D’Arcangelo
A livello regionale, Giovanni Liviano ha dato il via alla Legge Speciale per Taranto, con l’obiettivo di proporre una diversificazione economica e di costruire un orizzonte di sviluppo che si distaccasse dalla monocultura dell’acciaio dell’Ilva. La legge speciale per Taranto ha setacciato quelli che sono i progetti, le prospettive e gli obiettivi di diversificazione, consentendo alla Regione di dialogare, per consentire a Taranto di avere altre prospettive di sviluppo.
Questo teoricamente, perché non è andata a buon fine, vista la carenza di fondi.
Giovanni Liviano è consigliere regionale nella Regione Puglia e fa il commercialista di professione. Prova ad essere anche un operatore sociale e un costruttore di comunità.
Cosa fa?
Chi è?
Fonte: Google Earth
GIOVANNI LIVIANO D’ARCANGELO
«È come un cane che si morde la coda, è una città che ha necessità di costruire un progetto di futuro, di diversificare prospettive economiche, di lavoro, di economia, di fornire risposte alle aspettative, ai sogni, alle speranze nei giovani,
ma d’altra parte si rende conto che il più grande produttore di economia della città, oltre a produrre economia, lavoro e prospettive di futuro, produce anche
prospettive di morte, andando in contraddizione alle prospettive di futuro».
«Mi rendo conto che ciò che succede in questa stanza è completamente ignoto a ciò che succede nella stanza affianco. Quindi anche all’interno dello stesso ente si fanno progetti su una stessa comunità senza accordarsi, figurati in enti
diversi».
«Non credo sia un problema di bellezza della città, io sono convinto che la città nel giro di 5-6 anni sarà molto bella, il problema è un altro: la qualità dei
cittadini. Onestamente, Taranto è una comunità non di profilo eccelso, è una città non comunità. La qualità media della città è oggettivamente molto bassa».
«Due considerazioni: questa città fatica ad essere una comunità, e lo dimostra anche attraverso un numero elevatissimo di associazioni, che non sono unite
tra di loro, e questo non è un fatto positivo, perché essendo frammentati non siamo forti. L’altra considerazione è che le associazioni spesso sono massimaliste, parlano per slogan e non abbinano allo slogan lo studio, la
ricerca, la valorizzazione di competenze. ».
«Bisogna diversificare gli attrattori turistici, esiste il museo, esiste il castello, il possibile Parco Regionale. La costruzione di diversi attrattori potrebbe essere un’ipotesi. La blue economy è un’altra ipotesi: il mare come risorsa. Non sono certissimo che si possa immaginare una partita a Taranto che non preveda
l’Ilva, nel corso di dieci anni questa cosa è fuori partita insomma.».
Fonte: intervista alla Lina Ambrogi Melle
Le vicende politiche che hanno interessato Taranto fino ad oggi hanno fatto sì che in questa città ci fosse un’importante mobilitazione dal basso, con la costituzione di associazioni, comitati, gruppi di pressione e riflessione.1 Seppur ci sia una grossa vivacità, a livello associativo si riscontra un’importante frammentazione, aspetto che sicuramente influenza il raggiungimento degli obiettivi preposti. Di primaria importanza è quindi la necessità di riconoscere che le attività delle associazioni concorrono per un obiettivo comune: contribuire con il loro lavoro alla rigenerazione della città.2
Da una banca dati del Centro Servizi per il Volontariato di Taranto risultano iscritte: 135 ODV, 29 APS, 1 cooperativa sociale e 21 altri tipi di organizzazioni, che erogano servizi rivolti a: assistenza sociale, assistenza sanitaria, promozione per la donazione di sangue organi, tutela e promozione di diritti, attività educative e formative, attività culturali o la tutela e valorizzazione dei beni culturali, attività ricreative o sportive, protezione civile, difesa e valorizzazione del patrimonio ambientale, naturale e animale, progetti nei paesi in via di sviluppo (figura x).3
Il Terzo Settore presenta per la città di Taranto una grande risorsa perché capace con le sue azioni, più degli attori forti, di produrre cambiamento.
Non si può ignorare che il tema che più prende piede nei dibattiti e progetti di questo settore sia la questione ambientale, le azioni vanno da semplici dimostrazioni di dissenso attraverso manifestazioni a progetti per la salvaguardia di beni materiali o immateriali appartenenti alla città.
Numerosi sono i progetti portati avanti da organizzazioni/associazioni/
comitati e proprio per questo verranno analizzati nel prossimo capitolo.
Il Terzo Settore tarantino
La pianificazione dal basso
5.4
1. Martinelli N., Calvano G., Carrera L. (2017), Taranto dopo l’acciaio: tra politiche, strategie di rinascita e processi di rigenerazione, Working papers. Rivista online di Urban@it-1/2017;
2. OCSE (2016), ACTORS Italia.
Attrattori culturali per il turismo e l’occupazione nelle regioni del sud Italia. Rapporto sulla città di Taranto e il Museo Nazionale Archeologico di Taranto, OECD publishing;
3. Centro Servizi per il Volontariato Taranto (www.csvtaranto.it)
Figura x. ETS Taranto. Elaborazione propria partendo dai dati del Centro Servizi per il Volontariato Taranto (www.csvtaranto.it)
Di seguito sarà offerto un quadro dei progetti e degli eventi che Taranto vanta grazie proprio alle piccole realtà appartenenti alla sfera sociale, per ogni caso sarà indicato lo stato di avanzamento, la tipologia e il campo d’azione. Sono tutti progetti che agiscono per il conseguimento di obiettivi differenti: il riuso di uno spazio, il recupero del patrimonio storico, il recupero del patrimonio naturale o progetti sociali.
Nell’analisi di ogni progetto sono stati indagati: gli attori coinvolti, quindi i promotori, i partner attivi e il pubblico a cui si rivolge; l’obiettivo e le azioni; la nascita, se informalmente o da un progetto regionale e, infine, il finanziatore.
C’è da dire che il sistema associativo della città di Taranto si caratterizza per la tendenza ad attivare processi generativi che si autoalimentano, infatti, spesso alcuni progetti sono l’evoluzione di progetti precedenti, come quello del Domus Armenorum, trattato in seguito.1
Il Terzo Settore tarantino
1. OCSE (2016), ACTORS Italia.
Attrattori culturali per il turismo e l’occupazione nelle regioni del sud Italia. Rapporto sulla città di Taranto e il Museo Nazionale Archeologico di Taranto, OECD publishing;