• Non ci sono risultati.

GLI OCCHIALI D’ORO

La Fabula Di Aretusa Ed Alfeo

GLI OCCHIALI D’ORO

Osservo scivolare le ore abbacchiato , sotto il sole, con il mento alzato sulla sedia a sdraio , ascoltando le voci cantare l’Aida difronte al mare. Svegliami dico a mia moglie quando arriva il solleone, quando Nettuno và fare la doccia . Immagino un merluzzo danzare sulla sabbia , una gallina correre appresso ad un cappone, pronto ad essere fatto arrosto .

La casa da dove vengono le galline è piccola ed accogliente . Ci sono storie in cui l’idea del fatto ripercorre sempre la vicenda personale.

Sei in casa?

Mi vesto, vengo subito

Fai presto io non faccio la serva a nessuno

Pigliati lo sciato mio , signore dello mare ,signore dei girasoli , questi versi scoppiettanti , lassi di eufemismi, sminuzzate , speranze , pezzetti d’ingegno .

La logica m’impone questo dialogo metaforico , sorte nera ,ombra bramante l’amore al gusto di limone.

Bagnata con un po’ di acqua di mare , la ninfa esce dall’onde dello mare , impassibile, ingannando l’attimo percepisce ogni specie di concetto.

Ahahah tu sei l’ultima ad ascoltare il canto del gallo Come ti chiami Marrano ? sei tu figlio de pulcinella?

Cosa dici io sono il piazzista, vendo stoffe pregiate, mutande di lino reggipetto a puà.

La luce si accende, si sente una voce ciarlare dire :

Poverina pare una marionetta, la signorina trabeccoletta una mazza ed un panello cerca il marito e non lo trova in ogni modo faccia , si mette di lato si trucca, si perde nel suo universo.

ah se t’acchiappo ti metto alla sbarra , ti mando a Pordenone Facciamo che mi mandi a Monteleone

Non mi prendere in giro

Cosi mentre la vecchia madre sua gira e rigira nella tiella lo pasto frugale di ceci l'aglio fritto dorato odora la casa come si fosse un profumato intruglio . La signorina da quello incantesimo sullacchero , sguazzando lasciò cadere la veste si mise di peripiccio, accese la miccia fece un bel botto.

La vecchia porta a tavola la sbobba , tutti storciano lo naso Si agitano dicono madonna che roba dobbiamo mangiare Io non tengo fame

Io vado in pizzeria

Io mi faccio quattro passi.

Tutti compatti , scappano, chi con le mutande in mano, chi con lo cazone a tre quarti, come tanti animalucci che canticchiano sopra un ramo di magnolie la loro bellicosa vita raminga di passeri scapestrati che hanno conosciuto tanti inganni e tanti cacciatori. Le loro piume sono colorate dall’aurora, simile all’arcobaleno, guizzante ibrido e versicolore nel cielo di un idea sorda ,malata di affetti.

Venite a mangiare Io son cieco

Io non tengo fame

Fatemi il piacere arapite la finestra che mi votte di vascio Apriamo la finestra

Che brutte che siete , voi sareste sorelle E tu si bona a fare quello che fai

Cosa vorresti insinuare

Sei come l’acqua dello mare

Sono una rosa scapricciatella dischiusa dentro lo giardino

Ah Sora mia stai attenta, sei cosi bella che t’elevi al giudizio altrui con poco ingegno, faresti bene a trovare marito, mi sembra giunta l’ora or mai.

Sarò consenziente se un paio di occhiali doro avranno

Nostra madre ti vuole bene , ti ha conservato un paio d'occhiali d’argento con cui vedere il mondo migliore .

Oh cara madre , poverina ed io la tratto sempre cosi male. Non dire altro, l’ astuzia e come la coda di una volpe.

La casa è piccola, lastricata di sogni e ragnatele azzuccagliate in ogni angolo come si fosse un pertugio niro che odora di gravone . Posta dietro un grande albero dai frutti meravigliosi , scendono dai suoi rami pomi maturi, mitici, succulenti , pieno di vermicittoli che conoscono la storia del mondo. La casa è ampia, immersa nel verde, ha un tetto rosso , la canna fumaria sale verso il cielo come una pertica dove in alto sventola una bandiera pirata.

Vivono là quattro donne , tre figlie , una maritata e due zitelle ed una madre disperata per la loro sorte. Insieme ai sette nani di cui uno , si chiama bruto, un altro scarafaggio, il terzo gnocchetto, il quarto piccirillo, il quinto assassino, il sesto murzillo , il settimo ma vada via . Bella la casa ci sta sempre da fare , la papera Bolognina chiacchiera spesso in mezzo al prato si aggiusta la capigliatura , il porcellino d’india fa giochi ginnici, mentre il cavallo s’ingroppa la lumaca.

Sogno o sono desto

Ho voltato pagina per non leggere Pensare avremmo potuto vivere felice Volare in alto

Sapessi che figata.

Sai sono stata sulla vetta dello Himalaya Margareth hai buttato l’immondizia ? Sono a fare la calzetta

Quando imparerai che il mondo è una trottola ruotante intorno ad un idea

Mi debbo trovare un marito

Apri la porta della vita ai tuoi sogni

Mamma me li fai vedere gli occhiali d’argento?

Li tengo conservati per la tua promessa di matrimonio Sei gentile a pensare a me

Perchè fai quella faccia

Non so se arriverò mai a sposarmi

Cosa dici una bella guagliona come te non disperare

Non dispero è l’alito della sera che m’infetta, le rose si ammosciano al mio passaggio.

Tu , non essere triste sono qui con te Credi che troverò mai un marito ? Come no il mondo è cosi grande

Allora , andrò alla ricerca di un marito ed oltre ogni immaginazione troverò alla fine la mia anima gemella

Vai e ritorna con un bel bambino

Spero solo di non passare tutto il resto della mia vita a piangere su latte versato.

Hai molte qualità

La leggenda dice che senza gli occhiali doro non si va da nessuna parte

Ma io ho quelli d’argento conservati

Beh potrebbero andare bene per andare in Perù In Perù e dove si trova ?

Laggiù , più in su del naso

Dove si fa il purè con gli occhiali

Una cosa assai strana non sapevo che in Perù facessero il pure con gli occhiali.

Forse per vederlo meglio

Cara madre il mondo è strano .

Santa verità lo diceva sempre la buonanima di tuo padre C'è un mondo con gli occhiali ed un altro senza

Certamente il modo giusto per vederlo è avere gli occhiali giusti Ecco credo che tu abbia colto il segno

Il senso vorrai dire.

Sono appiccicata con la gente , da quando, morto tuo padre non ho trovato più pace e gli occhiali credimi non me le sono più tolti.

Hai fatto bene, non li togliere mai Bisogna vedere per credere

Ho visto un re

Dai dai, conta su... ah be, si' be...

Ho visto un re.

Sa l'ha visto , cus'e'? Ha visto un re!

Ah, beh; si', beh.

Un re che piangeva seduto sulla sella piangeva tante lacrime, ma tante che bagnava anche il cavallo!

Povero re!

E povero anche il cavallo!

Sarà uno dei sette nani Che bello mammina Mi commuovi

Domani parto vado e ritornerò con un bel bambino Spero che tu raggiungi il tuo scopo

Non mi lasciare con la scopa in mano. Sono sul filo di un ricordo

Io su quello di un rasoio

Di mattina presto Margherita parte. Diretta verso l’orizzonte dei suoi ricordi a cavallo di un drago , con in testa un capello gigantesco molto simile ad un teschio corsaro con una cornamusa dietro la schiena, pronta ad affrontare il suo impavido destino.

Avverte dentro di se il delirio del suo tempo ,si lascia andare verso il fondo di un ricordo di un dio mascolino, piccino, picaro , mezzo scartellato che non vuol sapere di volare, verso l’orizzonte di un idea fallace.

Margherita era decisa a conquistare un amore ,ad avere un figlio, costi quello che costi. Piegata dalla sorte con pochi soldi in tasca, con un pacchetto di preservativi dentro la borsetta . Matta è alta, toccata dalla gioia di essere un raggio di sole. Bella più bella di tante storie finite male , più bella di sua madre e di tutte le sue sorelle, s’eleva angelica , decisa pronta ad afferrare la sua preda. Aspettami Perù arrivo.

Là in Perù su un cocuzzolo di una montagna viveva un giovane indigeno, dalla pertica sventolante all’aria, pendulo sopra ad un masso, pensa la vita sia stata per lui una gran rottura . Ha perso la sua fedele cagnetta tre mesi addietro, sua madre e suo padre nella guerra contro gli spagnoli. Ha voglia di cambiare vita, di trovare una donna giusta, ragiona intorno alla sua triste esistenza. Una via di mezzo lo conduce alle stelle, verso il firmamento fatto di stelle appuntite, lucenti, piccine, stelline carine dagli occhi piccini come storielle , novelle lette nella lieta estate che passa.

Ella giunge sulla vetta si alza la gonna , invereconda, ingorda di vita raggiunge l'indigeno sognatore, residente in una casetta di legno sopra quel cocuzzolo di montagna, dove tutti i sogni

s’avverano. Ed il canto della cicala peruviana s’ode, canta la sua canzone melodica a volte triste, più triste del destino di entrambi. Sono qui , non credevo mai di trovare un uomo cosi

Io non sono un uomo sono il tuo amore Mi turbi

Ma tu li porti gli occhiali ?

Nella mia tribù e vietato portarli

Hai mai visto una pecora con gli occhiali No che c'entra?

Ho fatto tanto cammino per nulla , niente occhiali, allora caro mio vado via

ma dove vai scherzavo ,ho tre paia di occhiali senza lenti , vanno bene lo stesso ?

No caro io cerco gli occhiali doro, quelli che ti cambiano l’esistenza e ti rendono una sposa felice.

Ma tu sei folle

Sono una sognatrice addio

Riparte in cerca dei mitici occhiali doro. Attraversa le Ande, le alpi le montagne rocciose, si perde in una bufera di neve, spinta dal vento si ritrova in un villaggio di pastori . Sono tutti alti tre metri, il più basso quello di due metri gli fa gli occhi dolci , lei accetta di essere baciata

Che occhi grandi che hai E per vederti meglio

Lei gli chiede. Ma tu li porti gli occhiali ?

Come no, dice il pastore sono colorati, hanno pure il marchio di fabbrica.

Fammele vedere. Lesto si abbassa i pantaloni ,mostrando delle luride mutande ,grigie ,vecchie di quarant’anni.

Oh mio dio che orribile mutande .

Ho detto occhiali, no mutande, ma sei proprio un gran ignorante Mai e poi mai sposerò un uomo del genere.

Così riparte, riprende il suo viaggio , gonfia una pelle di pecora, fa un pallone aerostatico, attraverso le montagne rocciose , giunge verso le coste di Gibilterra. D'alto vede il mare da lontano , splendere sotto una pioggia di raggi solari. Mentre sta per giungere sulle sponde di quell’ameno luogo incantato ,dalle dune

dorate bagnate dal dolce mare, il pallone si sgonfia e lei cade in mare.

Sono perduta, precipito.

Un pescatore la vede da lontano inforca i suoi occhiali, sale sulla sua barca e rema , rema con tutta la sua forza verso di lei.

La salva, la fa salire sulla sua barca. Grazie, mi hai salvato la vita.

Signorina stia più attenta poteva finire male.

Mi creda sono cosi sfortunata. Così racconta la sua storia.

Io a dire in vero dice il pescatore c’è lo un paio di occhiali come vede,

ma sono da vista, fatti di rame.

La vista è una cosa seria , con gli occhiali di rame hai voglia a remare.

Mi dispiace non m’interessa ,cosi si getta in mare e nuotando va verso la riva ,li trova un bagnino emigrato dall'Italia che la vede la chiama

Signorina ma che ci fai qui in Marocco ?

Sono caduta dal pallone aerostatico e gli racconta tutta la sua turpe storia.

Ma lei è proprio fortunata lo sa ? Perché?

Perché guarda caso io posseggo un paio d' occhiali doro. Le voglio vedere.

Così la porta nella cabina dello stabilimento dove fa il bagnino e tira fuori dalla borsa i suoi occhiali doro.

Sono doro

D'oro zecchino.

Dopo tre mesi margherita innamorata come non mai si sposa , cambia la messa in piega, si fa tonda, più tonda di una patata . Incinta telefona alla madre tutta contenta.

Le racconta ogni cosa e di essere in dolce attesa Figlia mia come sono contenta

A chi lo dice

Aspetti un bambino quando torni ? Torno dopo che lui sarà nato. T'aspettiamo.

Passa un anno a casa di Margherita sono tutti in trepida attesa. Mille preparativi per accogliere lei il bambino e suo marito il bagnino , festoni colorarti, musiche allegre , coriandoli , luci . In attesa di vedere lei con il bambino in braccio come una madonna, dipinta da un famoso pittore.

Hanno preparato ogni leccornia , taralli n'sogna e pepe, taralucci di tutti i gusti , spigole alla brace , spaghetti all’acqua pazza. Tutti attendono di abbracciarla di baciarla . Mentre il bagnino miope dall'infanzia strizza l’occhio alla madre di margherita, complici, erano d’accordo che le cose dovevano andare in quel modo, gli occhiali doro appartenevano al nonno valoroso soldato, caduto sul fronte maghrebino nel lontano quarantatre.

L'amore non ha prezzo non si può dire mai di che colore sia a volte può essere di argento a volte d'oro. Vedere il mondo, vale giudicarlo ed ogni occhiale ha il suo padrone. Le cose vanno sempre viste con gli occhi della ragione basta osservarle dal verso giusto. Cosi si è più saggi , pronti ad affrontare il duro viaggio nella vita . La vita vista con occhi diversi può essere un utopia o una bella fiaba come quella di Margherita moglie di un bagnino miope, madre di un bambino con gli occhiali d'oro. E cosi si trova sempre alla fine il modo di vedere gli altri e le cose che ci circondano con il giusto punto di vista, poiché gli occhiali giusti ti faranno vedere la vita sempre dal suo lato felice.