NUOVA COLLEZIONE
I)I
O P K R E STORICHE.
VolumeIII
Ji
DigitizedbyGoogle
DigitizedbyGoogl
STUDI
SOPRA
DANTE ALLIGHIERI
PER SERVIRE
ALL INTELLIGENZA DELLA DIVINA
COMMEDIA
DEL DOTTORE
EMILIO RUTH.
VENEZIA
eTORINO, G.ANTONELLIEL.BASADONNAEDIT.M DCCCLXV.
_OjgitizedbyGoogle
PRIMA VERSIONE ITALIANA
P
IK T HO M U G N A
.
(proprietà letteraria)
PARTE SECONDA.
E D E
IC
DELLA DICHIARAZIONE
-
CONCETTO FONDAMENTALE
DELLA
DIVINACOMMEDIA OL SISTEMA DANTESCO.
DigitizedbyGoogl
CAPITOLO PRIMO.
MAGISTERO DELL’ ALLIGHIER
I.Dante
volleadunquenelsuopoema
ammaestrare gliuomini intornoalla doppialoro destinazione, la qualeconsiste nelconseguimentodellaterrena e celeste felicità.Allaprima dovea pervenire1’umana
genera- zione,svolgendosipoliticamenteconlibertà in tuttele formepossibilidigoverno sottoun comune
sovrano sopratuttigliStati,sottoun
imperatore,ilquale, dai filosofiammaestratoediretto,recasselagiustizia ela pacesututtalaterra;edeccitando e ritenendo (con sproneeconfreno)vivamantenesselaleggemorale elavera libertàsudiessafondata, e cosipreparasse all’ottenimentodellafelicitàcelestiale.
A
questo secondofinepoi,chequi nelmondo
non puòvenireraggiunto, doveanogliuominiessere scorti edirettidalPapa, capodisanta Chiesae vicario del Figliuolodi Dio.Ilsuoregnoè suglispiriti,sullacon- templazioneesullafede:all’uopoglistanno alatoigrandi teologi,ein
compagnia
loroeidee conservareJDigitizedbyGoogle
<.
— io-
lielia suapurezzaladivina rivelazione, ordinarecon dolcezza ebenignitàimezzipenitenzialia purificazione deglierranticontriti,edafforzareeavvivarlasacra instituziondellaChiesa,chegliuominisolleveràalla grazia
somma,
cioèa contemplare l’onnipotenza, la sapienzae1’amorediDio.Codestagrandedottrina eh’eiproporvollea
me-
ditazioneealritorno sulla diritta via, dalla quale erasi 1’umana
società, perduto ogniordine,dilungata,èil frutto de’suoi studifilosofici eteologici, avvalorato dalle ricchesperienzefatte nellavita politica.Ei la deposein
un
poema, ilcontenuto delquale fosseilcomposto, eincerto
modo una
enciclopedia ditutte lescienzedell’etàsua.Ciò èchesacra, acosidire, lapartemiglioredell’uomo, elevandola sopralecose terrene;ciòè,come
leggesi nelConvito,ilvero cibo degliangeli,allacuimensa
sedetterolegrandimenti dell’evomedio, mentreeimedesimo,aipiedidi quei commensali, non fece cheraccogliere diquelloche cadde, e misericordevolmentemosso,nonsèdimenticando, comunica orailraccoltoaprofittodellaumana
gene- razione (I,1,pag.63).Egliperòdarnoninteseunateoria dellequestioni vitali,che riguardan lo spirito, non un sistema di scienzadivinasull’esempiode’ suoimaestri; era egli troppopratico,e troppoanche occupatonellasuapoli- ticaoperositàmoltoagitata.Ei
dunque
raffrontòifini egliscopi dell’uomo
spirituale espressinelle opere de’ teologi aimezziche erano sullaterraimpiegati: liraffrontòallecorruttelechevi opponeano impedi-mento
: li raffrontò allebarbarecondizioni, lequaliDigitizedbyGoogle
erano conseguenzedelguastointuttalavitamateriale espiritualede’popoli.
Ei quindisicollocòdafilosofo praticonelmezzo fralateoria,fraledisquisizioni,cioè,dellealtissime
verità che si era resefamigliari con lo studio dei teologi,e fralaloroapplicazione alla vita,esentissi chiamato aristabilirecolsuo sistemalarottaarmonia tra1’unacosa e1’altra.Questo sistemapoi èlafilo- sofiapratica omorale,cheDante tenne sempreingran- dissimoconto,
come
quellachestringeilcieloalla terra, etoccaallepiùalteverità dellareligioneadimostrare echiarire1’eccelsopostoe destino degliuomini. Essa moraleinoltre,daimoti dell’uman cuore scendendoagli effetti dellanaturaesternaapparentemente morta, vi scruta la lotta differenziale de’dueestremi,che sonoilcampo
di esercizio della volontà umana. Il pratico adunqueèperluiilfineprincipale,acuideveservirela stessaspeculazione(Monabchia,
I,§ 3).Noicisiamostudiati dimettereinsieme,conl’aiuto de’ variscrittidanteschie dimolti passi dellaDivina
Commedia,
ilsuo sistemadelladoppiadestinazione del- 1’uomo
e de’mezzi perconseguirla;ma Dante
nelsuopoema
non procedette sistematicamente per amore appuntoalpratico. Egli colloca sempre l’ideale, la destinazione e l’ultimo fine di tutteleoperazioniumane
pressoil reale, chestanegli atti,nelle condizioni e negli errori degliuomini.Ditalmanierasiacconciae dispone eccellentementea maestro.La
DivinaComme-
diaadunque non dee conteneresoleconsiderazioni,ma
anche esempiillustrativi:e jperquestononv’introduce che personaggi eminenti(Parad
.XVII, 133-135). Persiffatto
modo
vuole chiarireisuoi principi:nella storia delsuo tempovuolemostrarelamiseracondizione del disordine, dellaillegalità, de’rotticostumie del dissol- vimentosociale; laqual condizionenacquedalla
man-
canza di rettadirezione, dal troncatoequilibrio frale guidedelmondo,e dallamala amministrazionedel loro uffìzio.Con
ciòfaparimentivederequalifunesteconse- guenzesiavesseunatalcondizioneanormalecosiperla umanitàintera, perisingoliStati,perlecittà,come
pergl’individui particolari.Eglimostralacosa efficace-mente
eacoloridi fuoconell’Inferno e nelPurgatorio;
econducepoi l’anima, atterrita dallabruttezza delvizio, inParadiso a contemplarvi1’adempimentodellepro- messe chediederoilVangelo, igrandi teologiedi filosofiatuttiidabbene, aipuri. Cosi Dante sifa veramente maestroeriformatore.
IlconcettofondamentaledellaDivinaCommedia,del paricheloscopodelviaggioperl’Inferno,perilPur- gatorio eilParadiso,siebbeleinterpretazionipiù dispa- rate,etroppolungosarebbe 1’andarle noverandoper singolo.Siccome peròlamiasidiscosta inmoltosostan- zialmentedall’ altre,cosideggioesporlacon piùlar- ghezzaa darlebuon fondamento.
Innanzitratto
mi
èd’uopodirilevare incheprinci- palmentediversifichil’opinionmia
dall’altrepiù in voce.Orataledifferenza inciò consiste,che Dante,a giudiziomio,frutto dilungostudio,non puntorappre- senti nelsuopoema
1’umana
generazione, eche quindi nel suoviaggio perl’Infernoedil Purgatorio non intendadioffrireeffettivamente insè stessotuttoche essaumana
generazioneha
generalmente a compiere—
13—
per venire alParadisoerendersi partecipe della grazia diDio.Egli nonsidivisedaglinomini,
ma
non cadde però sotto1’azione el’influenzadell’Inferno e delPur- gatorio. Di veroeglinon
simostra apartenèdelle colpe,nèdelle pene,nèdellapenitenza;non mai prova dentrodasèalcunode’tormentiinfernali,siapurein
minimo
grado; nonmai prova dentro dasèunodei dolori di salutarpenitenzanelPurgatorio, se qui eccettui quello de’ carnali.Non
potea quindirappresentarela umanità ingenere,Com’essàdebba, secondoalcuni, guadagnarsila graziadivinaconlapenitenza,conla mortificazion della carne, con le macerazioni e va dicendo.Invecequi equasentì labeatitudine delPara- diso; equesto sentimentoinluicrescevavia viache andava penetrandonellacontemplazionedellealtissime verità.
Da
ciòquindisiraccoglie,chelecolpe elepene dell’Infernoe delPurgatoriononlotoccanodiretta- mente, echelafelicitàstessacheprovainParadiso, nonè quella de’ beati,laricompensa,cioè,di vitacon- dottavirtuosamente;ma
piùun
senso dicompiacenza perilsoddisfattodesiderio di sapere. Quindiè chiaro eh’ egli in sènon assumelecolpe intellettuali e morali, gli errori eipeccatidelmondo, nè intendesottoque- sto fardellodescriveresimbolicamentelavita spirituale de’ popoli,valeadire,eh’einonpercorreda peccatore oppressoe dilungantesivolontariamentesempre più da Dio1’oscuritàdell’Inferno e delPurgatoriosinoatanto chelagrazia divinailchiama da ultimoalParadiso.Con
taleconcettononsi accordanonèilcontestodelpoema
generalmente, nèilfondamento, nèleguide,nè glieventi,nèidiscorsichevisonointrodotti. DanteloDigitizedbyGoogle
—
14—
detta nel solointento diammaestrare 1’età sua egli uominisuoifratelli,presentandoigrandiprincipi,onde fuanimatointutta la partepiùmaturadellasuavita.
La
dottrinafondamentaleeh’egli,come
riformatore politicoe morale, volleproporree chiarire, fu giàesposta nellasua connessione complessivanellaprimaparte di questoscritto.Ora,volendola quicompendiare,acciòsia presenteallettore,essa èquesta: 1’uomo
è destinatoa beatavitamercèil conoscereeoperarevirtuosamente (veritàe amore). Peròeglipersè solonon
è in caso di conseguire questa suadestinazione:somma
cosaquindi eimportantissimaquaggiùnelmondo
è di vivere citta- dinoinunoStatolietodibelloordine, edamembro
in una regolata comunità. Il vivere incittadinanzaèilfondamentonecessarioalconsorzio cristiano.
L
1umana
generazioneesiste divisainmolti Stati e popoli,chesi svolgonoinformediversedigoverno. 11campo
poi di questosvolgimentoèdoppio: lavita politica,cioè,la qualenecostituisceilfondo, elavita spirituale,contem- plativa,chen’èilfine superiore.Scopodellavitapoli- ticaèilterrenobenesserechesiottieneamezzodella paceedell’ordine(giustizia):scopodellavitacontem- plativa èlabeatitudinecelestiale.Questapoiconsiste nellaimperturbatavisionedella verità edell’amore eternali,nel perfettocontentamento dell’appetito di sapere,acuitien dietro1’amoreeilcongoderedelle variefelicità.La
qual felicità celestialeèsortita per grazia acoloro chevissero in terra virtuosamente.Operarbenequindinel
mondo
ècondizioneessenziale alconseguimentodellacelestefelicità.La
distinzione però trafelicitàterrena e celestenon separa tra loroilDigitizedbyGoogle
-15 —
modo
attivo econtemplativodi vivere; anzii’unoe 1’altro vuole esserecoltivato epromosso quaggiù,come
1’uno e 1’altrotrovapoilassù in cielolasuaricom- pensa.
A norma
delvivere attivoservonoifilosofiedisaggilegislatorichedeggionosederea fianco de’ prin- cipi, dare impulsoallescienze,alle arti,edattuare
un
regolato consorzio di tuttiisingoli Stati nel vincolo di una monarchiauniversale.A norma
del viverecontem- plativoporseDiolasuarivelazionene’Vangeli,eda mezzoditeologi illuminati,promotoridellevirtù teolo- giche e legislatori nella Chiesa, la quale deepure stringerenelsuoregnospiritualeipopolitutti,farsi eccitatricedivirtùereligione, eprepararecosialla felicitàcelestiale.
Ma
siccomela'umana
volontàè per sètroppodebole einferma abatterelaretta viasecondo siffattenorme,cosìsono dateall’umana
famigliadue guide supreme, che sonol’imperatoreperlavita attiva, eper lacontemplativailPapa.Uffiziopoi dientrambe èvegliareall’ordine,allagiustizia e allapace;ricon- durreconcastighiedespiazioniglierranti,edesercitar lagiurisdizione e l’amministrazione,ciascunonelcampo
proprio. Codestidueregolatorisono da Dioegualmente costituitieordinati,perocchél’imperouniversaleebbe_sottoAugustoilsuo compimento,acciò suquestabase CristofoudassequellodellaChiesa:
ambedue hanno
a soccorrersivicendevolmentenell’ uffizioloro,etenersi dentroiconfiniche a ciascunol’uffizioproprioassegna edetermina. Se non che questoidealed’accordoedi perfezionenonsiriduceinatto;anziil
mondo
tiene 1’oppostavia,edimaleinpeggio andòtanto innanzi, che appena ancoraè possibileunasalute.Le
dueguide,DigitizedbyGoogle
—
16—
eperJppretensioni,lacupidigia e1’ambizionedella spiritualeda
una
parte,come
dall’altraperlanegli- genzaedebolezza della temporale,rupperol’equilibrio, edacceseroconciòper tutto ribellioni e guerre.Non
leggiquindi,nongiustizia,non
Vangelo,non amorehanno
chilisegua;ed inveceodio,tradimento,crudeltà e cupido egoismosconvolseroil vivere sociale. Allo aspetto di tantiguaisi senteDante chiamato acontri- buireall’emendazionee alla salutedell’umana
famiglia scompaginata eguasta;
eall’uopo
non
vedemezzo miglioreche mettere vivamentesott’occhio inesempi parlanti gli orrori dellaguerracivile,della rivolta, della dissoluzione de’costumiedell’ordine cittadino,insieme-mente
conle causedi quellemisere condizioni; edammonire
alritorno,alla resipiscenzacol presentare grandimodellitoltiallastoria dell’imperoromano
e dellaChiesa,emostrareda ultimoquelloStato ideale, allacui attuazionedee quaggiù dar opera laumana
generazione. Questoèilveroconcetto fondamentale dellaDivinaCommedia
;questoenonaltroloscopo, ilqualeebbeil poetadinanzi nelcomporla: loche oraciconviene dimostrare piùparticolarmente.In piùdi
un
passodelpoema
è detto contutta chiarezzachel’autore consideraquantosipresentain quelcampo
dellamorte, solamentecol finedifareri- sultarlasuespressadottrina dentro da esempi vivi.Non
eglidunque
inpersonasubiscel’interoprocesso per morte,resipiscenza,doloreedespiazionea trarsi da’suoi peccati(qualuomo
maiinfattipuò averetutti ivizidell’Inferno?);nèlosostieneinnomedi
tutta 1’umanità.Egli medesimo fa lapropria storia cosiDigitizedbyGoogle
—
17—
publica,
come
interna,dell*animo,insiemecon lealtre, equandogli esempi nonlo toccano personalmente,lidàseparati e distintialtutto dalveroquadrodelsuo sistema.Dalle cose diverse che mette in
campo
ed espone,lasciaalcuna voltaintravedereisuoipropri difetti,isuoi amori, e cosivia;edassegnossiancheil suo posto inunadellepiùbasse sferedel Paradiso.La suastoriaprivataadunque nonentracheper incidenza, di
modo
chetuttoilresto è puro oggettodisua medi- tazione e dottrina.Che
se eglipurenelPurgatoriosom- mettesiad alcunegeneraliceremoniediespiazione,ciò avvienea potere,come
anima interamente purificata, comprender meglioecomunicareipiù profondi misteri delParadiso c della celeste dottrina.Arrogichenonuna
voltavieneDanteeccitatoa farladamaestro.Quando, amodo
diesempio,in sul generale,in purateoria,muove
questione circalapredestinazione, S.PieroDa- mianiglirisponde,che nèegli,nèilpiù altoSerafino sarebbecapacediscioglierla; egl’impone, ritornato chesiaalmondo,diammaestrare imortali chela- scinodiscrutarinquestoprofondoabissodell’eterno statuto [Farad.XXI,
76-102).Inunasferasuperiore poil’Apostolo Giacomo,pri-
ma
di esaminarDante ne’principi dellaSperanza,
secondavirtùteologale, loassicura averglilagrazia divinaaperto innanzil’ultimo de’ sublimisecretidel Paradiso, acciò confortilasperanzadegliuomini conla manifestazione del veduto vero [Farad.
XXV,
40-47).L’Apostolo Giovanninelmedesimo cantoloincaricadi annunziareaimortali, ch’egli lasciò,morendo, ilsuo corpoin terra, echesoloCristo eMaria sonocoi loro
K.Kutbli. ,
* 2
DigitizedbyGoogle
corpi salitiin cielo (126-129).Nel XVI,61-105,del Purgatorio chiedeilpoetaqualsialacausadel male nel
mondo
a poi mostrarlaaltrui; e nelXXVI,
64,domanda
ilnome
elacondizione di alcuneombre
per darnenotizia,scrivendo,aiposteri,come
invece nelXXVII,
64-66,delParadisoglivieneespressamente da S. Pietroingiuntodi manifestarediritornoivizidella Curia,iqualiavea quell’Apostolo primadescritti, nè ditacer ciò ch’eimedesimo
non avevataciuto.NellaLettera
aCangrande
§ 15,indicaDantestessoloscopo delsuopoema,il quale«siè rimoverecolorochein»questavitavivono,dallostato dimiseria, eindiriz-
»zarliallostatodi felicità»(III,pag. 544); etale scopoeinonpoteanaturalmentevolerealtrimentiche perviadiammaestramento.
A
chiarirepoilamissioneedilcómpitodiDante, giovamassimamentela sua dimorain Marte, ed il colloquiocheiviebbe conl’avoloCacciaguida.A
mi- glioreintelligenzaperòdobbiamo primatoccareipunti principalicheallapersonadelPoetasiriferiscono.Egli già dibuon’ora fu eccitato allo studio delle scienze e dal suoingegnosvegliatoe dalsuo maestro Brunetto La- tini; già dibuon’ora videgli idealiacuidoveanogli uominimirare, econobbedagli-scrittide’filosofiede’
teologil’alto destinoe fine della
umana
famiglia, ene feceilraffronto colcorsoreale dellastoria.Egliscòrse cheipopolisieranoassaidilungatidalla viadiritta, edun
ardentezelo inlui siaccese di farsi soccorritore conlaparola econl’operaaristabilirel’equilibrio e l’ordine.Ma
qui fu doveeidiede infalso,perchè,in luogodiaddentrarsisempre piùnellesuespeculazioni,DìgitizedbyGoogl
—
19—
e,partendodalsodo e fermodellascienza,dareuna regola diordinamentoe diprogressopacifico,gittossi eglipurenelvortice dellefaccendeebrighetemporali, edimenticòisuoistudi,non vivendo nè operando che secondolecircostanze e
come
agiornata.Eglitentò di pormano
negliarruffaticongegnidiunarepublica in turbolenza, evenne semprepiùbassodal torrente tras- portato. L’indole sua e lanaturadel suo ingegno portavanoch’einon potesseconservare la giustami- sura,nèlarichiestaassennataprudenza; talchéper- dette sè, e perdette il fondamento che uno studio continuato ediligentegliavrebbe porto.Che
ciòpoi fosselaprincipalesua mira;chesidesseconimpegno
straordinarioatuttochela vitaattivarichiedea di ope- rosità,diannegazionee di conatid’ingegno,per avere in premio diquel suovaloreediquella virtùfama terrena,siraccoglie dalle parolechesi fadiredaCu- nizzaesono:Vedise farsidee1’
uomo
eccellente, Sìeh’ altra vita laprimarelinqua.[Parati.IX,41-42).
E
chepoi stimasseesorbitantementelecoseinondane, oltrequel testimonio,ildichiaraDante medesimo con quellocheapplicaasè inMercurio:Eccochi cresceràlinostriamori.
[Farad.V,105',.
In esso pianetasoggiornanoleanimedi coloroche ago- gnarono agloria evirtùnell’imperotemporale,enel
numero
mette puresè stesso,chevissecontuttal’animaDigitizedbyGoogle
— 20 —
nellasuarepujblica,edimenticòBeatrice, inqualunque significazionelasivoglia prendere,durantialmenole agitazionidella suacaricaper lunghianni. In quel tempocli’eisiperdette,corseassai,anchesottoaltro rispetto,dietrolecoseterrene;ilcheaccennoqui solo difuga perciòchevien dopo.
Non
raroincontradi rilevaredalpoema come
ilsuo Autore nonfossesenza difettine’piaceridell’amor
sensuale; e nel XIII,133-135 delPurgatoriosiaccusa,ma
pernon
molto,d’invidia, mentre invece piùcedette aifumidellasuperbia e agli impetidellacollera(Purgatorio
,
XIII, 136-138;
XV,
127-138).In quello esser tuttodentrolecureefaccendedel mondo,nellaimpossibilitàe negliintoppi cheincon- trava,disanare praticamente, con1’opera,uno Stato infermento, si ritrovò [mi ritrovai)nel tumulto di affannosi pensieri e disegni,di pericolietravagli,ne’
qualieiperdetteilnessosublime,ilverofilodelle cose.
Il
mondo
andavasviatodal rettosentiero,edeglipure era uscito dellasuastrada,dalcompito chegliera asse- gnato[la diritta viaera smarrita).Doveadall’altura aprica dellacontemplazione dominareglieventi, e tre-, vossiinvecegiùbassonell’oscura valle dellaconfusa realtà.Ogni
spedientemondano
checercaa trarsidal labirinto, gli èchiuso,especialmentedatrecoseche loricaccianosemprenellostatoangoscioso ed’impo- tenza;esonoletresimbolichefiere,lapantera,illeone e lalupa; vale a dire Firenze,Carlo di Valois elatra- lignata Curia.Eirisolvequindidiripigliarelasuamissione,alla qualeeresipreparatocontantistudi ed ammaestrare
DigitizedbyGoogle
—
21—
il
mondo
nelmodo
suespresso circa lasuadestinazione e circaimezzidaciò.De’maliperò che commise,man-
candoa sèedalsuocómpito,vuoleanchefarpenitenza.10nontoccod’inclinazioni
non
buone troppoaccarez- zate,eh’ egli ricordaescontaatempoea luogonell’In- ferno e nelPurgatorio:ilgraveè eh’ egli fralemene
e brighemondane
perdette di vistailcielo,torselosguardo dall’alto,lasciandositrasportaretanto oltredall’amorema
allecose politiche,lequalidovea conoscereecon- siderarein servigiodelsuo magistero,chei geni, a cosiesprimermi,della vitaattivaecontemplativa che aveanlosceltoadapostolo dimigliore dottrina e sino alloraguardato,conservavanoappena ancorauna
qual- cheinfluenza e forzasuluiasalute.S.Bernardoquindi glimostranell’empireoLucia....
chemosselatuadonna(1)Quandochinavia ruinarleciglia.
[Parad.XXXII,137-138).
Appena
eidiciòsiavvide,econobbeessercaduto tantoalbassonelcammino
delmondo, che un vano timoredelpotereterreno nelsuo cómpitoilfrastorna eturba,dovette oltreche perla dottrinache di là trasseabenedellaumana
generazione,anche apropria penitenzapercorrerel’InfernoeilPurgatorio.Là
im- parò figuratamente a conoscerequelloche aveadilui 11cielodestinatoasuaspiritualesalute; equindi fuse da grandeartistanelsuopoema
gliesempi elealle- gorieche doveauoservire almondo
diammaestramento, coneventi,iquali alla sorte propriasiriferivano.(1)Beatrice.
— 22 —
La
politicaacuidedicatoavevailprepotenteinge-gno
e tuttaP operasua,doveadasèrimoverlo;lanatia città,albene dellaqualenon
aveaperitatodisacri- ficare lasuaalta missione,dovea primatrarloseco nello abisso, epoibandirlo;edegli dovea peruna
lunga seried’infortuniconoscerela vanitàedilmalediogni insorgere e battagliaredipartisenzaconnessione,nè rispettoadun
finesuperiore,oltremondano.Questo tempodiprovaedipurificamento,neces- sariainiziazionealsuomagistero,gliè predetto diverse volteeda personediverse
;ed eiloprende
come un
segnodiessere eletto alla missione,che pur compirà con Pajutoesotto lascortadellaPrevidenzadivina.Da
Ciaccoinpoi,nel cerchio de’ golosi, via viaperPIn- ferno esunelPurgatorioglisitocca delle turbolenze di Fiorenzae de’malicheinsuavitaloattendono.Sullacima del Purgatorio,nelterrestreparadiso, Beatrice,alprimorivederla,glispiegaquellocheegli aveainnanziappreso per cenno;glirichiama lamis- sióne allaqualeera predestinato;gliricordaPalta virtù ond’eraall’uopo fornito;gli ripresentala debolezza che mostrò negliallettamenti terreni,cedendoprinci- palmenteall’ambizione e allasensualità(al chedan rincalzoledue visioni avute in Purgatoriol’ultima notte)
;e gliraccomanda quale unico mezzo asalute e a ripigliare la virtùoperosadisuamissione,diosser- varela nullitàdellebrigheterrenee lainefficaciadi tuttigliargomentiimmaginati a miglioramento senza Pajutodall’ alto.Cosiei sifapersuaso,chela vita,ope- rando,debba da Diopartireecondurre a Lui
;ecosì, quasi dico,riconfortatoalsuomagistero,e libero dalle
terrenepassiouiche
menano
pertortevie,vieneam-
messo a contemplarecoseedeventi che è destinatoa*comunicareaimortaliasalutareammaestramento.
Tuttal’azione diquestodiròriconsecramento,che vaper gliultimicanti delPurgatorio,è tantoimpor- tanteesiebbeinterpretazionitantodisparate,cheè buonoprenderla in diligenteesame.OrdunqueBeatrice volge aDantecodeste parole nel
XXX,
73-75,delPur- gatorio:Guardamiben;ben son,benson Beatrice:
Come
degnastidiaccederealmonte? Nonsapeituche qui èl’uom
felice ?IlPoetaè presoda vergognaataliparole;abbassa lo sguardo,estassene silenziosoemuto. Sitacque pure Beatrice;
ma
poichéebberogliAngeli cantatoilsalmo terzo sino alpedesmeos,Dantes’intenerisce,eduntor- rente dilagrimegl’inondagli occhieilpetto.Orale partiprincipali delsalmo intuonatosono: « Signore,io» confido inte,salvami perlatua giustizia.
Tu
seilamia»pietra elaròcca
mia
;vogliamipel tuonome
dirigere» e guidare, etrarmidalla reteche
mi hanno
tesa.Nelle»tue
mani commetto
lospiritomio.Tu mi
hai redento.» Io odioiseguitatori delle vanità,,
ma
spero nelSignore,» emirallegro dellabontàdi Lui,perchènella distretta
» riguardi all’animamia,nè
mi
abbandoninellemani
del»nemico.» Indi Beatrice, fredda e ferma, ripiglia,met- tendoanudolecolpe del Poeta, dellamaniera seguente:
Nonpur per opradelleruotemagne, Chedrizzan ciascunsemead alcunfine, Secondochelestellesoncompagne;
— 24 —
Ma
per larghezzadigraziedivine, Chesì altivaporihannoalorpiova Chenostreviste lànonvanvicine, Questi futalnellasuavitanuovaVirtualmente,eh’ogni abito destro Fattoarerebbein luimirabil pruova.
Ma
tantopiùmalignoe piùsilvestre Si fa’lterrencolmalseme,enoncolto.Quant’eglihapiùdibuonvigorterrestre.
Alcun tempo’lsostennicolmiovolto, Mostrandogliocchigiovinettialui Meco’lmenavaindrittapartevólto;
Sìtostocomeinsulasogliafui Dimiasecondaetade,e mutaivita, Questisi tolsea me, ediessi altrui.
Quandodicarne aspirtoerasalita,
E
bellezza evirtùcresciutam’era, Fu’ioaluimencaraemen
gradita;E
volseipassisuoi pervianonvera, Immaginidibenseguendofalse, Chenulla promission rendonointera.Nòl’impetrare spirazionmivalse, Conlequaliedinsognoed altrimenti Lorivocai: sìpoco aluinecalse.
Tanto giù cadde, chetuttiargomenti Alla salutesua eran giàcorti, Fuorchémostrarglileperdutegenti.
Per questovisitail’usciode’morti
;
E
acoluieh»l'haquassù condotto, Li prieghi mieipiangendofuronporti.[Purgat.
XXX,
109-141).A
tale accusa seguelaconfessione diDantenel cantoche vien dopo;e poi Beatriceilrichiedeche cosa gliabbiatoltalasperanzadispingersi innanziconla suabrama
a lei che gl’insegnava amare ilsommo
bene, e qualipiacerievantaggiglisianostatimostriDigitizedbyTToogle
daglialtribeni,eh’eidovessepasseggiarloroinnanzi.
Dante piangendorisponde:
Lepresenti cose Colfalso lorpiacer volsermieipassi Tosto che’lvostrovisosinascose.
(Purgat.XXXI,34-3d).
liBeatrice, fraaltro, glisoggiunge:
Pongiù’1semedelpiangere,ed ascolta:
Sì udiraicomeincontrariaparte Moverdovestimiacarnesepolta.
Mai nont’appresentù natura od arte Piacer,quantolebelle
membra
in eh’ io Rinchiusafui,che sonointerra sparteE
seTsommo
piacersìtifallioPerlamiamorte, qual cosamortale Doveapoi trarre tenelsuo desio?
Bentidovevi,perloprimostrale Dellecosefollaci,levarsuso Diretroame,che non era piùtale.
Nontidovea gravarlepenneingiuso
Ad
aspettarpiùcolpi,o pargoletta,0
altravanità consìbreveuso.Nuovoaugellettodueotreaspetta;
Ma
dinanzi dagli occhide’pennuti Retesispiega indarno, osisaetta.: Quando Per udirse'dolente,alzalabarba,
E
prenderai più dogliariguardando [Purgat.XXXI,
46-G9).Qui è questionequali virtù intendaBeatrice al principio de’ suoi rimproveri,lequaliavrebberofattoin
— 26 —
Dantemirabil prova,siccomequellechegià inlui esi- stevanoin germe,in potenza.
Le
virtù elequalità grandi, lequaliegliaveaspiegato nella vita politica al servigiodellarepublica, non erano certamentele pensatedalei,perocchéesse appuntoil distolserodal suoscopo,dall’investigarel’ordinemondialedivino,e dalfarsi maestrode’suoifratelli.Nò
ciòaltresìesser puòlavitapuramente contemplativa, valeadiregli studiastratti dellateologia,occupazionedelleanimein Saturno,perchè Dante nonli'coltivòpunto dopolavol- tatachefece,e lasuariconciliazioneconBeatrice;la quale anzi richiamavasemprelaconsiderazione dilui allecondizioniterrene; enonella,ma-S, Bernardoè che portòilcompagno
suo allapiùaltaconoscenza della teologia, alla visione de’ piùsublimimisteri.Ella adunque ebbe solamenteinmiraquelloche Dantestesso più tardi inrealtà esegui, vale a direilsuomagistero a correggeree migliorarelecondizioniumane
ne’due grandi campidellavitaattiva econtemplativa.All’uopo glièmostratotutto,ond’eipossa edebba ammaestrareimortalisull’esempiodi
Enea
e di Paolo, la visione de’qualinon ebbefine,nèeffettodiverso [Iyf.14-33);e l’opera,acuiBrunettoLatini gliavrebbedato conforto, sepiùglifossebastatalavita,altraesserenon potea chelaindicata delmagistero(Inf
XV,
58-78).Dopo
lamortediBeatrice,stetteDante fermoe costanteancoraperqualchetemponella esecuzione del suodisegno, nelprepararsialsuo cómpito;ma
non guari andòchelecose terrene,lefalseimmaginidi bene, tantogliempieronoisensi,ch’eglidimenticò quanto Beatrice avealodatodentroda lui; poseintutto da—
27—
bandalasuamissione damaestro,esi perdettenel vortice dellecomuni brighee faccende,finchél’estremo dellaconfusione el’infortuniopiùgrave loricondus- seroasenno.Eglieracadutosìbasso,tanto erasiimpi- gliatonella rete delle passioni politichee terrene,che glifu pria mestieri diconosceree vedereperesperienza propriadove necessariamente
menar
dovealadissoluzio- nedituttiirapportilegali,l’egoisticobattagliare delle parti,ilrifiutodiogni obbedienzaed’ognisoggezione.Delqualedisordinamentosoffrivanonilcircuito diuna sola città,
ma
sì tutta1’estensionedell’imperio: del che eifece sperienzaa salute,visitando leperdute genti [Purgai.XXX,
136-138).Egli doveadelpari conoscere e vederequanto pocovalesseunparticolarea salvarpraticamenteinquelgeneraledisordine, siapure chetuttosigittassenel corso delle cose e degliavveni- menti: e doveva insiemeconoscere evederecome
al capaceedegno nonaltroa farerimanesse cheammae-
strareimigliorifra’potentidelle divinedisposizioni circailvivereumano
quaggiù,einfiammarliall’ uffizio loro diricondurre laumana
generazione sulladiritta viasmarrita. Ciò eral’incaricodiDante,ilcuiadempi- mentocostanteloavrebbe tenutosulcolle rallegrato dalsoleinsiemecoglialtri grandi maestridell’uma-
nità, e dalqualeei vennea valle perlo ingolfarsiche fecenellebrigheterrene [Ivf.I,13-61). Nellacono- scenza peròdeldisordine, e principalmentenella im- possibilitàditornarea profitto esalvezza, ponendosi allatestadi unpartitocolcacciarvisidentroa tutto uomo,e direggeree ordinarbene insiemecon azione separata, il ritorno al magisteroper immagini ed1
DigiiizedbyGoogle
ammaestramenti dovea appuntoesserel’altrastrada, per cui Virgiliogliproposedimenarloalcollelietodi sole(!){/.I,91-112).Noi certamentepigliarnon pos- siamoinnessunaltrosenso quellaproposta di Virgilio, ilqualechiedeanche a Dante,incontratonellaoscura valle,con tuonodirimprovero:
Ala tuperchéritornia tanta noja?
Perchènonsaliildilettosomonto Ch’ è principio e cagiondituttagioja?
{In/.I,76-78).
ossiaconaltreparoleilrichiede,perchèritornial tra- mestiodellavitapolitica,enonsalgaillieto colle,sog- giornode’ savi.Dantequindiadui confessailsuoim- paccio diesseresìprofondamenteavvolto nelle
mene
e faccendetemporali,chepeculiaricircostanze pericolose,come
ilbattagliar dellepartiaFirenze,il minaccioso avvicinarsi diCarlo diValois,e massimel’odiodella Curiaromana
(letrefiere),glitolseroilsennoegl’im- pedironodidareindietro(v.88). Ciòsonoanche, al fine delrabbuffo di Beatrice,leripetute botte e punte, alle quali Dantenonera preparato.Virgilio poiloammonisce
di abbandonarlacuradi ristabilirel’ordinetemporale ad un potente Signore(alVeltro),eriprendere l’altra via, quella dellasua veramissione, dovenon daràpiùin realipericoli,nèaccaseierassisottoil lorpesooppri- mente,ma
tutto mirerànelnesso idealecoifini del grandeordinatore delmondo,egitteràunsolidofon- damentoallasuadottrina(Ivi,112-114);laviadunque, sullaqualeedEnea
ePaolotrasseroilconoscere edeb- berocome
laconsecrazione al lorocómpito,come
asse- risceDantemedesimo
(In/.II,13-30).—
29—
La
partemigliore peròdell’animo suo fu sempre fedeleaBeatrice,laqualegliera purepresente in tutteleimprese, quasisegno acuitendere,per attesta- zione eziandio dellevirtù cardinali(Purgai.
XXXI,
133-135);iquali versiconsuonanocoitre primi del cantoseguente.A
ciòdunque nonpoteano mirareiraffacci di Beatrice,lacui
memoria
edinfluenzanon gl’inspiravanochepobiltàdipensieri e diaffetti.Però, quantunqueDanteoperasse di conformitàalla nobilé inspirazione,pure l’operar suo nonera il giusto, il vero,quellochealsuo compitoealledotisue conve- nisse.Eglidovea dominareglieventida maestroerifot-
inatore, edinveces’immerse tutto, consecrandovi i
pensieri,lesperanze,ilfrutto de’ suoi studi, nel turbinio dellepassioni e dellebrigheterrene.Peccòdidebolezza, cedendoalleattrattive dellecose efaccendemondane, che lotolserodalla dirittavia.
Due
difettiprincipal- mentericonosce eglimedesimonelpoema
persuoipro- pri,esonoambizioneedamore:l’unoglifuspronema
inmodo
torto,el’altroglifuimpedimento.Sono lecosetemporali, col falso loropiacere e colbreveloro uso,chesviaronoipassidiluidopomortaBeatrice, mentre all’opposto,com’ella stessagli rinfaccia, la morteappuntodileichetolseilpiacersommo,
avrebbe dovutopersuaderlo dellafallaciae vanitàdi tuttecose mortali.Ciòanche suonanelleprimeparole dilei:Come
degnasti d'accederealmonte?» Nonsapei tu che qui è1'
uom
felice ? (Purgai.XXX,
'Ì4-75.)DìgitìzedbyGoogle
—
30—
Per entroimieidesiri Chetimenavanadamarlobene.
DiIhdalqualnonèaches’aspiri, Quaifosseattraversate,oquai catene
Trovasti
,perchèdelpassare innanzi Dovessiticosispogliarlaspene?
E
qualiagevolezze o quali avanzi Nellafrontedeglialtrisimostraro Perchè dovessilorpasseggiar anzi?(Purgai.XXXI,22-30.)
Gli chiede in
somma
•se finalmente sia giunto ad abbandonarlaoccupazioneesclusiva dellebrighepoliti- che,come
cosa fallace e di sconforto, eadarsi allamedi- tazione e alla dottrinachegliconviene.Divero,questo èpurciòcheperprimologuidaaBeatricedopola natariconciliazione.Rispetto poi alle altreimmaginiinquestaconsecra- zione, è chiaroDantescorgervi inlontananzailsimbolo dellacelestedottrina,eh’ egliavea dimenticatosi a lungodimezzoallecureterrene, .e confessa epentesi diquestodifetto.Ilsimbolodellavitaattivadeecon- durlo allacontemplativa;e ciògliprocaccia1’oblio dei difetti,e
come
loribattezzaconlaimmersionenel Lete.Il medesimo simbolopoilo
mena
primieramentealle quattrovirtù cardinali,che già erano primadellavita contemplativa,coinè esisteval’imperoromano
prima del cristianesimo,come
Virgilio eLuciadeono guidare Dante aBeatrice; e indialletreteologiche.
Le
prime fauglistradaallesecondevirtù,equestelopreparanoa conoscere gli occhi eilriso diBeatrice.Le
virtù naturali adunque non possono ehepredisporre1’uomo
a mirar nelle dimostrazioni e nellepersuasioni dell’altissimaDigitìzedbyGoogle
—
31—
veritàe sapienza, parificando dalle passioni(immersione in Lete),cheglianimi incatenanoallaterra.Allo stesso godimento poidella veritàesapienza sonotramitele virtùteologali.
È
poinel Paradiso cheDantevienepienamentechiarito circa lasua missione edilfine delsuoviaggio allegorico perl’Inferno, ossiade’suoi realipatimenti terreni. Ciòha luogo inMarte, doveidifensori della fede,icampionidelvero e del giusto,sonobeati
;e chi dàalPoetalaconsecrazionediprofeta e riformatore èil
suoproprioantenato Cacciaguida. Eglidunque comincia dal ritrarrebellamentelapurezzade’costumi,ilvalore, latemperanzaeconcordiade’ cittadinidiFirenzealsuo tempo, cento anni primadiDante[Farad.
XV,
97-135).Passadipoialla depravazionesusseguitade’costumi, allaperdita dellapacee della giustizia, condizioni capi- talidi felice vivere, e di quelpervertimentodàper.
causaprimalanimicizia del clero (la gente
cK
almondo
piùtraligna) cogliimperatori, dietroiqualilecittà furono potenti e rigogliose;
ma
accolsero in sè la nobiltà delcontado, e con essapure ilgerme
delle guerrecivili[Farad.XVI,
46-72).Eiquindi parla della caducitàdellecose terrene, di quelle eziandio sulle quali hangenerazioniparecchie fabbricato, e de’vaniconati di sottrarle alla lororovina; piglia cittàcheun
dìerano importanti e piùnon sono;piglia stirpi potentied insigniche decaddero ovverosiestinsero(Parad.XVI, 73sinoalfine).Dopo
ciò gli predicelasuadura sorte,ilbandoe tuttiipatimenti,iqualigliverrebberodaquelloappunto cheBeatriceaveva alui rinfacciato,valeadire,dallaDigitizedbyGoogle
— 32 —
sua smoderata smaniadigloriaterrena edall’attacca- mentoallefaccendeebrighe
mondane
;loche dovea semprepiùtirarlo albasso, e toglievaglilavistaall’alto, ilbuonuso,cioè, dell’ingegnoallasuamissione.Da
questo rovinargiù, daquestoassonnaredellamente [tant’erapiaidisonno), dovea egli pergran dolore rivenirein sè stesso, allacoscienza delsuocompito, vedendoappunto Cheisuoi maliderivavanoda’ suoi difetti.Le
cose politiche, alle qualierasilungapezza e conesclusionediognialtradedicato,doveanoguastarlo,come
dovearisolversi infumoquelsuocorrer dietro a finiterreni,che erroneamente teneaperveri egiusti.Dovea unavoltaancora,dopo mortaBeatrice,venirgli ricordato econpiù efficacia eforza,chenientesifadi grandeedurevolesenza subordinamentoerispettoal decreto divino.In paritempodalla lontanavienealui pure mostratoilsalvatoreda questaconfusione di cose inCaneDella Scala, a cuisarebbe condottodal doloroso esiglio,echeper l’influsso diMarte, l’astrode’campioni del vero, delgiustoe della fede, era stato ditalivirtù e dicosi alto sentire fornito, che avrebbedaluiaimpa- rareagiustamente stimaribeni egl’imprendimenti a fortunasoggetti
(Parad. XVII,46-99).
Danteètuttavia indubbiocircalamissionsua, e principalmentecircail
modo
diridurlainatto,eperò sivolge,peraverneconsiglio,a Cacciaguida,come
aduomo
chepossiedesapienza, giustizia eamore[Parad.XVII,103-105);echealprincipio del colloquio,non
-
senzaragioneglidissedimirarelecose in Dio.
Dopo
ciò,tostogliaggiunge:
DigitizedbyGoogle
— 33
Benveggio, padre mio,sìcomesprona Lo tempoversome, per colpo darmi Tal,eh’è piùgrave achipiùs’abbandona
(la significazione dell’achipiù s’abbandona appai*
megliodaciòche segue
):
Perchediprocedenza èbuonch’iom’armi, SI che,seloco
m’è
Ulto piùcaro, Iononperdessiglialtriper miei carmi.Giùperlomondosenzafineamaro,
E
perlomonte,delcuibelcacume Gliocchi dellamiadonnamilevaro,E
poscia perlocieldilumeinlumeHo
ioappreso quel che,s’ioridico,A
moltifiasavordiforteagrume;E,s'ioalveroson timidoamico,
Temo
diperdervita fracoloro Chequestotempo chiamerannoantico.{Parati.XVII,109-120.)
OrailrichiestoCacciaguidagliriconferma pienamente lamissione,eall’uopoloammaestra dicendo:
Coscienzafusca,
0
dellapropria o dell’altruivergogna, Pursentiràlatua parola brusca.Ma
nondimen,rimossa ognimenzogna, Tutta tuavisionfamanifesta,E
lasciapur grattar dov’èlarogna;Chèselavoce tua saràmolesta Nelprimo gusto,vitalnutrimento Lascerà poiquandosarà digesta.
(Questo tuo gridofaràcome’1vento Chelepiùaltecime più percuote;
E
ciònonfiad’onor poco argomento.Peròtison mostrateinqueste ruote, Nel monte, e nellavalledolorosa, Purl’animeche sondifamanote;
e.itiuh.ii. a
DigitizedbyGoogle
— 34 —
Chèl’animodiquelch'odenonposa.
Nèferma sede per esemplo c’haia Lasua radice incognita e nascosa, Nèperaltroargomentochenonpaia.
(Farad.XVII, 124-142).
IlPoeta affannosamente ondeggianeldubbiocirca leannunziatedifficoltà,
ma
siconforta tanto,mirando gliocchi lucenti di Beatrice(lepersuasioni della celeste dottrina),e1’amore onde sonpieni,chenonvuole più separarsene,perchèvedenell’aspettodileiilpiacere eterno (Farad.XVIII,1-18).
Beatriceloprovocapoia darsinonalla
mera
con- templazione,perchèinessasolanonèilparadiso,ma
adascoltareilsuoantenato,cheglivorrebbe mostrare gli abitanti di Marte. Dante vede ora gli eroiche pugnaronoe patironoperlafede;chevissero emori- rono perlavittoria delveroeche nonricusarono fatica epericolo
, ifattie patimenti de’ qualifurono tutti consecrati alla glorie del cielo(
Parad
.
XVIII,19-51).
Miratiquestiesempiinsigni, epienode’lorfatti grandiosi,Dante
brama
d’imitarli,come
sentesinella vistae nel volere innalzato, edentrodasèforza,corag- gio efermezza perlasuamissione,laqualeora pie-namente
conosce.Iomirivolsidalmiodestrolato, Per vedereinBeatriceilmiodovere,
0
per parole o peratto,segnato;
E
vidilesuelucitantomere, Tantogioconde,chelasuasembianza VincevaglialtrieVultimosolere.E
come, persentirpiùdilettanza, Beneoperando1’uom,digiornoingiorno S’accorge chelasuavirtuteavanza,Digiti'zedbyGoogle
—
35—
Sìm'accora’ ioche’lmiogirareintorno Colcielo’nsiemeavea cresciutol’arco, Veggendoquel miracolo più adorno.
(Parad. XVIII,52-63.)
Oracos\ rinforzato e risoluto nel suo proposito, èDante scortodallasuadonnaperGioveeSaturno,doveim- paraaconoscerene’modelli dipiie giusti imperatori eree disantianacoretilaperfezione della vita attiva econtemplativa.ViaviachelamentedelPoetadivien piùpurarispetto allasuamissione, e più liberadaidee terrene,daillusioniedaerrori,ond’ era.ancora impac- ciatasinosune’ pianeti che1’
ombra
della terraancor tocca,passadaaltainpiù alta visione.Primieramente vedenell’Infernogliantichi poeti,iqualinonrappre- sentanocheiltemporale, e quindiidisordini nelloStato enellaChiesa.Nel Purgatoriolasuavolontàavvalora conCatone, mezzo gentilee mezzo cristiano, cpoi scorgegliattiche con Dioriconciliano. Allaporta, davantiall’angelo, si esercitaapenitenza, ed indi osservacome
loanimesiappurino afarsidegnedella beatitudinecelestiale.Nelparadiso terrestresipentee confessa,eposciacontemplaildividoordinamentodelmondo
nellaterrenaparvenzadellaChiesaedell’im- pero, e nella storia loro neltempo.InMartes’intrattiene con Cacciaguidacircaleprove che hada durareasua purificazione,emiradipoi inGioveeSaturnol’ideale dellavitaattivaecontemplativa,e nelcielo stellatoi Gemini, simbolo dell’intimo efficace concorso di entrambe.Esaminato doponelprimo mobilesullafede, sullasperanzae sulla carità,vedenell’empireoilregno elaChiesadiDionellapiùaltaastrazioneepurezza
DigitizedbyGoogle
—
36—
delladoppiavita,attiva,cioè,e contemplativa.
A
questo stato divinoaccennaVirgilio nelc.I,124-129dell1In- ferno.Orasifamanifestoe chiaro quellocheDanteintese diredisèedellacorrelazionesuaalla
umana
società eaitreregnidellamortene’due primicantidell’In- ferno, introduzione alpoema.Quando
eglipel cacciarsi tuttonelleturbolenze dellanatia città,era pressoalla rovina (Purgai.XXX,
136-138); quandoposta innon cale,anzidimenticatalasuamissione, nell’affannosa incertezza delsuccessone’ suoidisegni terreni, e nelle brighemateriali,quasiscuranotte gli velavalamente, Virgiliocomparso in suoajutoglidisse:A
teconvien teneraltroviaggio,*
Se vuoicampard’estolocoselvaggio.
[In/.I,91-93.)
epocostanteglisoggiunge:
Ond’io,perlotuo me’, penso e discerno Chetumisegui;ediosarò tua guida,
E
trarrottidi,quiper luogo eterno, Ov’ udirailedisperatestrida,Vedraigliantichi spiriti dolenti, Chelaseconda morte ciascungrida.
E
vederai colorche son contenti Nelfuoco,perchè sperandivenire, Quandochesia,allebeate genti;Allequa’ poi se tu vorraisalire, Animafiaaciò di
me
piùdegna:Conleitilascierònelmiopartire.
[Ivi,112-123.)
E
Dantelopregacosi:DigitizedbyGoogle
»
—
37—
Poeta,i’tirichieggio
Accioceh’iofuggaquestomaleepeggio.
Chetumi menilàdov’ ordicesti, Si eh’ioveggalaportadisanPietro,
E
colorche tufaicotanto mesti.(Ivi,130-135.)
1maliadunque,che avviluppavanoDanteet!angosciu- vanlosinoalladisperazione,erano qualcosadi mate- riale,dinaturatuttoterrena,politica;eraappuntoil difetto,ilqualeglièdaBeatrice rinfacciato,eh’egli, cioè,troppo sifosselasciatoandare alle facceude e brigheterrene e politicheda dimenticarvilasua mis- sionesublime.Ildovevolea Virgiliosalvarloerauna visione,disottoalleimmaginidellaqualetralucesse tutta la teoriafilosoficadeU’Allighieri. Virgilio
adunque
volea salvareilPoetanostro, ritraendolo dal partecipare personalmentealdisordinatoconfuso andazzodellecose, efacendolocome
rientrare in sè stesso, affineriguada- gnassela.primaaltezza,acuil’amore aBeatrice,lo studio diVirgilioe de’granditeologiaveanoportato lamente
dilui, eriprendessecon nuovozeloilsuo uffiziodiriformatore.Virgilio noicondusse no(come spiegano alcuni) qualeun
perduto per l’Inferno, a passare per tuttelepeneeperladolorosatrafiladella penitenza, perchè egli avea
umanamente
secondato inclinazionicolpevoli. Divero,Dantenell’Infernonon simostra puntocontrito;allepene,altumultode’ tor- mentatiprovataloracompassioneopaura;ma, tranne
una
volta,non dàilminimo
segnodi coscienzatocca, chebì mettaalparodeglialtripeccatori,esicruciDigitizedbyGoogle
t
—
38—
in dolorosopentimento-, finchépossa, aipiedi della grazia,rifarsipura.
La
misticad’allora era troppo sana per mettereincampo
cosesiffatte; nèa ciòpotea Virgiliofarsiguida:adaltroera egli destinato,
come
si vedràbentosto.Dantevieneperitreregnidella morte condotto; acciòveggaindiverseimmaginila orribileconfusione delmondo,eildissolvimentod’ogni disciplinaed’ogniordine; ne conoscalacausa edi
mezziditrarsene,emirinellamentediDioe nelle attinenzeche hacol
mondo
econ1’ordinamentodel- 1’universol’ideale, ilprincipioeil fine dituttele operazioniumane come
delle instituzioni ede’doveri sociali.VieneDanteperque’ treregnicondottoprin- cipalmentealloscopo, che, di ritorno in terra,bandisca aimortali lasuadottrina,confermatadatuttoilveduto e maturata.Taleviaggiopoi èinsiemeuna
espiazione diaverneglettoperqualchetempo
ilsuouffizio,e di averlo volutocompiereinmodo
torto efalso. Danteadunque
èprescéltoariformatore dellasuaetà,afon- datore diun
assettomigliore nellavitaattiva^ econ- templativa,ilqualedeericondurreilmondo
errante e sviato in sullaviadiun
giusto impero e di un giustopapato;dee
come ambedue
rifondarli.Ciògli vienechiarissimamenteespresso dipoinon unavolta,ma
più,
come vedemmo
;ecodesto pensierogiànesipre- sentapurenelsecondo cantod’introduzionealpoema.Dante perònonsiabbandonatutto sicuroall’invito di Virgilio,mettendoaragguaglio ilsuo pocovalore con la impresagrande che compierdeve.
Ad
accer- tarseneil richiededimostrarglicom’e’siarealmente elettodall’altoariformatoreefondatordiun
impero—
39—
edi un papatonovamente ordinati
, e
come
glisiadallagraziadivina assicurato1’aiutoeilpotereche fan d’uopoall’altocómpito.Dantegiànonerailprimo in quelviaggio,chèmolti fra’cristianiaveano prima di lui visitatol’Inferno oilParadiso; ciòanziera alloraunargomentopredilettodellapoesia edificante edevota.Egli però,trannedue,lasciadaparte tutti glialtri,perchènon aveano chefareconlesueidee fondamentali,nècol suointento.Idue chericordae chefanmoltoperlanostra interpretazione,sono Enea,
ilfondatoredell’imperoromano,e S. Paolo,principa- lissimoconfermatordellafede,secondoiprincipidel qualedeeil
Papa
regolarelavitaspirituale,contem- plativa.Questi due sonoipredecessoricherammenta
alcominciaredellaimpresa,segno evidente chelaera diegual naturadellaloro.Ma
quellifondaronoidue imperi,l’unoiltemporale,1’altrolospirituale; Dante adunque sipropose di ricondurreledueinstituzioni allaidea de’ loroautori,equindi
come
rifondarle.Quei duesiebbero ancheilpiacerdivino, lavolontà, cioè, elaprotezionedelcielo all’opera; anzinonfurono cheglistrumenti inmano
dellaProvvidenza,laquale uvea da lunghissimotempo
quell’operaprestabilita, e lasublimitàed importanza dellamedesima
eraad ogni pensantebuonamalleveria del decreto celeste.Per contrarioDantenon
eranèEnea
,nè Paolo;eperò ondeggiavaindubiezze, severafosse talsuamissione, eda Diovoluta,come
quella deglialtridue; nèassi- curassi,che quandoVirgilio
nominò
le tre potenti donnecelestiali, che intendevano promovere1’opera diluic 'guidarlo[Ivf.II,70-99).DigitizedbyGoogle
— 40
Però Dante, die aveagiàchiamatoPaolo,suopre- decessorenellaimpresa,raso di elezione(Ii\f. II,23), a mostrarelasomiglianzafrasèeluiquantoal fine, prega Apollodellaseguente manieranellaintroduzione a! Paradiso:
.
O
buonoApollo,all’ultimo lavoroFammi
deltuo valorsifattovaso,Come
dimandi a dar1’amatoalloro.SI radevolte,Padre,senecoglie, Pertrionfareo Cesare opoeta, Colpaevergognadelleumanevoglie,
{Parai.I,13-15;28-30.)
A me
sembrache, colnominarequiimperatorie poeti, abbia Dantevoluto raffigurare lavita attivae con- templativa,come
co’due gioghidiParnaso che poco sopra invoca acompimento
dell’opera,abbia inteso significareicampidiquelleduevite. Ilcampo
della vita attiva eragli finallora bastato;ma
adesso gli occorreeziandio1’altrodellavitacontemplativa.Non
è peròfuoridipropositopurePaltrainterpretazione, che intende perque’due gioghidistinti,Punoquello abitatodallesoleMuse, PaltrodaApollo, significarsi cheil nuovoargomentoha
bisognodell’aiuto di quelle ediquestoinsieme.DigitizedbyGoogle
CAPITOLO SECONDO.
DE’ SIMBOLI DELLA DIVINA COMMEDIA.
I.
— Della
doppia destinazione.Richiamai già1’attenzione del lettore allaimpor- tanzadelladottrinadantescadelladoppiadestinazione, delledue viteedue-felicità,laquale costituiscenon chealtrodifondamentodelsacropoema. L’armonico concórsodelleoperazionialconseguimentode’duefini èciòcheDante propone continuamentequalecómpito proprio cosidell’
uomo
individuocome
delcollettivo.La
scienzadellafede, lateologia,elascienzadell’o- pera, lafilosofiapratica; la vitacontemplativael’attiva, conoscereeoperare; lospiritualeeiltemporale; la celesteelaterrenafelicità,tuttoquestoèperDante distinto indue regni,ilregno, cioè, del dirittoedella giustizia,eilregnodellagraziaedell’amore.La mo-
narchiadeveattuarl’-uno, laChiesa l’altro. Peròil veroInferno, lacittàdiDite,è indue grandiripar- timentidivisocherinserranocoloro,iqualipeccarono— 42
contro lagiustizia,iviolenti;equelli,iqualipecca- rono controlagraziael’amore,itraditori eifrodo- lenti.
Ambedue
poiiregnisononella idea dantesca smisuratamentegrandi,ediloro confininon sono punto conprecisione segnatie distinti, enonlosono per questo,cheessigiammai
si fannocontrasto,dovendo1’unoagiresull’altroeper1’altro,aquel
modo
che nellaRoma
idealenon èdatodiesattamentedetermi- naredovecessil’azionedell’Imperatoreperdar luogo aquella del Papa. Ioperòli volli distingueresulla scorta de’ principi chemassimamente
tralucono da ciascuno,inregnodellagiustizia,ilqualemira alla vita attiva, temporale, terrenae allafelicitàrispettiva,campo
dellafilosofiapraticaomoraleefinedell’Im-
pero;e inregnodellagrazia e dell’amore,che riguarda lavitacontemplativa,spirituale, celeste elaconseguente felicità,campo
dellarivelazionee fine dellaChiesa.Ambedue
poiiregni lafannoancheda Gemini,iqualiDantesalutasìfestosamente
come
costellazione in Paradiso.A
codestacostellazioneattribuival’astro- logiagranvirtùedinfluenzamoltopropizia,edilPoeta spessosirallegradi essernatonelsegnode’Gemini.Se peròcon attenzionesilegga l’intero tratto che descriveilsuoingressoe stare inquelregno(Parai.
XXII,110sinoallafine),elosiraffronti colviag- giogiàfattoperipianeti
, si parenonesserpunto nell’intentodelPoetadiriferirelaletiziamirabilmente palesata soltanto alla coscienza della grandezza del proprioingegnoedella superioritàpropria, delche andavadebitoreacodesta costellazione. Divero, la mente di lui erasi già ripetutamente esercitata e
— 43 —
«
nellavitaattivae nella contemplativa,e avevaper tali gradi acquistatoidee sempre più pure intorno aifinidella
umana
famiglia,ascendendodall’unaal- 1’altra.Arrogi cheilcolloquio colsuo antenatoCaccia- guidaeivaticinidiluiaveangli quetatalacoscienza, e giàprecedentementeinispiritofattoavea penitenza deisuoanterioreaccecamento ederrare;elasuavista spirituale crasiavvalorata e dispostaa comprenderele cosepiùalte.
È
dopo questa preparazione che giunge acontemplareirappresentantidelregnoattivodella giustiziainGiove,epoi quelli della vitacontemplativa inSaturno:equindimiraeintendel’intimoconcorso di entrambi,com’èrichiestoallafelicitàdegliuomini.Alla nascita diDanteera nelsegnode’Geminiilsole, padred’ognivitamortale
;glisignificavaadunqueil fineeiltenore dellasuadottrina.
La
virtù di essosegno elevolloadottore,eneattiròsufinoasèl’ingegno pertuttiigradidisvolgimento(
Parad
.
XXII, 112-120}:
dalqualeoroscopo anche BrunettoLatini,suomaestro, nedivinò lamissione,e,mentrevisse,aquellaloandò confortando (Irtf,
XV,
55-60).Inquestacostellazione e nellasuavistaconchiudevasilasuafilosofiamorale;edaqui,pienamente convintodellanecessitàcheuna intima unionestringerdovesse insiemei due regni dellagiustizia e dell’amore, vide il
mondo
a’suoi piedi; videquantopiccola epocacosa fosse la terra;
edaquell’ altezzaimparòastimarlievementelefac- cendeelebrighediquaggiùnelconfronto colsublime finedegliuomini [Parad.
XXII,
133-138); edilà partendodescrive poi la vera beatitudine dellacontem- plazione,delpienoprofondarsiinDio.DigitìzedbyGoogle
— 44 —
A
questeideadeldoppioregno,terreno e celeste, possono avereattinenza,come
voglionoipiù degl’ in- terpreti,ancheidue gioghidelParnaso,ilcuiunito valoreDante invocaacompire1*impresa,afarsibandi- tore didottrine superiori.Al regnopelquale Virgilioil guidò,bastogliPun
giogo;
ma
Beatrice,che aquello succedetteascorta, gliapprendelaunionedientrambiiregni, mostrandoglicoinè siano
ambedue
egualmente uscitidallaideadivina:dalche avviene cheilPoeta abbisognidell’unoe dell’altrogiogo(
Parad
.1,16-18).Ad
alcunipuòforsesembrarelamia una smania di farladainterprete,sepur veggonelleduechiavi, onde1’angelo aprelaporta del Purgatorio,unarela- zioneainominatidue regni:ma
vihataliallusioni etelirispondenzecheionon possolasciarle inosservate.IlMonarcaconsigliato edirettodalla filosofia, eil
Papa
confortato e sostenuto, dalla teologia,deono insieme di concertoguidare asalutela umanità: e però livediamo anche entrambi (MonarchiaeChiesa)offrire quasiinegualmisuraalleanime purgantigliesempi, a schermodelmaleead eccitamentoalbene, ne’sette giridelmonte.
Che
vihadunque
distrano e di ripu- gnante che abbiano pured’accordoadaprire la porte allaviache conducealfinediambedue,allaterrena, cioè,edallafelicitàcelestiale;moltopiùcheilsimbolo dellavite attiva,Lucia,o certo quello dellaMonarchia,l’aquilaimperiale,portòDantesino alla porte ?Arrogi cheilcolore dell’
una
chiave d’argento, o bianca,richiamalabiancaluce diGiove, «stelladitemperate
»complessione, che, intra tuttelestelle, biancasi
»mostra, quasiargentata» (Convito,II,14,pag.169),
t
DigitizedbyGoogle
— 45 —
e soggiornode’monarchi.Arrogi che ogni voltache unadellechiavifalla,nèdrittasivolgeperlatoppa, non ischiudesi laporta, a mostrare la necessità di ambedue.
Lo
stessovocabolodritta,ilqualel’angelo qui adopera,ricordalaMonarchia,eh’èilregnodella giustizia,della dirittura.Da
ultimosideenotare che, quandone'cardini aggirossilaporta,scricchiolòsì forte,come
quella delCampidoglio,laTarpea,allorchéCesare netolse iltesoro a fondare l’impero (Purgat.IX
,
117-138) (1).
Piùchiara poi èlarispondenzadellestelle, lequali a Dante apparveronelPurgatorio.Allorchéegliadun- que perun pertugiotondoriesce afaticadall’Inferno allaluce,alpiede delPurgatorio, glisplendedi contro all’orientelastelladell’amore,laqualevelail segno de’Pesci,esovrailpolo australelequattrostelledelle quattro virtù cardinali,che nissunvidetrannelaprima gentenelParadisoterrestre, doveilPoeta leincontra dinuovosottoformadininfe
(
Purg
.XXXI,
106).Que- stestellesonolequattrovirtùcheDante
richiededaun
imperatoreinun
imperouniversale ordinato, esono Sapienza, Giustizia,Temperanza
eFortezza; fralequali èpotissimalaGiustizia,dettaancheAstrea,laVergine chedee ritornare all’età d’oro(Monarchia, I, 13,(1)InGiove,lastellade’monarchigiusti,Dante mirain unavisionelaglorificazionedellagiustizia.Le animequai raggianti lumiere, formano, volitando^attorno, le lettere:Di- ligitejustitiam qui judicatis terram; call’ultima, dallaquale poisurselafiguradell’aquila,stetteroinfermaordinanza;
talchéGioveinquelloparevaargento d’orodistinto{Farad.
XVIII, 88-96
DigitizedbyGoogl
—
46—
pag.306; Purgat. XXII,70-72). All’aspetto loropensa
ilPoetaditrattoall’emisfero boreale,senza dubbiomas- simamenteall’Europa, oall’Italia,elochiama vedovo, perocchéè privato dimirartalistelle(Purgat.1,19-27).
Queste quattrostellevengono poiscambiatedalletre virtùteologiche in sulla sera,prima che Dantesia tras- portato allaportadelPurgatorio,quando pertuttoera notte, egliangeli sieranoposti adifesacontro le tentazionimondane.
Le
quattro virtù cardinali sono necessarie alla vita attiva, eperòlelorostelleappajono dimattina,mentrelevirtù teologiche,che appartengono alla vitacontemplativa,mostranolelorostelledi sera, indizio esegnodiquellavita.Sìleunepoichelealtre illuminanoaluiilsentierosulqualeva cercandola felicità; eallaprimameta
delviaggio,nelParadiso terrestre, gli danno di conservacome
il benvenuto [Purgai.XXXI,
103-117).Distintibene una voltaidueregni,l’un dall’altro, edaciascunoassegnatol’ordineel’uffizio,Dante pensò a divisarneaccuratamentelarelazione strettachecorre fraessi,loscambio d’opera chedeonoprestarsi,l’union loronecessariaela
comune
radice.Eglifu il primo cheaccampò
questadottrina unitiva,mentreinnanzi luimoltigrandidottoriseparatamentetrattavanoidue soggetti,ciascunoper sé:e inquestosenso poteaben direchecieloe terraaveanopostomano
alsuo poema.L’ invisibile eilvisibile,cieloeterra,lospiritualee il temporale,rivelazioneefilosofiapratica, Chiesa e Monarchia, procedono insiemedi consertooperoso in questadottrina;l’una cosa viveper l’altra;l’unaè causa insiemeed effettodell’altra: ciascunanutresi
DigitizedbyGoogle
—
47—
dellavirtù dellacompagna, ed opera secondo l’origine divinacomune.Ifondatoride’due regni terreni,che deggionoservired’
immagine
aiduerispondentiideali, e agli uominiinparitempodimezzo adessi,furonoEnea
e Paolo;ilprimo,conlamano, fondando l’impero romano;ilsecondo,conladottrina,laChiesacristiana.EntrambipoivennerodallaProvvidenzapresceltialloro uffizioe dotati di mirabile forza;
come ambedue
siebbero egualmentedall’altolumie indirizzi all’operagrande.Se non che
Enea
nonfusolamentedestinatoafondarel’impero
romano
insè,ma
insiemedoveastabilire illuogosanto,dovesiedeilsuccessore di Piero:edaqui èchelamissionee ilrelativo
ammaestramento
non ricevonochenelmondo
dilà,negl’ Inferi,1’altaloro significazioneeimportanza. Compitoilfinedell’impero, epacificatoilmondo,viandòPaolo,ilvasodi elezione, a cercarvi confortoallafedecheè principio alla viadi salvezza (Iiìf.II,10-30) (1).Danteadunque intende(1}Ipiùdo'commentatori pensanoal rapimentodello apostoloPaoloalterzocielo:dicheòdiscorsonellaliaiCo- rinti,XII,1-40.Iopiù presto credo chetalrapimentofosse ilsoggettodiuna leggendaalloramoltodiffusa.Difatti tro- vasinella letteratura provenzaleun poema,che descrive ap- puntoilviaggiodi S.Paolo nelregno della morte, e che pure òlapiù antica poesiadiquestanaturainlingua volgare.
Paolo vieneiviprimatrasportato incielo,dove vedetuttele giojesenza peròdividerle,essendoancorvivo, eva all’Inferno incompagniadell’arcangelo Michele,cheglimostraledi- versepartizionieclasside’peccatori,ciascunode’qualiè tormentatodauna pena proporzionataallacolpa. Del Pur- gatorionon puntositoccainessopoema. V. Fauriel, Hi&toxre delaPoésieprovengale,I,pag. 260-262.
i
DigitizedbyGoogle