• Non ci sono risultati.

Capitolo III: Il commento traduttologico

5.5 Fattori lessicali

5.5.4 I chengyu ed altre espressioni idiomatiche

I chengyu sono costrutti idiomatici o di derivazione letteraria per lo più composti da quattro caratteri. Analoghi, per certi versi, ai nostri proverbi o alle massime latine da noi a volte utilizzate, costituiscono unità lessicalizzate impiegate, con il significato consolidatosi nel tempo, in varie possibili funzioni grammaticali191.

Basandosi sul significato letterale di chengyu 成语 (cheng 成 come “completo, finito” e 语 yu come “lingua, espressione”), infatti, si può asserire che questo termine sia paragonabile ad una frase fatta, ad una sorta di costrutto idiomatico192. Tuttavia, il significato effettivo di quelle che

191 Magda Abbiati, Grammatica di cinese moderno, op. cit., p. 110.

Daudin definisce «gemme in quattro caratteri»193, non sempre, o meglio raramente, corrisponde

in modo univoco al significato dei singoli termini costituenti194. Sono impiegati anche per

esprimere espressioni non di carattere idiomatico o che spesso non trovano una forma idiomatica corrispondente nella lingua di arrivo. È evidente come la resa di queste espressioni possa rappresentare una sfida sotto più punti di vista.

于是我妈赶紧四处散播这个消息,并进一步宣扬我的不同凡响。(p. 7)

Mia madre, dunque, diffuse subito a tutti la notizia, vantandosi ancora del mio talento. (p. 39)

Il chengyu bu tong fang xiang 不同凡响, letteralmente “non-come-tutti-suoni”, nel prototesto assume il significato di “fuori dal comune, speciale”. Nella resa italiana si è scelto di mantenere la medesima funzione nominale del testo originale e di tradurlo con “talento”, che ben esprime il senso di una capacità intellettuale non comune.

牧民们便“噢”地恍然大悟状,又低声交头接耳:“那有什么可写的!” (p. 8)

I pastori, lasciandosi sfuggire un «Oh» di sorpresa, sussurrarono tra loro: «Ma cosa ci sarà mai da scrivere?» (p. 40)

Nel periodo sono presenti due chengyu con funzione verbale: mentre il secondo, jiao tou jie er 交头接耳 (letteralmente “girare-testa-avvicinarsi-orecchio”), tradotto con il verbo “sussurrare”, non ha rappresentato grandi problemi di resa, il primo, huang ran da wu 恍 然 大 悟 (letteralmente “improvvisamente-capire”) ha richiesto un sforzo traduttivo maggiore. Quest’espressione viene, infatti, usata per indicare una subitanea comprensione di un fatto. Si è scelto di tradurre con “lasciarsi sfuggire”, trasmettendo comunque il senso di improvvisa sorpresa che coglie i parlanti.

这么一来,深感在御寒上完全能做到万无一失!(p. 10) In questo modo, non avrei temuto il freddo! (p. 43)

193 Pierre Daudin, cit. in Giorgio Trentin, Chengyu. Cento aforismi della tradizione cinese, op. cit., p 11. 194 Giorgio Trentin, Chengyu. Cento aforismi della tradizione cinese, op. cit., p. 11.

Anche in questo caso, è stato necessario una rielaborazione per un migliore adattamento alla lingua di arrivo dell’intero periodo nel quale figura l’espressione wan wu yi shi 万无一失, (letteralmente “assolutamente-senza-un-difetto) traducibile con “infallibile, perfettamente al sicuro”, preservando comunque il senso di sicurezza con l’espressione italiana “non temere [qualcosa]”.

虽说阿拉伯字母只比拉丁字母多出来六个,但顿感千军万马,气势汹汹。一根舌头根 本不够用。书写起来更是曲里拐弯,千头万绪,一堆扯不清的乱线头似的…… (p. 11) Tutte quelle lettere arabe, sei in più di quelle latine, si agitavano nella mia mente come una travolgente armata. La mia lingua non riusciva a pronunciare tutti quei suoni. Per non parlare della serpeggiante scrittura che, come una matassa ingarbugliata, mi ricordava solo un ammasso di linee confuse. (p. 44)

Nell’esempio riportato sono stati adoperati numerosi chengyu con funzione aggettivale. Il primo, qian jun wan ma 千军万马 (letteralmente “mille-soldati-diecimila-cavalli”), è una metafora per indicare un senso di potenza e moltitudine. Il secondo chengyu, qi shi xiong xiong 气势汹汹 (letteralmente “spirito-potenza-tumultuoso-tumultuoso) significa “feroce, impetuoso, violento”, è stato tradotto con l’aggettivo “travolgente” in quanto considerato coerente se accostato all’immagine della potente forza armata. La scrittura araba è descritta con la terza espressione idiomatica, qu li guai wan 曲里拐弯 (letteralmente “curva-dentro-girare-curvare), tradotta con “serpeggiante”, un aggettivo che, per estensione, ben rende l’aspetto di quella grafia. In questi casi, non avendo a disposizione nessuna espressione idiomatica italiana corrispettiva, si è ritenuto necessario operare scelte traduttive su più piani che conservassero il senso della metafora originale. Un’eccezione è rappresentata dall’ultimo chengyu, qian tou wan

xu 千头万绪 (letteralmente “mille-testa-diecimila-bandolo), che si usa per indicare qualcosa di

caotico e confuso. L’espressione è stata resa attraverso la similitudine “come una matassa ingarbugliata”: l’immagine della matassa ingarbugliata, una figura famigliare alla lingua ricevente, oltre a trasmettere al lettore l’immagine di un fitto insieme di linee intricate, in senso figurato trasmette l’idea della difficoltà.

Stavamo calpestando i pascoli di altri mandriani tappezzati da orme numerose e disordinate, dove una ragnatela di sentieri disorientava chiunque passasse di lì. (p. 58)

Nel prototesto zong heng jiao cuo 纵横交错 (letteralmente “verticale-orizzontale-incrociare- essere intricato), con funzione aggettivale, assume il significato di “intersecato, incrociato”. In sede di traduzione, si è mantenuta l’idea del continuo intersecarsi dei sentieri con l’espressione “una ragnatela di”, modificando anche la funzione grammaticale del prototesto, ora nominale.

羊群出现在北面高地上,离驻地还剩一公里远时,赶羊的胡仑别克甩下羊群,向着我

们这边的炊烟策马直奔过来,一边大声唱歌,一边快马加鞭。(p. 18)

Le pecore comparvero sull’altura settentrionale. Ad un chilometro dall’accampamento, il pastore Kulynbek si staccò dal gregge e spronò il cavallo a galoppare veloce come il vento verso le volute di fumo che si innalzavano nell’aria, cantando a gran voce melodie tradizionali. (p. 50)

In questo caso, si è potuto ricreare l’immagine espressiva e suggestiva del testo originale mediante l’utilizzo di un’espressione idiomatica simile nella lingua d’arrivo. Infatti, il chengyu

kuai ma jia bian 快马加鞭 (letteralmente “veloce-cavallo-aggiungere-frusta) è stato tradotto

con “spronare il cavallo a galoppare veloce come il vento” in cui compare una similitudine idiomatica d’uso comune, “veloce come il vento”.

俗话说“蛤蟆还有二两力”,我这么大个人,多少还是有点用的嘛。(p. 23)

Secondo il proverbio, l’unione fa la forza e io, donna adulta, potevo rendermi utile in qualcosa. (p. 56)

Un caso particolare è rappresentato dall’espressione idiomatica composta da più di quattro caratteri, hama hai you er liang li 蛤蟆还有二两力 (letteralmente “anche il rospo ha pur sempre la sua forza”). Il traduttore ha azzardato a ipotizzare che quest’espressione potesse richiamarne un’altra, ovvero 添 个 蛤 蟆 四 两 力 (letteralmente “aggiungendo un rospo si possono raggiungere due liang di forza”), con un significato metaforico ben preciso: anche l’essere più piccolo può in qualche modo essere d’aiuto. È sembrato coerente ricorrere ad una forma idiomatica corrispondente nella lingua ricevente, traducendo con il proverbio “l’unione

fa la forza”.