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3. Arrivo e transito in Africa Occidentale

3.1 I corrieri african

Lo sfruttamento dei corrieri attraverso i voli commerciali è diventata una delle metodologie preferite per quanto concerne il drug trafficking internazionale. Questa pratica presenta diversi vantaggi, soprattutto perché libera, ovvero non sempre legata ad organizzazioni criminali rintracciabili. I corrieri che si imbarcano su voli diretti in Europa da aeroporti africani solitamente non devono preoccuparsi di rigidi controlli doganali, ed il loro carico di stupefacenti può fruttare risorse economiche vitali per avviare una qualsiasi attività commerciale, talvolta molto meno azzardata di quella descritta. La possibilità di diventare “corrieri della droga” viene offerta a chiunque possa muoversi e distribuire lo stupefacente sui mercati più proficui. Questa facile possibilità di arricchimento veloce ha ottenuto molto successo in alcuni paesi africani, aprendo le porte, come detto, anche a corrieri del tutto amatoriali, non legati cioè ad organizzazioni specifiche. Il reclutamento continuo in atto ormai da anni indica due caratteristiche: per prima cosa, che il mercato della cocaina in Africa Occidentale è veramente aperto e disponibile per ogni tipo di individuo, esperto o meno; seconda cosa, non è raro assistere a come alcuni corrieri più

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sfortunati possano essere “venduti” alle autorità competenti così da riuscire a salvare altri individui, con carichi ben più redditizi.

Con il conseguente spostamento del baricentro del consumo globale di cocaina dagli Stati Uniti all’Europa, il 2004 è stato definito l’anno del vero e proprio boom del traffico di stupefacenti nella regione. Il mutamento delle rotte ha accresciuto l’importanza di determinati paesi. Sebbene il traffico di droga si sia sviluppato in più o meno tutti i paesi africani, alcuni di essi sembrano decisamente più coinvolti rispetto ad altri. Il 55% dei fermi effettuati in Europa proviene da appena quattro dei quindici pesi ECOWAS, vale a dire Senegal, Nigeria, Guinea Conakry e Mali. La Nigeria in particolare, potenza economica regionale, non ha tardato a diventare il fulcro del narcotraffico. Da questo paese si snodano una serie di rotte che coprono tutto il continente africano ma che sono soprattutto dirette verso Sahara e Mediterraneo, dove poi si suddividono in piste minori a seconda della destinazione. Nonostante l’epicentro del fenomeno narcotraffico riguardi un’area molto vasta, la criminalità organizzata nigeriana rappresenta uno dei soggetti criminali predominanti. Questa, più di altri, ha assunto un ruolo di intermediario, che provvede all’organizzazione logistica ed al trasporto della droga verso le più svariate destinazioni, per conto dei cartelli della droga sudamericani, prevalentemente colombiani. Questo predominio regionale è stato possibile grazie alla forte strutturazione della criminalità organizzata nigeriana, preesistente al traffico di cocaina, legata saldamente al contrabbando di petrolio cresciuto enormemente nel corso della guerra del Biafra, tra il 1967 ed il 1970. Nel corso degli anni, attorno ai gruppi armati locali si sono addensati molti interessi, in grado di condizionare la stessa vita politica nigeriana, impedendo l’esistenza di uno stato federale autorevole ed autonomo, sostituito da trentasei stati locali incapaci di far fronte alle minacce quotidiane a causa della carenza di risorse. Questa progressiva frammentazione del sistema amministrativo nigeriano è stata funzionale alla penetrazione dei più svariati interessi. Il vuoto di potere che si veniva a creare è stato rapidamente occupato dalla criminalità organizzata, divenuta in pratica una diretta concorrente delle élite governative e conquistava in breve tempo un ruolo così importante da permetterle di presentarsi come interlocutore affidabile ai cartelli della droga sudamericani quando il traffico di cocaina si sovrappose al contrabbando di petrolio57.

In questa fase, la criminalità nigeriana disponeva già di ramificazioni articolate sia in Africa Occidentale che in Europa, mafia italiana e balcanica su tutte, ed ha

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semplicemente riadattato ed ampliato i propri network al narcotraffico internazionale. Come conseguenza di questo nuovo ruolo internazionale, la criminalità organizzata nigeriana si è rafforzata, ottenendo sempre maggiori risorse e risalto internazionale. Ad oggi le mafie nigeriane si occupano sempre più frequentemente di garantire un sicuro trasbordo dalle navi che effettuano il trasporto atlantico a imbarcazioni più adatte alla navigazione sottocosta. Per i loro servizi ottengono fino ad 1/3 del carico, che smistano e rivendono per proprio conto sul mercato africano ed europeo58.

Riguardo ai corrieri, talvolta la nazionalità del “mulo” e del possessore vero e proprio dello stupefacente sono diverse, presumibilmente per sfruttare la minor attenzione che un passaporto di una data nazionalità può suscitare. Tuttavia, i corrieri di nazionalità nigeriana sono circa il 57% del totale (53% nel solo Sud Africa nel 2005) e non si limitano a partire da scali del proprio paese, essendo stati individuati negli aeroporti di tutti i paesi della regione. In Guinea, tra il 2006 e la metà del 2008, sono stati fermati ben 139 cittadini nigeriani con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti, a fronte di appena 15 guineani59.

Organizzazioni criminali come quelle nigeriane inoltre, essendo ben strutturate e finanziate, possono permettersi di mettere in atto il cosiddetto “shotgun approach”. I trafficanti sanno che la maggior parte degli aeroporti hanno la capacità di controllare solo una minima parte dei sospettati per ogni volo. Questo incoraggia un vero e proprio approccio a mitraglia, nel senso che sullo stesso volo vengono imbarcati numerosi corrieri e sebbene alcune perdite possano essere previste, qualcuno dei muli imbarcati riuscirà ad arrivare a destinazione. Un esempio eclatante è quello accaduto all’aeroporto di Schiphol, dove nel Dicembre 2006 le autorità olandesi hanno arrestato per narcotraffico ben 32 persone imbarcate sullo stesso volo proveniente dalla Guinea-Bissau.

La grande disponibilità di corrieri e la scarsa sensibilità verso la salute umana, hanno prodotto un altro fenomeno, stavolta decisamente più pericoloso, quello del body packing. A rischio della propria vita, decine di africani ogni anno si rendono disponibili ad ingurgitare grandi quantità di sostanze stupefacenti, per rendere i controlli ancora più difficili e riuscire a trasportare la droga in ogni parte del mondo. Sebbene questa pratica sia ormai diffusa un po’ ovunque, gli africani riescono comunque a distinguersi: dai dati in possesso infatti, risulta che essi riuscirebbero ad ingerire circa il 25% in più rispetto ai non-

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L’Africa, il narcotraffico e l’instabilità politica. op. cit. p.2

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africani a fronte di un corrispettivo inferiore, il ché è sintomatico della povertà della regione60.