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I capitoli congiunt

3.5 I capitoli di corte

3.5.1 I capitoli congiunt

Le richieste elaborate congiuntamente dagli Stamenti vengono con- segnate il 15 settembre78. Ventotto capitoli coi quali si propone innanzi-

tutto il riordino delle tariffe praticate dalle curie regie ed ecclesiastiche. In occasione di pignoramenti per debiti, il veghiere di Cagliari è solito pretendere più di un soldo per lira sequestrata (fino a un massimo di 50 lire). Gli Stamenti esigono l’immediata cancellazione di un simile abuso, insieme con la liberazione da qualsiasi obbligo per debiti ancora non ri- scossi. Moncada accoglie la richiesta e accetta di rivedere al ribasso sia le tariffe praticate dai notai della vicaria e del giudice apostolico di appello, sia l’onorario dei giudici ecclesiastici, che gli Stamenti vogliono unifor- mato a quello delle curie secolari.

Il viceré fa sue anche le norme che a Cagliari istituiscono e danno una prima organizzazione all’archivio notarile di deposito degli atti di notai deceduti senza eredi o senza avere indicato colleghi cui affidare la docu- mentazione. L’incarico di archivista potrà essere affidato solo a notaio pubblico di nomina viceregia, con esplicita esclusione dei segretari già impiegati nell’amministrazione civica e nelle curie, sia laiche che ecclesia- stiche. Il notaio di nomina viceregia dovrà prestare giuramento solenne e potrà esigere per sé una tariffa non superiore alla metà di quella dovuta per ogni copia di documento. Sempre relativo all’ambito tariffario è il ventiduesimo capitolo, che alleggerisce i costi di presa di possesso di vil- le o heretats da parte dei feudatari, sensibilmente lievitati da quando gli

ufficiali regi presenti alla cerimonia sono passati da due a quattro. Anche il tariffario per la professione medica subisce dei ritocchi e viene esteso a tutte le città regie, sia il termine massimo entro cui i servitori possono esi- gere le proprie paghe dai datori di lavoro, sia l’ufficio che a Cagliari assiste le vedove indigenti e gli orfani minorenni.

Gli Stamenti puntano poi a definire più precisamente il percorso for- mativo del notaio: deve essere almeno venticinquenne, avere concluso un

apprendistato di sei anni e superato un esame rigoroso alla presenza di due dottori in legge e di due notai pubblici. Per concorrere al posto di notaio di Curia bisognerà inoltre avere maturato almeno tre anni di esperienza in una scrivania giudiziaria e conoscere il latino. I notai saranno tenuti a protocollare entro un mese i propri atti, pena la sospensione dall’ufficio. Per consentire una più agevole registrazione dei documenti in entrata, il registro di protocollo dovrà essere numerato e inquadernato. Sempre in tema di professionisti del diritto è il capitolo tredicesimo, che dispone che i neolaureati in legge debbano leggere per un anno gli Instituta di Giusti-

niano, pena l’esclusione dagli uffici.

Altri temi sollevati dai Bracci del Parlamento sono il potenziamento delle difese del quartiere portuale di Cagliari, la paga da garantire a tutti i sardi che si trasferiscono nella città per contribuire alla sua fortificazione, il reperimento dei fondi necessari al riassetto delle vie di comunicazione della capitale del regno con l’Iglesiente, l’ampliamento delle carceri regie ormai giudicate anguste e malsane79.

Il viceré approva i capitoli che garantiscono a Cagliari il diritto di imporre il prezzo del pesce, che liberalizzano la vendita dei caproni in eccedenza rispetto a quelli riservati alla monta. Moncada invece nega ad ufficiali reali e baronali la facoltà di allevare bestiame a proprio piacimen- to e si rifiuta di estendere ai feudatari residenti a Cagliari il diritto di fran- chigia sul sale acquistato in città, che i baroni vorrebbero sfruttare per rendere più efficiente la loro attività casearia.

Infine, il viceré lascia cadere i capitoli che hanno maggiore peso politi- co. Il più significativo è quello che reitera la richiesta di un seggio riservato ai sardi nel Supremo Consiglio d’Aragona. Moncada lascia che sia Filip- po II ad esprimersi in merito. Stessa sorte tocca al capitolo quattordici, che invoca l’istituzione di un Console dei Sardi e dispone le procedure per la sua nomina. Moncada si rifiuta poi di modificare tempi e modalità di corresponsione delle spese processuali alla Reale Udienza. La Coro- na accoglie invece di buon grado l’invito ad onorare con la dovuta so- lennità e con risorse del Patrimonio Regio e del Parlamento, la memoria

79 Le modalità proposte dagli Stamenti per il riassetto delle carceri cagliaritane è all’origine del ricorso presentato da Francesco Aleo al quale già si è accennato. Aleo si oppone all’espro- prio dell’immobile di cui egli è proprietario e che gli Stamenti vorrebbero utilizzare per al- largare le carceri cagliaritane e destinarle ad accogliere detenuti provenienti da tutto il regno. Cfr. doc. 184.

di Martino il Giovane, l’ultimo erede catalano della Corona d’Aragona, le cui spoglie riposano nella cattedrale di Cagliari. Il sovrano è disposto a finanziare una nuova sepoltura monumentale che sia degna del rango del sovrano che egli definisce suo antenato. Martino è uno dei principali simboli della catalanità della Sardegna. È anche attraverso figure come la sua che il regno celebra la sua appartenenza alla Corona d’Aragona e, in subordine, la sua partecipazione ai destini della monarchia degli Asburgo di Spagna. Non solo questo. La catalanità è un dato politico che acquista valore anche nei rapporti di forza interni al regno. Catalana è Cagliari e così anche Alghero. Meno, molto meno, lo è Sassari, che nel tardo Medio- evo non solo si è ribellata più volte al dominio aragonese, ma ha respinto il tentativo regio di ripopolarla con coloni iberici. Proprio questo caratte- re ribelle, temperato appena dal sostegno che nel secondo Quattrocento la città ha garantito al viceré Carroz nella repressione del Marchesato di Oristano, Cagliari sembra voler mettere sottilmente in rilievo quando esalta, attraverso Martino, la sua assoluta centralità cultuale nel pantheon mediterraneo della Corona d’Aragona80. La riaffermazione del primato

cagliaritano è il tema che fa così capolino alle spalle del padre della patria Martino. Non è certo un caso che tra i capitoli congiunti che abbiamo appena sintetizzato sono numerosi quelli che riguardano proprio Cagliari e i destini di chi la abita, mentre in nessuno si accenna agli interessi della rivale turritana.