbrough2010

L’headquarter dovrà limitare o comunque tenere sotto controllo il trasferimento di know-how fondamentali verso la Cina per evitare di esporre la multinazionale a rischi di perdita della proprietà intellettuale e indebolimento della posizione competitiva. A tale fine viene spesso adottata una architettura di tipo modulare per l’ottenimento di una segmentazione gerarchica. La struttura a moduli consiste nella suddivisione dei sistemi complessi in sottosistemi più

69 piccoli, dei veri e propri blocchi, con interfacce ben definite che possono inter-operare. È possibile il trasferimento solo di una parte delle informazioni tra i moduli e gli stessi ingegneri che vi lavorano possono essere aggiornati anche solo sugli specifici obiettivi assegnati e non sull’intera architettura di sistema (Quan e Chesbrough, 2010). Mentre un tempo la percezione delle basse capacità di ricerca e sviluppo locale condizionavano la scelta delocalizzativa, oggi, risulta chiaro che la Cina offre grandi potenzialità per i processi innovativi anche se l’appropriabilità per le imprese multinazionali rimane senza dubbio la preoccupazione maggiore.

In conclusione le imprese stesse possono strutturarsi in maniera tale da ridurre al minimo il rischio di imitazione da parte dei concorrenti. Le strategie interne risultano fondamentali per garantire l’appropriabilità dei ritorni economici legati agli investimenti in innovazione e sopperire ai deboli o inefficaci regimi di protezione della proprietà intellettuale caratteristici delle economie emergenti.

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3 MULTINAZIONALI OCCIDENTALI CHE

SVOLGONO ATTIVITÀ DI R&S IN CINA:

ANALISI BREVETTUALE PER IL SETTORE DEI

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