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“ Mi sembra che il dialetto sia…

Qualcosa che agisce nel profondo e che quindi è spesso in grado di dirci dell’ uomo e del suo ambiente insospettate realtà.

Le radici che il dialetto affonda nelle origini più remote , le origini dei miti, delle leggende degli archetipi, quando si trattava di dare una lingua all’ esperienza del mondo, ci riconducono al valore delle tradizione intesa nel suo senso più vivo, cioè a quella stratificazione di tramandi culturali , che fanno di noi le persone che oggi siamo;

è la chiave di volta che ci aiuta non di rado a capire da dove veniamo e quindi a darci un orientamento verso dove stiamo andando o vogliamo andare.”

Federico Fellini

(Dal libro "I dialetti d'Italia" Pan editrice 1981)

Nella Provincia di Massa-Carrara si parla la “la stessa lingua” … ma due dialetti distinti pur nelle loro somiglianze : il Carrarese e il Massese .

Dialetti “unici” nel loro genere, ne toscani pur facendo parte della Regione, ne liguri, ma influenzati da entrambi e non solo.

Il vocabolario D.I.R, definisce il dialetto come : “ sistema linguistico usato in una zona geografica limitata rispetto alla lingua nazionale, e che si distingue da qiesta in misura variabile per struttura, pronuncia, intonazione, fonemi propri, flessione e forme diverse, e accezioni diverse all’ interno della stessa voce”.

Il GDLI ci spiega invece che il dialetto è la “parlata propria di un ambiente geografico ristretto ( regione, provincia, città e anche paese) contrapposta ad un sistema linguistico affine per origine e sviluppo , ma che, per diverse ragioni ( politiche, letterarie, geografiche…) si è imposta come lingua letteraria e ufficiale”.

Secondo il professor Luciano Luciani , docente di lettere latine e greche ( che ha insegnato al liceo classico “ E. Repetti” di Carrara e al liceo classico “T. Parentuccelli”

di Sarzana e che è membro della “ Società italiana di glottologia”), con l’espressione dialetto carrarese, si intende il dialetto parlato nel Comune di Carrara cioè nella zona che arriva fino al confine con la vallata del Carrione, il fiumicello di Carrara. Dal punto di vista linguistico il territorio carrarese fa parte di quell’ area apuana, lunigianese, versiliese, garfagnina che è un’ area di transizione in cui vengono ad incontrarsi e scontrarsi varietà dialettali toscane, emiliane, e in qualche misura liguri.

I principali tratti fonetici che caratterizzano il dialetto urbano di Carrara sono essenzialmente i seguenti :

1- lo scempiamente delle consonanti geminate intervocaliche frèd.

2- la sonorizzazione di s intervocalico posàr posare.

3- la palatizzazione di latino cl, tl , gl che diventano cj, gj - Òce occhio.

4- la caduta di j nel nesso latino rj intervocalico fornàr fornaio.

Queste caratteristiche accomunano un po’ il dialetto di Carrara ai dialetti settentrionali.

Per quel che riguarda la morfosintassi , vediamo alcuni più importanti aspetti:

è comune ai dialetti alto italiani l’ uso del pronome personale proclitico davanti alle voci verbali, proceduto o meno dal pronome tonico.

passaggio dei femminili della 3° declinazione alla 1° declinazione in a. dota dote.

presenza dei plurali maschili in i per quei sostantivi che in toscano hanno un plurale femminile in a ed un singolare maschile in o. braci, braccia.

nei primi tre numeri cardinali si conserva l’ opposizione fra maschile e femminile. Do, dòa , due.

è frequente l’ uso della preposizione a davanti all’ infinito dopo i verbi di percezione sensoriale. A vegnir venire.

Frequenti anche i composti formati da due imperativi magnebèva mangia e bevi, cioè fannullone.

Un proverbio carrararese : kuànd la Brujana a se méte l kapèd, kararìn, pige l ombrèd, quando la Brugiana ( monte a sud di Carrara, sulle cui pendici sorgono i paesi di Bergiola Foscalina nel Carrarese e di Bergiola Maggiore nel Massese) si mette il cappello ( quando la cima viene avvolta dalle nubi) Carrarese prendi l’

ombrello perché probabilmente pioverà!

Per quanto riguarda il dialetto della città di Massa, come già detto chiaramente simile al carrarese, la gente “indigena” distingue il massese “ di là e di qua dall'acqua”; ovvero esistono due massesi che differiscono minimamente tra loro per la pronuncia a seconda se si è da una parte o l' altra del piccolo fiume Frigido.

Così nei borghi e paesi di Ortola, Castagnola e Mirteto per esempio si parla diversamente che nelle zone di Cervara, Quercioli o Poggi...

Nel Massese si sono ritrovate maniere di dire che rilevano prestiti e contatti con altre strutture. Per fare un esempio, il famoso glottologo Clemente Merlo così parlava di uno dei fonemi più caratteristici della nostra parlata, la cosidetta

“invertita” o “cacuminale”: “ alla doppia L latina risponde oggi un' invertita anche in alcune parlate della Lunigiana e della Garfagnana, appiè dei monti Sagro e Tambura, nelle Alpi Apuane. Codesti Apuani non sono i discenti della fiera tribù ligure, ricordata da Livio, che, sconfitta dai Romani dopo lunga resistenza, fu poi trasferita nel Sannio; sono, verosimilmente, discendenti dei resti di popolazioni mediterranee dai suoni invertiti, che Etruschi e Liguri costrinsero a cercar riparo fra quelle selvagge e aspre montagne.”

la risoluzione della ll in l scempia.

Presenza del substrato gallo-celtico o di quello mediterraneo che ha lasciato la d cacuminale.

Molti reperti lessicali pervenuti intatti dalla latinità...

l'aggettivo singolare ha due uscite : o,on per il maschile, a, per il femminile. Non esistono aggettivi uscenti in e.

i nomi maschili escono in o, n,i femminili in a.

dove in lingua italiana si assiste alla dittongazione, nel dialetto si mantiene la vocale originaria: buono-bon , cuocere-còcere, paiuolo-paròlo.

Un proverbio massese: né de Maggio, né de Maggion non te cavare el pidiccion, ne di maggio ne di maggione... non toglierti la maglia di lana ( quella indossata dai nonni è chiamata maglia della salute!).