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Per il monastero capostipite dell’ordine benedettino, le sculture altomedievali che faranno parte di questa raccolta sono principalmente i capitelli a stampella del chiostro di S. Anna, i reperti esposti nel Museo dell’abbazia e nel lapidarium dello scalone d’entrata insieme ad altre presenti in altri ambienti del monastero. La maggior parte degli studi storico artistici, avviati nel XIX secolo con gli scritti del Caravita,3 hanno ricondotto molte di queste sculture all’epoca di Desiderio (1058-1087).4 L’attenzione sulla scultura cassinese d’età desideriana si è intensificata soltanto a partire dagli anni cinquanta dello scorso secolo, cioè in conseguenza alle indagini archeologiche ivi intraprese da don Angelo Pantoni il quale, durante la sua lunga e instancabile attività di scavo, riportò alla luce molti reperti scultorei, alcuni dei quali risalenti probabilmente all’XI secolo. Tra le sculture cassinesi altomedievali più rappresentative e meglio conservate, figurano i già ricordati capitelli a stampella del moderno chiostro di S. Anna, il cui primo sistematico studio, ad opera di Francesco Aceto, risale al 1984. Dalla pluriennale attività di scavo archeologico, sono invece scaturiti la maggior parte dei tanti frammenti custoditi presso il Museo dell’abbazia, come ad esempio le incorniciature del portale mediano e di uno dei due laterali, il cui assetto originario ci è noto solo attraverso alcuni disegni eseguiti dal professo di Montecassino Michelangelo Monsa nel XVIII secolo e pubblicati dal Gattola nel 1733. Ancora, tra i suddetti reperti spiccano alcune lastre lapidee, purtroppo alcune di esse molto lacunose, il cui tema ornamentale spazia dal motivo vimineo a quello fitozoomorfo. Infine, molto interessanti, sebbene frammentarie, sono le tante testimonianze altomedievali esposte lungo le pareti dello scalone d’entrata. Nel corso degli anni è emerso un dato interessante (soprattutto attraverso gli studi di Francesco Aceto), in base al quale si evidenzierebbe che l’insieme dei caratteri stilistici di alcuni di questi materiali lapidei rileverebbero una loro stretta parentela con la coeva produzione plastica costantinopolitana e della 'provincia' bizantina. Tutto ciò sarebbe comprovato, in modo particolare, dai capitelli a stampella del chiostro di S. Anna, la cui esecuzione risalirebbe al tempo dei lavori voluti da Desiderio (o comunque dal suo successore Oderisio I, 1087-1105) per opera di maestranze costantinopolitane chiamate

3

L’opera in tre volumi del benedettino don Andrea Caravita, divenuta ben presto uno dei punti saldi della storia dell’arte cassinese e, più in generale, della storia dell’arte italiana, fu compiuta attraverso la raccolta di notizie ricavate tra migliaia e migliaia di diplomi regi, imperiali e principeschi, bolle pontificie, pergamene e, come l’autore riferiva nel prologo, “innumerevoli carte bambacine”(CARAVITA 1869, p. II).

4

Sotto la sua direzione fu avviata l’intera ristrutturazione della cittadella monastica, bisognosa all’epoca di un totale e profondo rinnovamento e la più importante delle iniziative da lui intraprese, che sarà poi la più foriera di seguito, fu la ricostruzione ex novo della basilica cassinese, iniziata nel 1066 e consacrata da papa Alessandro II il 1° Ottobre del 1071.

Capitolo II. 'Corpus' della scultura altomedievale dell'abbazia di Montecassino

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dallo stesso abate presso il cantiere cassinese, poiché troppo forti risulterebbero le analogie con il materiale coevo bizantino superstite.5 In rapporto all’influenza bizantina sull’arte scultorea prodotta a Montecassino in epoca desideriana, bisognerà valutare quanto tale relazione sia totalmente dovuta alle maestranze venute da Costantinopoli o sia anche frutto del secolare locale sostrato culturale multietnico dei lapicidi locali, che in qualche modo ha potuto interferire sulle scelte formali dell’ambizioso programma nel cantiere desideriano.6

5

ACETO 1984; ACETO-LUCHERINI 2001, pp. 115-131.

6

A partire dalla fine del XIX secolo, numerosi sono stati gli studi sull'arte prodotta a Montecassino, che si intensificarono poi con la ricostruzione del secondo dopo guerra con l'avviò anche di un'estesa campagna archeologica, di cui qui si indicano quelli che a mio avviso possono essere considerati i principali contributi scientifici: GATTOLA 1733; DELLA MARRA

1751; CARAVITA 1869-1871; BERTAUX 1903; GIOVANNONI 1929; ALINARI 1932;CHIERICI 1937;SCACCIA SCARAFONI 1937;PANTONI 1938; BLOCH 1946; PANTONI 1952;PANTONI 1956;PANTONI 1973;PANTONI 1980a;BLOCH 1986;AVAGLIANO 1997; D’ONOFRIO 2011.

Capitolo II. 'Corpus' della scultura altomedievale dell'abbazia di Montecassino

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Planimetria dell'attuale Abbazia di Montecassino con individuazione delle aree espositive

Elenco delle abbreviazioni utilizzate MAM Museo dell'Abbazia di Montecassino

CHIO Chiostro di S. Anna

POR Porticato che conduce al Museo dell'Abbazia di

Montecassino

LAP Lapidarium scalone d'ingresso dell'Abbazia di

Montecassino

Capitolo II. Il 'Corpus' di Montecassino - Il Museo dell'Abbazia

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Il Museo dell'Abbazia di Montecassino (schede MC/1-9)

Fondato nel 1980, in occasione della celebrazione del XV centenario della nascita di san Benedetto (grazie al patrocinio dell'Assessorato alla Cultura della Regione Lazio), questo museo è costituito dall'insieme di diversi ambienti abbaziali, tra cui il chiostro di S. Anna che, nell'ambito di questo lavoro di ricerca, si è scelto di considerare come struttura a se stante. Tuttavia, prima del 1980 non mancarono i tentativi di istituire una struttura museale che accogliesse le memorie storico-archeologiche provenienti dall'abbazia e da tutto il territorio limitrofo: la prima iniziativa del genere fu intrapresa nel 1878 nella vicina città di Cassino, ma il progetto ben presto fallì; invece nel 1930, in occasione del Convegno Storico di Montecassino, il monaco benedettino Arturo Alinari ricevette l'incarico, dall'allora abate cassinese don Gregorio Diamare, di raccogliere e mettere insieme il materiale archeologico, già in precedenza custodito in un ambiente del Noviziato dell'abbazia, dando così vita ad un primo tentativo espositivo di Antiquarium.7 L'attuale sede museale è addossata sul lato occidentale della Basilica ed è preceduta da un lungo porticato in cui, sistemate sul muretto perimetrale, sono esposte diverse sculture tardo-antiche ed altomedievali appartenenti alle abbazie di Montecassino e di San Vincenzo al Volturno, e anche resti di sculture di ville della

Casinum romana. Il suddetto museo si sviluppa su due livelli ed è suddiviso in varie sale

espositive tematiche, e ovviamente, le sale che riguarderanno questa ricerca sono quelle che

custodiscono il materiale lapideo altomedievale appartenuto all'abbazia cassinese.8

7

ALINARI 1932.

8

Sulla sistemazione delle sale del Museo di Montecassino, si rimanda ai seguenti contributi: AURIGEMMA-FURIANI 2001;VALENTI

Capitolo II. Il 'Corpus' di Montecassino - Il Museo dell'Abbazia

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SCHEDA MC/1

TIPOLOGIA E DATAZIONE Lastra decorata - inizi IX secolo

MATERIALE Pietra calcarea

DIMENSIONI Altezza cm - larghezza cm - profondità cm

UBICATO/PROVENIENTE MAM/Non identificabile

INVENTARIO

Descrizione:

Il motivo ornamentale di questa lastra, definibile 'a maglie concatenate', è costituito dalla seriale ed ininterrotta sequenza di ventisei maglie (tutte saldamente agganciate l'una all'altra) formate da un nastro vimineo quadripartito profondamente inciso. Lo sviluppo serrato di questa complessa composizione crea una sorta di incorniciatura continua, lungo tutto il perimetro della lastra, mentre,nella sua parte centrale produce degli spazi riempitivi circolari (dodici), che si alternano tra un nodo e l'altro, campiti con la seguente serie di piccoli motivi decorativi: 1) un esagono con stella a sei punte; 2) un fiore stellato con sei petali a punta; 3) una croce greca patente; 4) un elice; 5) una stella a sei punte; 6) un fiore a sei petali a punta; 7) un elice; 8) una croce greca patente; 9) un fiore stellato con sei petali a punta; 10) un fiore stellato con sei petali a punta; 11) un fiore a sei petali a punta; 12) una stella a sei punte. In corrispondenza del centro dei ogni nodo e di tutte le piccole figure, ad eccezione dell'esagono e delle due croci greche patenti, sono praticati dei fori eseguiti a trapano. A mio avviso l'adozione di un motivo ornamentale costituito da un nastro quadripartito, anziché tripartito, che è caratteristico della tradizione scultorea dei primi secoli dell'altomedioevo, potrebbe risalire all'età dell'abate cassinese Gisulfo (796-817), anteriore quindi ai lavori voluti da Desiderio nella seconda metà dell'XI secolo.9 In effetti il

9

Bibliografia critica: A riguardo, Francesco Aceto pur annotando l'adozione di un nastro quadripartito tipico dei primi secoli altomedievali, riteneva che questa lastra fosse comunque attribuibile ai lavori voluti da Desiderio nella seconda metà dell'XI secolo, frutto quindi di maestranze bizantine (o bizantineggianti) coeve ma legate a schemi iconografici retrodatati: ACETO

Capitolo II. Il 'Corpus' di Montecassino - Il Museo dell'Abbazia

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motivo dei cerchi intrecciati e delle maglie concatenate trova innumerevoli confronti nella plastica altomedievale del IX secolo nella decorazione di lastre e pilastrini in ambiente romano ma anche settentrionale, come del resto lo provano i confronti qui di seguito proposti.

Confronti10

fig. MC/1a - Roma, S. Maria in Aracoeli. Frammento di lastra,

fine VIII-inizio IX sec. (da PANI ERMINI 1974a)

fig. MC/1b - Tuscania (VT), chiesa di S. Pietro. Pilastrino di pluteo, metà IX sec. (da RASPI SERRA 1974)

fig. MC/1c - Brescia, Museo Cristiano. Pilastrino, IX sec. (da PANAZZA-TAGLIAFERRI 1966)

fig. MC/1d - Castelnuovo dell'Abate, Abbazia di S. Antimo. Pilastrino, fine VIII-inizio IX sec. (da FATUCCHI 1977)

1984, p. 160.Di tale lastra viene da me proposto un generico riscontro con la produzione longobarda locale:RAIMO 2006,p. 97 fig.14.

10

Bibliografia dei confronti: PANAZZA-TAGLIAFERRI 1966, tav. XXVI fig. 78; PANI ERMINI 1974a, p. 87, tav. XII fig. 35;RASPI SERRA

1974, pp. 274-275, tav. CCLXVIII fig. 444; FATUCCHI 1977, p. 157, tav. XCII fig. 144. Per una più completa disamina su tale tema ornamentale ed una maggiore proposta comparativa, si rimanda infra a pp. 358-362.

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SCHEDA MC/2

TIPOLOGIA E DATAZIONE Lastra decorata - seconda metà XI secolo

MATERIALE Pietra calcarea e tessere musive

DIMENSIONI Altezza cm - larghezza cm - profondità cm

UBICATO/PROVENIENTE MAM/ Non identificabile

INVENTARIO

Descrizione del reperto scultoreo:

Questa lastra, dal complesso e prezioso apparato decorativo, si conserva oggi ancora nelle sue dimensioni originali anche se, grazie ad un ampio intervento di restauro avvenuto dopo la metà degli anni '80 del secolo scorso, la sua superficie ci appare ampiamente ricomposta in più frammenti e con qualche reintegrazione in stucco. La trama ornamentale 'a maglie concatenate' è costituita appunto dalla successione continua di dieci maglie, annodate l'una all'altra e composte da una fettuccia viminea quadripartita profondamente incisa a cuneo, che generano quattro riquadri dall'identica dimensione. Al centro di ognuno di questi quadrati sono collocati in successione i seguenti elementi decorativi: 1) un fiore ad otto petali a punta; 2) un disco ad elice con al centro una piccola stella ad otto punte; 3) un fiore che alterna quattro petali lobati e quattro piccoli petali a punta; 4) un fiore ad otto petali a punta. Il particolare decorativo che rende questa scultura ancor più interessante, è senza dubbio la parziale presenza, all'interno dei profondi spazi di risulta scaturiti tra le fitte maglie della trama ornamentale, di piccole tessere musive (nere, rosse ed a foglia d'oro) che

confermerebbero l'ascendenza bizantina di questa scultura.11 Mi sembra però giusto

sottolineare come verso certe soluzioni di tipo cromatico, inteso anche di solo vivace contrasto luce-ombra sulla superficie scolpita, avevano dato prova di arrivarvi gli scalpellini

11

Bibliografia critica: Francesco Aceto di questo rilievo nota che sebbene evidenzi la persistenza di stilemi cari alla tradizione scultorea altomedievale (contrasto luce-omba, l'uso dell'intaglio a cuneo, ecc.), il ricorso a soluzioni come quella dell'intarsio di pietre colorate ne contraddistingue la sua impronta bizantina: ACETO 1984,pp.159-160,fig.5.

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campani già in periodi precedenti.12 Infine, una cornice con motivo a treccia delimita l'intero perimetro della lastra.

Confronti13

fig. MC/2a - La lastra al momento del ritrovamento (da ACETO 1984)

fig. MC/2b - Aliveri (Grecia), chiesa di S. Luca. Lastra di iconostasi, inizi XI sec. (da GRABAR 1976)

fig. MC/2c - Roma, Basilica di S. Giovanni a Porta Latina.

Frammento di pluteo, primo quarto del IX sec. (da MELUCCO VACCARO 1974)

12

A mio avviso il riferimento potrebbe essere con la decorazione ad alveoli dell'attuale base trapezoidale, risalente al X-XI secolo, del moderno fonte battesimale del duomo di Capua e un tempo utilizzata forse come piedistallo di una croce astile, alla cui discussione si rimanda infra a pp. 454 ss.

13

Bibliografia dei confronti: MELUCCO VACCARO 1974, pp. 93-95, tav. XII fig. 32; GRABAR 1976 pp. 60-61 tav. XXIX fig. 45a. ACETO

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SCHEDA MC/3

TIPOLOGIA E DATAZIONE Architrave e stipiti del portale centrale - seconda metà XI secolo

MATERIALE Marmo bianco e tessere musive a foglia d'oro

DIMENSIONI Piedritti: altezza 3,30 m - larghezza 71 cm spessore 10 cm

Architrave: altezza 80 cm - larghezza 2.20 m - spessore 22 cm

UBICATO/PROVENIENTE MAM/Portale centrale dell'Abbazia di Montecassino

Descrizione del reperto scultoreo:

Questa incorniciatura è, purtroppo, quanto resta del portale centrale della basilica desideriana che si è potuta preservare, anche se solo in parte, in quanto, come riferito da

Pantoni,14 da epoca imprecisata fino al 1944 essa era messa in opera nello sguancio interno

dello stesso ingresso principale (del resto ciò è dimostrato da alcune foto Marburg datate 1937), venendo in tal modo protette da eventuali manomissioni e dai danni causati dai bombardamenti alleati. Una ricostruzione grafica del suddetto portale è stata per la prima volta fornita attraverso i disegni settecenteschi pubblicati nalla sua Historia Abbatiae

Cassinensis dal Gattola ma realizzati dal professo di Montecassino Michelangelo Monsa,

grazie ai quali il Pantoni ha potuto rimettere insieme i suddetti frammenti ricostruendo, sebbene in modo parziale, il portale dell'antica basilica desideriana.15 La decorazione, analoga per gli stipiti e per l'architrave, è composta da fioroni ad otto foglie sistemati al centro di losanghe cinte ai margini da una cornice scanalata; tale disposizione genera degli spazi di risulta triangolari in cui sono collocate delle piccole rosette. Tutta la composizione, che presenta molte lacune integrate oggi a stucco, è delimitata con un doppio bordo decorato, nella parte più interna, da un kyma lesbico continuo e, nella parte esterna, da un

kyma lesbio trilobato. In alcuni settori dell’incorniciatura si conserva ancora il rivestimento

eseguito con tessere musive a foglia d'oro e con smalti colorati che, sebbene sia ridotto a

14

PANTONI 1973, p. 166.

15

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pochissimi frammenti, rende l’idea della smagliante veste decorativa con cui fu concepito quest'ingresso.16

Confronti17

fig. MC/3a - Abbazia di Montecassino, sguancio interno del portale centrale.

Sistemazione prima del 1944 (da SCACCIA SCARAFONI 1937)

16

Bibliografia critica: Dopo il Gattola numerosi furono coloro che si occuparono del portale di Montecassino. La prima menzione degna di nota fu del Caravita per il quale benché l'incorniciatura non fosse dell'XI secolo, la riteneva rivestita di tessere musive e smalti colorati al tempo di Desiderio (CARAVITA 1868-1870, I, pp. 221-222). Per il Toesca la presenza di maestranze bizantine fu determinante per la soluzione delle tessere policrome inserite nell'incorniciatura del portale, tanto che poté derivare nella scultura campana l'uso dei mosaici inseriti nei marmi (TOESCA 1927 [= 1965, pp. 890-891]). Il primo a suggerire la realizzazione in età medievale fu Scaccia Scarafoni, il quale intese la loro decorazione a losanghe una rielaborazione d'età desideriana del motivo classico dei soffitti a lacunari (SCACCIA SCARAFONI 1937, p. 108). Risulta singolare l’ipotesi elaborata dal Bottari riguardo l’aspetto decorativo del portale cassinese e soprattutto alla genesi del suo schema architettonico, sostenendo, senza peraltro alcun riscontro documentario, che il suddetto portale fosse un "*…+ricordo di architetti amalfitani che con i lombardi avevano atteso al programma di ricostruzione"(BOTTARI 1955, p. 12). Pantoni basandosi anche sulla riproduzione grafica del Gattola, rimise insieme i pezzi dell'incorniciatura, che considerava realizzata in età desideriana, e notava che sul suddetto disegno sopra l’epistilio vi era raffigurato un archivolto, fedele allo schema architettonico dei portali campani dell’epoca, del quale purtroppo non si avevano tracce, salvo, forse, qualche pezzo recuperato durante gli scavi e che, una volta raccolto tutto il materiale frammentario, si riproponeva di poter individuare in successive indagini (PANTONI 1973, p. 169). Valentino Pace, dell'apparato decorativo di questo monumentale ingresso, ne coglie invece il carattere dissonante e quasi contraddittorio evidenziabile tra il chiaro rinvio a modelli classici (espresso ad esempio attraverso l'uso del motivo a lacunari) e il ricorso ad una formulazione compositiva del tutto nuova (le tessere musive negli spazi di risulta) che "[...]permette anzi di comprendere meglio come l'approccio all'Antico si sia realizzato: tramite una ricezione di singoli 'vocaboli' in una 'sintassi' che non è più quella cui essi in origine competevano" (PACE 1982, [= 2007, p. 22]). Francesco Aceto suppone invece che la realizzazione del portale, senz'altro ispirata a modelli antichi, potrebbe essere attribuita alle maestranze bizantine chiamate da Desiderio per la costruzione della nuova chiesa madre, le quali provvidero non solo all’esecuzione dell'apparato decorativo ma anche alla realizzazione del disegno del suddetto portale, in quanto ciò rispondeva ad una esigenza pratica, collegata anche allo svolgimento del programma musivo che si integrava perfettamente con quello architettonico-scultoreo (ACETO 1984, p. 159). Anche per Herbert Bloch la decorazione a losanghe rimanda a quelle dei soffitti a lacunari e l'uso delle tessere musive dorate con rosette è di forte derivazione classica (BLOCH 1986, I, pp. 72-73). Lo stesso D'Onofrio ritiene che l'inserzione di tessere di pasta vitrea nell'incorniciatura del portale, quest'ultimo mostrante una tale equilibrata composizione da rimandare a modelli sia romani che orientali, è forse dovuta alle stesse maestranze bizantine operanti nel cantiere cassinese (D'ONOFRIO 1996b, p. 447-448). Gandolfo, riproponendo in linea di massima ciò che qualche anno prima aveva supposto la Glass (GLASS 1991b, p. 16), riscontra che nell'ambito della ripresa materiale di motivi classici, o della loro imitazione, la decorazione a losanghe con fiorone centrale di questo portale cassinese non si collocherebbe come una diretta ed originale reinterpretazione dell'antico, bensì essa si riferirebbe alla decorazione dei pilastrini del porticato d'ingresso della basilica dei SS. Martiri a Cimitile (NA), datati all'epoca del vescovo di Nola Leone III (inizio X secolo), un modello questo culturalmente legato alla ben salda tradizione scultorea regionale campana (GANDOLFO 1999, p. 16). Inoltre, egli sottolinea che il motivo decorativo a losanghe e fioroni del portale cassinese venga riproposto per la prima volta nello stipite destro del portale della chiesa umbra di S. Nicolò a Sangemini (conservato al Metropolitan Museum di New York - figg. MC/3d-f), la cui realizzazione risale a qualche anno dopo il 1119, anno in cui avvenne la donazione dell'edificio all’abbazia di Farfa (GANDOLFO 1999, p. 17). Sui portali cassinesi si veda anche infra pp. 453 ss.

17

Bibliografia dei confronti: GATTOLA 1733, tav. I;SCACCIA SCARAFONI 1937, p. 110; BERTELLI 1985, pp. 184-191, tav. XLIII figg. 100 e 100c.

Capitolo II. Il 'Corpus' di Montecassino - Il Museo dell'Abbazia

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fig. MC/3b - Abbazia di Montecassino, fig. MC/3c - Ricostruzione grafica fig. MC/3d - Museo dell'Abbazia di

portale centrale prima del 1944 del portale centrale di Montecassino Montecassino, portale centrale (foto archivio Marburg n°053.840) (da GATTOLA 1733) ricomposto (foto di S. La Mantia)

figg. MC/3d-f - Sangemini, chiesa di S. Niccolò. Sistemazione del portale prima del 1936, part. dello stipite destro,

e attuale riassemblaggio presso il Metropolitan Museum di New York, 1120ca. (foto d-e da BERTELLI 1985, foto f http://www.metmuseum.org)

fig. MC/3h - Cimitile, Basilica dei SS. Martiri.

Part. di uno dei pilastrini del protiro, inizi X sec. (foto di S. La Mantia)

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SCHEDA MC/4

TIPOLOGIA E DATAZIONE Architrave del portale laterale - IX secolo

MATERIALE Marmo bianco

DIMENSIONI Altezza 30 cm - larghezza 1,90 m - spessore 20 cm

UBICATO/PROVENIENTE MAM/Portale laterale dell'abbazia di Montecassino

INVENTARIO

Descrizione:

Così come per il portale centrale, anche questo, che era uno dei due ingressi laterali, è nota la sua sistemazione originaria grazie ai disegni pubblicati dal Gattola nella sua opera

già precedentemente menzionata.18 Intorno a questo elemento scultoreo sono stati sollevati

in passato diversi dubbi sulla sua identificazione. Infatti, questo architrave presenta un motivo ornamentale un po' diverso rispetto a quanto appare raffigurato nella summenzionata incisione settecentesca del Gattola, pertanto non è sicuro che questa lastra, riutilizzata (forse già in epoca rinascimentale) come architrave di una porta interna della chiesa cassinese, sia collegabile concretamente a questo portale o se possa appartenere all'altro ingresso laterale della basilica desideriana. Il tema decorativo in questione, che trovò largo utilizzo specialmente nella scultura della prima fase dell'altomedioevo al quale periodo ritengo che si debba attribuire, è rappresentato da un triplice nastro, del tipo 'a volute intrecciate', terminante, su ambedue i lati, con una coppia di palmette; il nastro si ripete lungo tutta la superficie della lastra e risulta serratamente contenuto dalla semplice cornice perimetrale.19 Va detto che i piedritti associati a questo architrave, decorati con una

18

GATTOLA 1733, tav. I.

19

Bibliografia critica: Pantoni durante i lavori di scavo da lui eseguiti all’interno della distrutta basilica cassinese, notò che il motivo decorativo raffigurato sulla soglia di una porta interna fosse affine all’ornamentazione che appariva scolpita sull’architrave del disegno settecentesco del Gattola, pur riconoscendo che entrambi i motivi decorativi non erano

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