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Le Komplexionen und Relationen di Alexius Meinong (1891) »

Nell’autunno del 1882 Alexius Meinong (∗ Lemberg, 17 luglio 1853; † Graz, 27 novembre 1920) si era trasferito da Vienna, presso la cui università aveva tenuto corsi di filosofia e di psicologia in qualità di Privatdozent a partire dal 1878, a Graz per ricoprire l’incarico di Professor Extraordinarius e dove insegnò sino al 1907. Meinong dovette attendere sette anni prima di conseguire la promozione da parte del Ministero a professore Ordinarius, in ragione di una sua presunta attività di simpatizzante verso organizzazioni nazionaliste tedesche; il ritardo gli procurò un allontanamento temporaneo dalla cerchia degli allievi di Brentano, con il quale i rapporti si deteriorarono dopo la pubblicazione nel 1890 della Logik redatta insieme con Alois Höfler, accusata da Anton Marty dell’inclusione di alcune idee del maestro senza esplicito riferimento.

Nell’articolo Zur Psychologie der Komplexionen und Relationen pubblicato nel 189125, Meinong recensì il saggio di Ehrenfels riconoscendo il significativo contributo recato dall’allievo nell’aver richiamato l’attenzione sul peculiare carattere unitario della melodia e più in generale dei complessi, sottoponendo la materia ad una propria reinterpretazione e proseguendo l’indagine già intrapresa da Brentano sui rapporti di dipendenza tra i contenuti di rappresentazione. Meinong aderì alla critica che Ehrenfels aveva rivolto al tentativo di Mach di ridurre la melodia a sensazioni semplici, ma non condivise affatto l’idea di una apprensione immediata della melodia, cioè non richiedente alcuna attività psichica di comparazione o astrazione. Scorgendo un ingiustificato

richiamo a realtà extrapsicologiche26, Meinong lamentò preliminarmente una certa inadeguatezza

nelle scelte terminologiche di Ehrenfels e propose di denominare fundierende Inhalte (contenuti fondanti) le Grundlagen (fondamenti) di Ehrenfels e fundierte Inhalte (contenuti fondati) le qualità figurali. I contenuti fondati venivano poi distinti in relazioni e complessioni, queste ultime intese come insieme dei fondamenti e delle relazioni intercorrenti tra gli stessi. Meinong precisò che non può esistere alcuna relazione senza complessione, ma al tempo stesso non vi sono complessioni le cui parti costituenti non siano in relazione almeno l’una con l’altra.27

Meinong aveva già approfondito il problema delle relazioni negli Hume-Studien II: Zur Relationstheorie del 1882, durante il periodo in cui Ehrenfels era suo studente a Vienna, nei quali si

faceva riferimento agli antecedenti lavori di Rudolph Hermann Lotze (∗ Bautzen, 21 maggio 1817;

† Berlin, 1° luglio 1881), sotto una prospettiva interamente logico-teorica. Meinong allora aveva considerato le relazioni come costrutti psichici, perlopiù connessi ad atti di comparazione, come nel caso delle relazioni di somiglianza e differenza, logicamente dipendenti dall’esistenza di Fundamenten.28

25 MEINONG, Alexius, Zur Psychologie der Komplexionen und Relationen, in «Zeitschrift für Psychologie und

Physiologie der Sinnesorgane» 2, pp. 245-265.

26 MEINONG, Alexius, Zur Psychologie der Komplexionen und Relationen, p. 252: „Ich weiſs einen Leser des

vorliegenden Aufsatzes, der hinter den „Gestalt-Qualitäten“ objektive, auſserpsychische Realitäten vermutete“.

27 MEINONG, Alexius, Zur Psychologie der Komplexionen und Relationen, p. 254: „also keine Relation ohne

Komplexion. Aber auch keine Komplexion, deren Bestandstücke nicht mindestens insofern zueinander und zur Komplexion als Ganzem in Relation stünden, daſs sie eben Teile dieses Ganzen ausmachen“. Questa presa di posizione prelude alla formulazione del principio di coincidenza parziale (Parzialkoinzidenz), punto fermo del suo pensiero in epoca più matura (1896-1899).

28 MEINONG, Alexius, Hume-Studien II: Zur Relationstheorie [in «A. Meinong’s gesammelte Abhandlungen»

Nel saggio del 1891 Meinong estese l’analisi delle relazioni all’esperienza della melodia, mostrando come la stessa fosse evidentemente dipendente dai suoi fondamenti, pur non potendo essere adeguatamente descritta o compresa in termini di suoni considerati individualmente o come

mera serie. Richiamandosi alle idee esposte da Stumpf nel secondo volume della Tonpsychologie29,

Meinong mostrò come la simultaneità del contenuto fondato e di quelli fondanti generasse i presupposti per una loro fusione (Verschmelzung) o per una relazione simile. Più la fusione era stretta più difficile era isolare le parti componenti e pensare alla relazione esistente tra loro.30 Meinong precisò inoltre che tanto più il soggetto deve contribuire con le proprie risorse per dar luogo al contenuto fondato, più naturalmente i fondamenti potranno essere espressi con un termine di relazione31, ipotizzando una sorta di scala articolata in gradi di sforzo necessario all’evocazione della complessione. Ehrenfels aveva insistito nell’evidenziare come la melodia fosse percepita con un atto immediato, senza speciale attività indirizzata su di essa, nella convinzione che l’introduzione dell’attività della mente avrebbe finito col distruggere il carattere positivo sensibile della melodia stessa, che sarebbe diventata nient’altro che una produzione soggettiva. Meinong suggeriva invece che nel cogliere una melodia fosse importante non solo ciò che viene sentito e riprodotto, ma anche che ciò che appartiene a un insieme rimanga unito; ad esempio certi suoni entrano a far parte della complessione che viene fondata, ma non quelli che precedono o seguono o che vengono dati simultaneamente.32 Se un certo suono è legato al precedente e al seguente, allora vi sarebbero ragioni obiettive (objektiven Anlässen) per le quali questi suoni sono raggruppati e questa è la condizione primaria per la quale può emergere il contenuto fondato, dato nella frase musicale. Perciò l’immediatezza della percezione melodica viene ritenuta da Meinong come dipendente da un’attività relazionale (beziehender Thätigkeit), relativamente più immediata che l’apprensione di una relazione. In altri termini, la percezione di una melodia richiede meno attività mentale di quella richiesta dall’apprensione di una relazione. Mentre per Ehrenfels la qualità figurale è qualcosa di effettivamente percepito, per Meinong la complessione è prodotta dall’osservatore, il quale è attivamente coinvolto. Questo diverso punto di vista ha implicazioni anche riguardo ai fenomeni di somiglianza e differenza che Ehrenfels aveva spiegato attraverso l’agire della qualità figurale; per Meinong invece essi si basano sulla produzione interna di una nuova entità psichica, attraverso la comparazione di due fondamenti in relazione l’uno con l’altro.

In conclusione, l’intento di Meinong di chiarire le modalità di percepire la melodia, conciliando l’immediatezza pura dell’apprensione dei suoni con l’apprensione della melodia (richiedente la mediazione di certi atti mentali di raggruppamento dei suoni) sembra non

daſs es keine Relation geben kann ohne Fundament, oder genauer, ohne zwei Fundamente. Diese Fundamente können selbst Relationen sein, man kann ja auch Relationen vergleichen, und vielleicht könnten auch diese verglichenen Relationen wieder Relationen zu Fundamenten haben“.

29 Da Meinong recensito nello stesso anno nel «Vierteljahrsschrift für Musikwissenschaft» 7, pp. 429-440. 30 MEINONG, Alexius, Zur Psychologie der Komplexionen und Relationen, p. 259: „Nachdem Stumpf in meines

Erachtens völlig überzeugender Weise auf die Thatsache der Verschmelzung zweischen gleichzeitig gegebenen Inhalten sowie auf die dabei vorkommenden graduellen Verschiedenheiten aufmerksam gemacht hat, liegt angesichts der Simultaneität der fundierten mit den fundierenden Inhalten nichts näher, als auf Verschmelzung oder ein derselben ähnliches Verhältnis zwischen ihnen gefaſst zu sein“.

31 MEINONG, Alexius, Zur Psychologie der Komplexionen und Relationen, p. 260: „je mehr dagegen das Subjekt

gleichsam aus Eigenem hinzuthun muſs, damit der fundierte Inhalt auftritt, desto natürlicher mag sich der Anteil der Fundamente durch einen Relations-Terminus ausdrücken lassen“.

32 MEINONG, Alexius, Zur Psychologie der Komplexionen und Relationen, p. 261: „Bei Auffassung einer Melodie

kommt es nicht nur darauf an, zu hören und zu reproduzieren, sondern auch darauf, daſs das Zusammengehörige beisammen bleibt, d. h. wohl, daſs nur gewisse Töne in eine fundierende Komplexion zusammentreten, nicht aber was vorhergeht, folgt oder etwa noch gleichzeitig gegeben ist“.

dissolvere le ambiguità già contenute nel saggio di Ehrenfels; inoltre sotto il profilo dell’ontologia non viene chiarito ancora se la melodia sia qualcosa di meramente psichico al pari di un’idea o se invece debba trovare un referente fisico reale, al pari di quello delle rappresentazioni dei singoli suoni.

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