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Planimetria dell'area archeologica di S. Vincenzo al Volturno con definizione cromatica delle aree di ritrovamento dei reperti scultorei

Elenco delle abbreviazioni utilizzate

DA-CSV Deposito archeologico di Castel San Vincenzo

SVM San Vincenzo Maggiore

SVm San Vincenzo minore

FF Officine monastiche

EPI Chiesa della così chiamata cripta di Epifanio

SVM-B Basilica maior

FIU Scavo sponda ovest fiume Volturno

S.REST Cappella di S. Restituta

GIA Corta e giardino

VEST Vestibolo S.PROF Sala dei Profeti

REF Refettorio

SVM-A Atrio della Basilica maior

SVM-C Lato settentrionale della Basilica maior CL-W Portico ovest

POR Porticato che conduce al Museo dell'Abbazia

Capitolo II. Il 'Corpus' di S. Vincenzo al Volturno - Capitelli a stampella integri o frammentari 125 SCHEDA SV/1 (da MITCHELL 2011c) (foto di V. Pace)

TIPOLOGIA E DATAZIONE Capitello a stampella - IX secolo

MATERIALE Pietra calcarea

DIMENSIONI Altezza 19 cm - larghezza 40/21 cm - profondità 23,5 cm

UBICATO/PROVENIENTE DA-CSV/SVM-FF

INVENTARIO Inv. Sop. 57525/RN 0042

Descrizione:

Questo capitello a stampella, per le sue parziali condizioni conservative, mostra purtroppo il suo tema decorativo solo su uno dei suoi quattro lati ma quest'unica faccia scolpita (che è una dei due lati maggiori) reca integralmente il soggetto raffigurato. Disposto orizzontalmente e muovendosi da destra verso sinistra, occupa l'intera superficie del capitello l'affusolata figura di un grosso pesce, eseguita in bassorilievo, contraddistinto da una ampia coppia di pinne dorsali e ventrali. Al di sopra della testa del pesce (forse identificabile in una trota), avendo come probabile unica funzione quella decorativa, sono profondamente incise due piccole circonferenze nel cui interno sono collocati quattro minuscoli motivi circolari disposti a croce intorno ad un foro centrale; ognuno di questi

Capitolo II. Il 'Corpus' di S. Vincenzo al Volturno - Capitelli a stampella integri o frammentari

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piccoli motivi circolari, che ripropongono esattamente le fattezze dell'occhio del pesce,

presentano a loro volta un foro al centro.104 Il tema decorativo è delimitato da una cornice

a doppio listello liscio che cinge tutto il perimetro del lato principale del capitello e, per ciò che si riesce ancora ad intravedere, anche dei lati minori la cui decorazione è impossibile da individuare ad eccezione del lato destro, le cui poche tracce rimaste ancora visibili permettono di identificare un motivo a spirale quadrata. Infine, l'intero capitello è sormontato da un alto abaco, molto rimaneggiato, che mostra una larga fascia longitudinale dalla superficie concava.105

Confronti106

SV/1a - Vicenza, basilica dei SS. Felice e Fortunato. Capitello

a stampella della navata crntrale, IX sec. (da Napione 2001)

SV/1b - Bussi sul Tirino, chiesa di S Maria di Cartignano. Capitello della navata, XI sec.

(foto da http://www.flickr.com/photos/colombaie/4475601317/)

104

Bibliografia critica: John Mitchell evidenzia in questo capitello a stampella, così come si vedrà in seguito per altri simili esemplari volturnensi, la presenza di un abaco attraversato da un'insolita scanalatura concava, che costituisce una caratteristica specifica molto diffusa, per questo tipo d'arredo scultoreo, nel IX secolo a S. Vincenzo al Volturno. Per la relativa discussione si rimanda alla scheda SV/3 nota 113. Sempre lo studioso inglese ritiene anch'egli di individuare il pesce raffigurato con una trota mentre i piccoli motivi circolari, che lambiscono la sua testa, sono raffigurati come bolle fuoriuscite dalla bocca del pesce (MITCHELL 2011c, pp. 284-285, fig. 7:60). Su questo capitello si veda anche: STIEGEMANN

-WEMHOFF 1999, p. 87, n° II.49; MARAZZI 2006a, fig. 22; MITCHELL 2007, p. 90. Il suddetto tema iconografico è una delle prime

e più diffuse rappresentazioni simboliche di Cristo ed è abbastanza raro riscontrarlo su capitelli altomedievali in qualità di esclusivo motivo decorativo, tanto è vero che tra i confronti proposti solo l'esemplare vicentino è ad esso simile e quasi coevo. Molto più frequente è la presenza di questa iconografia sulla superficie di lastre di pluteo o archetti di ciborio, associati quasi sempre a scene cristiane legate, ad esempio, alle storie di Giona o abbinate alle figure di sirene, di serpenti o di mostri marini (come esempio, si veda: TAGLIAFERRI 1981, tavv. LXXXVII figg. 319-320, C fig. 338, CII fig. 342 e CXXXIII fig. 302). L'associazione tra Cristo e la figura del pesce deriverebbe, come indicato da Agostino d'Ippona nel "De Civitate Dei", da un acronimo formulato dai primi cristiani con la parola greca ichthys (pesce), la quale rimanderebbe all'espressione "Iesous Christos Theou Yios Soter" (Ιησοῦς Χριστός Θεoῦ Υιός Σωτήρ) cioè "Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore" (Agostino d'Ippona, De Civitate Dei, PL 41, 18, 23.1, coll. 579-580). Sull'associazione iconografica Cristo-pesce si rimanda infra a p. 326 nota 53.

105

Per questo dettaglio si rimanda alla scheda SV/3.

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fig. SV/1c - Castelvecchio di Pescia, Pieve dei SS. Ansano e Tommaso.

Capitello esterno, XI-XII sec.

(foto da http://www.luoghimisteriosi.it/toscana/castelvecchiopieve.html)

fig. SV/1d-e - Ozieri, basilica di S. Antioco. facce minori di un capitello d'imposta, VII sec. (da CORONEO 2004)

fig. SV/1f - Sassari, Museo Nazionale G.A. Sanna.

Capitolo II. Il 'Corpus' di S. Vincenzo al Volturno - Capitelli a stampella integri o frammentari 128 SCHEDA SV/2 A B

TIPOLOGIA E DATAZIONE Capitello a stampella - IX secolo

MATERIALE Pietra calcarea

DIMENSIONI Altezza 22 cm - larghezza 50/21 cm - profondità 27/18 cm

UBICATO/PROVENIENTE Deposito archeologico CSV - SVM/B

INVENTARIO RN 4892

Descrizione:

Il capitello a stampella in esame reca sui due lati principali un decoro, scolpito con tecnica 'a cuneo', costituito da due clipei tangenti nei quali è inscritto un esagono, dai lati leggermente arcuati, nel cui interno è alloggiata una stella, o fiore, a sei punte, motivo iconografico che si è già avuto modo di descrivere per uno dei capitello del chiostro di S.

Anna a Montecassino (MC/12).107 La suddetta decorazione è eseguita con un affilato intaglio

a cuneo molto profondo che dà quasi la sensazione di non essere scolpita nella pietra bensì conseguita attraverso la tecnica del rilievo in negativo, ottenuta imprimendo uno stampo sulla morbida superficie ancora fresca di materiale duttile e solidificabile come ad esempio lo stucco. Due foglie lanceolate a tre lobi sono collocate negli spazi di risulta che si creano tra i clipei e gli spigoli superiori della stampella, mentre completa la composizione ornamentale un abaco mostrante oltre ad una modanatura convessa, la caratteristica ed

107

Alla scheda MC/12 si rimanda per quanto concerne gli approfondimenti critici. Per la figura dell'elice clipeato, si rimanda supra alla scheda MC/28 con relativi riferimenti e confronti.

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inusuale scanalatura concava.108 Sui lati corti del capitello è raffigurato un ricorrente motivo iconografico altomedievale, tanto in occidente che in oriente, che consiste in un grosso disco ad elice nel cui centro è in questo caso posizionata una croce greca racchiusa entro un piccolo clipeo. Pure in questo caso gli spazi di risulta, che anche qui si creano in corrispondenza degli spigoli superiori del capitello, sono occupati da foglie trilobe lanceolate. Nella raffigurazione presente sui lati minori è riscontrabile nelle due elici una piccola, quanto evidente, differenza poiché una risulta composta da una sequenza di dodici spire mentre l'altra ne presenta venti che fa assumere a quest'ultimo un amplificato effetto di vorticosa rotazione.109

Confronti110

fig. SV/2a - Tripoli, Museo Archeologico. Capitello cubico, IV sec.

108

Per il dettaglio dell'abaco concavo si rimanda alla scheda SV/3.

109

Bibliografia critica: Di questo capitello la Sogliani riporta che il suo tema ornamentale principale, da lei definito a stelle tangenti a sei punte comprese entro due orbicoli circolari, è tipicamente altomedievale e si ritrova frequentemente a San Vincenzo sia in uno dei pannelli affrescati della cripta di Giosuè e sia su un gruppo di tegole ornamentali prodotte propr io nelle officine di San Vincenzo agli inizi del IX secolo (SOGLIANI 2004, p. 100, fig. 5). Mentre la Catalano riprende in sostanza quanto in precedenza descritto dalla Sogliani (CATALANO 2008a, p. 63, fig. g-g2.), anche da me l'ornamentazione di codesto arredo scultoreo volturnense viene definita specificatamente altomedievale, ritenendola diffusa soprattutto nel periodo cronologico della cosiddetta rinascenza liutprandea (RAIMO 2006, pp. 98-99, fig. 24 nota 29). Fornisce solo la foto senza alcuna considerazione critica: CARUSO 2005, p. 126, fig. 133a. Comunque, la presenza dell'abaco concavo, come già visto in precedenza e come nella seguente scheda verrà approfondito, fa ritenere la datazione di questo capitello ancorata al IX secolo pur se la tematica iconografica (esagono con fiore esapetalo) fu diffusa in un arco temporale molto vasto.

110

Bibliografia dei confronti: FALCHI 1896, pp. 304-306, fig. 18; HEUZEY 1905, p. 344;RASPI SERRA 1961, pp. 65-67, tav. XXXIII; HUBERT 1968 p. 47, fig. 54; ROMANELLI 1968, pp. 167-170, tav. XXI; CASARTELLI NOVELLI 2012a, p. 884, fig. 16. Per quanto concerne la decorazione delle facce minori si rinvia ai riferimenti critici e confronti della scheda MC/28 e infra alle pp. 429 ss.

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fig. SV/2b - Castiglione della Pescaia , Museo fig. SV/2c - Parigi, Museo del Louvre. Porta di tomba detta di

Archeologico. Stele funeraria da Vetulonia, Kefer-Yesef da S. Giovanni d'Acri, I sec. d.C. (da HEUZEY 1905) VII sec. a.C. (da FALCHI 1896)

fig. SV/2d-New York, Metropolitan Museum. Fibbia di cintura fig. SV/2e- Mazerolles, chiesa. Lastra da Vermand,V sec. d.C. (n° inv. 17.192.146)(foto dahttp://www.met scolpita (calco), VII sec. (da HUBERT 1968) museum.org/Collections/search-the-collections/170005108

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fig. SV/2f- Tripoli, Museo Archeologico. Finestra prov. dalla basilica cristiana fig. SV/2g - Sesto al Reghena chiesa di

el Khadra, IV sec. (da ROMANELLI 1968) tav. XXI S. Maria in Sylvis.. Part. dell'urna di S. Anastasia, prima metà VIII sec.

fig. SV/2h- Spoleto, chiesa di S. Gregorio Maggiore. Pluteo-architrave, VIII sec. (da RASPI SERRA 1961)

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SCHEDASV/3

TIPOLOGIA E DATAZIONE Capitello a stampella - inizio IX secolo

MATERIALE Pietra calcarea locale

DIMENSIONI Altezza 21 cm - larghezza 42/20 cm - profondità 31/20 cm

UBICATO/PROVENIENTE POR/ SVm-EPI

INVENTARIO

Descrizione del reperto scultoreo:

Questo capitello a stampella pur se rinvenuto nell'area del SVm, durante degli scavi eseguiti sulla fine degli anni '70 nei pressi della 'Cripta di Epifanio' per la messa in opera di una tubazione idrica, è stato ben presto preso in custodia dal monastero di Montecassino dove, insieme ad altre due sculture volturnensi (SV/6-7), è attualmente esposto sul muretto del porticato che conduce al Museo dell'abbazia cassinese. I lati frontali sono caratterizzati da un tema decorativo eseguito con una profonda lavorazione ad incavi piramidali (intaglio a Kerbschnitt) disposti su quattro file in modo da comporre una fitta successione di losanghe, motivo ornamentale molto ricorrente nella Langobardia minor ed in modo particolare in Campania ed inoltre su diversi reperti volturnensi in materiale lapideo,

terracotta e pittorico.111 Sull'unico lato minore superstite è rappresentato un decoro, molto

utilizzato nell'arte scultorea d'età classica, costituito dalla sequenza di otto scanalature contigue (baccellature) lievemente radiali e dalla superficie concava, le quali, occupando tutta l'altezza della faccia minore, terminano in alto con la punta arrotondata verso l'esterno, mentre in basso la punta risulta arrotondata verso l'interno. Completano la

111

Un analogo motivo lo ritroviamo impresso su alcune lastre in terracotta rinvenute nell'area delle officine monastiche mentre un disegno molto affine costituisce il tema dominante di uno dei 30 pannelli dipinti (il n°9) del sopravvissuto ciclo d'affreschi della cripta cosiddetta di Giosuè che si sviluppa sotto il presbiterio della Basilica maior. Si veda infra la scheda SV/6.

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decorazione di questo lato otto minuscoli cerchi con foro centrale,112 collocati in corrispondenza della punta superiore ed inferiore delle baccellature. Un basso abaco dalla superficie concava sormonta il capitello.113

Confronti114

fig. SV/3a - S. Agata dei Goti, cripta del duomo. fig. SV/3b - Benevento, chiostro di S. Sofia. Capitello arcata

Capitello a stampella, X-XI sec. (da D'ONOFRIO-PACE 1981) sud-ovest, X sec. (da Galasso 1993)

fig. SV/3c - S. Angelo in Formis, basilica di S. Michele fig. SV/3d - Benevento, Museo del Sannio. Capitello a stampella

Arcangelo. Capitello riutilizzato come acquasantiera, XI sec. fine IX-inizio X sec. (da Rotili 1966)

112

Si segnala il recente contributo della Casartelli Novelli sulla diffusione di questa minuscola decorazione da lei denominata a 'cerchietti oculati' o 'occhi di dado': CASARTELLI NOVELLI 2012b.

113

Bibliografia critica: Primo a menzionare questo capitello fu Luigi Cielo il quale, nel suo studio sui capitelli della cripta di S. Agata dei Goti in cui è descritto un capitello con simile decorazione ad incavi triangolari, riferiva che era stato scoperto da poco tempo dagli scavi volturnensi condotti dal Pantoni (l'area era quella della cripta di Epifanio) un capitello con codesta ornamentazione, il cui schizzo gli era stato fatto gentilmente visionare dallo stesso Pantoni (CIELO 1979, p. 115 nota 20). L'anno successivo sarà proprio Pantoni a darne più diffusa notizia, ritenendo questo capitello, per il suo motivo decorativo, ascrivibile con qualche probabilità ad un'epoca anteriore la distruzione saracena, subita dal monastero nell'881, e trovava come termine di confronto un'arcatella dello scomparso monastero di S. Clemente di Guardiagrele del X secolo. Inoltre, il ritrovamento di questo capitello permetteva Pantoni di metterlo a confronto con alcuni capitelli esaminati da Cielo in uno studio proprio sull'incavo geometrizzante in Campania (CIELO 1978), obiettando certe sue attribuzioni cronologiche, in particolare per un esemplare di S. Angelo in Formis datato da Cielo alla fine dell'XI secolo, datazione che invece era giudicata dallo studioso benedettino troppo tarda (PANTONI 1980b, pp. 188-190, fig. 125). Infine, Mitchell soffermava la sua attenzione sulla presenza dell'abaco concavo individuandolo come una peculiarità comune a tutti i capitelli a stampella rinvenuti fino a quel momento a S. Vincenzo al Volturno (considerazione lungimirante poiché questo dettaglio si troverà anche sui successivi esemplari ritrovati nello scavo volturnense) e che trovava analogo confronto, sia in Italia che in Europa, soltanto in alcuni esemplari anch'essi a stampella provenienti dal palazzo imperiale di Ingelheim e da altri siti limitrofi carolingi. Inoltre, Mitchell ne supponeva l'uso per una arcata di modeste dimensioni o per un arco cieco (MITCHELL 2000a, p. 428 scheda 414; MITCHELL 2001C, pp. 164-165 figg. 5:144a-5:144b).

114

Bibliografia dei confronti:MEYER-BARKHAUSEN 1933, fig. 3;ROTILI 1966,tav.XXIII;D'ONOFRIO-PACE 1981, fig. 105; GALASSO

1993, fig. 41.1. Sul motivo ad incavi triangolari si rimanda infra a pp. 329-335 e sull'abaco concavo infra a pp. 325-329. Anche per quel che riguarda il motivo a baccellatura si rinvia al relativo approfondimento a pp. 325 ss.

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fig. SV/3e - S. Agata dei Goti, portale centrale del duomo. fig. SV/3f - Magonza, Museo. Capitello a stampella

Capitello cubico riutilizzato come base di colonna, fine XI sec. prov. dal palazzo carolingio di Ingelheim, fine inizio IX sec. (da W. MEYER-BARKHAUSEN 1933)

Capitolo II. Il 'Corpus' di S. Vincenzo al Volturno - Capitelli a stampella integri o frammentari 135 SCHEDA SV/4 A (da CATALANO 2008) B C (da CATALANO 2008)

TIPOLOGIA E DATAZIONE Capitello a stampella - IX secolo

MATERIALE Pietra calcarea

DIMENSIONI Altezza 19 cm - larghezza 33/17 cm - profondità 28/20 cm

UBICATO/PROVENIENTE Deposito archeologico CSV - SVM/C

INVENTARIO RN 5141

Descrizione:

Di questo bell'esemplare di capitello a stampella che si conserva oggi in condizioni alquanto rimaneggiate (mostra poco più della metà della sua originaria dimensione), viene qui proposta (SV/4a) un'ipotetica ricostruzione dell'intera superficie (larghezza superiore risulterebbe di ca. 45 cm). La decorazione dei tre lati superstiti del capitello, anche se non è per ognuno la medesima, nel complesso si affida unicamente alle svariate soluzioni ornamentali ottenute dagli scalpellini altomedievali attraverso il tema decorativo della treccia con nastro bisolcato. Il lato principale più integro del capitello (A) presenta il motivo della treccia viminea annodata composta da due capi, intreccio che termina in alto con profilo appuntito poiché la propria forma si adatta all'impostazione trapezoidale del capitello stesso. L'altro lato maggiore (B), che oltre ad essere metà della sua superficie originaria presenta anche un'ampia lacuna in corrispondenza dello spigolo superiore, mostra una particolare versione della treccia a due capi con grosso bottone al centro delle

Capitolo II. Il 'Corpus' di S. Vincenzo al Volturno - Capitelli a stampella integri o frammentari

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singole maglie.115 Infine, l'unica faccia minore che si conserva (C) è contraddistinta da un intreccio recante la figura di un grosso 'nodo di Salomone'.116 Su tale capitello è assente qualsiasi traccia di abaco.117

Confronti118

fig. SV/4a - Ipotesi ricostruttiva del frammento di capitello volturnense con treccia viminea

fig. SV/4b - Roma, Palazzo Senatorio sala del Carroccio. Capitello a stampella prov. forse da

S. Maria in Aracoeli, IX sec. (da PANI ERMINI 1974a)

115

La Pani Ermini descrivendo il motivo della treccia a due capi riscontrato su alcuni reperti provenienti dal Foro di Traiano a Roma, sottolineava che la presenza del bottone al centro delle maglie era una prerogativa iconografica tipicamente altomedievale (PANI ERMINI 1974b, p. 122).

116

Su questo tema iconografico, di antichissima origine e molto diffuso nella scultura altomedievale, oltre ai vari volumi del Corpus del Cisam si rimanda anche al seguente contributo monografico: SANSONI 1998.

117

Bibliografia critica: La Sogliani, prima a descrivere questo frammento di capitello volturnense (SOGLIANI 2004, p. 100, fig. 6) al quale assegna erroneamente il numero di inventario invertendolo con quello del capitello RN 4892 (scheda SV/2), individua la sua ovvia impostazione morfologica e decorativa tipicamente altomedievale, per i cui confronti rimanda al repertorio laziale ed ai relativi ulteriori raffronti di ambito più estesamente peninsulare datati entro la prima metà del IX secolo, chiamando in causa, per il motivo a matassa e la treccia triviminea, alcuni esempi romani indicati dalla Pani Ermini

(PANI ERMINI 1974b, tav. XIII fig. 29, tav. XLVI fig. 123). Successivamente ne fa menzione anche Lara Catalano la quale non

indica alcun possibile confronto con il capitello in questione e poi, riferendosi ai motivi decorativi dello stesso, interpreta al condizionale un dato di immagine ovvio, poiché la diversità delle trame ornamentali da lei 'supposte' sono semmai un'evidenza formale visibile agli occhi di qualsiasi fruitore (CATALANO 2008a, p. 63 fig. h-h2).

118

Bibliografia dei confronti:ARSLAN 1954a, p. 581; PANI ERMINI 1974a, pp. 102-103, tav. XIX n° 46;PANI ERMINI 1974b, pp. 102-104, tav. XLVI fig. 123;FATUCCHI 1977, pp. 165-167, tavv. CI fig. 158b; MELUCCO VACCARO-PAROLI 1995 p. 211, tav. XXXVI fig. 128a. Per ulteriori confronti e approfondimenti critici su questi decori nastriformi, si rimanda infra a pp. 314-325.

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fig. SV/4c - Castelnuovo dell'Abate, Abbazia di S. Antimo. Pulvino dell'arcata di una bifora

del matroneo di sinistra, XI sec. (da FATUCCHI 1977)

fig. SV/4d - Milano, chiesa di S. Vincenzo in Prato. Capitello erratico, IX sec. (da ARSLAN 1954a)

fig. SV/4e - Roma, Mercati di Traiano. Frammento

di pluteo, metà IX sec. (da PANI ERMINI 1974b)

fig. SV/4f - Norba, chiesa nel Tempio di Giunone

Lucina. Capitello, prima metà IX sec.(daMELUCCO

Capitolo II. Il 'Corpus' di S. Vincenzo al Volturno - Capitelli a stampella integri o frammentari

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SCHEDA SV/5

TIPOLOGIA E DATAZIONE Capitello a stampella - IX secolo

MATERIALE Pietra calcarea

DIMENSIONI Altezza 17 cm - larghezza 30 cm - profondità 24,50 cm

UBICATO/PROVENIENTE DA-CSV/SVm-FIU

INVENTARIO RN 6148

Descrizione:

Le due facce principali di questo capitello a stampella sono entrambe decorate con un motivo ornamentale la cui composizione credo che rimandi ad un grande monogramma di difficile decifrazione. Difatti, l'ornamentazione è costituita da un motivo a forma di 'M' collocato al centro della superficie del capitello e, in corrispondenza della congiunzione delle due linee oblique della lettera, si erge una linea verticale di uguale spessore, probabilmente una 'I' terminante in alto con la tipica svasatura che contraddistingue le lettere capitali.119 La

119

Assolutamente ipotetica è la mia identificazione di questo acronimo come un monogramma mariano, attribuendo alla lettera 'M' il termine Mariae e alla 'I' quello di Immaculatae anche se quest'ultimo termine associato alla figura della Vergine non risulterebbe affatto diffuso in epoca altomedievale. Quest'idea potrebbe essere supportata dal fatto che il culto mariano nell'abbazia volturnense fu molto sentito, tanto che i monaci le dedicarono ben tre chiese, Sancta Maria Maior, Sancta Maria Minor e Sancta Maria in Insula, includendo tra queste anche la primitiva chiesa madre edificata dal primo abate Paldo. Sempre in relazione al culto mariano, si ricorda che la fondazione di S. Vincenzo al Volturno fu fortemente sostenuta da Tommaso di Morienne, allora a capo dell'abbazia della Beata Vergine di Farfa, il quale, secondo anche quanto sostenuto da Gregorio di Catino nella Constructio Farfensis, avrebbe avuto un ruolo decisivo sulla fondazione del monastero volturnense, configurandosi così come una sua dipendenza tanto da, forse, averne ereditato la dedicazione

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parte inferiore delle due gambe della 'M' proseguono verso l’alto, parallelamente ai lati della stampella, per terminare negli spigoli superiori del capitello sotto forma di tralcio

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