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Gli interventi attuabili sul passivo ed attivo societario

3.2. INTERVENTI DI RISANAMENTO AZIENDALE

3.3.3. Gli interventi attuabili sul passivo ed attivo societario

principi contabili utilizzati per la redazione dei prospetti di bilancio 61 . Una differenza

sostanziale significativa, tra i principi contabili delineati dovrà essere definita nonché specificata nella parte descrittiva del prospetto o documento imprenditoriale. Dal punto di vista operativo, alla luce di quanto stabilito possiamo sostenere che un fatto di notevole rilevanza da dover prendere in considerazione sia, lo scostamento o differenza delineata tra i dati definiti dalla messa in atto dell’attività imprenditoriale rispetto a quanto prevede il progetto societario che presupporrà concreti interventi da per la riformulazione di un’attività imprenditoriale vincente. I diversi processi attuati per perseguire gli obbietti primari del piano saranno strutturati e definiti dai vertici dirigenziali, i quali si accolleranno il rischio concreto derivante dell’attuazione dell’attività core per promuovere una ridefinizione sostanziale dei processi conseguiti con l’obbiettivo di risollevare l’organismo funzionale organizzato da una condizione di disequilibrio economico e finanziario conclamato.

3.3.3. Gli interventi attuabili sul passivo ed attivo societario

La stima dei singoli asset imprenditoriali potrà essere perseguita in un’ottica liquidatoria o di continuità dei processi sostenuti laddove vengano impiegati metodi patrimoniali che definiscano una rilevante creazione di valore, al fine di assume una posizione strategica favorevole sul mercato di riferimento. Per una valutazione efficace ed efficiente dei singoli asset, si dovrà prendere in considerazione il valore di mercato e se questo non fosse disponibile si potrà fornire un’adeguata valutazione sulla base del valore o costo corrente, valore d’uso. Per una stima o valutazione delle poste l’approccio aziendale generale di mercato definisce il valore di un elemento o bene immateriale, sulla base di mercati attivi, comparando e commisurando processi di valutazione protratti nel corso degli esercizi su beni similari o identici. Un mercato attivo viene delineato dallo scambio o presenza di beni omogenei, inoltre si potranno trovare compratori e venditori in qualsiasi momento, saranno disponibili prezzi pubblicamente.

61 P. PICIOCCHI, Crisi d’impresa e monitoraggio di vitalità - L’approccio sistemico vitale per l’analisi dei processi di

166 Nel caso in cui venga definito un processo di liquidazione, il valore delineato dal mercato, rifletterà la prospettiva del massimo e miglior uso e questo referente teorico di riferimento prenderà in considerazione il potenziale di mercato di un certo bene o prodotto, separando l’elemento dal contesto in cui è nato e si è sviluppato nel corso degli esercizi futuri. Questo significa che la valutazione del valore di realizzo dovrà essere effettuata prendendo in considerazione solo il bene in questione senza l’influenza di fattori specifici dell’impresa target e dovrà integrare gli effetti di risultato delle sinergie commerciali, industriali e produttive del settore di appartenenza (sinergie generali). Nel caso in cui venga effettuato e portato avanti un processo di liquidazione in un arco temporale abbastanza rapido, sarà possibile stabilire uno sconto rispetto al prezzo definito. La componente di costo di sostituzione stabilisce il valore, sulla base dell’entità di costo da dover sostenere per la sostituzione dell’elemento in economia quale alternativa all’acquisto sul settore e prendendo in considerazione il valore a nuovo e sottraendo una quota a titolo di deperimento fisico e obsolescenza economica/operativa. Nella situazione in cui il soggetto economico sia afflitto da un disequilibrio sul piano finanziario ed economico, questo abbattimento sostanziale potrà essere favorito ed aumentato dalla presa in considerazione delle situazioni di inefficienza che deriveranno da un sottoutilizzo degli asset. Il valore viene stabilito sulla base dei flussi economici e finanziari attesi dall’attività imprenditoriale, in relazione alle diverse possibilità di utilizzo del bene e prodotto. Nella situazione in cui ci si trovi a far fronte a condizioni patologiche di dissesto finanziario, si potranno operare riduzioni sostenute dei flussi sulla base di concreti interventi di rettifica per poter definire gli effetti negativi, monitorare e misurare le principali componenti di inefficienza che hanno portato la realtà societaria ad una condizione di disequilibrio rilevante. I principali interventi sul piano patrimoniale, potranno essere riconducibili a differenti componenti, i quali prenderanno come punto di riferimento differenti fattori62:

• Immobilizzazioni Materiali: Per quanto riguarda le immobilizzazioni materiali, il plusvalore contabile dovrà essere rapportato al valore di mercato definito, qualora sussista un mercato affidabile di riferimento. In una situazione di liquidazione l’individuo professionista non avrà

62 M. Cleofe Giorgino, Crisi aziendale e prevenzione. Metodologie e modelli per prevedere il prevedibile, Franco

167 come finalità principale la determinazione di un valore potenziale ma di un valore rilevante liquidabile sul breve termine, poiché in questo caso non sussiste il requisito dell’indipendenza e di un’equilibrata possibilità di negoziazione tra le parti interessate. In questo modo il valore di mercato sarà definito dal settore di appartenenza più sfavorevole, definite le tempistiche per concludere l’operazione di cessione del bene.

Nel caso in cui venga definita una situazione di continuità, il professionista dovrà prendere in considerazione anche la derivazione di un valore in surplus che il settore riconoscerà in relazione anche dell’unit of account che condizionerà questa stima o valutazione. Nella situazione in cui venga a mancare un settore o mercato di riferimento, questa componente valutativa dovrà essere comparato anche con la componente di costo di sostituzione o con un valore recuperabile mediante l’utilizzo. Nelle realtà societarie che presuppongono una situazione di dissesto conclamato, la componente strumentale non procede a pieno regime e di conseguenza nella valutazione del valore d’uso l’individuo professionista dovrà prendere in considerazione un certo sottodimensionamento delle differenti sinergie che rendono possibile l’operato dei processi di trasformazione fisici-tecnici.

• Rimanenze di Magazzino: Per una stima concreta o valutazione del magazzino, il referente concettuale potrà essere stabilito dal presunto realizzo per quanto riguarda i prodotti finiti e le merci, invece per quanto riguarda le materie prime si prenderà in considerazione la componente di costo di sostituzione in una logica concreta di continuità ed il valore strettamente collegato o diretto di realizzo in una logica di liquidazione. Per un monitoraggio corrente, relativamente alla consistenza iniziale e finale delle giacenze di magazzino si può prendere in considerazione un processo di campionamento sul piano fisico o mediante coadiutore, oppure verificare sempre su base campionaria le informazioni ricevute imprenditoriali. Il professionista dovrà prendere in considerazione determinati tipi di rischio, legati: alla deperibilità dei materiali, tempi di realizzo, componenti di costo rilevanti per procedere alla conservazione, spese di vendita legate al packaging, trasporto ecc. Si dovrà prendere in considerazione oltremodo la possibilità o convenienza ad effettuare concreti processi di trasformazione, per quanto riguarda le materie prime, semilavorati in prodotti finiti ed in questo caso dovranno essere sottratte le componenti di costo relativi ai principali processi di lavorazione e trasformazione fisico-tecnici.

• Crediti Commerciali: La presa in considerazione del metodo di valutazione patrimoniale, prevede una rettifica delle voci di credito commerciali, nel caso in cui dai principali elementi

168 contabili espressi venga delineato un margine o stima del rischio di insensibilità inadeguata. I principali elementi che contraddistinguono una crisi societaria conclamata, ossia quei fattori che hanno condotto ad un peggioramento dei flussi reddituali creati all’interno dell’entità economica, nella maggioranza dei casi si definiscono insufficienti accantonamenti per una componente di rischio di insolvenza o un rischio di tipo valutativo. In ogni caso il soggetto professionista dovrà porre particolare attenzione alla componente qualitativa delle voci di credito Intercompany o delle componenti di credito rilevate e create nell’ambito relazionale con soggetti correlati. Nel caso in cui venga messo appunto un reale processo societario liquidatorio, il professionista dovrà sostenere sul piano strutturale analitico un monitoraggio del valore programmabile e realizzabile, sulla base delle richieste da parte dei differenti soggetti debitori relativamente a sconti e riduzioni. Il professionista inoltre dovrà conoscere ed appurare il tasso di insolvenza delle componenti di credito commerciale che l’entità economica ha sofferto negli ultimi 3-5 anni.

• Debiti Commerciali: Una pecuniale ed accurata procedura di valutazione dei debiti commerciali presupporrà nella fase iniziale o preliminare l’accertamento dei piani o documenti giustificativi del rapporto o legame di natura debitoria e dei fattori che concernano la scadenza e le differenti modalità di regolamento. Il professionista dovrà effettuare e valutare la concreta ed effettiva esigibilità del valore nominale contabile, promuovendo con lo scorporo degli interessi impliciti che dovranno essere stimati e sottoposti ad una valutazione sulla base del valore corrente dei debiti. Nel caso in cui si debba dover affrontare una situazione patologica che comporti squilibri e inefficienze rilevanti, una valutazione dei debiti commerciali comporterà la possibilità o necessità di procedere con uno specifico aggiornamento di ogni situazione debitoria con il conseguente pagamento di oneri finanziari originati sulla base di specifiche clausole o direttive contrattuali con gli individui fornitori, banche, clienti ecc.

• Partecipazioni: Un processo valutativo operato di tipo analitico, presupporrà l’espressione a valori correnti delle partecipazioni iscritte nella voce dell’attivo. La valutazione sostanziale di questo valore può essere derivata in modo differente a seconda che le partecipazioni in possesso siano capaci o meno di conferire il potere di controllo dell’entità economica d’impresa partecipata sulla base della sussistenza evidente di problematiche relative allo smobilizzo di investimenti. Un referente concettuale di tipo indiretto presuppone che l’iter

169 valutativo di stima venga predisposto in differenti fasi ed in più momenti valutativi: il conseguimento di criteri di valutazione ben prestabiliti di fondo e la valutazione delle rettifiche da operare a questo fondamento di valore, in relazione alle caratteristiche proprie delle partecipazioni. La definizione delle caratteristiche inerenti alla rettifica, si ricollega anche alle peculiarità essenziali della partecipazione:

• Nella condizione di strumenti capaci di stabilire l’esercizio dei poteri di governo dell’unità imprenditoriale partecipata, alla base di valore il professionista deve sommare un “premio di controllo”,

• Nel caso di pacchetti non idonei a favorire l’esercizio dell’attività di governo dell’unità aziendale partecipata, alla base il plusvalore del professionista dovrà sottrarre uno “sconto per mancanza di controllo” e, se ricorre, uno “sconto per mancanza di liquidità”. La condizione patologica conclamata in cui giace l’impresa sarà sottoposta ad un controllo monitorato di tipo analitico, nel caso in cui l’attività imprenditoriale venga protratta oppure in una prospettiva di liquidazione societaria. Nella prima situazione presa in considerazione, il valore delle partecipazioni sia in linea ed omogeneo con quello di mercato nella condizione in cui venga stabilita un’acquisizione degli asset presi in analisi e non si rilevi differenze sostanziali con la valutazione promossa, nel caso societario in un contesto di equilibrio economico e finanziario. Una situazione di inefficienza patologica rende essenziale un rapido smobilizzo promosso a livello d’investimento, il professionista liquidatore dovrà prendere in considerazione la possibilità di un certo ritorno marginale relativamente all’investimento, inferiore a quello operato. Da un punto di vista razionale, la logica della liquidazione presuppone che la partecipazione venga effettivamente stimata e valutata al suo valore di realizzo per stralcio, secondo un referente concettuale maggiormente orientato all’effettuare un processo valutativo prudenziale e per eludere sopravvalutazioni inefficienti ed inopportune dei valori in sede di un effettivo pagamento degli individui creditori e di distribuzioni ai soci. Un iter di liquidazione potrà essere di differenti tipi, ossia potrà essere ordinario oppure forzato: • Nel caso di un processo liquidatorio di tipo ordinario, il valore di fondo della partecipazione

verrà definito come un plusvalore di realizzazione prendendo in considerazione un arco temporale ritenuto ragionevole ai fini dell’individuazione di un potenziale acquirente e di una stima o determinazione di un plusvalore di realizzo favorevole.

170 • Nel caso in cui venga predisposta una liquidazione forzata, si presuppone una certa

impossibilità nel disporre di un arco temporale adeguato ed effettivo a massimizzare il valore o plusvalore di realizzo. In questa circostanza, l’individuo professionista dovrà prendere in considerazione un significativo sconto per una mancanza sostanziale di liquidità del titolo.

Titoli ed altre attività finanziarie

Per una valutazione accurata dei titoli ed altre attività finanziarie da dover prendere in considerazione, bisognerà stabilire in una fase iniziale e differenziare i diversi prodotti finanziari sulla base della quotazione o meno. In caso di titoli ed altre attività quotate in mercati regolamentati, la primaria stima o valutazione verrà effettuata sulla base del listino alla data di valutazione corrente. Queste pecuniarie attività, in quanto quotate presentano gli elementi basilari o requisiti minimi per un possibile smobilizzo effettuato in tempi relativamente brevi63. La condizione di disequilibrio o inefficienza societaria imprenditoriale

può presupporre un anticipo circa il disinvestimento con una sostanziale riduzione del valore assegnato, in relazione a quanto sostenuto in precedenza. Nel caso di titoli ed altre attività specifiche non quotate in mercati regolamentati, il soggetto liquidatore non dovrà operare rettifiche sostanziali al valore esplicitato in bilancio se i tassi che presuppongono flussi reddituali positivi sono allineati con quelli del settore o mercato di appartenenza. In modo differente si dovrà prevedere un ripristino e ridefinizione del valore dell’investimento iniziale, attualizzando i flussi collegati all’investimento al tasso definito dal mercato. Per le diverse operazioni di investimento non quotate in mercati regolamentati, bisognerà prendere in considerazione inoltre e tenere ben presente anche l’influenza generata sul valore degli stessi derivante dalla presenza o sussistenza di scarsa liquidità. In caso di un processo liquidatorio forzato da parte dell’impresa, la prospettiva programmata di uno stralcio effettivo rende ancora più rilevante l’importanza di poter effettuare disinvestimenti in modo tempestivo e corrente, in questa logica sarà opportuno prendere in considerazione in una valutazione concreta una decurtazione rappresentativa della difficoltà relativamente al tempestivo ed economico smobilizzo.

63 S. Catuogno, Economia aziendale e ragioneria generale. Analisi delle variazioni economiche e finanziarie, contabilità

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Oneri Pluriennali e beni immateriali

Nelle realtà imprenditoriali in crisi, che giacciono in una condizione di inefficienza conclamata, possiamo assumere che in una prospettiva di continuità effettiva, tutti i differenti elementi immateriali se protetti sotto il profilo giuridico o comunque effettivamente separabili da un contesto inerente al patrimonio societario, saranno suscettibili di un processo valutativo efficiente ed efficace. In una circostanza di liquidazione corrente, solamente alcuni elementi o beni immateriali saranno soggetti ad un’effettiva valutazione, come potranno essere: i brevetti, software, marchi ecc. In un procedimento liquidatorio prestabilito e ben avviato solamente alcuni fattori o voci contabili sono misurabili, i quali potranno essere: brevetti, software, marchi. Altri elementi come il know how proprietario ed il capitale umano e organizzativo, perderanno un conseguente margine di valore essendo incorporato all’impresa. I differenti oneri pluriennali, presenti sul bilancio di esercizio dovranno essere svalutati poiché relativi ad un procedimento contabile di allocazione nel tempo di costi anticipati che nella situazione conclamata patologica di crisi viene ostacolato ed interrotto. I differenti oneri pluriennali sono sottoposti ad un decremento o perdita di valore quando fanno riferimento ad oneri che non presuppongono o apportano benefici futuri sostanziali, come la spese di impianto o di ampliamento. Possiamo sostenere invece che se apportano benefici futuri come le differenti spese di sviluppo, l’entità misurabile di valore sarà incorporato all’interno della stima propria dei beni immateriali identificabili in modo autonomo.

Quando i differenti beni immateriali sono sottoposti ad una concreta valutazione in un’ottica di liquidazione, l’individuo professionista o liquidatore dovrà prendere come punto di riferimento “il valore determinato dal mercato “, seguendo la prospettiva del massimo o miglior uso possibile. Per esempio se un elemento o bene immateriale viene impiegato dall’impresa target in un settore di apparenza particolarmente ristretto, il suo valore proprio di realizzo dovrebbe incorporare il differenziale che deriva dall’estensione geografica al netto dei principali e determinanti investimenti necessari ad essere effettuati. Quando i differenti elementi immateriali sono presi in considerazione e stimati in una logica di continuità aziendale, l’individuo professionista dovrà perseguire ed operare valutazioni sulla base del valore d’uso o costo corrente. Con il referente concettuale del “valore d’uso“, il soggetto

172 professionista sarà preso in considerazione per una valutazione della vita economica e sulla base dei differenti benefici futuri attesi dall’uso del bene ed il conseguente tasso di attualizzazione. Tra i principali metodi di valutazione operati ed operabili vengono definiti quelli i cui imput derivano e definiscono dati di mercato assunti da fonti indipendenti, quali potranno essere i criteri del tasso di royalty o sulla base di contratti di licenza in vigore sul settore o mercato operativo. Altri metodi impiegati e spendibili, potranno essere il premium profit ed il multi period excess earnings. Quest’ultimo metodo viene predisposto e programmato al fine di valutare i differenti beni immateriali che vengono ottimizzati in modo congiunto con altri beni o elementi primari,ad esempio i processi di R&S in corso o le relazioni con i clienti64.Nella situazione in cui un’entità economica sia afflitta da inefficienze sistemiche

conclamate, l’individuo professionista dovrebbe correlare al bene immateriale un ciclo di vita economico definito, anche se non si rilevano pecuniali situazioni che presuppongono limitazioni di fondo circa la protezione legale o circoscrivono in modo temporaneo il ciclo di vita, in ogni circostanza comunque la vita utile dovrà essere correlata al più breve arco temporale che dovrà essere definito dalla durata protezione legale e la durata dello sfruttamento commerciale. L’entità dei flussi risente molto la situazione valutativa conseguita, in una condizione di crisi sostanziale l’individuo professionista dovrà tener conto dei tempi che intercorrono dalla manifestazione della situazione patologica conclamata al momento dell’incarico o rapporto assunto. Possiamo delineare la situazione in cui un marchio per esempio nel momento in cui l’impresa è in una condizione di normale funzionamento non presuppone un sostanziale deperimento economico del bene immateriale, invece nella condizione in cui l’elemento immateriale cesserà di essere impiegato nelle attività imprenditoriali, tenderà immediatamente a deprimersi. Nel caso di imprese che presentano condizioni di inefficienza correnti, i flussi delineati dovranno essere delineati in base al loro valore intrinseco del bene, senza prendere in considerazione o integrare sinergie commerciali ed industriali che derivano da soggetti esterni in grado poi di valorizzare in modo ottimale l’investimento. I differenti flussi dovranno essere derivati e delineati al netto delle imposte, per esempio le royalty saranno valutate e misurate al netto degli oneri tributari e attualizzate con un tasso al netto dello scudo fiscale sugli interessi stabiliti. Nella valutazione di un tasso di

173 attualizzazione, viene incorporato un premo per il fattore di rischio che sarà correlato alla sospensione o decremento dell’attività imprenditoriale. Nella situazione in cui il bene immateriale è correlato ad un determinato ramo imprenditoriale, l’individuo professionista dovrà far riferimento al costo medio del capitale del ramo societario. Con il referente concettuale del “costo corrente “, bisognerà valutare oltremodo i costi interni di sviluppo e riproduzione dell’elemento immateriale, delineati per ottenere sulla base di una funzionalità diretta uno specifico beneficio relativamente al bene oggetto di valutazione. Sulla base di una condizione rilevante di discontinuità, questo criterio o referente teorico concettuale sarà equivalente a definire o stimare il risparmio dell’acquirente pari agli interventi esplicitati in investimenti, che dovrebbero essere assunti per una sua riproduzione.

Il referente o modello concettuale economico di riferimento del costo potrà essere applicato a beni ed elementi come il software o le differenti piattaforme commerciali, per cui sarà possibile ristabilire e ripristinare il piano relativo agli investimenti effettuati per la loro realizzazione ed appurare a quali investimenti si andrebbe incontro se il soggetto economico dovesse prendere in considerazione l’idea di sostituire i diversi beni presi in considerazione. Una volta definito il valore corrente a nuovo occorre stabilire un processo di assestamento per il decremento di valore dovuto ad elementi o fattori di obsolescenza economica finanziaria su basi funzionali e tecnologiche, questo in ugual modo equivale a sostenere che bisogna operare

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