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I presupposti teorici della visualizzazione

Nel documento Lo strategizing in contesti complessi (pagine 78-81)

1.5 La narrazione e la visualizzazione a supporto dello strategizing

1.5.4 I presupposti teorici della visualizzazione

Nell’ultimo decennio si è assistito ad un’intensa proliferazione di studi e ricerche che hanno analizzato i ruoli di alcuni strumenti per la formula-zione strategica, osservati mediante le nuove sensibilità messe in campo dall’approccio practice-based. Emergono ricalibrature delle impostazioni tradizionali che portano alla luce nuovi ruoli degli strumenti di analisi strategica nella composizione e riconfigurazione delle pratiche strategi-che (Jarzabkowski e Kaplan 2015). Osservati nel dinamismo processuale, gli strumenti sono elevati al ruolo di agenti e s’inseriscono perciò con modalità attive e condizionanti nella configurazione e trasformazione dell’azione strategica. Il rifiuto dell’idea che la definizione di ciò che uno strumento è in grado di fare sia collocata nello strumento stesso (essenza), determina un radicale cambiamento di prospettiva per l’ana-lisi strategica e consente di riconoscere l’importanza di nuove pratiche strategiche. Tra queste, la visualizzazione strategica sembra presentare profili d’interesse per affrontare la complessità costitutiva del processo di formulazione strategica e per dare identità e confini ai collegamenti tra soggetti e oggetti, e ai processi successivi di riconfigurazione della pratica. Di essa si evidenziano le caratteristiche di strumento di rappre-sentazione del pensiero strategico, individuale e collettivo, ovvero di pra-tica sociale che interviene nella formulazione della strategia in contesti complessi (Zanin, Bagnoli e Massaro 2013).

28 Per Hansen e Khanweiler le storie permettono di: «trasmettere aspettative di comporta-mento, stabilire ordine all’interno di tutte le società […] e per questo motivo possono essere considerate come vere e proprie leggi […] che servono come guida comune per influenzare il comportamento e gli atteggiamenti che influiscono sulle prestazioni dell’organizzazione […] sono usate per il controllo politico e per esercitare influenza sugli atteggiamenti degli individui» (1993, 1391).

La disciplina sulla visualizzazione strategica si presenta oggi come un campo di ricerca non ancora perfettamente strutturato, ma che ha trovato sistematiche applicazioni nell’ambito dell’interazione uomo-computer, della progettazione grafica, degli studi architetturali e delle riunioni su tematiche strategiche nelle aziende (Lengler e Eppler 2007, Kaplan 2011). I risultati delle prime ricerche empiriche sembrano confermare la pre-senza di differenti impostazioni sul tema che traggono ispirazione dal dibattito sul rilievo del riferimento alla pratica per qualificare la natura dei fenomeni economici. Il loro approfondimento è utile non solo per la messa a sistema di una visione d’insieme, ma anche per esplicitare il con-tributo che le differenti impostazioni sono in grado di offrire su questo tema, proposte in alternativa ovvero in complementarietà.

Una prima impostazione sulla visualizzazione strategica fa riferimen-to all’approccio strutturalista per cui l’oggetriferimen-to di analisi è costituiriferimen-to da entità con caratteri definiti e predeterminati che producono effetti per l’azione secondo forme deterministiche (self-action). L’aderenza all’ap-proccio strutturalista è d’ispirazione per i lavori che guardano alle mol-teplici forme di rappresentazione visiva come strumento tecnico che, in forza delle sue proprietà costitutive, è capace di generare un contributo tangibile alla formazione della strategia. Di quest’ultima si esaltano i caratteri cognitivi riducendola, di fatto, a un’attività di riflessione su base prevalentemente individuale. Essa è osservata come un oggetto di cui non interessa cogliere la dinamica costitutiva ma, in forma minore, le potenzialità di miglioramento. Le ultime sono ricercate proprio negli effetti sull’apprendimento generati dall’uso di strumenti di supporto di-rezionale tra i quali si collocano anche gli strumenti di visualizzazione e, in particolare, le immagini e le rappresentazioni grafiche. Esse inter-vengono soprattutto nei processi d’intuizione e d’interpretazione e sono qualificate dalla prevalenza di risvolti sul piano dell’apprendimento in-dividuale (Crossan, Lane e White 2009).

Una seconda impostazione dà rilievo all’interazione tra entità per la produzione di effetti sul processo di formulazione strategica. Si passa dalla centralità riconosciuta alle proprietà essenziali della singola entità, all’interazione tra entità diverse (inter-action). L’aderenza a tale approccio qualifica i lavori che osservano gli strumenti di supporto direzionale in chiave strategica non tanto nella loro veste tecnica, quanto nella capacità di favorire collegamenti tra soggetti, allargando così i confini che deli-mitano la figura del decisore. I collegamenti e le loro ramificazioni nel corso del tempo sono la chiave d’accesso per l’inserimento attivo di altri soggetti nel processo. L’introduzione di nuovi soggetti diventa un punto centrale per catturare al meglio l’origine costitutiva dei fenomeni e per cogliere aspetti della trasformazione dinamica della loro essenza. Tale impostazione è ripresa anche dagli studi sulla visualizzazione strategica per evidenziare l’interesse verso la ricerca di un più esplicito raccordo

con la qualificazione collettiva della struttura agenziale che contribuisce in modo attivo alla produzione di qualificazioni concrete del processo (Osterwalder, Pigneur e Clark 2010). Come nella prima impostazione, la lettura del processo di formulazione strategica avviene mediante l’a-dozione di una chiave interpretativa che esalta la dimensione cognitiva e l’apprendimento. Il contributo della struttura collettiva di soggetti in interazione è approfondito nella produzione di effetti per il miglioramento dell’attività di riflessione attraverso l’integrazione delle basi cognitive (Crossan, Lane e White 1999). Tali effetti sono originati dall’impiego di strumenti di visualizzazione, in particolare le mappe cognitive. A diffe-renza della prima impostazione, il fattore costitutivo del processo non è la singola entità/soggetto, bensì la struttura collettiva di entità/soggetti legati assieme da interazioni multiple attraverso la mediazione offerta dallo strumento di visualizzazione.

Infine, una terza interpretazione conduce verso il riconoscimento espli-cito della natura dinamica e fluida del processo di formulazione strategi-ca. L’immagine che cattura il senso della fluidità temporale, spaziale e di associazione tra soggetti diversi è quella di pattern. Essa fa emergere la trasformazione come carattere costitutivo del processo di formulazione della strategia. Questo per l’interesse a cogliere il divenire processua-le, anziché far prevalere letture statiche, al meglio rese dinamiche dal ricorso alle riqualificazioni assunte in momenti temporali differenti. Il progressivo ma inesorabile avanzamento del processo stimola a identi-ficare modalità utili per cogliere la natura dinamica della generazione. Anche se ciò pone problemi non secondari nella definizione dell’unità di analisi che non può essere racchiusa entro categorie e classificazioni delimitate ma, viceversa, va considerata come una sorta di continuum. Coerentemente con tale impostazione, il ruolo degli strumenti di supporto in chiave strategica assume connotazioni differenziate. Da funzioni di razionalizzazione del pensiero strategico e di connessione tra soggetti per il potenziamento dello sforzo cognitivo, si passa a funzioni generative, cioè di contributo attivo alla formazione del processo. Si sposa così l’idea della simmetria agenziale tra soggetti e oggetti e si riconosce esplicita-mente anche agli ultimi un potenziale generativo per la fluidità costituti-va del processo. Tale potenziale è analizzato anche con riferimento agli strumenti di visualizzazione che sono quindi osservati nella loro veste di strumenti epistemici (Ewenstein e Whyte 2009).

Tabella 3. Strumenti di visualizzazione strategica e effetti sulle decisioni

Presupposti Determinanti Effetti Livello Strumento Ruolo strumento Self-action Proprietà costitutive dello strumento Intuizione e

interpretazione Individuale Rappresentazione per immagini Oggetto tecnico

Inter-action Associazioni

di soggetti Integrazione basi cognitive Gruppo Mappe strategiche Oggetto di confine

Pattern Inserimento

attivo nel processo

Generazione

Socio-materiale Tutti gli strumenti che contribuiscono alla dinamica processuale

Oggetto epistemico

Nel documento Lo strategizing in contesti complessi (pagine 78-81)