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Giovani autori e giovani vittime

Nel documento FEMI CIDIO (pagine 88-91)

I LUOGHI DELLA MOSTRA

2. Giovani autori e giovani vittime

Mentre scrivo questo articolo è fresca la notizia della morte di Carmela Petrucci, diciassettenne siciliana uccisa a coltellate dall’ex della sorella, Samuele Caruso, in particolare negli Stati Uniti (circa 45%). Da questi dati si evidenzia come i massacri nelle scuole americane ci riguardi molto da vicino. Vorrei sottolineare che molte delle vittime di femicidio vengono uccise con armi da fuoco, e che le professioni che detengo-no armi (guardie giurate, forze dell’ordine) quando sodetengo-no autrici di femicidio (ed è una percentuale alta in tutti i nostri report) usano le armi detenute regolarmente per il ser-vizio. Inoltre è da segnalare che in Italia in soli 35 giorni di caccia, dal 1 settembre al 20 ottobre 2012, le armi dei cacciatori hanno ucciso 13 persone, tra cui un bambino, e ne hanno ferite 33. Per non parlare degli «innumerevoli fatti che hanno avuto un epilogo fortunato: sono i casi di minacce, prepotenze, spari andati a vuoto, intimidazioni ecc. da parte di “legali detentori di armi ad uso caccia” contro altre persone». Come ricorda la Presidente dell’Associazione Vittime della caccia (dati disponibili su: www.vittimedella-caccia.org). Secondo l’Associazione i cacciatori in Italia sarebbero 720mila, certamente moltissimi di più sono i detentori di porto d’armi e di armi da fuoco.

Amore criminale. Il femicidio nei media italiani

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Femicidio. Corredo culturale

di 23 anni. L’assassino ha detto agli inquirenti di esser “impazzito di gelosia”

quando ha visto su facebook la foto della fidanzata che si baciava con un altro ragazzo. Vediamo anche in questo caso come la tecnologia si insinui nelle no-stre vite e violi le privacy, gli affetti, creando una pornografia dei sentimenti che vengono esposti da questi ragazzi senza nessuna concezione di cosa sia da considerarsi “pubblico” e cosa “privato”.

Solo qualche mese prima, sempre in terra siciliana, Francesco Lo Presti, 34 anni, uccide la sua convivente Vanessa Scialfa, di soli 20 anni, strangolandola con un cavo di un lettore dvd e soffocandola con un fazzoletto imbevuto di candeggina.37

Nello stesso periodo, nel mese di marzo 2012, Saimo Lucchetti, di 23 anni, ha picchiato fino a crederla morta la sua ex fidanzata, Andrea Toccaceli, una ragazza appena diciottenne massacrata sotto casa al rientro di una serata con amiche, e poi buttata da un viadotto (allo scopo di occultamento di cadavere) dove la ragazza ha compiuto un volo di 15 metri. Subito dopo si è gettato an-che lui, ma il terreno morbido sottostante ha miracolosamente salvato la vita ad entrambi. La ragazza ha lottato un mese tra la vita e la morte e sta subendo in questi mesi delicati interventi chirurgici, un percorso non ancora finito.

Questi sono solo alcuni casi recenti in cui sia l’autore che la vittima sono molto giovani, e spesso le vittime sono ragazze adolescenti. Anche i dati della Casa delle donne di Bologna confermano che le richieste di aiuto da parte di ragaz-ze adolescenti si fanno sempre più frequenti e spiazzano le esperte perché per la prima volta in Italia si assiste ad un fenomeno nuovo: le dinamiche della violenza di genere sembrano manifestarsi molto precocemente ed assumere tutti i tratti della violenza agita nel contesto coniugale adulto.

Inoltre, i tratti con cui vengono descritti questi femicidi assumono caratteri-stiche diverse da quelle del mondo degli adulti. Assistiamo in questo caso ad una romanticizzazione della violenza: proiettati nel mondo dell’adolescenza, in cui spesso i sentimenti e i rapporti vengono vissuti in maniera estremizzata, i contorni di queste relazioni violente si posizionano nell’immaginario dell’en-dless love, titolo non a caso di un omonimo film incentrato sulle tematiche delle relazioni adolescenziali e sulla difficoltà ad accettarne la fine che si chiude in tragedia.38

Anche questi/e ragazzi/e si mostrano al mondo con i loro profili facebook e spesso le vittime vengono presentate ai giornali con foto e dettagli della vita personale presenti nelle pagine dei social network. Sappiamo quanto queste piattaforme non tutelino affatto la legge sulla privacy e non ci meraviglia

que-37 La notizia della sua morte viene così riportata: «Pronuncia il nome dell’ex fidanzato.

Il convivente la strangola per gelosia. Vanessa Scialfa, uccisa in casa e poi gettata da un viadotto. Il padre: «Datemelo, lo ammazzo». Forse aveva assunto cocaina». Questa te-stata dell’articolo segue uno schema fisso per quanto riguarda i femcidi: il movente del-la gelosia, del-la frase ad effetto, del-la chiusura sull’attenuante, in questo caso il possibile abuso di sostanze. Cfr. http://www.corriere.it/cronache/12_aprile_26/enna-viviana-scialfa-rag-azza-trovata-morta-forse-omicidio_abe4fcb4-8faf-11e1-b563-5183986f349a.shtml.

38 Cfr. Endless love, regia di Franco Zeffirelli, Usa, 1981.

91 sta nuova circolazione digitale del dolore, non deve stupirci anche per il fatto che sappiamo che i social network sono a livello mondiale le principali piatta-forme di adescamento e tratta di esseri umani. Inoltre si stima che prima di aver compiuto i 18 anni, un/a ragazzo/a avrà assistito in televisione ad almeno 200.000 atti di violenza di cui almeno 40.000 assassinii.39

Sono noti da molti anni i dati riguardanti il meccanismo dell’emulazione del-la violenza da parte dei bambini e dei minori.40 Elevati tassi di esposizione a immagini violente, film, videogiochi sempre più perversi sono stati messi in correlazione con l’agito della violenza soprattutto nella fascia adolescenziale.

Nei videogiochi in particolare, con le nuove tecnologie digitali, ci si trova cata-pultati in un mondo virtuale sempre più coinvolgente e avviluppante, dove le azioni violente e l’uso di armi vengono premiati e denotano spesso la vittoria del giocatore.

Tra questi, tristemente noto è il videogioco giapponese RapeLay (2006), il cui giocatore deve impersonificarsi in uno stupratore seriale che abusa di mino-renni e le obbliga ad abortire. Il videogioco è scaricabile gratuitamente on line, pur essendo stato ritirato dal mercato italiano, ed è solo il capostipite di molti videogiochi sulla violenza sessuale i cui utenti sono spesso bambini ed adolescenti. è recente il caso di un bambino scozzese di 12 anni che ha stupra-to ripetutamente l’amichetta di 9 (anche davanti a un coetaneo), il quale ha dichiarato di averlo fatto per sentirsi grande emulando dei video porno a cui aveva avuto accesso sul web.41

I media dunque, non costituiscono più solamente i persuasori occulti di modelli di violenza di genere, ma sono diventati anche la vetrina sul mondo che i sog-getti, sempre più giovani, usano in maniera collegata anche a questi fenomeni:

dal cyber bullismo alle dichiarazioni di vendetta delle vittime di bullismo; dai propositi di strage fino alle videoriprese di stupri, violenze e atti criminali che vengono poi caricati on line e messi in rete per sempre. Il problema della rete è anche questo, una volta inserito un filmato sarà scaricabile e replicabile in tutto il mondo da molte applicazioni collegate tra loro, ed è dunque assoluta-mente ineliminabile.

39 Dati tratti da: www.mediafamily.org/facts/facts_vlent.shtml.

40 Un capostipite delle ricerche sull’argomento è lo studio di Albert Bandura, Richard H. Walters. 1959. Adolescent Aggression, Ronald Press, New York; Id., 1963. Social Lear-ning and Personality Development, Holt, New York. Tale fenomeno è confermato anche dagli ultimi studi sugli effetti della violenza assistita: aggressività verso i genitori e i pari, bullismo, scarsa autostima sono le conseguenze più diffuse tra i figli di donne vittime di violenza. Inoltre, ben il 79% delle intervistate ha uno o più referti del Pronto soccorso, a dimostrare come il passaggio alla violenza dei figli si nutra dell’emulazione.

Cfr. Ricerca Europea Daphne III. 2012. Il danno indiretto provocato sui bambini che hanno assistito alla violenza contro le loro madri. Studio dei processi di vittimizzazione del bambino e di ri-vittimizzazione della madre a causa dell’esposizione del figlio alla violenza contro di lei, risultati disponibili su: http://host4.uniroma3.it/docenti/chistolini/doceboCms/index.

php?special=changearea&newArea=41.

41 Notizia Ansa, 1/06/2012. Cfr. http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mon-do/2012/06/01/Scozia-bimbo-stupra-amica-dopo-aver-studiato-web_6969643.html.

Amore criminale. Il femicidio nei media italiani

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Femicidio. Corredo culturale

Vorrei ricordare a questo proposito il caso esemplare di Amanda Todd, una giovane quindicenne canadese che si è tolta la vita il 10 ottobre 2012 dopo esser stata vittima di un cyber-bullo che aveva diffuso via web una sua foto a seno nudo quando aveva 12 anni. L’immagine è stata poi fatta rimbalzare su facebook e altre piattaforme, inseguendo la ragazza anche dentro la scuola, dove è stata isolata e denigrata. Amanda ha raccontato la sua storia in uno struggente video in cui narra la sua tragedia su una serie di foglietti dove preannuncia il suo suicidio, avvenuto qualche giorno dopo. Nelle ultime note, Amanda ha scritto: «Non ho nessuno. Ho bisogno di qualcuno. Mi chiamo Amanda Todd…».42

Anche questo, al di là delle definizioni specifiche, può esser annoverato come femicidio. Il caso di Amanda Todd in questo senso, è esemplare di una nuova forma di visibilità del crimine e della violenza di genere espressa dall’era dei

“nativi digitali”. Che tali nuove modalità coinvolgano per l’appunto fasce sem-pre più giovani di popolazione non deve dunque stupire, ma anzi questi se-gnali di aiuto, di disperazione, di propositi criminosi lanciati nell’etere possono e devono esser letti ed analizzati soprattutto nel contesto della prevenzione.

Nel documento FEMI CIDIO (pagine 88-91)

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