In questo capitolo studiamo la struttura topologica di alcuni gruppi lineari compatti.
Indicheremo con In, o per semplicit`a con I, la matrice unitaria n × n e con Jn, o per semplicit`a con J , la matrice antisimmetrica (2n) × (2n):
Jn= In
−In .
Ricordiamo la definizione dei seguenti gruppi compatti: U(n) = {u ∈ GL(n, C) | u∗u = In} (gruppo unitario)
SU(n) = {u ∈ U(n) | det(u) = 1 } (gruppo speciale unitario) O(n) = {a ∈ GL(n, R) |tu u = In}
= U(n) ∩ GL(n, R) (gruppo ortogonale)
SO(n) = {a ∈ O(n) | det(u) = 1 } (gruppo speciale ortogonale)
Sp(n) = {g ∈ U(2n) |tg J g = J } (gruppo quaternonico unitario o gruppo simplettico compatto) 1. Propriet`a topologiche di U(n)
Lemma 1.1. Ogni matrice di U(n) `e diagonalizzabile in una base ortonor-male di Cn. I suoi autovalori hanno tutti modulo uguale a 1.
Dimostrazione. Sia u ∈ U(n). Poich´e il campo C `e algebricamente chiuso, u ha almeno un autovalore λ1 ∈ C, con autovettore 1, che possiamo normalizzare in modo che risulti |1| = 1.
Se v ∈ Cn e v ∈ ⊥1, allora
(u(v)|1) = λ−1(u(v)|u(1)) = λ−1(v|1) = 0.
Quindi u(⊥1) = ⊥1 e la restrizione di u all’iperpiano ⊥1 `e ancora un’ap-plicazione unitaria su uno spazio vettoriale complesso di dimensione n − 1. L’esistenza di una base ortonormale di autovettori di u segue allora per ricorrenza.
Infine, se λ `e un autovalore di u ∈ U(n) e v 6= 0 un autovettore di u relativo all’autovalore λ, allora
|v|2 = (v|v) = (u(v)|u(v)) = (λv|λv) = |λ|2|v|2
implica che |λ| = 1.
98 7. GRUPPI LINEARI COMPATTI
Teorema 1.2. Il gruppo U(n) `e un sottogruppo chiuso, compatto e connesso per archi di GL(n, C). La sua algebra di Lie u(n) `e
(∗) u(n) = {X ∈ gl(n, C) | X + X∗ = 0}
ed ha dimensione reale n2. L’applicazione esponenziale u(n) 3 X → exp(X) ∈ U(n) `
e surgettiva.
Dimostrazione. L’applicazione φ : GL(n, C) 3 a → a∗a ∈ GL(n, C) `
e continua e quindi U (n) = φ−1(e) `e un chiuso, contenuto nel compatto {a ∈ GL(n, C) | kak = 1} e quindi compatto.
Per ogni X ∈ gl(n, C), risulta (exp(X))∗= exp(X∗).
Infatti, `e (P (X))∗ = P (X∗) per ogni polinomio P a coefficienti reali e quindi, poich´e la X → X∗ `e continua abbiamo:
(exp(X))∗ = lim ν→∞ ν X h=0 Xn n! !∗ = lim ν→∞ ν X h=0 Xn n! !∗ = lim ν→∞ ν X h=0 (X∗)n n! = exp(X ∗).
L’algebra di Lie u(n) di U(n) `e caratterizzata da
u(n) = {X ∈ gl(n, C) | (exp(tX))∗exp(tX) = e, ∀t ∈ R}.
Se X ∈ u(n), differenziando l’identit`a exp(tX∗) exp(tX) = e in t = 0 otteniamo
X∗+ X = 0.
Supponiamo viceversa che sia X + X∗ = 0. Consideriamo l’applicazione differenziabile α : R 3 t → exp(tX∗) exp(tX) ∈ GL(n, C). Differenziando otteniamo: α0(t) = exp(tX∗)(X∗+ X) exp(tX) = 0 ∀t ∈ R e quindi α(t) = costante = α(0) = e dimostra che X ∈ u(n).
Dimostriamo ora che l’applicazione exp : u(n) → U(n) `e surgettiva. Fis-siamo u ∈ U(n). Per il Lemma 1.1 posFis-siamo trovare una base ortonormale di Cn, e quindi una matrice a ∈ U(n), tale che
u0 = aua−1 = aua∗ = eiθ1 0 0 ... 0 0 0 eiθ2 0 ... 0 0 0 0 eiθ3 ... 0 0 .. . ... ... ... ... ... 0 0 0 ... eiθn−1 0 0 0 0 ... 0 eiθn .
2. IL GRUPPO SPECIALE UNITARIO 99 Allora, posto A = iθ1 0 0 ... 0 0 0 iθ2 0 ... 0 0 0 0 iθ3 ... 0 0 .. . ... ... ... ... ... 0 0 0 ... iθn−1 0 0 0 0 ... 0 iθn
abbiamo A ∈ u(n) e exp(A) = u0. Allora, poich´e a∗ = a−1∈ U(n), abbiamo: a∗Aa ∈ u(n) e exp(a∗Aa) = a∗exp(A)a = a∗u0a = u.
Essendo immagine dello spazio vettoriale u(n) mediante l’applicazione
con-tinua exp, il gruppo U(n) `e connesso per archi.
2. Il gruppo speciale unitario L’applicazione
U(n) 3 u → det(u) ∈ S1 ⊂ C `
e un omomorfismo continuo del gruppo unitario nel gruppo moltiplicativo S1 dei numeri complessi di modulo 1. Il suo nucleo
SU(n) = {u ∈ U(n) | det(u) = 1} `
e un sottogruppo chiuso normale di U(n), che si dice gruppo unitario speciale di ordine n.
Teorema 2.1. L’algebra di Lie di SU(n) `e la sottoalgebra di Lie su(n) di u(n), di dimensione n2− 1, formata dalle matrici di u(n) che hanno traccia nulla:
su(n) = {X ∈ u(n) | trac(X) = 0}. L’applicazione
su(n) 3 X → exp(X) ∈ SU(n) `
e surgettiva. Il gruppo SU(n) `e compatto e connesso per archi. Dimostrazione. La prima affermazione segue dalla
det(exp(X)) = etrac(X).
Infatti, se X ∈ su(n), da exp(tX) ∈ SU(n) per ogni numero reale t, segue che:
(
X + X∗= 0
trac(tX) = t · trac(X) = 2kπi ∀t ∈ R, con k = k(t) ∈ Z. La seconda relazione implica che trac(X) = 0.
Sia ora u ∈ SU(n). Allora possiamo trovare a ∈ U(n) tale che
aua−1 = aua∗= eiθ1 0 0 ... 0 0 0 eiθ2 0 ... 0 0 0 0 eiθ3 ... 0 0 .. . ... ... ... ... ... 0 0 0 ... eiθn−1 0 0 0 0 ... 0 eiθn .
100 7. GRUPPI LINEARI COMPATTI
La condizione det(u) = 1 d`a allora
exp(i(θ1+ ... + θn)) = 1 e quindi exp(iθn) = exp(−i(θ1+ ... + θn−1)). Posto U = iθ1 0 0 ... 0 0 0 iθ2 0 ... 0 0 0 0 iθ3 ... 0 0 .. . ... ... ... ... ... 0 0 0 ... iθn−1 0 0 0 0 ... 0 −i(θ1+...+θn−1)
abbiamo U ∈ su(n) e quindi a∗U a = a∗U (a∗)−1 ∈ su(n) perch´e a∗ = a−1 ∈ U(n) e la traccia `e invariante rispetto al coniugio. Abbiamo quindi
exp(a∗U a) = a∗exp(U )a = u.
L’applicazione u(n) 3 X → trac(X) ∈ R `e un funzionale lineare non identi-camente nullo su u(n) e quindi su(n) ha dimensione n2− 1. Il gruppo SU(n) `
e compatto perch´e `e un sottogruppo chiuso di U(n) e connesso per archi per-ch´e `e immagine continua, mediante l’applicazione esponenziale, della propria
algebra di Lie su(n).
Teorema 2.2. Per ogni n ≥ 2 il gruppo U(n) `e omeomorfo al prodotto topologico SU(n) × S1.
Dimostrazione. Indichiamo con Dn(λ) la matrice n × n:
Dn(λ) = λ 1 ... 1 ! .
Definiamo allora l’omeomorfismo cercato mediante: SU(n) × S1 3 (g, λ) → Dn(λ) g ∈ U(n) ; il suo inverso `e dato da:
U(n) 3 g → (Dn(1/detg) g, detg) ∈ SU(n) × S1.
3. Il gruppo speciale lineare complesso
Ricordiamo che il gruppo speciale lineare complesso SL(n, C), `e il sot-togruppo normale di GL(n, C) delle matrici di determinante 1. Esso `e un sottogruppo chiuso di GL(n, C).
Teorema 3.1. L’algebra di Lie sl(n, C) di SL(n, C) `e la sottoalgebra di Lie di gl(n, C), di dimensione complessa n2− 1, e quindi dimensione reale 2(n2− 1), formata dalle matrici complesse a traccia nulla:
4. I GRUPPI O(n) ED SO(n) 101
Il gruppo SL(n, C) `e connesso per archi. Siano
p0(n) = {X ∈ p(n) | trac(X) = 0}, SP+(n) = {p ∈ P+(n) | det(p) = 1}. Allora exp(p0(n)) = SP+(n). L’applicazione (∗) SU(n) × SP+(n) 3 (u, p) → u ◦ p ∈ SL(n, C) `
e un omeomorfismo tra SL(n, C) ed SU(n) × SP+(n). Il gruppo topologico SU(n) `e omeomorfo al prodotto topologico SU(n) × Rn2−1.
Dimostrazione. Le prime affermazioni si deducono facilmente dal Teo-rema 1.1 del Capitolo 6 (decomposizione di Cartan in GL(n, C)) e da con-siderazioni analoghe a quelle svolte nella dimostrazione del teorema prece-dente. Infatti, ogni a ∈ SL(n, C) si pu`o scrivere in modo unico come il prodotto
a = u ◦ p
di un elemento u ∈ U(n) e di un elemento p ∈ P+(n). Poich´e det(a) = det(u) · det(p) = 1
e il determinante di p `e un numero reale positivo, mentre il determinante di u `e un numero complesso di modulo 1, otteniamo che
det(u) = det(p) = 1.
Quindi la (∗) `e un omeomorfismo. L’ultima affermazione segue dal fatto che p0(n) `e un iperpiano dello spazio vettoriale reale p(n) ed exp definisce un
omeomorfismo di p0(n) su SP+(n).
4. I gruppi O(n) ed SO(n)
Il gruppo O(n) (gruppo ortogonale di ordine n) `e il gruppo delle isometrie lineari e SO(n) (gruppo speciale ortogonale o gruppo delle rotazioni di ordine n) quello delle isometrie lineari di determinante 1 dello spazio Euclideo Rn. Osserviamo che SO(n) `e un sottogruppo normale di indice 2 di O(n). Poich´e GL(n, R) `e un sottogruppo chiuso di GL(n, C), anche O(n) e SO(n) sono sottogruppi chiusi di GL(n, C).
Teorema 4.1. I due gruppi O(n) e SO(n) hanno la stessa algebra di Lie, di dimensione reale n(n − 1)/2,
o(n) = {X ∈ gl(n, R) | X +tX = 0}.
Dimostrazione. Sia X un elemento dell’algebra di Lie o(n) di O(n). Poich´e exp(tX) ∈ GL(n, R) per ogni t ∈ R, abbiamo X ∈ gl(n, R). Risulta allora
102 7. GRUPPI LINEARI COMPATTI
e quindi
exp(tX) ∈ SO(n) ∀t ∈ R
dimostra che O(n) e SO(n) hanno la stessa algebra di Lie. Abbiamo poi I =t(exp(tX)) exp(tX) = exp(t ·tX) exp(tX) ∀t ∈ R.
Derivando rispetto a t otteniamo la relazione
exp(t ·tX) tX + X exp(tX) = 0 ∀t ∈ R.
Da questa si ricava che condizione necessaria e sufficiente affinch´e X ∈ o(n) `
e che siatX + X = 0.
Teorema 4.2. L’applicazione
o(n) 3 X → exp(X) ∈ SO(n) `
e surgettiva.
Dimostrazione. Data una rotazione a ∈ SO(n), possiamo decomporre Rn in somma diretta di sottospazi a-invarianti, due a due ortogonali,
Rn= V1⊕ V2⊕ ... ⊕ Vm
tale che ogni sottospazio Vj abbia dimensione minore o uguale a 2 e la restri-zione di a a Vj sia l’identit`a se Vj ha dimensione 1. Su ciascuno dei sottospazi Vjdi dimensione 2 la a definisce una rotazione dello spazio Euclideo R2. Sar`a quindi sufficiente dimostrare che
o(2) 3 X → SO(2) `
e surgettiva. Un elemento di o(2) `e una matrice della forma A(θ) = −θ0 θ0 . Poich´e A(θ)2h=(−1)hθ2h 0 0 (−1)hθ2h e A(θ)2h+1 =−(−1)0h (−1)hθ2h+1 θ2h+1 0 otteniamo
exp(A(θ)) = − sin θ cos θcos θ sin θ .
Ci`o dimostra che exp : o(2) → SO(2) `e surgettiva. La dimostrazione `e
completa.
Teorema 4.3. SO(n) `e un gruppo compatto e connesso per archi. Il gruppo O(n) `e unione di due componenti connesse, ciascuna omeomorfa a SO(n). Dimostrazione. I gruppi SO(n) e O(n) sono compatti perch´e sotto-gruppi chiusi del gruppo compatto U(n):
SO(n) = SU(n) ∩ GL(n, R), O(n) = U(n) ∩ GL(n, R).
Inoltre SO(n) `e connesso per archi perch´e immagine mediante l’esponenziale dello spazio vettoriale o(n).
5. L’OMOMORFISMO CANONICO SU(2) → SO(3) 103
In quanto immagine dell’algebra di Lie di o(n) mediante l’applicazione esponenziale, SO(n) `e la componente connessa dell’identit`a in O(n). La moltiplicazione a sinistra per la matrice
−1 1 . .. 1 1
`e un omeomorfismo di SO(n) sul suo complementare {SO(n) in O(n). Quindi O(n) ha esattamente due componenti connesse, omeomorfe a SO(n). Osservazione 4.4. Il gruppo SO(1) `e il gruppo banale {I}. L’applicazione
SO(2) 3 a → a1 0 ∈ S1 =x y ∈ R2| x2+ y2= 1
definisce un omeomorfismo di SO(2) su S1.
5. L’omomorfismo canonico SU(2) → SO(3)
Le algebre di Lie o(3) e su(2) sono algebre di Lie reali di dimensione reale 3. Abbiamo o(3) = 0 x y −x 0 −z −y z 0 x, y, z ∈ R e su(2) = ix y + iz −y + iz −ix | x, y, z ∈ R . Poniamo A1= 0 1 0 −1 0 0 0 0 0 , A1= 0 0 1 0 0 0 −1 0 0 , A1 = 0 0 0 0 0 −1 0 1 0 , B1 = 1 2 i 0 0 −i , B2 = 1 2 0 1 −1 0 , B3 = 1 2 0 i i 0 .
Allora A1, A2, A3 formano una base di o(3) e B1, B2, B3 una base di su(2) e il prodotto di Lie delle due algebre `e descritto nelle due basi dalle tabelle:
(
[Aj, Ah] = Ak
[Bj, Bh] = Bk ⇔ (j, h, k) `e una permutazione positiva di {1, 2, 3}. Le due algebre sono quindi isomorfe e isomorfe all’algebra di Lie definita su R3 dal prodotto vettore.
Indichiamo con
104 7. GRUPPI LINEARI COMPATTI
l’isomorfismo di algebre di Lie che fa corrispondere ad Aj ∈ o(3) l’elemento Bj ∈ su(2).
Per descrivere una rappresentazione di SU(2) nel gruppo delle rotazioni di R3, introduciamo l’isomorfismo R-lineare:
λ : R3 3 x y z → ix y + iz −y + iz −ix ∈ su(2). Abbiamo SU(2) = α β − ¯β α¯ (α, β) ∈ S3 ' S3⊂ C2.
Facciamo operare SU(2) su su(2) mediante la rappresentazione aggiunta: SU(2) × su(2) 3 (u, X) → Ad(u)X = uXu−1∈ su(2).
L’isomorfismo λ ci permette di definire una rappresentazione lineare ρ : SU(2) → GL(3, R)
mediante
ρ(u)v = λ−1(ad(u)λ(v)) ∀v ∈ R3. Lemma 5.1. Per ogni u ∈ SU(2), `e ρ(u) ∈ SO(3).
Dimostrazione. Osserviamo che
|v|2 = detλ(v) ∀v ∈ R3. Abbiamo perci`o
|ρ(u)v|2 = det(uλ(v)u−1) = detλ(v) = |v|2 ∀v ∈ R3.
Teorema 5.2. L’applicazione
ρ : SU(2) → SO(3) `
e un omomorfismo di gruppi surgettivo. Il suo nucleo `e il sottogruppo nor-male
{±I2} ⊂ SU(2). Dimostrazione. Siano a, b ∈ SU(2). Allora
ρ(a) ◦ ρ(b)v =ρ(a)(λ−1Ad(b)λ(v))
=λ−1◦ Ad(a) ◦ λ ◦ λ−1Ad(b)λ(v) =λ−1◦ Ad(a) ◦ Ad(b)λ(v)
=λ−1◦ Ad(ab)λ(v) =ρ(ab)v ∀v ∈ R3.
Ci`o dimostra che ρ `e un omomorfismo. Calcoliamone il nucleo. Esso `e formato dalle trasformazioni u ∈ SU(2) tali che
5. L’OMOMORFISMO CANONICO SU(2) → SO(3) 105
cio`e
[u, X] = uX − Xu = 0 ∀X ∈ su(2).
Scrivendo queste identit`a con X = Bj, per j = 1, 2, 3, si ottiene, per u =
α β
−β α
, che
β = 0, α = ±1.
Per completare la dimostrazione, basta osservare che la trasformazione ρ : SU(2) → SO(3) pu`o essere definita dal diagramma commutativo:
su(2) −−−−→ SU(2)exp
s x yρ o(3) −−−−→ exp SO(3).
Da questo diagramma otteniamo immediatamente che ρ `e surgettiva in quanto
ρ ◦ exp |su(2)◦ s−1= exp |o(3) `
e surgettiva.
Teorema 5.3. Il gruppo topologico SO(3) `e omeomorfo allo spazio proiet-tivo RP3.
Dimostrazione. Il quoziente iniettivo della rappresentazione ρ : SU(2) → SO(3) d`a un omeomorfismo
SU(2)/{±I2}→ SO(3).
Il quoziente SU(2)/{±I2} `e omeomorfo al quoziente di S3 ⊂ C2 rispetto alla mappa antipodale
S3 3 ξ → −ξ ∈ S3
e quindi allo spazio proiettivo RP3.
Osservazione 5.4. L’omomorfismo canonico SU(2) → SO(3) ha un im-portante significato fisico: il fattore 1/2 che compare nell’isomorfismo s tra l’algebra di Lie delle matrici 3 × 3 antisimmetriche e l’algebra di Lie su(2) delle matrici antihermitiane 2 × 2 a traccia nulla si pu`o interpretare come lo spin dell’elettrone.
5.1. Angoli di Eulero. Per ricavare la surgettivit`a dell’applicazio-ne ρ : SU(2) → SO(3) possiamo utilizzare la rappresentaziodell’applicazio-ne di SO(3) mediante gli angoli di Eulero. Consideriamo gli omomorfismi
τ, σ : S1 → SO(3) definiti da τ (eiφ) = 1 0 0 0 cos φ − sin φ 0 sin φ cos φ , σ(eiθ) = cos θ 0 − sin θ 0 1 0 sin θ 0 cos θ
106 7. GRUPPI LINEARI COMPATTI
Lemma 5.5. L’applicazione
α : S1× S1× S1 3 (eiθ1, eiθ2, eiθ3) → τ (eiθ1) ◦ σ(eiθ2) ◦ τ (eiθ3) ∈ SO(3) `
e surgettiva.
Dimostrazione. Sia e1, e2, e3 la base canonica di R3. Un’applicazione a ∈ SO(3) `e completamente determinata dall’immagine dei vettori e1, e2. Poniamo j = a(ej) per j = 1, 2. Poich´e |1| = 1, abbiamo per opportuni φ, ψ ∈ R: 1 = cos ψ sin φ sin ψ cos φ sin ψ
(coordinate sferiche in R3). Una base ortogonale di ⊥1 `e data dai vettori
v1 = 0 cos φ − sin φ , v2 = − sin ψ sin φ cos ψ cos φ cos ψ .
Quindi 2 = v1cos θ + v2sin θ per un opportuno θ ∈ R. Chiaramente
a = α(e−iφ, eiψ, eiθ).
Osservazione 5.6. In generale gli angoli di Eulero si riferiscono a una scelta di φ, ψ, θ con 0 ≤ ψ < π e 0 ≤ φ, θ < 2π. Definiamo ora ˆ τ , ˆσ : S1 → SU(2) mediante ˆ τ (eiφ) =eiφ/2 0 0 e−iφ/2
, σ(eˆ iθ) =cos(θ/2) − sin(θ/2) sin(θ/2) cos(θ/2)
.
Sia
ˆ
α : S1× S1× S1 3 (eiθ1, eiθ2, eiθ3) → ˆτ (eiθ1) ◦ ˆσ(eiθ2) ◦ ˆτ (eiθ3) ∈ SU(2). Otteniamo allora il diagramma commutativo
S1× S1× S1 S1× S1× S1 ˆ α y yα SU(2) −−−−→ ρ SO(3).
6. IL GRUPPO QUATERNONICO UNITARIO Sp(n) 107
6. Il gruppo quaternonico unitario Sp(n)
Abbiamo definito il gruppo Sp(n) come il gruppo di tutte le matrici complesse unitarie a di ordine 2n che soddisfano
ta J a = J, ove J = In
−In .
Il gruppo Sp(n) si pu`o identificare al gruppo delle matrici n×n a coefficienti quaternioni1 che preservano il prodotto scalare canonico di Hn.
Ricordiamo che il corpo (non commutativo) H dei quaternioni di Ha-milton si pu`o rappresentare come l’anello associativo delle matrici 2 × 2 a coefficienti complessi della forma q = − ¯z ww ¯z con z, w ∈ C. Un numero complesso z si rappresenta con la matrice z =
z 0 0 ¯z
. Indichiamo con j la matrice −1 00 1. Possiamo allora scrivere il quaternione q mediante:
q = z + wj = z + j ¯w.
Osserviamo ancora che, con questa rappresentazione matriciale, ¯q = q∗. Il prodotto di due quaternioni si pu`o esprimere mediante:
(z1+w1j)·(z2+w2j) = (z1z2−w1w¯2)+(z1w2+w1¯z2)j ∀z1, z2, w1, w2∈ C. Questa formula si ricava immediatamente da:
jz = ¯zj , ∀z ∈ C e j2 = −1.
Per semplicit`a di notazione, utilizzeremo nel seguito la stessa lettera (evi-tando di utilizzare il grassetto) per indicare sia il numero complesso che la matrice corrispondente. Il coniugato di un quaternione (che nella rappre-sentazione matriciale coincide con l’aggiunta) `e dato da:
z + wj = ¯z − wj. Indichiamo con σ l’isomorfismo:
σ : C2n 3 (zh, wh)1≤h≤n−→ (zh + j wh)1≤h≤n ∈ Hn e con
ς : C2n 3 (zh, wh) → (¯zh, ¯wh) ∈ C2n
il coniugio. Allora, indicando con (·j) la moltiplicazione a destra di un vettore di Hn per il quaternione j, abbiamo:
σ−1◦ (·j) ◦ σ = −J ◦ ς = −In
In ◦ ς .
Consideriamo una matrice B = C + jD = (Chk + jDhk)1≤h,k≤n con coefficienti Chk + jDhk ∈ H, Chk, Dhk ∈ C. Se u = v + jw ∈ Hn, con v, w ∈ Cn, abbiamo
Bu = (Cv − ¯Dw) + j(Dv + ¯Cw).
1Si pu`o considereare Hncome uno spazio vettoriale a destra, facendo agire le matrici n × n a coefficienti in H a sinistra sulle n-uple di quaternioni.
108 7. GRUPPI LINEARI COMPATTI
Ad essa risulta dunque associata la matrice ˜B ∈ M(2n, 2n; C) definita da
˜
B = C D
− ¯D C¯
.
Le matrici di questa forma sono tutte e sole le matrici 2n × 2n complesse A che soddisfano la:
(∗) AJ = J ¯A.
Esse formano una sottoalgebra di Lie reale di gl(2n, C), che si indica con gl(n, H).
Definizione 6.1. Gli elementi invertibili di gl(n, H) formano il gruppo li-neare di ordine n sui quaternioni, che indichiamo con GL(n, H).
Consideriamo ora un elemento g ∈ Sp(n). Esso `e rappresentato da una matrice complessa unitaria (2n) × (2n), che verifica tg J g = J . Poich´e
tg = ¯g−1, sostituendo otteniamo (∗).
Abbiamo ottenuto un’inclusione naturale: Sp(n) ,→ GL(n, H).
Possiamo quindi rendere esplicita la caratterizzazione Sp(n) come il gruppo delle trasformazioni H-lineari a destra su Hn, che lasciano invariato il prodotto scalare sui quaternioni:
(∗∗) (u1|u2)H =
n
X
h=1
uh1u¯h2.
Se scriviamo le componenti uhl nella forma vhl + jwlh con vlh, whl ∈ C per l = 1, 2, troviamo per il prodotto scalare sui quaternioni l’espressione:
(u1|u2)H= n X h=1 vh1v¯2h+ ¯wh1wh2 + j n X h=1 wh1v¯2h− ¯vh1wh2 = (¯v1 w1)∗I2n(¯v2 w2) + t(v¯1 w1)J (v¯2 w2) j ,
da cui segue che Sp(n, C) consiste esattamente delle matrici di GL(n, H) che preservano il prodotto (∗∗).
Teorema 6.2. Per ogni intero n ≥ 1 il gruppo Sp(n) `e compatto e connesso per archi. La sua algebra di Lie `e
sp(n) = {X ∈ sl(2n, C) |tXJ + J X = 0 , X∗+ X = 0 }. L’esponenziale definisce un’applicazione surgettiva
exp : sp(n) → Sp(n) . L’algebra di Lie sp(n) ha dimensione n(2n + 1).
Dimostrazione. Sp(n) `e compatto perch´e `e un sottospazio chiuso di U(2n), che `e compatto.
7. SFERE E GRUPPI COMPATTI 109
La caratterizzazione della sua algebra di Lie sp(n) si ottiene con argo-menti simili a quelli utilizzati in precedenza: si osserva che sp(n) ⊂ u(2n) e che, posto γ(t) = exp(ttX) J exp(tX), risulta:
γ0(t) = exp(ttX) (JtX + X J ) exp(tX).
Da questa si ottiene facilmente che la condizione JtX + X J = 0 `e necessaria e sufficiente affinch´e una X ∈ u(2n) appartenga a sp(n). Moltiplicando a sinistra per J e calcolando la traccia troviamo che trac(X) = 0 (e quindi X ∈ su(2n)) e moltiplicando a destra e a sinistra per J troviamo la condizione equivalentetXJ + J X = 0.
Osserviamo infine che per ogni g ∈ Sp(n) possiamo trovare a ∈ Sp(n) tale che (∗) a g a−1 = eiθ1 ... eiθn e−iθ1 ... e−iθn .
Sia infatti λ1 un autovalore di g e sia v1 un suo autovettore con |v1| = 1. Abbiamo allora:
a(J ¯v1) = J ¯a¯v1 = J (¯λ1v1) = ¯λ1(J ¯v1) .
Ragionando per ricorrenza, troviamo una base ortonormale di C2n della forma:
v1, . . . , vn, J (v1), . . . , J (vn) .
I suoi vettori formano le colonne della matrice a ∈ Sp(n) per cui a−1ga ha la forma diagonale (∗). La matrice X = a−1 iθ1 ... iθn −iθ1 ... −iθn a appartiene a sp(n) ed exp(X) = g.
Ci`o dimostra la surgettivit`a dell’esponenziale e quindi il fatto che Sp(n) `
e connesso per archi.
7. Sfere e gruppi compatti
Sia K uno dei corpi R, C, H e indichiamo con e1, e2, . . . , en la base canonica di Kn. Possiamo allora identificare O(n − 1) (risp. SO(n − 1), U(n − 1), SU(n − 1), Sp(n − 1)) al sottogruppo di O(n) (risp. SO(n), U(n), SU(n), Sp(n)) delle trasformazioni che lasciano fisso il vettore en. Abbiamo allora i seguenti omeomorfismi:
110 7. GRUPPI LINEARI COMPATTI Teorema 7.1. U(1) ' S1 SU(2) ' S3 Sp(1) ' S3 O(n)/O(n − 1) ' SO(n)/SO(n − 1) ' Sn−1 (n > 1) U(n)/U(n − 1) ' SU(n)/SU(n − 1) ' S2n−1 (n > 1) Sp(n)/Sp(n − 1) ' S4n−1 (n > 1)
Dimostrazione. In ciascuno dei casi l’omeomorfismo cercato `e il
quo-ziente iniettivo dell’applicazione g → g(en).
8. Il gruppo SO(4)
Identifichiamo lo spazio Euclideo R4 al corpo non commutativo H dei quaternioni di Hamilton. Il prodotto scalare canonico di R4 si pu`o esprimere per mezzo del prodotto di quaternioni:
(8.1) (x|y) = Re (x ¯y) = Re (y ¯x) = 12(x ¯y + y ¯x).
L’insieme dei quaternioni di modulo 1 `e la sfera S3, su cui la moltiplicazione dei quaternioni definisce quindi una struttura naturale di gruppo topologico. Se v ∈ S3, la simmetria ortogonale di vettore v, rispetto al prodotto scalare Euclideo di R4, `e la trasformazione:
(8.2) sv(x) = x − 2(x|v)v = x − (x¯v + v ¯x)v ∀x ∈ R4.
Lemma 8.1. Sia v ∈ S3. Allora la simmetria ortogonale di vettore v `e descritta dalla formula
(8.3) sv(x) = −v ¯x v ∀x ∈ H.
Dimostrazione. Abbiamo infatti:
−v ¯x v = x ⇐⇒ −v ¯x = x ¯v ⇐⇒ (x|v) = 12(x ¯v + v ¯x) = 0,
e −v ¯v v = −v. Quindi la trasformazione x → −v ¯x v lascia fissi i punti dell’iperpiano ortogonale a v e trasforma v nel suo opposto. Essa coincide
perci`o con la simmetria sv.
Teorema 8.2. Per ogni v ∈ S3 le applicazioni
(8.4) Lv : H 3 x → v x ∈ H ed Rv : H 3 x → x v ∈ H sono trasformazioni di SO(4). Le
(8.5) S3 3 v → Lv ∈ SO(4) ed S33 v → Rv¯∈ SO(4)
sono omomorfismi di gruppi. Le loro immagini L(S3) ed R(S3) sono sotto-gruppi normali di SO(4). L’applicazione
8. IL GRUPPO SO(4) 111
`
e un omomorfismo surgettivo del prodotto diretto di due copie di S3 su SO(4). `E inoltre un omeomorfismo locale di gruppi topologici, con nucleo {(1, 1), (−1, −1)} e quindi `e un rivestimento a due fogli.
Dimostrazione. Poich´e |x y| = |x|·|y| per ogni x, y ∈ H ' R4, ne segue che, per ogni v ∈ S3, le Lv ed Rv sono trasformazioni di SO(4). Inoltre, poich´e H `e un corpo, le L : S3 → SO(4) ed R : S3 → SO(4) sono iniettive. Si verifica poi facilmente, per l’associativit`a del prodotto dei quaternioni, che L ed R sono omomorfismi di gruppi.
Per dimostrare che (8.6) `e surgettiva, ricordiamo che ogni trasformazione di SO(4) si pu`o ottenere come composizione di quattro simmetrie vettoriali. Quindi, se a ∈ SO(4) ed a = sv1 ◦ sv2 ◦ sv3 ◦ sv4 con v1, v2, v3, v4 ∈ S3, abbiamo per il Lemma 8.1:
a(x) = sv1 ◦ sv2 ◦ sv3(−v4x v¯ 4) = sv1◦ sv2(v3v¯4x ¯v4v3) = sv1(−v2v¯3v4xv¯ 4¯v3v2) = v1v¯2v3v¯4x¯v4v3¯v2v1 = w1xw2, con w1= v1¯v2v3¯v4 e ¯v4v3v¯2v1 in S3.
Infine, se v1, v2∈ S3 e v1xv2 = x per ogni x ∈ H, abbiamo (∗) v1xv2 = x ⇐⇒ v1x = x¯v2 ∀x ∈ H.
Ponendo x = 1 troviamo che v1 = ¯v2 e quindi la (∗) ci d`a v1x = x v1 per ogni x ∈ H. Quindi v1 `e un punto reale di S3 e perci`o uguale a ±1.
Infine, L(S3) ed R(S3) sono sottogruppi normali di SO(4). Infatti, se v ∈ S3, ed a ∈ SO(4), scriviamo a = Lw1 ◦ Rw2 con w1, w2 ∈ S3. Allora a−1= Lw¯1Rw¯2 e dunque
a ◦ Lv◦ a−1(x) = a(Lv( ¯w1x ¯w2)) = a(v ¯w1x ¯w2)
= w1v ¯w1x ¯w2w2= w1v ¯w1x = Lw1v ¯w1(x).
Ci`o dimostra che L(S3) `e normale. In modo analogo si verifica che anche
R(S3) `e normale.
Il sottogruppo di SO(4) delle rotazioni che lasciano fissi i punti della retta reale di H `e un sottogruppo isomorfo ad SO(3). Le a ∈ SO(3) saranno perci`o tutte e sole le trasformazioni della forma a = Lv1◦ Rv2 con v1, v2∈ S3
e v1v2= 1. Quindi v2 = v1−1= ¯v1 ed otteniamo: Proposizione 8.3. L’applicazione
(8.7) S33 v → Lv◦ Rv¯∈ SO(3) ' {g ∈ SO(4) | g(1H) = 1H} `
e un omomorfismo surgettivo di gruppi, con nucleo {±1H}. `E un omeomor-fismo locale e quindi un rivestimento a due fogli di gruppi topologici.
Osservando che Sp(1) ' S3 `e omeomorfo a SU(2), abbiamo ottenuto un’altra dimostrazione del Teorema 5.2.
CAPITOLO 8