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III Capitolo

3.1 Julian Assange e Wikileaks

Relativamente poco si sa di Julian Assange. Prima della sua pubblica apparizione nel 2007 con Wikileaks, e i documenti pubblici contenenti gli accounts delle sue passate e recenti attività sono per alcuni versi contraddittori.

Julian Assange, l’uomo che è stato l’artefice della più grande fuga di notizie della storia militare americana, nasce nel 1971 a Townsville, in Australia. Figlio di attori teatrali itineranti, passa la propria infanzia cambiando continuamente città. Verso la fine degli anni ’80, Assange appena diciassettenne, dopo aver cambiato innumerevoli scuole, entra nel mondo dell’hacking e diviene membro di un gruppo di hackers noto come “International Subversives”201 utilizzando lo pseudonimo di Mendax202.

In questo periodo va delineandosi un aspetto molto interessante della personalità di Assange, la ricerca esasperata della verità. La verità nell’informazione, nell’operato delle istituzioni, nelle ingiustizie e nei soprusi. Il suo scopo ambizioso diventa lo svelamento di tutte le realtà poco chiare attraverso un’informazione di denuncia.

Grazie ai software da lui sviluppati, il giovanissimo gruppo di hacker si infiltra nei sistemi informatici di Nasa, Pentagono, Dipartimento della Difesa e altri siti apparentemente blindati. Le autorità si accorgono di lui poco dopo.

201

Sovversivi internazionali

202

Pseudonimo tratto da una celebre frase di Orazio “magnificamente mendace” ovvero bugiardo per una giusta causa.

122 Nel 1991, all’età di 20 anni, subisce un’irruzione nella sua casa di Melbourne da parte della polizia federale australiana, con l’accusa di essersi infiltrato in vari computer appartenenti ad un’università australiana, e con l’ulteriore accusa di pirateria informatica da parte del gigante delle telecomunicazione canadese Nortel. Gli furono rivolti ben 24 capi di accusa di hacking, ossia attività informatiche illegali, per la quale venne condannato, e successivamente rilasciato per buona condotta, dopo aver pagato una multa di 2100 dollari australiani.

Impegnato, dal 1994 in poi, a programmare e sviluppare software open- source e a scrivere libri sull'hackeraggio, si dedica allo studio dal 2003 al 2006 iscrivendosi alla facoltà di fisica e matematica, ma non arriva a conseguire la laurea, e inizia a girare il mondo.

È proprio l’amore per un’informazione veritiera e depurata da falsità che spinge Assange a creare, nel 2007, Wikileaks203: un sito incensurabile, raccoglitore di notizie libere e trasparenti.

A partire da questo momento in poi il suo nome compare sempre più spesso nelle cronache mondiali.

Wikileaks, un sito internet con meccanismi di funzionamento molto simili a Wikipedia204, è destinato al leaking ed all’analisi massiva di documenti in modo non rintracciabile.

203 Il dominio di internet wikileaks.org è stato registrato il 4 ottobre 2006. 204

Wikileaks non ha alcuna relazione formale con Wikipedia, anche se entrambe utilizzano la stessa tecnologia e la stessa interfaccia wiki. Entrambe condividono la stessa filosofia radicale e democratica che permette a tutti d’essere autori o redattori, collegandosi ad una enorme e precisa piattaforma di informazione e conoscenza. Quel che Wikipedia cerca di fare nei confronti dell’enciclopedia tradizionale, Wikileaks cerca di farlo nei confronti della pubblicazione di documenti

123 Il termine “to leak”, letteralmente trapelare, significa rendere pubblica un’informazione, classificata come confidenziale, senza autorizzazione ufficiale, nonostante gli sforzi per tenerla segreta.

Wikileaks si autodefinisce come “un’organizzazione di media no profit dedicata a lanciare importanti notizie e informazioni al pubblico”.

Wikileaks si presenta come la valvola di sfogo per un qualsiasi componente di governo, per burocrati o impiegati di una multinazionale che possiedano informazioni riguardo a fatti imbarazzanti, che l’istituzione tiene a occultare, e rispetto ai quali la società ha il diritto di essere informata. E tutte quelle informazioni che non possono essere taciute e che vengono dissimulate come segreti industriali o istituzionali, Wikileaks le trasmette a tutto il mondo.

L’interfaccia del sito internet è simile a quella di Wikipedia, e grazie alla sua intuitività è utilizzabile da qualunque tipo di persona. Tutti quanti possono inviare e-mail e scrivere articoli, in quanto per adempiere a tale funzione non sono necessarie conoscenze tecniche. Le persone che fanno filtrare queste indiscrezioni, per l’appunto il “leaking”, possono inviare documenti in forma anonima e non rintracciabile, possono anche menzionare più o meno genericamente la loro provenienza ed il loro contesto geo-politico.

Wikileaks, dunque, vuole incorporare tecnologie crittografiche molto evolute, in modo di assicurare l’anonimato e la non rintracciabilità. Coloro che fanno trapelare informazioni tramite il leaking possono affrontare gravi

tramite fuga di notizie o qualche altra forma di leaking, saltando la censura e l’autocensura di giornali e televisioni.

124 rischi, sia sotto forma di rappresaglie politiche, sanzioni legali o violenza fisica. Per poter ridurre questi rischi sono impiegate tecniche matematico- crittografiche estremamente raffinate, in modo di assicurare la riservatezza, l’anonimato e la garanzia di irrintracciabilità.

Wikileaks è costruito e sviluppato in modo da essere impermeabile a qualsiasi attacco politico e di sottrarsi a qualsiasi attacco legale o politico. Sotto questo punto di vista si sottrae alla censura, ed é virtualmente incensurabile.

Wikileaks dichiara di essere stato fondato da dissidenti cinesi, da matematici, e da compagnie tecnologiche “startup”, in vari centri che includono Taiwan, l’Europa, l’Australia, ed il Sudafrica205.

Il gruppo di consiglieri include rappresentanti di espatriati russi e comunità di rifugiati tibetani, giornalisiti, un ex-analista dell’intelligence nordamericana e crittografi. A parte Julian Assange e il giornalista informatico Daniel Schmitt, degli altri non si conosce l’identità. E’ certo, però, che una ventina di persone “dedicated and overworked” mantengono un impegno diretto e sono di fatto incluse nel progetto. Si stima una media di 800 volontari a tempo perso e migliaia di sostenitori. Tuttavia, sebbene Assange ha descritto se stesso come un mero membro del consiglio di amministrazione, di fatto, egli è stato il suo volto pubblico sin dal 2007.

La stampa tradizionale ha più volte puntato il dito contro Wikileaks, sostenendo che non si tratta di giornalismo, poiché non ne applica le regole, non controlla le fonti e non le rivela, non è trasparente, non giustifica i

205

Alex Altman, A Coming Chill Over Internet Freedom?, TIME.COM, 20.02.2008, consultabile sul sito http://ti.me/85wNL3.

125 finanziamenti di cui dispone e non concede la par condicio all’avversario, mancando totalmente un filtro critico.

A tale critica si può ribattere affermando che ciò che viene pubblicato sul sito in esame non è opera di un autore dell’editoriale, ma si tratta di documenti, e gli utenti che usufruiscono del servizio sono ampiamente al corrente della provenienza anonima e non sicura della documentazione.

Il materiale può essere di varia natura, potendo consistere in filmati, in file audio, o documenti. Ad esempio, la quantità di dispacci e comunicazioni tra ambasciate rasenta il pettegolezzo ma può essere essenziale per comprendere cosa pensino i governi degli uni e degli altri. Il documento in questo caso è una prova reale anche quando non è oggettivo e non dice il vero.

Il problema riguardante la credibilità di uno dei suoi autori, Assange, in realtà è irrilevante, in quanto non è Assange l’autore dei dispacci, e la sua vicenda personale non inficia la credibilità del materiale pubblicato da suo sito.

Assange può essere considerato un fornitore imparziale di notizie, non dà nessuna interpretazione del fatto, fa in modo che l’utente abbia un contatto diretto con materiali segreti o semplicemente riservati.

Nel mese di novembre del 2010 è stato emesso un mandato dal Tribunale di Stoccolma per arrestare Julian Assange. L'accusa nei suoi confronti proviene da due donne che asseriscono di essere state vittime di stupro, molestie e coercizione illegale.

126 Attualmente Assange vive presso l’ambasciata ecuadoriana in un piccolo ufficio che è stato dotato di un letto, strumenti da palestra, lampada solare (considerato che l’ambasciata non dispone di giardino) e connessione internet.

3.2 La fuga di notizie e i documenti coperti da segreto

Al momento del lancio di Wikileaks, Assange, in qualità di portavoce, ha dichiarato “Siamo convinti che non siano soltanto i propri cittadini di un particolare paese ad essere i responsabili dell’onestà del loro governo, ma che il vigilare sulla democrazia sia un compito anche dei cittadini di altri paesi, che devono osservare e controllare l’onestà dei comportamenti governativi in tutti i paesi del mondo. E per questo che è giunto il momento di iniziare un movimento globale che sveli quei documenti che devono essere resi accessibili al pubblico internazionale”. Ha dichiarato inoltre: “I nostri bersagli principali, sono i regimi oppressivi come la Cina, la Russia, e dell’Asia Centrale. Ma ci aspettiamo di essere d’aiuto anche per chi in Occidente vorrebbe che fossero denunciati comportamenti illegali e immorali dei governi e delle grandi società”.

Nel giro di poco tempo, solo due mesi dopo la registrazione del dominio, vengono messe in pubblica piazza e-mail personali, file riservati, dossier segreti, documenti interni e rapporti confidenziali. Contenuti scomodi e pesantissimi che svelano verità appositamente tenute nascoste.

Il primo documento messo in rete, a disposizione di ogni utente, consisteva in un documento, nello specifico una “segreta decisione”, firmata

127 dal somalo Sheikh Hassan Dahir Aweys, leader del Consiglio Supremo della Corte Islamica, con cui chiedeva l’assunzione di sicari per la commissione di alcuni omicidi pianificati di funzionari del governo206. Lo stesso Assange, in quell’occasione, ha ammesso di non essere sicuro sull’autenticità di tali documenti, tuttavia, ha deciso di pubblicarli considerando che la funzione “wiki” avrebbe permesso agli utenti di analizzare, modificare e rettificare gli stessi.

Tale funzione è stata supportata dal sito solamente in un momento iniziale, passando da un modello di user-edited ad uno più tradizionale di pubblicazione non aperto alla modifica da parte dei visitatori del sito web.

Wikileaks, sin dalla sua nascita, è stato usato come fonte anche da autorevoli giornali, acquisendo così una sempre maggiore credibilità agli occhi dell’opinione pubblica. Nell’agosto del 2007, infatti, sulla base di un documento trapelato reso disponibile sul sito, il giornale inglese The Guardian ha pubblicato la storia, nel dettaglio, della corruzione della famiglia del leader keniano Daniel Arap Moi. Il documento trapelato, un report creato dalla società di valutazione del rischio internazionale Kroll, aveva, in base a tali documenti, scoperto gli abusi di Moi, della sua famiglia, dei suoi collaboratori, relativamente ad enormi cifre appartenenti ai fondi governativi. Tale divulgazione ha fatto sì che Wikileaks ricevesse il premio “Media Award” da parte di Amnesty International per il suo impegno.

Solo tre mesi dopo, nel novembre 2007, il sito ha pubblicato 238 pagine di documenti che costituiscono gli “Army Standard Operating Procedure”

206

WikiLeaks: Spy for the little guy, ALJAZEERA (Oct. 23, 2010, 10:34 GMT), http://aje.me/bsrih2.

128 americani in uso presso il centro di detenzione di Guantánamo207 nel 2003. I

documenti, classificati “per uso solo ufficiale” includevano gli schemi dei campi, liste dettagliate di generi di conforto come la carta igienica che poteva esser data ai detenuticome premio, istruzioni per il trattamento dei nuovi detenuti e come manipolarli psicologicamente, regole per trattare gli scioperi della fame.

Nel 2008 è seguita un’altra serie di pubblicazioni, come la denuncia per l’approssimazione degli studi sul riscaldamento globale, i vangeli segreti della chiesa di Scientology e i contenuti dell’account di yahoo del candidato alla vicepresidenza americana Sarah Palin208.

Poi, è la volta della Banca Julius Baer, l’istituto privato di Zurigo che li querela ottenendo la chiusura del sito209.

Sembra la fine ma la sentenza210 scatena un effetto boomerang, vecchi e nuovi media (una coalizione di 18 grandi associazioni, insieme ai grandi giornali statunitensi) fanno fronte comune, sostenendo il ricorso in

207

Il campo di prigionia di Guantánamo è una struttura detentiva statunitense di massima sicurezza interna alla base navale di Guantanamo, sull'isola di Cuba. Dall'11 gennaio 2002, il governo degli Stati Uniti, sotto l'amministrazione Bush, ha aperto un campo di prigionia all'interno della base, finalizzato alla detenzione di prigionieri catturati in Afghanistan e ritenuti collegati ad attività terroristiche

208

Kim Zetter, Group Posts E-Mail Hacked From Palin Account — Update, WIRED (Sept. 17, 2008, 9:50 am), http://bit.ly/6Qqg47.

209

Tale caso giudiziario ha riguardato la pubblicazione di documenti riservati ottenuti illegalmente relativi alla rivelazione di operazioni offshore dei clienti di una banca svizzera. Il giudice distrettuale del Northern District of California ha emanato un provvedimento provvisorio dove ordinava al provider Dynadot l’oscuramento del sito di Wikileaks attraverso il blocco del nome di dominio e del relativo account.

210

United States District Court, Northern District of California, San Francisco Division, Julius Baer Bank and Trust v. Wikileaks, Case No. CV08 – 0824JSW, February 15th 2008.

129 tribunale211. La sentenza viene completamente ribaltata, Wikileaks torna on-

line e la banca rinuncia all’azione legale.

La crociata di Wikileaks, lungi dal fermarsi, passa a toccare realtà come la multinazionale di trading petrolifero “Trafigura”, accusata di aver scaricato in Costa d’Avorio rifiuti tossici, e la massoneria.

Ma è con la drammatica trasmissione di “Collateral Murder“212, che il mondo si accorge di Wikileaks acquistando notorietà e credibilità mondiale, si tratta dello sconvolgente video in cui si vedono i piloti dell’elicottero Apache che, dopo aver scambiato per dei lanciarazzi i lunghi teleobiettivi delle macchine fotografiche di Namir Noor Eldeen, reporter dell’agenzia Reuters a Bagdad in Iraq, hanno aperto il fuoco uccidendolo insieme ad altre 10 persone213.

In seguito al clamore suscitato dal filmato, viene arrestato il soldato americano Bradley Manning con l’accusa di avere fornito centinaia di files/documenti top secret a Wikileaks, e accusato di alto tradimento.

Arrestato e incarcerato nel maggio 2010, Manning è stato condannato a 35 anni di prigione per 20 dei 22 capi d'accusa imputatigli dalla procura

211

Nel corso del processo vennero sottoposti all'attenzione del giudice federale due richieste di intervento in causa e un Brief of Amici Curiae a sostegno della posizione di Wikileaks. In tali istanze si sosteneva che l'ordine emanato dal giudice californiano consistesse in un tipico esempio di censura preventiva e che contenesse in sé una sanzione immediata e irreversibile, poiché proibiva la libera espressione e violava il pubblico interesse dei cittadini di essere informati, diritti tutelati dal Primo Emendamento. Gli istanti osservarono che Wikileaks era stato completamente oscurato e tale misura era sproporzionata, poiché nel bilanciamento degli interessi in gioco, la presunta violazione del diritto alla riservatezza dei clienti della banca svizzera non poteva prevalere sui diritti di libertà e conoscenza collettivi.

212 Il video s’intitola Collateral Murder, ovvero assassinio collaterale, documenta

l’attacco aereo del 4 maggio 2009 a Granai in Afghanistan (fra 86 e 147 civili uccisi); il bombardamento del 12 luglio 2007 a Baghdad.

213

Elisabeth Bumiller, Video Shows U.S. Killing of Reuters Employees, N.Y. TIMES (April 5, 2010), http://nyti.ms/qQ9pfW.

130 militare, precisamente per quanto riguarda la fuga di notizie dei rapporti di guerra e dei dispacci del dipartimento di Stato, è stato assolto solo dall’accusa più grave ossia quella di connivenza con il nemico che prevede l’ergastolo.

L’attenzione dei media si è concentrata nuovamente sulla figura di Assange quando, nel luglio 2010, Wikileaks ha divulgato “l’Afganistan war logs”214, contenente 92 mila rapporti sul campo dalla guerra, datati dal 2004 al 2009215. Seguono, a distanza di tre mesi, i registri della guerra in Iraq, consistenti in quasi 400 mila rapporti sul campo che includevano, tra le altre cose, le descrizioni di casi di tortura ed esecuzioni, e la statistica delle morti dei civili216.

Un mese dopo, il 28 novembre 2010, dopo l’annuncio delle settimane precedenti, Wikileaks rende di pubblico dominio oltre 251 mila documenti diplomatici statunitensi, molti dei quali etichettati come “confidenziali” o “segreti”, fornendo una visione non così tanto convenzionale dei meccanismi interni e delle opinioni dei diplomatici americani217.

Il giorno seguente, il procuratore generale australiano, Robert McClelland, dichiara alla stampa che l’Australia è intenzionata a investigare sulle attività di Assange e di Wikileaks.

214 Registri della guerra in Afganistan 215

Afghanistan war logs: the unvarnished picture, THE GUARDIAN (July 25, 2010, 22:04 BST), http://bit.ly/bwn2hC.

216 Adam Brookes, Huge WikiLeaks release shows US ‘ignored Iraq torture,’ BBC

(October 23 2010, 5:42 ET), http://bbc.in/dxz1gV.

217

Andrew Lehren & Scott Shane, Leaked Cables Offer Raw Look at U.S. Diplomacy, N.Y. TIMES (Nov. 28, 2010), http://nyti.ms/hfy0Rk.

131 I documenti trapelati relativi alla guerra in Afganistan e Iraq sono stati, inoltre, consegnati a tre quotidiani, il Guardian, il New York Times e il Der Spiegel, cercando così di darne la più ampia visibilità.

I file riservati danno un’immagine devastante della guerra e del suo stato di fallimento in Afghanistan, fornendo notizie quali: il vero numero delle vittime civili, il doppio gioco dell’intelligence pakistana con Al Qaeda per progettare attacchi, l’utilizzo da parte delle truppe Usa di droni automatici scadenti e rischiosi, il finanziamento da parte della Cia dell’intelligence afghana, e altro ancora.

Documenti che mettono in dubbio l’autenticità degli scopi della guerra americana in Medio Oriente, mettendo, di conseguenza, a dura prova la credibilità delle amministrazioni di Obama e Bush.

La Casa Bianca si è difesa sostenendo, in un comunicato stampa, che “Wikileaks non è un fornitore oggettivo di notizie ma piuttosto un’organizzazione che si oppone alla politica americana in Afghanistan”. E nell’intervista a Forbes, Assange stesso arriva a convalidare questa tesi affermando che lo scopo della diffusione dei dossier sull’Afghanistan, è richiamare l’attenzione sulla brutalità della guerra, d’altronde, la sua autoproclamata missione è portare alla luce le ingiustizie, non raccontare storie in modo imparziale: “Questo archivio cambierà l’opinione pubblica e il modo di vedere le cose delle persone che ricoprono ruoli politici e diplomatici influenti”218.

218

Andy Greenberg, An Interview With WikiLeaks’ Julian Assange, FORBES (Nov. 29, 2010, 5:02 p.m.), http://onforb.es/ia0bZW.

132 Wikileaks fonda la propria esistenza sull’idea che la trasparenza nelle attività di governo abbia come conseguenze la riduzione della corruzione, il miglioramento del governo e il rafforzamento della democrazia. Sia i governi, che i cittadini, potrebbero beneficiare di un maggiore controllo da parte della comunità globale. Tuttavia, questi controlli richiedono informazioni. Storicamente, l’informazione ha avuto un prezzo altissimo, in termini di vite e di diritti umani. Ma con il progresso tecnologico, internet da un lato e la crittografia dall’altro, i rischi nel trasmettere una informazione importante possono essere ridotti.

Per questo motivo Wikileaks si propone di diventare il servizio di intelligence open source, democratico e autenticamente dotato di scopi leciti. Quindi un servizio più etico e meno fazioso rispetto a qualsiasi altro servizio di intelligence governativo. Non ha interessi commerciali o nazionali di base, ma il suo unico interesse è la libertà e la veridicità dell’informazione.

La rilevanza politica dei documenti e la loro verosimiglianza si rende palese dal momento che è plausibile che documenti credibili e rilevanti vengano ripresi da altri mezzi di comunicazione alternativi o tradizionali, ed i fatti potrebbero essere indagati ed approfonditi meglio da altri ricercatori.

3.3 La vicenda giudiziaria in Svezia

L’11 agosto 2010 Julian Assange si reca in Svezia per partecipare ad una conferenza219 e trovandosi in tale sede lo stesso presenta domanda per un

219

Tra gli organizzatori della conferenza figura Anna Ardin, un’attivista dei socialdemocratici svedesi, chiamata dalla stampa e dalle carte dell’inchiesta della polizia svedese “signorina A”.

133 permesso di soggiorno220, probabilmente con l’intenzione di creare una sede

di Wikileaks nel paese.

All’epoca, infatti, anche i server di Wikileaks erano collocati in Svezia, paese di lunga tradizione liberale e di rispetto nei confronti della stampa, con una serie di leggi molto stringenti a tutela dei giornalisti e della libertà di stampa.

Pochi giorni dopo, il 20 agosto, le autorità svedesi fecero sapere che era stato emesso un mandato di arresto per Assange, con due separati capi d’accusa, sulla base delle denunce di Anna Ardin e Sofia Wilén, uno per molestie sessuali e uno per stupro.

Secondo le ricostruzioni, entrambe le donne si sarebbero rivolte alla polizia per sapere se fosse possibile costringere Assange a fare un test dell’HIV, raccontando come erano andate le dinamiche degli eventi. Il poliziotto di turno avrebbe concluso, sulla base del loro racconto, che il comportamento di Assange costituiva reato.

Parlando con un giornale svedese, una delle vittime disse, pochi giorni dopo, che i rapporti con Assange “erano iniziati con il loro consenso ma in

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