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II.2. La funzione redistributiva

II.2.1. Gli effetti di reddito

Si deve in gran parte al Pigou (A.C. Pigou, economista inglese, 1877-1959 lega il suo nome all’economia del benessere e all’‘‘effetto Pigou’’) l’individuazione e lo studio sistematico di un effetto di reddito, avvertito da quanti pagano l’imposta. Per comprenderne appieno il si- gnificato e` bene scomporlo in due parti: in un effetto di reddito mone- tario (o di potere d’acquisto) ed in un effetto di reddito reale (o di be- nessere economico, o di ricchezza, che dir si voglia).

L’effetto di reddito monetario e` intuitivo; l’imposta sottrae una parte del potere d’acquisto alle persone, famiglie ed imprese che colpi- sce, ed anche a tutta la comunita` di cui esse fanno parte. Di conse- guenza, riduce la domanda di beni di consumo e di beni d’investi- mento; riduce dunque la domanda globale. Questo effetto e` proprio di ogni tributo e tende ad essere deflazionistico: se infatti l’offerta globale resta qual era, la minor domanda tende a ridurre i prezzi (od almeno a non farli crescere) nel settore dei beni di consumo. Nel settore degli in- vestimenti la sua tendenza e` quella di ridurre il tasso d’interesse a cui il danaro viene ceduto dalle banche (od almeno a non farlo aumentare).

L’effetto di reddito reale (o di ricchezza, o di benessere) si mani- festa particolarmente nella diversa distribuzione del reddito indivi- duale, dopo il prelievo dell’imposta, tra le singole unita` economiche che ne furono o che non ne furono colpite, nonche´ nella diversa di- stribuzione del reddito nazionale nella comunita`.

Le imposte dirette hanno un effetto di reddito reale notevole quando, per esempio, tolgono molto danaro a Tizio e nulla a Caio, esente od evasore. Le imposte indirette sui consumi determinano un effetto analogo, ma piu` nascostamente. Spesso l’imposta che il produt- tore paga al fisco si scarica (tutta, od in parte, o piu` che tutta) sull’ac- quirente di determinati beni, cosı` l’effetto e` avvertito in ritardo dai consumatori, che pagano un prezzo aumentato dell’imposta indiretta.

(1) A questo proposito si veda l’interessante lavoro di S. STEVE, I fondamenti

attuali della politica sociale, in Giornale degli Economisti e Annali di Economia, lu- glio-agosto 1981, pp. 411 ss..

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MORFOLOGIA DELLE ENTRATE

L’effetto di reddito reale si traduce in un sacrificio di benessere, per la singola persona e per le comunita` colpite dall’imposta. Ma cos’e` il benessere, singolo e collettivo?

Il benessere singolo e` quello misurabile solo dal soggetto, che lo stima in proprio. Il benessere collettivo dipende invece molto dalla stima che una determinata comunita` ne viene facendo per conto di quanti la compongono: puo` essere, pertanto, un’alta motorizzazione privata, per fare un esempio di stampo consumistico, oppure un ele- vato consumo di carne e con poca motorizzazione, oppure una situa- zione nella quale i due tipi di consumo si sviluppano contemporanea- mente ed in modo equilibrato. Queste supposizioni sono in realta` li- nee di pensiero economico-sociale, riscontrabili in Paesi a struttura po- litica diversa e sulle quali e` d’obbligo riflettere quando si vedono vie importantissime di capitali straniere piene di autovetture, o altre con uno scarso parco motoristico, e ci si chiede se cio` non dipenda dalla precisa volonta` dei due rispettivi governi.

Supposizioni analoghe valgono anche per l’Italia, dove esistono moltissime vetture e tecnologie ma molta gente non consuma per es. carne a sufficienza. Ma se il benessere e` la situazione in cui ciascuno migliora la propria esistenza e la collettivita` migliora il proprio modo di essere, ci si puo` in definitiva chiedere se esso non esista solo quando le persone hanno una vettura, consumano sempre piu` carne, hanno tutte una casa dignitosa e si dedicano anche all’istruzione ed alle attivita` culturali. Ed e` questa, verosimilmente, la stima che tutte le comunita` esprimerebbero, qualora fossero tutte in grado di esprimersi liberamente.

Il sacrificio di benessere che l’imposta determina e`, per la colletti- vita`, un costo sociale. Cio` non lascia dubbi. Ma l’imposta produce an- che qualche vantaggio sociale.

In una comunita` qualsiasi, coloro che possiedono molte risorse sono invidiati da coloro che ne possiedono poche; un’imposta che col- pisce soltanto i primi mette i secondi in uno stato di minor disagio psicologico ed a sua volta la comunita` resta gratificata dalla sparizione di una parte dell’invidia. Se poi l’imposta colpisce in modo equo le persone piu` dotate, una frazione di essa ne rimane contenta. E questo potrebbe gia` essere un vantaggio sociale. Attenzione, pero`, che ci de- v’essere un limite a cio`, altrimenti si generano fenomeni che provo- cano la fuga dei capitali, e quindi anche del lavoro, verso i paradisi fi- scali, cioe` verso quei Paesi che hanno l’attitudine ad attrarre ricchezza anche per riciclare denaro proveniente da attivita` illecite.

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Togliendo dalla circolazione una certa quantita` di moneta, l’impo- sta attenua le spinte inflazionistiche presenti nel mercato: un’inflazione scoraggiata o lenta, misurata da prezzi piu` stabili e` un altro vantaggio sociale; piu` silenzioso ma forse piu` sicuro.

E` necessario distinguere l’imposta sui consumi dall’imposta sulla produzione. nonche´ valutare la convenienza di un’imposta sulla pro- duzione o di un’imposta sui consumi in un certo momento. Il fatto che un governo si affidi a quelle sui consumi puo` significare soltanto che gli interessa realizzare subito un certo introito di pronto impiego. Ma vi sono esempi, anche recenti, di un affidamento notevole alle im- poste che colpiscono la produzione (le addizionali a certi tributi, per esempio). Bisogna quindi considerare le diverse alternative, in rap- porto alla situazione inflazionistica o non inflazionistica che al mo- mento esiste nel Paese.

Concludendo, l’imposta non e` sempre e soltanto un costo sociale, ma entro certi limiti presenta anche vantaggi sociali. Bisogna non abi- tuarsi troppo, quindi, all’associazione d’idee (imposta = costo) che so- pravviene con immediatezza, per non trascurare altri aspetti che meri- tano di essere rilevati.