• Non ci sono risultati.

Le macro aree di sviluppo: cognitivo, emotivo, motorio

Arte nelle scuole

2. Le macro aree di sviluppo: cognitivo, emotivo, motorio

“Nonostante siamo soliti pensare che l’arte incomincia con i primi segni che il bambino traccia su un foglio, di fatto essa prende l’avvio molto prima, allorché i sensi entrano per la prima volta in contatto con l’ambiente ed il bambino reagisce a queste esperienze sensoriali. Toccare, vedere, sentire, manipolare, gustare, ascoltare sono altrettanti modi di percepire e reagire all’ambiente: essi formano l’essenziale sottofondo per la produzione di forme artistiche, sia che ci si trovi a livello del bambino che a livello dell’artista di professione” .87

L’importanza di curare una buona disposizione all’apprendere fin dalla tenera età è fondamentale per un corretto sviluppo, premesso che “ogni individuo

comincia con l'essere bambino”.88

Pensiamo alla formula piagetiana del

bambino, quella che lo vede soggetto e non oggetto dell'educazione. Pensiamo ad un bambino capace di entrare in contatto con sé stesso, con il mondo, con gli altri in modo attivo, indipendente e consapevole. Pensiamo ad un bambino che attraverso il gioco possa dire la sua, che attraverso le mani sia produttore e attraverso l'apporto emotivo partecipe. Immaginiamo bambini indipendenti dagli adulti, e che anzi possano far loro da esempio; bambini che ancora prima del

linguaggio verbale riescano a realizzare l’articolazione sintattica del discorso, trasferendola nella sintassi dello spazio scenico e compositivo della rappresentazione grafica in un disegno-plastico.89

Ma quali sono le aree di intervento coinvolte? Quali sono gli ambiti in cui un educatore si trova a dover intervenire per favorire una crescita a tutto tondo? In primo luogo vi è lo sviluppo cognitivo, di cui abbiamo trattato attraverso l'analisi

87 Piaget, Psicologia dell’intelligenza, 153.

88 Erik Erikson, Infanzia e Società (Roma: Armando Armando editore, 1966), 9.

89 Massimo Squillacciotti, LaborArte: esperienze di didattica per bambini (Roma: Maltemi, 2004), 28.

79

degli studi di epistemologia di Piaget e di Bateson e che avviene attraverso l'interazione attiva del bambino con l'esterno. Essa consiste nella maturazione dell'individuo, ovvero in senso biologico nella vera e propria moltiplicazione delle sinapsi, responsabili dell'interazione tra più aree del cervello. Vi è poi lo sviluppo emotivo. Grazie all'avanzamento degli studi supportati dalle neuroscienze è sempre più evidente quanto la parte cognitiva, che prevede l'immagazzinamento delle informazioni, sia legata alle esperienze e alla condizione emotiva legata a quel vissuto. Questo tipo di maturazione prevede l'acquisizione da parte del bambino di diversi livelli di comprensione delle emozioni. Secondo recenti argomentazioni, come quelle legate agli studi di Alan Sroufe90 che si occupa di psicologia emotiva, l’emozione è letta come reazione personale ad un evento che attiva una variazione nel comportamento. Ad esse sono infatti legate modifiche fisiologiche e comportamentali leggibili oggettivamente, come l'accentuazione di sudorazione o la modulazione della voce. Sempre secondo Sroufe attraverso un processo di differenziazione da un unico stadio originario di eccitazione le emozioni come la gioia, la tristezza, la paura, la rabbia, la sorpresa, la repulsione, maturano. La maturazione emotiva avviene quindi grazie al contatto del soggetto con il contesto e, cosa fondamentale, avviene in parallelo allo sviluppo neurologico. Molti studi hanno infatti certificato l’interdipendenza tra sviluppo cognitivo, fisico ed emozionale e soprattutto la pregnanza dell’emozione sulla cognizione. Secondo H. Kellerman addirittura “il pensiero è il consolidamento a livello di linguaggio di una

emozione, di uno stato d’animo o di un gruppo di emozioni”.91

Anche M. Hoffman giunge a importanti considerazioni, valutando che l’emozione è in grado di attivare o bloccare la metabolizzazione delle informazioni, ma anche di stimolare la memoria di quelle già immagazzinate.92

Il primo passo di crescita per il bambino consiste nello sviluppare la

90 Cfr. Alan Sroufe, Lo sviluppo delle emozioni: i primi anni di vita (Milano: R. Cortina, 2000). 91 Henry Kellerman, “An epigenetic theory of emotions in early development,” in Emotion:

Theory, Research and Experience, ed. Robert Plutchik, Henry Kellerman (New York: Academic, 1983), 319.

92 Cfr. Martin L. Hoffman, “Affect, cognition, and motivation,” in Handbook of Motivation and

80

consapevolezza del proprio stato emotivo e quindi la capacità di riconoscerne le diverse modulazioni; il bambino impara quindi a distinguere le diverse tipologie di emozioni e a comprenderne le differenze. Gli step successivi sono quelli di imparare ad affrontare e gestire le emozioni riconosciute e in un successivo momento a relazionarsi con quelle dei compagni. L'educazione pertanto, deve avere l’obbiettivo di fornire il bambino di una serie di esperienze che coinvolgano le emozioni e che ne guidino l'autogestione. L'arte, che per natura è il mezzo espressivo dell'emozione, attraverso il laboratorio può coinvolgere lo stato emotivo del bambino facilitandone la liberazione, ed instaurando un rapporto di accettazione e confidenza con i cambiamenti che spesso vengono vissuti dai piccoli come un disagio. In particolar modo l’arte contemporanea che spesso punta sull’istintività e l’immediatezza della nostra percezione, può avere effetti incisivi sulla buona convivenza o sulla messa a confronto delle emozioni. La terza area di sviluppo è quella motoria. Questo è difficile da spiegarsi se pensiamo alla realtà di un museo tradizionale, o di una lezione d'arte nelle scuole; se pensiamo invece all'oggetto della nostra riflessione, e quindi al laboratorio, risulta più chiara la possibilità di intervento del bambino anche attraverso un apporto motorio. Le attività del laboratorio che rispettano i canoni tracciati dalla filosofia munariana, permettono di sviluppare ad esempio la coordinazione: il gesto artistico deve essere gestito e il bambino acquisisce sapienza nell'organizzazione degli spazi e del proprio corpo con essi. Saper intervenire sui materiali, conoscere le modalità per interagire con loro attivano una serie di consapevolezze corporee che se curate fin da bambino rimangono sedimentate nella nostra memoria corporea. In tutte le attività di laboratorio che interagiscono con l’arte, l’approfondimento dei materiali è la parte più entusiasmante, su cui lo stesso Munari riserva attenzione. Caratteristiche diverse dei materiali portano ad atteggiamenti del corpo diversi.

Ad oggi le competenze richieste in ambito lavorativo sono sempre più estese e di tipo trasversale. Una cura precoce di tali competenze quali capacità di produzione di idee originali, capacità organizzativa, autonomia, sensibilità nella relazione sono in grado di fare la differenza nella selezione di un potenziale professionista. Le qualità cosiddette trasversali sono elementi indispensabili per

81

generare soluzioni non convenzionali93, e distinguersi dagli altri.

Vivere fin da piccoli esperienze che curano l’interazione tra facoltà cognitiva, emotiva, motoria, come l’esperienza con l’arte, non è quindi da concepire come pratica di svago; rappresenta invece un percorso che ottimizza le performance personali e sociali dell’adulto di domani.