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I Gegenstände höherer Ordnung di Alexius Meinong (1899) »

11. Il V congresso internazionale di Psicologia (Roma, 26-30 aprile 1905). 12. Concezioni della consonanza: le teorie di Felix Krueger e di Carl Stumpf.

4. Le Gestaltqualitäten di Christian von Ehrenfels (1890).

Il celebre saggio Über Gestaltqualitäten venne redatto da Christian von Ehrenfels (∗ Rodaun,

20 giugno 1859; † Lichtenau, 8 settembre 1932) durante il periodo di libera docenza viennese, terminato nel dicembre del 1889 e pubblicato nel 1890 sul «Vierteljahrsschrift für wissenschaftliche Philosophie», la prestigiosa rivista diretta da Richard Avenarius (∗ Paris, 19 novembre 1843; † Zürich, 18 agosto 1896); esso venne considerato dagli stessi psicologi della forma un

imprescindibile riferimento preliminare verso la definizione della futura teoria.1

1EHRENFELS,Christian von, Über Gestaltqualitäten, in «Vierteljahresschrift für wissenschaftliche Philosophie»

14, 1890, pp. 249-292. Nei passi riportati verrà indicata la numerazione delle pagine relative alla traduzione italiana Le qualità formali, presentata da Natale Stucchi nel volume del 1984 «Forma ed esperienza. Antologia di classici della percezione», a cura di Enzo Funari, Natale Stucchi, Dario Varin, Milano, Franco Angeli Editore, pp. 37-74. Consuetamente il termine Gestaltqualität viene reso nella lingua italiana con l’espressione ‘qualità formale’, secondo l’uso invalso sin dai primi anni del ‘900 per opera di Francesco de Sarlo, Federico Kiesow, Cesare Musatti, Enzo Bonaventura, Giovanni Gentile, Giuseppe Lombardo Radice, Eugenio Rignano, Cornelio Fabro, ecc.. Nel 1979 Enzo Melandri adottò l’espressione di ‘qualità figurale’, riferendo tale espressione, intesa nel senso di configurazione, a quel determinato periodo di fine ‘800 e ponendo in evidenza il legame con il concetto husserliano di ‘momento figurale’ (Figurales Moment) esposto nella coeva Philosophie der Arithmetik (1891). La differente opinione espressa da Franz Rosenzweig (∗ Kassel, 25 dicembre 1886; † Francoforte sul Meno, 10 dicembre 1929) nel 1921 in Der Stern der Erlösung appartiene a un’epoca di differente considerazione del termine ‘Gestalt’ [Kauffmann, Frankfurt am Main, p. 285]: “So aber entsteht nun wirklich eine zwar geometrisch aufgebaute, selber aber der Geometrie fremde Figur, nämlich überhaupt keine ‚Figur’ sondern – eine Gestalt. Denn dadurch unterscheidet sich Gestalt von Figur, daß die Gestalt zwar auch aus mathematischen Figuren zusammensetzbar sein mag, daß aber in Wahrheit ihre Zusammensetzung nicht geschehen ist nach einer Regel, sondern nach einem übermathematischen Grund“. Qualche anno più tardi Wolfgang Köhler discorrendo di Some tasks of gestalt psychology, affermava: „I do not think that the term ”configuration“ [già avanzato da Titchener] is quite adequate as a translation of the German word ”Gestalt.“ The word configuration seems to mean elements to put together in a certain manner, and this is a functional idea which we must carefully avoid”, in «Psychologies of 1930» a cura di Carl Allanmore Murchison, Worchester, Massachusetts, 1930, p. 149; Giovanni Bruno Vicario nella sua traduzione dello stesso saggio di Köhler annotava [Giunti, Barbera, Firenze, 1966, p. 135]: „Storicamente si è

Allievo dapprima di Franz Brentano e successivamente di Alexius Meinong a Vienna, Ehrenfels seguì quest’ultimo a Graz per conseguire il dottorato in filosofia sotto la sua direzione. Negli anni successivi Ehrenfels si dedicò all’insegnamento, svolto quasi tutta la vita a Praga dal 1896 al 1929, ed ebbe tra i suoi allievi lo stesso Wertheimer sul quale il suo influsso perdurò ufficialmente sino al 1907; prima di intraprendere la carriera accademica e durante gli anni della formazione Ehrenfels aveva assecondato velleità musicali e letterarie. Non esitò a manifestare apertamente un estenuato wagnerismo, condividendo le posizioni apologetiche di Friedrich von Hausegger e a Praga quelle di Ottokar Hostinský. Nell’estate del 1882 si recò a piedi come in pellegrinaggio dalla nobile casa di famiglia austriaca presso lo Schloß Brunn sino a Bayreuth per assistere alla prima di Parsifal dove conobbe Wagner personalmente; ricevette alcune lezioni private di armonia e contrappunto da Anton Bruckner2 e realizzò un certo numero di libretti di ispirazione wagneriana e drammi teatrali, alcuni dei quali rappresentati a Elberfeld e Praga tra il 1904 e il 1925.3

Secondo la concezione estetica di Ehrenfels era proprio il dramma wagneriano ad offrire la materia più ricca per il confronto di Gestaltqualitäten di ogni genere, un tema definito della

‘macroscopia musicale’ già enunciato nel 1887 in appendice al suo dramma Melusine4, pure

richiamato nello studio del 18905 e mai tralasciato negli scritti successivi, soprattutto in quelli di

argomento segnatamente musicologico.6

L’articolo di Ehrenfels prese spunto diretto da esempi tratti dai Beiträge zur Analyse der Empfindungen di Mach del 1886 concernenti la trasposizione melodica, così come dichiarò in una lettera a Meinong del 3 giugno del 1891, nella quale venne in luce il legame pure verso le

Bemerkungen zur Lehre vom räumlichen Sehen del 1865.7 Nell’autunno del 1887 Ehrenfels intraprese

imposta la traduzione «forma», «teoria della forma», «formisti», per «Gestalt», «Gestalttheorie», ecc. In realtà il termine forma, come quello analogo di configurazione significa in italiano molto meno di quanto si intende con il termine Gestalt, che in tedesco equivale a «struttura organizzata» di cui la forma è soltanto uno dei possibili attributi. La limitatezza di questi termini generalmente usati nella letteratura psicologica italiana ha nociuto non poco alla comprensione di questo indirizzo scientifico nella nostra cultura”.

2 Ehrenfels tramandò alcune sue Persönliche Erinnerungen an Anton Bruckner nel «Prager Tagblatt» 48, Freitag,

den 16. Feber 1923, p. 7.

3 Tra i lavori di maggiore successo dell’Ehrenfels librettista si ricorda la rappresentazione del dramma corale

in due atti Sängerweihe, edito dall’autore nel 1894 e poi ristampato nella raccolta di Allegorische Dramen del 1895, avvenuta nel novembre del 1904 presso la Stadtkonzerthalle di Wuppertal-Elberfeld con musica di Otto Taubmann (∗ 1859; † 1929).

4 EHRENFELS,Christian von, Melusine. Ein dramatisches Gedicht, Wien, Konegen, 1887; per una considerazione

degli aspetti precorritori della trattazione di Ehrenfels concernente le qualità figurali cfr. ERMEN, Reinhard,

Der makroskopische Blick fürs Ganze. Christian von Ehrenfels und die Musik, in «Neue Zeitschrift für Musik» 10, 1986, pp. 13-15.

5 Ehrenfels nella nota 7 al suo saggio esprime l’entusiasmo suscitatogli dal brano orchestrale che sostiene la

drammaturgia dell’aurora contenuto nel preludio al Götterdämmerung, in ragione della correlazione instaurata tra azione drammatica e musicale.

6 EHRENFELS,Christian von, Die musikalische Architektonik, in «Bayreuther Blätter» 19, 1896, pp. 257-263; Zur

Klärung der Wagner-Controverse. Ein Vortrag, Wien, Konegen, 1896.

7 Philosophenbriefe. Aus der Wissenschaftlichen Korrespondenz von Alexius Meinong mit Franz Brentano ... [et al.] u.

a. m. 1876-1920, a cura di KINDINGER, Rudolf, Graz, Akademische Druck- und Verlagsanstalt, 1965, p. 74: „Ich

habe nämlich die „Gestaltqualitäten“ seinerzeit Mach gesendet, der mir sehr freulich erwiderte und mir mitteilte, dass er dem Hauptgedanken, an der ich mich anschliesse, schon 1865 in der Fichtesche Zeitschrift, 46. Band, in einer mehr psychologischen Form Ausdruck gegeben habe. […] Nur glaubt Mach für die Melodie nicht etwas einem fundierten Inhalt Analoges, sondern die Daten eines andern, erst aufzufindenden

un viaggio a Zurigo e rese visita a Richard Avenarius, estimatore e condivisore degli orientamenti filosofici di Mach; è assai verosimile che proprio in quella circostanza Ehrenfels trasse la suggestione per occuparsi dei problemi che Mach stava affrontando in quel periodo.

Nel presente studio sulle qualità figurali Ehrenfels prese le mosse dalla constatazione che sulla base di un complesso di note è possibile animare una melodia con delle caratteristiche del tutto differenti dagli elementi che la compongono. Essa può essere soggetta a trasposizione e dunque al mutamento di tutti i suoi elementi costitutivi, eppure rimanere identica ed essere riconosciuta come tale. Ehrenfels pose l’interrogativo:

le immagini di rappresentazione ‘forma spaziale’ e ‘melodia’ sono un mero aggregato di elementi o qualcosa di nuovo, qualcosa che è presente insieme a quell’aggregato, ma che è tuttavia differenziabile da esso?8

e giunse a rilevare che:

incontestabilmente […] la melodia o forma sonora [Tongestalt] è qualcosa di diverso dalla somma delle singole note su cui si basa. (Non si replichi che gli elementi essenziali della melodia non sono le singole note, ma gli intervalli, i passaggi da una nota all’altra, perché anche dalla somma di tali intervalli si possono costruire, per spostamento le melodie più diverse. Se si cerca però di escludere anche questa possibilità precisando che proprio il passaggio da una nota all’altra fissa la melodia in quella determinata successione, allora si deve ammettere in quel passaggio, che è qualcosa di diverso dalla somma delle note, ciò che noi chiamiamo con un altro nome forma sonora.9

Ehrenfels coniò l’espressione Gestaltqualität ‘qualità gestaltica’ [qualità figurale] per indicare le caratteristiche delle qualità percettive che rimangono invariate al variare degli aspetti elementari delle stesse configurazioni. La melodia pertanto è un esempio di qualità figurale, della quale Ehrenfels diede la seguente definizione:

Chiamiamo qualità formali quei contenuti rappresentativi positivi che sono legati all’esistenza di complessi rappresentativi nella coscienza, che a loro volta sono fatti di elementi separabili l’uno dall’altro (cioè rappresentabili separatamente). Chiamiamo fondamento (Grundlage) delle qualità formali quel complesso rappresentativo necessario per la loro esistenza.10

La teoria avanzata da Ehrenfels venne da questi corredata dall’analisi logica di alcune determinate percezioni, basata su argomentazione con base empirica, ma non sperimentale. Di fatto l’esempio della presentazione alla coscienza della melodia ha come obiettivo la generalizzazione del concetto di forma percettiva nella sua fondazione filosofica. Ehrenfels retrocedette sia di fronte ad una ricerca di risultati sperimentali, sia di fronte alla considerazione del fenomeno su base fisiologica, già intrapresa da Mach, preferendo praticare la generalizzazione del fenomeno determinato della Tongestalt.

Sinnes in Anspruch nehmen zu müssen, ähnlich wie er bei Raumgestalten zur Erklärung der Schwierigkeit die Innervations – Empfindungen heranzieht“.

8 EHRENFELS,Christian von, Le qualità formali, p. 41. 9 EHRENFELS,Christian von, Le qualità formali, p. 48. 10 EHRENFELS,Christian von, Le qualità formali, p. 51.

Data la nostra ignoranza di processi fisiologici l’unica esigenza, in questo caso, è di indicare la possibilità di una diversità tra i fatti psichici […] La condizione fisiologica di una pluralità di rappresentazioni, determinante perché emerga un complesso di rappresentazioni in una coscienza, può sempre costituire anche la condizione per l’emergere di un nuovo elemento, per così dire, sospeso su quel complesso.11

Ehrenfels ritenne che l’assunto di Mach di una dipendenza totale e diretta di tutti i processi psichici da quelli fisiologici avrebbe costituito un’analogia arbitraria tra validità di leggi nel campo fisico e nel campo psichico; si sarebbe trattato sostanzialmente di una ingiustificata trasmissione di concezioni fisicalistiche nella sfera intellettuale. Egli pose in relazione il problema della forma con quello più generale della apprensione degli interi e delle parti, connettendo questioni legate alla percezione con alcuni problemi di ontologia e teoria della conoscenza e tentando una derivazione logica e ontologica immediatamente dalla descrizione dell’esperienza percettiva. Ehrenfels giunse a rilevare la presenza di qualità figurali in ogni ambito del reale, traendo così da un dato descrittivo un concetto esplicativo con cui interpretare ogni aspetto dell’esperienza.12 Tale generalità è pure evocata dalla ricorrente inadeguatezza del linguaggio verbale lamentata da Ehrenfels rispetto alla quantità delle qualità figurali fornite dai sensi e rappresentate dalla psiche.

Lo studio di Ehrenfels è sostanzialmente bipartito: in una prima parte si indaga l’esistenza effettiva delle qualità formali, in vista di una loro definizione e del loro riconoscimento; la seconda parte concerne l’osservazione delle diverse categorie di qualità figurali esemplificate attraverso una disamina nei diversi sensi atti alla loro rilevazione. Alla suddivisione, già preannunciata nella prima parte del lavoro, tra qualità figurali spaziali e temporali, le quali non si escludono reciprocamente come ad esempio nelle rappresentazioni cinetiche, segue la distinzione tra qualità figurali atemporali e temporali, caratterizzate viceversa da completa disgiunzione.

Ehrenfels attribuisce maggiore semplicità alle qualità figurali atemporali, le quali […] sono quelle il cui fondamento può essere dato completamente nella rappresentazione percettiva (di molte sensazioni). Nelle qualità formali temporali può essere rappresentato percettivamente al massimo un elemento, mentre i rimanenti sono presenti come immagini mnestiche (o come immagini di attesa rivolte al futuro).13

Atto a generare come propria conseguenza qualità figurali temporali è per Ehrenfels “ogni

cambiamento di qualsivoglia contenuto rappresentativo secondo una determinata direzione”.14 La

teoria di Mach dell’azione muscolare (Muskelgefühl) non riusciva a dar conto della percezione di complessi che si estendono nella direzione temporale, come avviene nel caso delle melodie, in quanto non era possibile individuare alcun momento in cui l’azione stessa avrebbe potuto verificarsi.

In riferimento all’ambito sonoro, particolare interesse è rivestito dai concetti di timbro e di armonia per Ehrenfels, considerati alla stregua di qualità sonore atemporali che formano due parti di un’unica concreta realtà percettiva:

11EHRENFELS,Christian von, Le qualità formali, pp. 45-46.

12 Secondo Georgi Schischkoff, il merito di Ehrenfels fu di avere inventato le qualità figurali nel dominio della

percezione [Philosophisches Wörterbuch, Stuttgart, Kröner, 1965].

13EHRENFELS,Christian von, Le qualità formali, pp. 51-52. 14 EHRENFELS,Christian von, Le qualità formali, p. 55.

Tutto quello che valeva per le melodie (indipendenza dall’altezza assoluta del suono, riproducibilità nella memoria anche con un’imperfetta capacità di tenere a mente altezze assolute di suoni) vale pari pari per l’armonia ed il timbro, che quindi si devono concepire come qualità formali. A questo riguardo è degno di nota che le qualità formali a volte si spingono a tal punto in primo piano, cioè si impongono talmente alla nostra attenzione, che risulta difficile scomporre in elementi il loro fondamento. Questo vale nella misura più ampia per il timbro, ma spesso anche per quegli impasti sonori che in genere si suole chiamare accordi. Intanto entrambi i fenomeni (risultando da cause fisiche uguali) si assomigliano psichicamente e non possiedono un confine netto, ma passano l’uno nell’altro.15

Egli annota il ruolo svolto dalla memoria nella percezione delle qualità figurali: Le qualità formali, come abbiamo già messo in evidenza in campo musicale e acustico (come peraltro si può facilmente mostrare anche in campo visivo e negli altri campi sensoriali) si fissano nella nostra memoria molto più facilmente delle proprietà degli elementi semplici. La maggior parte delle nostre associazioni è una conseguenza delle qualità formali.16

Nel caso già ricordato delle melodie non basta ascoltare le note eseguite attualmente; anzi per formare nella coscienza il fondamento della forma sonora temporale, le note già eseguite devono essere ricordate per un arco di tempo piuttosto ampio.17

Ehrenfels riteneva che le qualità figurali non fossero percepite dai sensi e che non comportassero alcuna attività consapevole del soggetto. L’insieme degli stimoli avrebbe potuto quindi costituire la base fisiologica per l’emergere di un nuovo elemento mentale; non ogni insieme di stimoli sarebbe in grado di generare una qualità gestaltica, in quanto le informazioni sensoriali dovrebbero avere determinate caratteristiche per mettere in grado il cervello di evocare passivamente il nuovo elemento mentale.

Con ciò noi arriviamo alla conclusione che le qualità sono date psichicamente contemporaneamente al loro fondamento, senza una attività speciale diretta su di esse.18

Come riconosciuto da Edwin Boring, l’Ehrenfels del 1890 rimaneva pur sempre elementista19;

difatti egli aggiunse agli elementi primari degli elementi secondari, considerando le proprietà degli interi come se fossero aggiunte alle parti delle quali gli interi sono fatti. La psicologia elementistica cercava di intendere la natura dei processi psichici in termini di atomi dell’esperienza mentale e di presunte leggi di combinazione che avrebbero governato questi atomi. Per Ehrenfels le

15EHRENFELS,Christian von, Le qualità formali, pp. 52-53. Come rilevato da Giovanni Piana nel 2003 nel suo

articolo La qualità ghestaltica in von Ehrenfels [disponibile in edizione digitale all’indirizzo http://www.filosofia.unimi.it/piana/ehrenfels/ehrenfels.htm], alla base di questo passo “sta certamente il terreno delle spiegazioni fisiche, più che quello delle considerazioni fenomenologiche”; il timbro viene da Ehrenfels considerato una Gestalt i cui singoli fondamenti resterebbero perlopiù inavvertiti.

16 EHRENFELS,Christian von, Le qualità formali, p. 66. 17 EHRENFELS,Christian von, Le qualità formali, p. 70. 18 EHRENFELS,Christian von, Le qualità formali, p. 70.

19 BORING, Edwin Garrigues, A History of Experimental Psychology, Appleton-Century-Crofts Inc., New York,

Gestaltqualitäten non sono interi che abbracciano i loro fondamenti, ma oggetti addizionali unitari esistenti a lato degli elementi con cui vengono associati. Le percezioni sono basate su qualcosa che oltrepassa le sensazioni individuali. La Gestaltqualität è quindi qualcosa di nuovo in relazione agli elementi costitutivi, che esiste a fianco alla loro combinazione, ed è da questa distinta come qualcosa che vi si aggiunge dall’esterno. Ehrenfels non rinuncia all’ipotesi di costanza e ritiene opportuno venire a capo delle proprietà che caratterizzano l’essere insieme di una molteplicità di elementi sensibili senza presupporre che i singoli elementi che lo compongono vengano modificati. Pur mettendo in discussione la concezione additiva della composizione unitaria, il modo dell’unificazione e il rapporto che lega i Fundamente alla Grundlage è sempre scandagliato sotto la concezione per la quale alla base dell’esperienza vi sono gli elementi e i complessi debbono poter essere sempre analizzati in elementi semplici.

Nell’ultima parte del suo scritto Ehrenfels sottolinea l’importanza del fenomeno della relazione, considerato come caso particolare che ricade sotto il concetto di qualità figurale, in quanto “legato a un complesso rappresentativo nella coscienza i cui elementi possono essere rappresentati indipendentemente”. Per la relazione Ehrenfels ammette una certa attività della psiche, non per produrre la qualità figurale, ma solo per conferirgli una qualificazione.

Vale certamente l’enunciato che essa [la relazione] si realizza non20 senza il nostro

proprio intervento, non senza l’attività specifica del confrontare. Noi ci troviamo in accordo con Lotze e perlomeno non in contrasto con Meinong (a cui noi siamo debitori dell’approfondita trattazione del problema della relazione) quando guardiamo il confrontare come un “errare dello sguardo mentale” dall’uno all’altro dei fondamenti del confrontare.21

Un’ultima considerazione riguarda le qualità figurali di ordine superiore (Gestaltqualitäten höherer Ordnung)22, i cui fondamenti sono costituiti da qualità figurali inferiori. Sono le stesse Gestalten a combinarsi insieme perlopiù in presenza di qualità figurali originate a partire da fondamenti simultaneamente appartenenti a più campi sensoriali.

Le qualità formali di ordine superiore […] nascono nelle rappresentazioni relazionali prodotte dal reciproco confronto di qualità formali. […] Ci si chiede cioè se […] anche parecchie melodie, contemporanee (in brani polifonici) o successive, o anche in collegamento con un movimento visivo, possano dare come risultato delle qualità formali di ordine superiore.23

Ehrenfels riconosce un’altra funzione per le qualità figurali, ovvero l’attitudine a cogliere le somiglianze.

20 Il non è stato da me aggiunto perché aderente alla lettera del testo originale tedesco: „Von jener gilt

bestimmt der Satz, dass sie nicht ohne unser eigenes Zuthun, ohne die eigenthümliche Thätigkeit des Vergleichens zu Stande komme“.

21 EHRENFELS,Christian von, Le qualità formali, p. 59.

22 Verosimilmente Ehrenfels aveva adottato questa terminologia traendola dalla trattazione del “Systeme C”

esposta da Avenarius nel primo volume della sua Kritik der reinen Erfahrung (1888); il riferimento però al termine “ordine superiore” era da ricondursi esplicitamente alla Vorschule der Ästhetik di Fechner del 1876. Una traccia della qualità figurale di Ehrenfels per contro pare essere stata impressa da Avenarius nel concetto di “Tote Werte” esposto nel secondo volume della Kritik (1890) e in seguito rimeditato da Joseph Petzoldt (1900).

Così per es. noi riconosciamo il compositore di una melodia per la somiglianza con altre sue melodie conosciute, senza essere in grado di indicare dettagliatamente in che cosa si somigliano. Così noi riconosciamo un membro di una famiglia dalla somiglianza che il suo aspetto fisico complessivo, il suo Habitus, presenta con gli altri membri; tale somiglianza si oppone spesso ad un’analisi che metta in luce l’uguaglianza tra i singoli elementi.24

La vastità dei temi richiamati, originati anche dalle riflessioni di Brentano nel campo dell’ontologia del pensiero e suscitati dal suo concetto di relazione di dipendenza tra costituenti psichici, fecero sì che la proposta di Ehrenfels del 1890 inaugurasse una vera e propria epoca di ricerche teoretiche e empiriche sull’esistenza e la natura delle qualità figurali, stimolando l’indagine descrittiva e quella genetica verso nuove direzioni.

5. Le Komplexionen und Relationen di Alexius Meinong

(1891).

Nell’autunno del 1882 Alexius Meinong (∗ Lemberg, 17 luglio 1853; † Graz, 27 novembre 1920) si era trasferito da Vienna, presso la cui università aveva tenuto corsi di filosofia e di psicologia in qualità di Privatdozent a partire dal 1878, a Graz per ricoprire l’incarico di Professor

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