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3. METODOLOGIA DI LAVORO:

3.3 IHE (Integrating the Healthcare Enterprise)

IHE è un'iniziativa che si propone di sviluppare l'integrazione tra i diversi sistemi informativi sanitari. L'iniziativa IHE, nata negli Stati Uniti nel 1998 a opera di RSNA e HIMSS (Radiological Society of North America e Healthcare Information and Management Systems Society), si propone di definire in maniera chiara come gli standard esistenti (in particolare DICOM e HL7) dovrebbero essere utilizzati dai diversi sistemi informativi per realizzare tra loro un'efficace integrazione.

Lo scopo di IHE è quello di assicurare che, nella cura dei pazienti, tutte le informazioni richieste per le decisioni cliniche siano corrette e facilmente reperibili da parte delle varie figure professionali coinvolte. IHE, comunque, non vuole definire un vero e proprio standard di comunicazione, bensì quello di costruire un linguaggio univoco, eliminando le possibili ambiguità tra gli standard esistenti. Nello stesso tempo IHE vuole essere un ambiente di riferimento sui problemi d’integrazione tra i diversi sistemi informativi e le apparecchiature elettromedicali. Perciò è necessario un aggiornamento continuo e la collaborazione aperta tra produttori e utilizzatori.

Technical Framework" che viene poi regolarmente aggiornato. In questo documento sono definite specifiche implementazioni degli standard esistenti in determinate aree, allo scopo di ottenere adeguate condivisioni delle informazioni mediche.

Un aspetto molto importante dell'iniziativa IHE è rappresentato dai test sperimentali che periodicamente vengono effettuati nell'ambito di specifiche sessioni, dette Connect-a-thon, cui partecipano le realtà che aderiscono a IHE. Durante un Connect-a-thon si costruisce una rete tra diversi sistemi medicali e si verifica che questi si integrino correttamente nello scambio di dati comuni, in quelle che vengono definite 'transazioni', secondo uno schema di azioni prestabilite, effettuate dagli 'attori IHE' e definite preliminarmente dai gruppi IHE. In pratica, si testa l'integrazione per una serie di situazioni tipo, detti "profili di integrazione", anche queste stabilite preliminarmente dai gruppi di lavoro IHE.

3.3.1 I Technical Framework

I Technical Framework (TF) identificano i domini che compongono le realtà sanitarie, denominate attori IHE, e specificano qual è il loro scopo e come devono interagire tra di loro. Descrivono queste transazioni entrando sempre più in dettaglio.

I Technical Framework sono stati divisi inundici domini di interesse: -Cardiology

-Eye Care

-IT Infrastructure -Laboratory

-Patient Care Coordination -Patient Care Devices -Anatomic Pathology -Pharmacy

-Quality, Research and Public Health -Radiation Oncology

All’interno di ogni dominio sono presenti due o più volumi: il volume 1 dà una visione generale delle funzionalità di IHE, mostrando le transazioni organizzate in unità funzionali, chiamate profili di integrazione, e sottolineando la loro capacità di soddisfare le specifiche richieste delle Infrastrutture; il volume 2 e i successi forniscono descrizioni tecniche dettagliate di ogni transazione di IHE da utilizzare nei diversi Profili di Integrazione. In particolare il profilo XDS (che verrà discusso più dettagliatamente nel paragrafo 3.6) è presente nel Dominio IT Infrastructure. La versione corrente, è la 7.0 e specifica le transazioni IHE definite ed implementate a agosto 2010. Qui di seguito sono schematizzati i profili, compreso XDS, presenti nel Dominio IT Infrastructure.

Figura 3.1: Profili di Integrazione IHE IT

3.3.2 L’Interoperabilità

Lo scopo di IHE è far sì che i sistemi informatici sanitari siano integrati tra di essi, e per far questo propone profili di integrazione in modo da garantire l’interoperabilità tra i sistemi. Due applicazioni si dicono interoperabili, rispetto ad una specifica funzione, quando un’applicazione può accettare i messaggi inviati dall’altra e fornire la funzione richiesta in modo appropriato e soddisfacente, senza l’intervento di un operatore esterno. Perché due applicativi siano interoperabili rispetto ad una particolare funzione deve:

-esistere un sistema di trasmissione per lo scambio dei messaggi; -essere condiviso il protocollo di comunicazione;

-essere condiviso il significato attribuito a ciascuna entità di informazione contenuta nel messaggio trasmesso;

-essere inviata una quantità di dati sufficienti per fornire la funzione richiesta; -essere definite le modalità con cui la funzione deve essere implementata.

L’interoperabilità così definita è una proprietà unidirezionale, limitata ad una specifica funzione. In assenza di interoperabilità, la funzione richiesta può non essere disponibile od essere fornita solo in parte o con modalità diverse da quelle specificate. La piena interoperabilità può essere garantita solo se le due applicazioni rispondono conformemente per tutte le possibili funzioni richieste. Le risposte del sistema risultano conformi quando i risultati ottenuti e i metodi utilizzati per ottenerli corrispondono alle specifiche imposte.

Il problema di garantire l’interoperabilità nasce quando sistemi diversi devono essere integrati in un unico sistema complesso, superando le incompatibilità derivanti dalla presenza di applicazioni sviluppate indipendentemente o di tipo proprietario. Sono possibili diverse situazioni.

-La situazione più favorevole si presenta quando viene condiviso il significato attribuito alle entità di informazione e viene utilizzato lo stesso protocollo di comunicazione. Tale circostanza è generalmente associata ad uno standard comune implementato da entrambe le parti.

-Quando viene condiviso solo il significato attribuito alle entità di informazione, devono essere introdotte soluzioni adeguate per rendere possibile la comunicazione.

-La situazione più complessa si presenta quando vengono utilizzate entità di informazione diverse e protocolli di comunicazione incompatibili. Deve essere introdotto un modello di informazione comune, con adeguati meccanismi di conversione.

3.3.3 I Messaggi

In generale, quando si parla di messaggio si vuole indicare il contenuto di una comunicazione scritta od orale tra le persone. Nel caso di comunicazione tra due dispositivi elettronici, il contenuto del messaggio si compone di singole entità di informazione, ciascuna con una struttura chiaramente definita; per esempio il messaggio può contenere un’immagine digitale per la quale occorre specificare se i dati della matrice di pixel sono ordinati per righe o per colonne.

Un modello di informazione permette di rappresentare in modo molto efficace l’insieme di entità di informazione utilizzabili in un certo contesto, il significato di ciascuna e il tipo di relazioni esistenti. L’interoperabilità tra due sistemi esiste solo se il significato attribuito al contenuto di un messaggio non cambia tra chi invia e chi riceve. Diventa, quindi, necessario condividere il significato delle entità di informazione, mentre non risulta necessario, e in molti casi neppure realistico, condividere i modelli di semantica. Inoltre, solo la struttura utilizzata per comunicare una particolare entità di

informazione deve essere comune, mentre può essere diversa quella utilizzata per la sua memorizzazione (ad esempio non è richiesto l’impiego di uno stesso database).

Il messaggio si compone di una sequenza di bit, che, normalmente, non è progettata per essere compresa e manipolata da un utente, ma solo da un dispositivo elettronico, come i messaggi inviati ad una stampante, che possono contenere sequenze di controllo senza alcun significato testuale diretto. In alcuni casi, il messaggio può risultare facilmente accessibile anche nel suo formato elettronico, come la sequenza di bit corrispondente alla sequenza di caratteri alfanumerici di un testo.

Le diverse possibilità di accedere ad un messaggio dipendono dal suo formato ed influenzano il tipo di funzionalità che possono essere implementate.