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— 42 contro la giustizia, i violenti

;equelli,iquali pecca-rono controlagraziael’amore,itraditori ei frodo-lenti.

Ambedue

poiiregnisononella idea dantesca smisuratamentegrandi,ediloro confininon sono punto conprecisione segnatie distinti, enonlosono per questo,cheessi

giammai

si fannocontrasto,dovendo

1’unoagiresull’altroeper1’altro,aquel

modo

che nella

Roma

idealenon èdatodiesattamente determi-naredovecessil’azionedell’Imperatoreperdar luogo aquella del Papa. Ioperòli volli distingueresulla scorta de’ principi che

massimamente

tralucono da ciascuno,inregnodellagiustizia,ilqualemira alla vita attiva, temporale, terrenae allafelicitàrispettiva,

campo

dellafilosofiapraticaomoraleefinedell’

Im-pero;e inregnodellagrazia e dell’amore,che riguarda lavitacontemplativa,spirituale, celeste elaconseguente felicità,

campo

dellarivelazionee fine dellaChiesa.

Ambedue

poiiregni lafannoancheda Gemini,

iqualiDantesalutasìfestosamente

come

costellazione in Paradiso.

A

codestacostellazioneattribuival’ astro-logiagranvirtùedinfluenzamoltopropizia,edilPoeta spessosirallegradi essernatonelsegnode’Gemini.

Se peròcon attenzionesilegga l’intero tratto che descriveilsuoingressoe stare inquelregno(Parai.

XXII,110sinoallafine),elosiraffronti col viag-giogiàfattoperipianeti

, si parenonesserpunto nell’intentodelPoetadiriferirelaletiziamirabilmente palesata soltanto alla coscienza della grandezza del proprioingegnoedella superioritàpropria, delche andavadebitoreacodesta costellazione. Divero, la mente di lui erasi già ripetutamente esercitata e

— 43 —

«

nellavitaattivae nella contemplativa,e avevaper tali gradi acquistatoidee sempre più pure intorno aifinidella

umana

famiglia,ascendendodall’una al-1’altra.Arrogi cheilcolloquio colsuo antenato Caccia-guidaeivaticinidiluiaveangli quetatalacoscienza, e giàprecedentementeinispiritofattoavea penitenza deisuoanterioreaccecamento ederrare

;elasuavista spirituale crasiavvalorata e dispostaa comprenderele cosepiùalte.

È

dopo questa preparazione che giunge acontemplareirappresentantidelregnoattivodella giustiziainGiove,epoi quelli della vitacontemplativa inSaturno:equindimiraeintendel’intimoconcorso di entrambi,com’èrichiestoallafelicitàdegliuomini.

Alla nascita diDanteera nelsegnode’Geminiilsole, padred’ognivitamortale

;glisignificavaadunqueil fineeiltenore dellasuadottrina.

La

virtù di essosegno elevolloadottore,eneattiròsufinoasèl’ingegno pertuttiigradidisvolgimento

(

Parad

.

XXII, 112-120}:

dalqualeoroscopo anche BrunettoLatini,suomaestro, nedivinò lamissione,e,mentrevisse,aquellaloandò confortando (Irtf,

XV,

55-60).Inquestacostellazione e nellasuavistaconchiudevasilasuafilosofiamorale;

edaqui,pienamente convintodellanecessitàcheuna intima unionestringerdovesse insiemei due regni dellagiustizia e dell’amore, vide il

mondo

a’suoi piedi

; videquantopiccola epocacosa fosse la terra;

edaquell’ altezzaimparòastimarlievementele fac-cendeelebrighediquaggiùnelconfronto colsublime finedegliuomini [Parad.

XXII,

133-138); edilà partendodescrive poi la vera beatitudine della contem-plazione,delpienoprofondarsiinDio.

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— 44 —

A

questeideadeldoppioregno,terreno e celeste, possono avereattinenza,

come

voglionoipiù degl’ in-terpreti,ancheidue gioghidelParnaso,ilcuiunito valoreDante invocaacompire1*impresa,afarsi bandi-tore didottrine superiori.Al regnopelquale Virgilioil guidò,bastogliP

un

giogo

;

ma

Beatrice,che aquello succedetteascorta, gliapprendelaunionedientrambi

iregni, mostrandoglicoinè siano

ambedue

egualmente uscitidallaideadivina:dalche avviene cheilPoeta abbisognidell’unoe dell’altrogiogo

(

Parad

.1,16-18).

Ad

alcunipuòforsesembrarelamia una smania di farladainterprete,sepur veggonelleduechiavi, onde1’angelo aprelaporta del Purgatorio,una rela-zioneainominatidue regni:

ma

vihataliallusioni etelirispondenzecheionon possolasciarle inosservate.

IlMonarcaconsigliato edirettodalla filosofia, eil

Papa

confortato e sostenuto, dalla teologia,deono insieme di concertoguidare asalutela umanità: e però li

vediamo anche entrambi (MonarchiaeChiesa)offrire quasiinegualmisuraalleanime purgantigliesempi, a schermodelmaleead eccitamentoalbene, ne’sette giridelmonte.

Che

viha

dunque

distrano e di ripu-gnante che abbiano pured’accordoadaprire la porte allaviache conducealfinediambedue,allaterrena, cioè,edallafelicitàcelestiale;moltopiùcheilsimbolo dellavite attiva,Lucia,o certo quello dellaMonarchia,

l’aquilaimperiale,portòDantesino alla porte ?Arrogi cheilcolore dell’

una

chiave d’argento, o bianca,

richiamalabiancaluce diGiove, «stelladitemperate

»complessione, che, intra tuttelestelle, biancasi

»mostra, quasiargentata» (Convito,II,14,pag.169),

t

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— 45 —

e soggiornode’monarchi.Arrogi che ogni voltache unadellechiavifalla,nèdrittasivolgeperlatoppa, non ischiudesi laporta, a mostrare la necessità di ambedue.

Lo

stessovocabolodritta,ilqualel’angelo qui adopera,ricordalaMonarchia,eh’èilregnodella giustizia,della dirittura.

Da

ultimosideenotare che, quandone'cardini aggirossilaporta,scricchiolòsì forte,

come

quella delCampidoglio,laTarpea,allorchéCesare netolse iltesoro a fondare l’impero (Purgat.

IX

,

117-138) (1).

Piùchiara poi èlarispondenzadellestelle, lequali a Dante apparveronelPurgatorio.Allorchéegli adun-que perun pertugiotondoriesce afaticadall’Inferno allaluce,alpiede delPurgatorio, glisplendedi contro all’orientelastelladell’amore,laqualevelail segno de’Pesci,esovrailpolo australelequattrostelledelle quattro virtù cardinali,che nissunvidetrannelaprima gentenelParadisoterrestre, doveilPoeta leincontra dinuovosottoformadininfe

(

Purg

.

XXXI,

106). Que-stestellesonolequattrovirtùche

Dante

richiededa

un

imperatorein

un

imperouniversale ordinato, esono Sapienza, Giustizia,

Temperanza

eFortezza; fralequali èpotissimalaGiustizia,dettaancheAstrea,laVergine chedee ritornare all’età d’oro(Monarchia, I, 13,

(1)InGiove,lastellade’monarchigiusti,Dante mirain unavisionelaglorificazionedellagiustizia.Le animequai raggianti lumiere, formano, volitando^attorno, le lettere: Di-ligitejustitiam qui judicatis terram; call’ultima, dallaquale poisurselafiguradell’aquila,stetteroinfermaordinanza;

talchéGioveinquelloparevaargento d’orodistinto{Farad.

XVIII, 88-96

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46

pag.306; Purgat. XXII,70-72). All’aspetto loropensa

ilPoetaditrattoall’emisfero boreale,senza dubbio mas-simamenteall’Europa, oall’Italia,elochiama vedovo, perocchéè privato dimirartalistelle(Purgat.1,19-27).

Queste quattrostellevengono poiscambiatedalletre virtùteologiche in sulla sera,prima che Dantesia tras-portato allaportadelPurgatorio,quando pertuttoera notte, egliangeli sieranoposti adifesacontro le tentazionimondane.

Le

quattro virtù cardinali sono necessarie alla vita attiva, eperòlelorostelleappajono dimattina,mentrelevirtù teologiche,che appartengono alla vitacontemplativa,mostranolelorostelledi sera, indizio esegnodiquellavita.Sìleunepoichelealtre illuminanoaluiilsentierosulqualeva cercandola felicità; eallaprima

meta

delviaggio,nelParadiso terrestre, gli danno di conserva

come

il benvenuto [Purgai.

XXXI,

103-117).

Distintibene una voltaidueregni,l’un dall’altro, edaciascunoassegnatol’ordineel’uffizio,Dante pensò a divisarneaccuratamentelarelazione strettachecorre fraessi,loscambio d’opera chedeonoprestarsi,l’union loronecessariaela

comune

radice.Eglifu il primo che

accampò

questadottrina unitiva,mentreinnanzi luimoltigrandidottoriseparatamentetrattavanoidue soggetti,ciascunoper sé:e inquestosenso poteaben direchecieloe terraaveanoposto

mano

alsuo poema.

L’ invisibile eilvisibile,cieloeterra,lospiritualee il temporale,rivelazioneefilosofiapratica, Chiesa e Monarchia, procedono insiemedi consertooperoso in questadottrina;l’una cosa viveper l’altra;l’unaè causa insiemeed effettodell’altra: ciascunanutresi

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47

dellavirtù dellacompagna, ed opera secondo l’origine divinacomune.Ifondatoride’due regni terreni,che deggionoservired’

immagine

aiduerispondentiideali, e agli uominiinparitempodimezzo adessi,furono

Enea

e Paolo;ilprimo,conlamano, fondando l’impero romano;ilsecondo,conladottrina,laChiesacristiana.

EntrambipoivennerodallaProvvidenzapresceltialloro uffizioe dotati di mirabile forza;

come ambedue

siebbero egualmentedall’altolumie indirizzi all’operagrande.

Se non che

Enea

nonfusolamentedestinatoafondare

l’impero

romano

insè,

ma

insiemedoveastabilire il

luogosanto,dovesiedeilsuccessore di Piero:edaqui èchelamissionee ilrelativo

ammaestramento

non ricevonochenel

mondo

dilà,negl’ Inferi,1’altaloro significazioneeimportanza. Compitoilfinedell’impero, epacificatoilmondo,viandòPaolo,ilvasodi elezione, a cercarvi confortoallafedecheè principio alla viadi salvezza (Iiìf.II,10-30) (1).Danteadunque intende

(1}Ipiùdo'commentatori pensanoal rapimentodello apostoloPaoloalterzocielo:dicheòdiscorsonellaliai Co-rinti,XII,1-40.Iopiù presto credo chetalrapimentofosse ilsoggettodiuna leggendaalloramoltodiffusa.Difatti tro-vasinella letteratura provenzaleun poema,che descrive ap-puntoilviaggiodi S.Paolo nelregno della morte, e che pure òlapiù antica poesiadiquestanaturainlingua volgare.

Paolo vieneiviprimatrasportato incielo,dove vedetuttele giojesenza peròdividerle,essendoancorvivo, eva all’Inferno incompagniadell’arcangelo Michele,cheglimostrale di-versepartizionieclasside’peccatori,ciascunode’qualiè tormentatodauna pena proporzionataallacolpa. Del Pur-gatorionon puntositoccainessopoema. V. Fauriel, Hi&toxre delaPoésieprovengale,I,pag. 260-262.

i

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conlasuadottrina dimostraree diconfermareilnesso intimoe l’azione reciproca de’due imperi;allaquale im-presa, nelsuo intendimentola piìxaltaper

un

mortale, ei

non

sicredeatto e dispostopersè,nèvisiaccinge prima cheVirgilionongliabbiadettocheera in cielo ataleoperaeletto,equaleajuto di alta virtù glistava apparecchiato;e qualiguideaccompagnareil doveano per

una

seriedi visioni soprannaturali ed altissime [Inf.II,31-126).

Innanzi peròdi ragionaredelleguide del nostro Poetae delleattinenzeche passantraloro,voglio ad-durre

un

altrosimbolode’nominatidueregni.Dante vedenelConvito,IV, 17, pag. 341,itipidellavita attivaecontemplativanelleduesorelleMartaeMaria

;

e sottoquestorispettofaesprimere daCristomedesimo

ilgiudiziocomparativodell’

una

edell’altra.Esse tor-navangli là opportune a filosofico discorso,mentre invece nel

poema

pigliò

come

simboliduesorelle del-PanticoTestamento, LiaeRachele,adisegnare simil-mentelavitaattivaelacontemplativa.Poichéidue campi ne’settegiri delPurgatorio gliebbero porto esempi,lezionie

ammonimenti;

poichési ebbe tolto alleattrattive del

mondo

sensibilee fupienamente puri-ficatodatuttele cupidigieterronenel focospiritale su nel cerchiopiùalto,imparò adintendere1’essenza de’dueregni,dapprima oscuramentein soguo.D’ al-loradivenneilsuosguardospiritualesempre piùchiaro, ed ognipasso avanti,ogniincontro delle diverse virtù e de’ testimoni principali de’due regnilo mettono sempre più dentronelParadiso. Inquelsogno vedeil

Poetanell’oradivinatricedelmattino,illustratodalla

*

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stelladell’amore,leduefigliediLabano, Liae Ra-chele.Questasorellevolerelazionede’dueregni è della massimaportata,

ma

non appare chealfilosofo,mentre all’esterno, allasensata parvenza,sonoessiregnimolto diversi.RidestatosiDante,emirandocogliocchi cor-porei, glisimostrano iduesimbolituttoaltrimenti, più

come

due personestoriche, interamentestraniere Punaall’altra.Lia vainsogno occupataper

un

prato, e cantandoraccogliefiori (lebuoneopere) intessen-doliad una coronaper adornarsene,mentrelasorella Racheleè beatanellacontemplazione

(Purgai.

XXVII,

91-108).

La

più vecchia,Poperosa Lia, indicala vita attiva;lapiùgiovane,lapiùbella elapiùdiletta,la vitacontemplativa.

E

veramentelaMonarchiaèpiù antica,fuprimadellaChiesa;e

ambedue

quelledonne furonomogliaGiacobbe,chetrasse inEgitto,ilpaese dellapiùvetustamonarchia.

La

stirpedilui patila secolareservitù;

ma

purasimantenne,erimasefedele allasuaaltadestinazione difareusciredalsuo seno

ilRedentoredelmondo.Dall’Egitto,alqualepure Sa-turnoinCreta volgeildorso XIV), mentreguarda

Roma, Mosò

liberòilpopoloeletto.Questa epocadella storiaebraica,eprincipalmenteil salmo 113 chela canta,è a Dantedi singolare importanza. Egli vi accennadifrequente ne’ suoiscritti,elecircostanze, nellequalilofa,mostranochiaroche ha insiemein menteilrapporto intimode’dueregniedisimboli delle duesorelle.Orailsalmo incomincia: InexittiIsrael deJEgypto,domusJacobde populo barbaro;factaest Judeasanct\ficatioejus,Israel potestasejus.Nella Let-teradedicatoria a

Canora

nt>k

(§ 7,pag.538)dichiara

E.Ruth,li. 4

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50

Dantesignificaretalsalmo, nelsenso allegorico,la re-denzionenostra operataper Cristo;nel sensomorale laconversionedell’animadalpianto e dalla miseria dellacolpa allo stato digrazia;e,nelsensoanagogico,

ilpassaggio dell’anima santadallaschiavitù della pre-sente corruzione alla libertà dellagloriaeternale.

Che

questo passopoinonsilimitipuramente aciòcheallo spiritoeallaChiesasiriferisce,Dantemedesimo nefa certiinpiù luoghi, sepurenoncenechiarissegià l’idea

eh’egliavevadellacondizionedel

mondo

alsuo tempo.

Giàladivisioneintribù diGiudaed’Israello,quella aDioconsecrata,questadominiodilui,ben rispondeal concettodell’Autor nostro.Quindinella

Lettera

che aluidiresse grida,versolafine,

ad Arrigo

VII:«

Su

»dunque...edatterraconla fionda dellatuasapienza,

»econlapietra dellatuaforzacodestoGolia,

affin-»cheiFilistei(iNeri)fugganoimpauriti, e Israellosia

»libero» (III,498). Perciòall’avvicinarsi delsuo de-sideratoimperatorescrive aiPrincipie Popolid’ Ita-lia: «Il forte leone della tribù diGiudateseleorecchie

»misericordi,ecommiserando

P

ululato della cattività

»universale, ridestò

un

altro Mosè, che libererà il

»popolsuodalleoppressioni degli Egiziani; e

condur-»ralloinunpaesescorrentelatteemele»(Ivi, pag.

464). Dantepoi facantareil medesimoversettoalle animedicoloro, che, scioltedallaprigioniadellavita terrena, sonovolatealPurgatorioasatisfarecolà in penitenzaallagiustizia,eimplorarlagraziacheindile

ammetta

alParadiso terrestre eceleste [Purgai.II, 45-48,cf.Parai.IX,120-125).

ScossoDantedalsogno,rivedeisimboli delledue

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vite,

ma

non più in generale, quasi apparizioni,in ombra,del tempo antico. Ora maturodimente, ne comprende l’importanzaene conosceFessenza,Fazione e la storia. Quindiècheadesso gli sifannoall’ in-controqualiesseridellanovissimaetà cristiana, cia-scunocogli attributi, co’

compagni

econ gliatti a luipropri.Primieramente glisifainnanziilsimbolo dellavitaattiva,occupatoincantare ecoglierefiori (buoneopere)

(Purgat.

XXVII,

37esegg.):erichiama alPoetaProserpina,cheandava egualmente cogliendo fiori,quandoPlutonelarapiper farla reginadell’ In-ferno,delregnodisolagiustizia.LiasorrideaDante conocchiardeutid’amore;

ma

eglinon può avvici-narlesi:

un

fiumicello,largosolitrepassi, lo separa dalei:è quelLeteche,solamente dopofatta confession-pienaepenitenza, lavalecolpe,eallospiritodàla veralibertàdivistaediazione.Innessunaltroluogo megliodi quinefeceDanteintravedere quali sianoi

duedifetti,de’quali

massimamente

si duole,e che sonoorgoglio eintemperanza nell’amoresensuale.Di verolostrettofiumicelloglifuditantoimpedimento,

come

fossestatoillargo Ellesponto, sulquale fuggì

ilsuperboSersein

una

navicelladapescatoredopola famosasconfitta,onelquale affogòLeandro sensual-mente amoroso.Ilsimbolodellavitaattivaguidapoi ilPoetaallacontemplazione,simbolodella qualeè Bea-trice,circondatadatutti gliattributielevirtù che l’uomo conducono perlagrazia dellarivelazionealla conoscenzadellecose divine ealgodimentodella feli-citàceleste.Al suoapparire,ellavien salutatacon un evvivadal

Nuovo

Testamentoe dalla storia romana,

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— 52

valeadiredalregnodellacontemplazioneedaquello dell’azione

(Puì'gat.

XXX,

16-21). Ella è cinta diun

nembo

difiori(buoneopere) e vestita de’ colori della Fede, dellaSperanzae della Carità.

Dopo

avereindottoDante a togliersidatuttelecose terrene, e averlo dispostoall’ ul-timaaltezza delconoscere,ilsimbolodellavita attivalo

immerge

nelLete,emenaloallevirtù cardinali,chelo scorgonoallalorvoltaalleteologiche,alsimbolodella vitacontemplativa, a Beatrice;equestad’allorasifa sua guidapelregnodellacontemplazione,dellagrazia edell’amore,dellateologia.

II.

— Dfxle

guidediDante.

A.

— Di

Virgilio.

Allafigurasimbolicadi Virgilio generalmentesi annetteunsenso,ilqualepuò bene convenire ad una dichiarazioneuniversalissimadellaDivina

Commedia, ma

che però contraddicespessoamoltipassi speciali dellamedesima,alcontegnodilui,al

modo

ondedrizza econduce ildiscepolo,aisuoi colloqui,alle speranze ealconversarechequi equatieneconleanimeecon glispiriti infernali.Diquisidiffusesu tuttoil

Poema

unaoscuritàpenosa;ilperchènonraro incontra, leg-gendolo, diabbattersiin cose,lequalisuonanotutto altrodaquellosidovrebbeaspettarsistandoalleidee preconcetteattinteai

commenti

e agliscritti illustra-tivi,eneviene quindiscemato Pinteresse eilpiacere.

Iosonoben lungidalritenerechelamia manieradi

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53

vedereed’interpretaresialagiusta epiena;

ma

so cheessa èilfrutto dilunghistudi intornoa Dante. Del restoioavrò pur sempre raggiuntoloscopo,semisia datoper essa di contribuireconmoltialtrialla intelli-genzadelle allegorie,ches’incontranonel

Poema

sacro.

L’importanzadi Virgilio,

come

poeta,decaddene’

primisecolidell’èracristiana,quandoilclero

moveva

una guerrasterminatriceatuttii

monumenti

dell’ an-tichità,stimandolipericolosienocivi alla religione no-vella. All’avvenenteperòche andava in dimenticanza

come

poeta,sorgevao assodavasiintornoalui

un

altro concetto,ilqualederivavadaltempodi

Roma

idolatra.

Questoconcettoeralacredenza alla virtùmagica,e alla sapienzasoprannaturalech’eipossedeva: laqual credenzanacquedall’usodiaprirnea caso gliscritti nellecosedubbie,e,dalversoche primo cadeva sot-t’occhio,pigliareunaspecie di profetica decisione circa l’affareda imprenderefSontesVirgilianae).Quantopiù illatinoclassicoeconessotuttiipoetidell’aurea età di Augusto venivanonegletti e dimenticati, tantopiù tornavadifficilelaveraintelligenzadiVirgilio;e tanto piùlo sitrasportavanel

campo

nebuloso dellamagia di mezzoallacrescentesuperstizione,all’ignoranza ed

Questoconcettoeralacredenza alla virtùmagica,e alla sapienzasoprannaturalech’eipossedeva: laqual credenzanacquedall’usodiaprirnea caso gliscritti nellecosedubbie,e,dalversoche primo cadeva sot-t’occhio,pigliareunaspecie di profetica decisione circa l’affareda imprenderefSontesVirgilianae).Quantopiù illatinoclassicoeconessotuttiipoetidell’aurea età di Augusto venivanonegletti e dimenticati, tantopiù tornavadifficilelaveraintelligenzadiVirgilio;e tanto piùlo sitrasportavanel

campo

nebuloso dellamagia di mezzoallacrescentesuperstizione,all’ignoranza ed

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