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Arte nelle scuole

1. Gregory Bateson: apprendere ad apprendere

Per valutare il beneficio dell'arte nello sviluppo individuale risulta interessante approfondire il campo degli studi sul comportamento, per verificare fino a che punto l'apprendimento relativo ad un tale ambito possa sviluppare abitudini cognitive estendibili ad altri campi. In altre parole andremo a giustificare come la didattica d'arte possa avere risvolti a lungo termine nella complessa formazione di un individuo e nelle sue competenze. A questo proposito Gregory Bateson, famoso antropologo inglese, dedica parte dei suoi studi al valore dell'apprendimento e alla sua incidenza sullo sviluppo cognitivo.

Nei suoi studi di svariata entità, dalla psicologia, alla comunicazione, alle scienze naturali, si riconosce un permanente interesse per i processi coinvolti nell'attività educativa. Nello specifico Bateson analizza l'apprendimento, da lui definito come variazione permanente del comportamento di un soggetto coinvolto da un'esperienza in un dato contesto. Egli sottolinea che esistono diverse tipologie di apprendimento, o meglio che la sua completezza si possa raggiungere attraverso il superamento di diversi stadi, che vanno dallo zero al terzo tipo e che hanno specifiche caratteristiche:83

- Lo stadio 0 si qualifica per il suo essere 'meccanico' e si verifica nel momento in cui uno stimolo esterno viene percepito dal soggetto, portato quindi a reagire di conseguenza. Questo stadio si basa sul processo di azione-reazione e non ha prospettive di evoluzione da parte del soggetto coinvolto.

- Lo stadio 1 è quello adottato dalle istituzioni scolastiche tradizionali. Una certa mole di contenuti viene trasferita dall'insegnante allo scolaro, attraverso lezioni di tipo tradizionale.

- Lo stadio 2 prevede un “cambiamento nel processo dell'apprendimento 1” 84

; è

quello che permette al soggetto di reagire al variare di situazione ed essere capace di trasferire il contenuto appreso in un altro contesto diverso da quello di

83 Cfr. Gregory Bateson, Verso un’ecologia della mente (Milano: Adelphi Edizioni, 1976). 84 Ivi. p. 339.

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partenza. In questo caso si ha un'evoluzione della risposta che può essere adattata e resa produttiva anche a seguito di un cambiamento delle condizioni circostanti. E' in questa fase che si attiva quello che Bateson definisce deutero apprendimento. Raggiunto questo stadio nel soggetto prende forma l'abitudine, ovvero un sistema di reazione alle cose, che si attiva automaticamente nell'individuo portandolo ad avere i medesimi atteggiamenti nell'affrontare gli eventi della quotidianità. Con il deutero apprendimento si impara ad apprendere perché si acquisisce un nuovo metodo di misura della realtà; questo metodo è una struttura forte, ma flessibile: permette di essere utilizzato in alcune circostanze ed è allo stesso tempo modulabile per altre. Lo stadio 2 dell'apprendimento è quello che porta alla crisi del soggetto, messo di fronte ad ostacoli che rompono gli equilibri delle sue abitudini.

Quello che interessa a sostegno della tesi qui presentata è proprio il secondo stadio definito anche “apprendimento d'insieme” 85

, in quanto si lega direttamente al concetto di metodo munariano. Per comprendere questo livello di apprendimento è opportuno chiarire preventivamente quello di ‘deutero apprendimento’. Con questo termine Bateson fa riferimento al raggiungimento della capacità non solo di risolvere un problema, ma di avanzare un numero maggiore di proposte risolutive di quello che potrebbe garantire un apprendimento semplice di tipo uno. La tipologia due infatti prevede il raggiungimento di un'abilità che evade dalle circostanze che l'hanno generata, tale da essere spendibile in altri contesti. Si tratta quindi di un apprendimento che oltre ad essere esperito genera un cambiamento nel soggetto e agisce su una gamma di abitudini mentali utili, situazione che non si verifica con un apprendimento di tipo meccanico che si ferma al singolo risultato immediato. Le abitudini mentali descritte da Bateson sono quelle abitudini legate ai valori umani, come ad esempio il libero arbitrio o il rispetto, che si costruiscono nello sviluppo del soggetto in base alle esperienze vissute. Affinché si verifichi un vero cambiamento nel soggetto, fondamentali sono le condizioni contestuali, con cui lo stesso deve confrontarsi in numero ripetuto di volte, anche con piccole variazioni, per un tempo sufficientemente dilatato. Le variazioni sono

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fondamentali perché creano quella disponibilità variegata di situazioni che permette a chi apprende di operare in situazioni simili, ma non identiche, e quindi valutare l'entità delle differenze.

In sintesi il bambino che 'impara ad apprendere' in un certo contesto con cui si confronta più volte, sarà in grado non solo di trasferire la nozione appresa in altro contesto, ma di renderla disponibile ad interagire con altre informazioni assorbite nel medesimo campo. L’imparare ad apprendere è una sorta di

formae mentis costante, ma modulabile e reattiva nel tempo. La differenza

sostanziale tra primo e secondo livello non sta quindi nella prestazione finale più immediata, nell'oggetto finito, ma risiede in acquisizioni che permangono nel tempo e si evolvono, senza magari manifestarsi nell'immediato. Appare chiaro quindi che Bateson riservi la sua attenzione alla relazione tra tipologia di apprendimento avanzata (deutero apprendimento) e contesto entro il quale questo livello si possa verificare.

“[..] Invece il flusso degli eventi gli è mediato attraverso il linguaggio, l'arte, la tecnologia e gli altri mezzi culturali che sono dovunque strutturati secondo le rotaie delle abitudini appercettive”. 86

Questo estratto non solo conferma l'attenzione di Bateson per i contesti, ma fa rientrare l'arte tra questi. Coerentemente a quanto esposto dall’antropologo, il principio primo dei laboratori di Munari non è mirare al mero apprendimento meccanico; l'obiettivo non è l'oggetto finale, l'opera eseguita più o meno perfettamente dai bambini o la quantità di contenuti da loro memorizzati, bensì l'acquisizione di un metodo che faccia presa sui procedimenti abituali di apprendimento che evadono dal contesto artistico, migliorando le prestazioni in altri campi. Allo stesso modo quindi l'arte e la didattica d'arte nello specifico, se fatta esperire puntando all'apprendimento d'insieme (e quindi ricercando un metodo ben specifico che lo promuova) è in grado di far sviluppare fin dall'infanzia una formae mentis utile a costruire capacità e ottimizzare facoltà già esistenti.

86 Ibid.

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