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Si considera sovente il microrrelato come il risultato dell’e- voluzione di due generi letterari distinti, il racconto tradizionale e il poema in prosa (Andrés-Suárez 2012: 26) che hanno due il- lustri rappresentanti: rispettivamente Ramón Gómez de la Serna e Juan Ramón Jiménez (ma anche Rubén Darío con il suo Azul). È anche vero, però, che una sicura influenza nella nascita e so- prattutto nella diffusione del fenomeno proviene dall’attività che hanno avuto e che hanno alcuni scrittori nei quotidiani e nelle riviste. Questa moderna interazione tra letteratura e giorna- lismo ha antecedenti illustri in Mariano José de Larra e Ramón de Mesonero Romanos, anche se si inspira, più recentemente, nel New Journalism statunitense degli anni ’60 attraverso il qua- le si sviluppò un fecondo dibattito (come conseguenza dell’ef- fervescenza culturale e politica di quell’epoca) sulla mescolanza tra realtà e finzione (Andres-Suárez 2005: 25).

La diffusione delle rubriche in Spagna nelle ultime quattro decadi coincide con l’affermazione della democrazia e la fine della censura. Attraverso la satira e l’ironia, scrittori quali Rosa Montero, Manuel Vázquez Montalbán, Quim Monzó, Antonio Muñoz Molina, Juan José Millás, ma anche in ambito latinoa- mericano García Márquez e tanti altri nomi illustri, hanno tra- sformato le loro rubriche in spazi di dibattito e di critica sociale e letteraria, cimentandosi spesso in costruzioni propriamente narrative (Wells 2005: 35)4. In tal modo, la stampa spagnola (più di quanto sia successo in altre nazioni europee) ha permes- so di incrementare il prestigio e la notorietà di molti scrittori, i quali, a loro volta, hanno potuto utilizzare tale opportunità per mettere alla prova nuove tecniche e forme narrative superando di parecchio gli argini del giornalismo tradizionale a beneficio di sperimentazioni che comprendono ampie possibilità discorsi- ve e tematiche.

Emblematico è il caso di Millás il quale attraverso i suoi ar- ticuentos demistifica il linguaggio dei mezzi di comunicazione,

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Riguardo il coinvolgimento del microrrelato con questioni strettamente politiche e per un suo uso volto alla denuncia sociale, si veda Labrador Mén- dez 2012: 557-581.

della politica e dei miti popolari che ne risultano (Wells 2005: 36). Una parte consistente degli articuentos di Millás (circa un quarto) ha infatti un’anima prettamente narrativa pur presentan- do sovente argomenti che riguardano generalmente l’essere umano e riflessioni universalizzanti. Lo scrittore si è sempre mosso con disinvoltura nell’ambito delle forme narrative brevi passando da una all’altra con sorprendente facilità, articuento, racconto, microrrelato, minireportaje, microretrato, ecc.5, alter- nando tutto ciò ai suoi romanzi: “No hay hallazgo ideológico que no esté precedido en alguna medida por un hallazgo formal” (Valls 2001: 7). Nel 1990, data chiave della sua traiettoria lette- raria in virtù della pubblicazione dei romanzi La soledad era esto e Volver a casa, Millás inizia la collaborazione con El País. Attraverso ellissi, accostamenti semantici sorprendenti, interpre- tazioni letterali di metafore, concretizzazioni di elementi astratti, equivoci irrisolti, paradossi, ecc., Millás riesce in poche righe a spostare e a confondere i riferimenti consueti della realtà e quindi della soggettività, proponendo ulteriori visioni del mon- do6. Qui, a mio avviso, risiede la suggestione del microrrelato: nello spostamento degli equilibri e dei limiti che conduce ad una rivelazione. In questi casi i protagonisti sono proiettati in una dimensione altra basata in un cambiamento percettivo ed emo- tivo che permette ai personaggi di sperimentare “l’altro lato del- la realtà”, “l’altra parte della vita” (vera ossessione dello scritto- re) e di modificare il proprio sguardo sul mondo.

Ciò, oltre ad essere un tratto distintivo della scrittura di Millás, è anche una caratteristica generale dei microrrelatos. Inoltre, per Millás gli aspetti irreali, onirici e allucinatori, de- terminano la vita degli esseri umani molto più che gli avveni- menti reali (Millás 2002: 65-66).

Il limitato spazio di trentadue righe della rubrica del venerdì del País diventa, dunque, uno spazio di libertà, per quanto breve

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A questo proposito, è possibile ricondurre i racconti brevi di Millás all’ambito più vasto della minificción intesa come “supracategoría literaria” che includerebbe pertanto anche il microrrelato vero e proprio (Andrés- Suárez 2010a: 164-165). È opportuno aggiungere che in alcune narrazioni brevi dell’autore le differenze sono molto sfumate e incerte.

6 Afferma Fernando Valls: “desde ningún otro espacio he visto diseccio-

e circoscritto, poiché, dice Millás, “los corsés permiten experi- mentar mucho” (Valls 2001: 12). Spazio certamente non secon- dario o marginale, come afferma ancora lo stesso autore: “Debo a muchas de estas piezas más satisfacciones que a alguno de mis libros, especialmente esta de organizarse ahora como un cuerpo” (Millás 2000: 9).

È interessante, infatti, considerare che questi articuentos vengono raccolti periodicamente in volumi7 e, recentemente, in un grande volume (Articuentos completos del 2011) in cui l’autore ha voluto includere quasi tutti i suoi racconti brevissimi. Il libro conferisce a questi testi un significato particolare: nati come collaborazioni di un giornale o di una rivista, essi vengo- no decontestualizzati dall’ambito originario, favorendo nuove relazioni strutturali e tematiche suggerite dalla loro riunione in un solo testo.

L’interesse dei microrrelatos risiede principalmente nel fatto che Millás, con la solita ironia, riesce a intuire, in fatti usuali di cronaca o di politica, aspetti di realtà nascosti, solitamente tra- scurati dal senso comune, mettendoli in rilievo tramite una fu- sione o una comparazione con un altro avvenimento o narrazio- ne fittizia, apparentemente incompatibile con l’avvenimento di attualità. Con questa modalità ripetuta in molti testi, e che pre- vede spesso due fasi o episodi distinti messi in relazione da un suggerimento, un’idea o una rivelazione, Millás offre degli spunti di riflessione sulla possibilità di percepire la realtà in ma- niera diversa, di scoprire nuovi punti di vista e relazioni impen- sate. In tal modo l’effetto realistico, che i riferimenti espliciti a fatti e persone della vita politica e sociale spagnola suggerisco- no, viene decisamente meno, poiché i richiami alle notizie dei media, ai fatti di cronaca, sono assunti in maniera paradossale, utilizzati per favorire sorprendenti parallelismi. Sono diluite, dunque, le barriere tra la notizia di attualità e la finzione, tra il dato autobiografico e l’invenzione brillante, tra il mondo anima- to e quello inanimato, tra due dimensioni della vita reale, tra

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Per esempio: Algo que te concierne (1995); Cuerpo y prótesis (2000); Articuentos (2001); ecc. In alcuni casi gli articuentos sono riuniti insieme ad altre tipologie di racconti.

l’aspetto drammatico e quello paradossale di un certo avveni- mento.

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