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Idee e ten denze.

Nel documento Discorsi parlamentari (pagine 136-142)

Perchè qui si tratta, onorevoli colleghi, di ind ag are e conoscere idee e tendenze dal Governo circa il problema fondamentale e generale della ricostruzione economica del Paese considerata in rapporto a una politica dei lavori p u b ­ blici che la prom uova e la secondi.

Si tratta, innanzi tutto, di valutare la nozione che il Governo ha dei bisogni nazionali che è chiamato a s o d d i­ sfare, in così vasto campo,* in così complessa materia.

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ha del suo mandato e del suo compito, sia quanto alle mète prossime e remote che crede di dover fissare ed attingere, sia quanto ai me2:zi immediati e mediati che pensa di pro­

curare ed adoperare. ,

Si tratta, insomma, di sapere se il Governo ha un pro­ gram m a suo proprio; e se esso — quale risulta dalle cifre che ci sono presentate — risponda alla necessità del Paese, in ansia di restaurazione, di ricostruzione, di rinnovamento. (.A p p ro v a zio n i).

11 P residente del Consiglio, pertanto, non credette neces sario ed opportuno tracciare o accennare un a linea direttiva od una di politica di lavori pubblici facendo alla Camera le “ comunicazioni del Governo ed il ministro competente, alla sua volta, lasciò indebitato il bilancio, già ammannito dagli uffici del Dicastero, ripetendo, a n c h e lui, per suo conto: “ Parole non ci appulcro !

Sicché le cifre debbono parlarci, sole. E, ccme si sa lo possono — ed eloquentemente ! — q u an d o chi ce le offre ci ricordi: ; dov’ è chiara la lette a non fare oscura glo ssa! „.

Avremmo, veramente, da ritenere docum ento delle in­ tenzioni del Gabinetto in materia di lavori pubblici quel- 1’ “ ordine del giorno „ che l’onorevole De Vito brandì, come una lama lucente, in nome della democrazia, un a e bina, alla vigilia della crisi, e che la candida fiducia del collega onorevole Vairo illustrò con una lettera introduttiva e di p ro ­ paganda, specie nelle nostre contrade. Ma di quell’ “ ordine del g io rn o ,,, del resto già sospetto per la conseguita appro vazione all’ unanim ità — la quale è la corona che si offre alla memoria di u n ’ idea, che, a parole, può bene esser di tutti, perchè, coi fatti, non sarà forse di nessuno! — di quel

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l’o rd in e del giorno, dico, non si e b b e r o notizie, d a q u a n d o l’onorevole De Vito, la s c ia n d o la te r r a fe rm a di Pallazzo S a n

Silvestro, preferì “ fare ala dei remi al folle volo e t e n ­

tare l’infinita a z z u rrità del, m are, p e r s u a s o eh ? “ navigare necesse est...(Ilarità).

Sicché, am oto ludo d o b b ia m o , onorevoli colleghi, rid u rc i e s trin g erci al bilancio.

Il bilancio.

E sa m in ia m o , d u n q u e , a g r a n d i linee, il bilancio dei lavori p ubblici, e in teg riam o il n o s tro studio, n o n solo d e r iv a n d o elementi d a o p p o r tu n i confronti con gli esercizi a n terio ri e t r a e n d o note dalle risu lta n z e dei re sid u i delle p re c e d e n ti g e ­ stioni nei ra p p o rti del p assato , m a r i c o r d a n d o autorizzazioni delib erate ed im p eg n i a s s u n ti, a breve o lu n g a sc a d e n z a , nei ra p p o rti d eira v v e n ire: sicché, al di là della stretta c o m ­ petenza, risulti, se cosi p u ò dirsi, più com pleto, l’asp e tto fi­ n anziario del p ro b le m a , che ci o cc u p a , nella s u a vasta c o m ­ plessità.

Rilievi e confronti.

A chi r i g u a r d i, in n a n z i tutto, il preventivo di q u e s to esercizio — a fine di c o n o s c e r e q u a le sia la effettiva d i s p o ­ nibilità di fondi p er nuove o p e re p u b b lic h e d a e se g u ire — la so m m a totale degli stanziam enti di lire 1.444.266.827,31 a p p a r is c e su b ito rid o tta a m en o della metà.

E, a p ro p o sito di q u e s ta cifra, giova - com e in p a r e n ­ tesi avvertire c h e non è a n c o r a in terv e n u ta la n o ta di variazione, che, in d ip e n d e n z a del Regio decreto 29 g e n n a io 1922, a v r e b b e già dovuto, s e c o n d o la relazione del collega onorevole Ciappi, d ic h ia r a r e ridotti a 135 i 4 0 8 milioni e

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870 mila lire di “ s u s s id i a pubblici servizi di t ra s p o rto sicché noi siam o chiam ati a d a p p r o v a r e u n bilancio non

an c o ra form alm ente variato — come ci si a n n u n z ia in

lire 1.130.396.827,31, ma q u ale fu p re se n ta to col diseg n o del 26 n o v e m b re 1921.

P e rta n to , tutta la s p e s a — d etratta quella che ha rife­ rim ento con l’azie n d a ferroviaria in lire 300.150,000 — p u ò , p er la n o s tra in d a g in e , div idersi in d u e g ra n d i rep arti :

quello, cioè, degli stanziam enti p e r i lavori pubblici e quello

degli stanziam enti dei lavori p u b b l i c i : l’ u n o in cui tro v an o posto le s p e se g en e ra li d a so s te n e re a c a u s a dei lavori, l’altro che c o m p r e n d e la so m m e d a s p e n d e r e effettivamente in lavori.

Il p rim o c o m p r e n d e poco più di mezzo miliardo; il se ­

c o n d o poco m eno di seicento milioni, in cifra tonda.

Chi, poi, onorevoli colleghi, voglia, più specificam ente, analizzare le cifre sottoposte al n o s tro esam e, o s s e rv a , da u n lato, che, per i così detti servizi di ca ra tte re p erm an en te, la disp o n ib ilità si r id u c e a lire 332.9774.87, distinta in lire 105.466.357 p er lavori o rd in a ri, e lire 2 2 7 .511.130 p e r lavori s tr a o r d in a r i (i quali ultimi costituiscono e r a p p r e s e n t a n o il vero in c re m e n to a n n u a l e delle o p e re ); e trova, d ’ altro lato, c h e lire 257.786.585 s o n o individuate p er regioni, in virtù di leggi speciali (C alab ria, Basilicata, Puglie, Venezia, S a r ­ degna). o s o n o co n c e sse per c o n tin g e n z e s tr a o r d in a r ie ( a llu ­ vioni, frane, d a n n i di g u e rra ).

R ich iam an d o , ora, le cifre che costituiscono, nel c o rre n te esercizio, il r e p a rto delle so m m e da s p e n d e r e effettivamente in lavori, e r i c o r d a n d o , insiem e, se n z a lusso di particolari, il prim o bilancio di g u e r r a ; si ha che i seicento milioni,

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centotredici milioni, con lo s te s s o m etodo d e p u r a t i nel 1915 -1 6 .

S ic c h é è agevole v enir, subito, a u n a p rim a ovvia c o n ­ clu sio n e : che, cioè, gli elementi finanziari raccolti non p r o ­ m ettono e g a r a n tis c o n o m a g g io re e s te n s io n e e migliore in ­ ten sità di o p e re : p e rc h è , nella più favorevole delle ipotesi, con l’attuale capacità di a c q u isto della m o n eta e q u in d i c o n gli attuali prezzi di materiali e m a n o d ’ o p e ra , s a r e m o in g r a d o di e s eg u ire u n .piano a n n u o di lavori a p p e n a u g u a le a quello c h e eseg u iv a m o nel p e rio d o a n te rio re alla g u e r r a .

B a s te re b b e — io c re d o — q u e s to solo dato, p e r fare giustizia so m m a ria di tutte le illusioni c h e si v a n n o c r e a n d o con leggi di favore, tanto più l a r g h e di p r o m e s s e q u a n t o

m eno capaci di a d em p im en to .

Residui, variazioni ed oneri.

Se g u a r d ia m o , inoltre, il c o n to dei re sid u i, troviam o che, agli accresciuti stanziam enti nei preventivi, c o r r i s p o n ­ d o n o a u m e n ta ti resid u i nei c o n su n tiv i, in c o s ta n te p r o g r e s ­ sione: dai 284 milioni del 1916-17 ai 316 milioni del 1 9 1 7 -1 8 ,

ai 408 milioni del 1918-19, e, finalm ente, ai 750 milioni

del 1919 -2 0 .

Q u e s ta s e c o n d a c o n s tatazio n e ci a u to iiz z a a c o n f e r m a r e , subito, un altro a s s u n to : che, cioè, i fondi disponibili — a n c h e q u a n d o , come poco fa dicevam o, s ia n o s c a rs i in relazione ai reali bisogni — n o n a r r iv a n o a s p e n d e r s i c h e lim itata- m ente. S icch é m a n c a la n e c e s s a ria facoltà di a s s o rb im e n to negli o rg an i dell’ A m m in istrazio n e, p e r m odo c h e alle defi­ cienze finanziarie si a g g iu n g o n o quelle tecniche di o r g a n i z ­ zazione.

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F erm a n d o c i al co rso della gestione dell’ ultimo bilancio 1 921-22, ci p a r e notevole c h e e sso su b ì, in m eno di otto mesi, 30 modifiche, con 30 variazioni, p e r il com plessivo am m o n ta re di 600 milioni di lire, su 900 milioni o r i g i n a r i a ­ m ente previsti. 11 qual terzo rilievo attesta in d e c isio n e di metodi o p erp lessità di direttive, m u ta r di propositi o im ­ precisione di mèta: elementi tutti c h e d ic h ia ra n o m an ch ev o le o la nozione dei bisogni o la valutazione dei mezzi, la c o ­ scienza di com pito o la ch ia re z za di scopi.

C alco lan d o in fine, gli o n e ri di s p e se a s s u n t i coi 40 provvedim enti varii, c h e si a d o tta ro n o dall’armistizio a d oggi — cioè, dal decreto luogotenenziale 17 n o v e m b re 1918, a! Regio decreto del 1° febbraio 1922 — si a p p r e n d e che fu ro n o con cessi, p er ferrovie, 581 milioni 7 5 0 mila lire, ed autorizzati, per s p e se varie, 3 miliardi 135 milioni 583 mila lire, dei quali 2 miliardi 618 milioni 83 mila lire fu ro n o iscritti in bilancio e 517 milioni 500 mila lire rim asero se n z a s t a n z ia ­ menti.

Q u e sto dato — m en tre r ib a d is c e il concetto , in n a n z i es p re s s o , relativo alle variazioni, e m ostra se e fino a che p u n to il bilancio sia e p o s s a dirsi com prensivo, non già di tutte le reali esigenze, m a a lm e n o di tutte le s p e s e re g o la r­

m ente d eliberate q u e s to dato, dicevo, ci s o c c o rre rà, nel

p ro c e d e re alla valutazione g e n e ra le dei bisogni accertati; nel fare il conto com plessivo dei prezzi delle o p e re c h e a quei b isogni d e b b o n o r i s p o n d e r e ; per p ro sp ettarci e p r o p o rre , finalm ente, nella s u a am piezza e nella su a integrità, con le s u e cifre e nei suoi term ini, il pro b lem a della r ic o s tru z io n e economica del P aese, sotto il profilo fin anziario, che, in q u e ­ sta sede, ci occu p a.

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ter e s s e r e o ra rip a ra tric e e di r in n o v a m e n to , deve e s s e re o ra di sin c e re revisioni e di utili a m m e n d e — con tali n e c e s ­ s arie p rem esse, giova asc o lta re la voce d ell’an im a p ro fo n d a delle nazioni, ra cco g liern e la p r e c is a volontà di vita; s e c o n ­ d a re il fervido ritmo degli spiriti in risveglio; s e g n a r e , con q u e s te scorte, u n a via al n o s tr o cam m ino; mettere, in fo n d o a q u e s ta via, u n a mèta, s a p e n d o quel c h e siam o e q u e l che p o ssiam o , a ffe rm a n d o q u el c h e vogliamo e q u el c h e d o b ­ biam o essere.

Nel documento Discorsi parlamentari (pagine 136-142)

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