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3. La lingua di Epicarmo

3.3. La caratterizzazione linguistica

3.3.1. Il linguaggio tecnico

Se per Aristofane è possibile scrivere interi volumi riguardanti il dialetto e il linguaggio tecnico adoperato125, nel caso del comico siciliano la situazione è

molto più complicata. Infatti, non solo le opere di Epicarmo ci sono giunte frammentarie, ma questi brandelli di testo sono spesso troppo brevi perché se ne possa avere un’idea complessiva.

Tra le varietà e i registri testimoniati dalla commedia aristofanea, il linguaggio tecnico è quello su cui ci si può soffermare maggiormente in Epicarmo. Infatti, esso può essere ricercato in alcuni dei frammenti epicarmei più lunghi, quelli ex Alcimo.

Come si può definire un linguaggio tecnico? Quali caratteristiche deve possedere? I due criteri proposti da Langslow per individuare un termine tecnico sono rispettivamente la relazione di questo vocabolo con una determinata disciplina scientifica o specialistica e la sua standardizzazione

125 Vd. ad esempio López Eire (1986); Colvin (1999); Willi (2002); Willi (2003); Bellocchi

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d’uso126. Il primo criterio significa, sostanzialmente, che il termine, per essere considerato tecnico, deve avere a che fare con un determinato campo scientifico/specialistico. Il secondo principio evidenzia come un termine tecnico non possa essere ambiguo o polisemantico, ma debba indicare con una certa specificità ciò che intende. A questi due criteri Willi ne aggiunge un terzo, scartato invece da Langslow: il termine tecnico è quello che può essere impiegato coscientemente da parte di non-specialisti127.

Inoltre, i termini tecnici sono indipendenti dal contesto in cui si trovano, e per questo ‘neutrali’, nel senso che si astengono da un giudizio morale su ciò che descrivono128. Altri parametri possono aiutare ad individuare i termini

tecnici all’interno di un testo: fra questi vi sono i fraintendimenti (quando un personaggio non comprende un termine, è molto probabile che esso sia tecnico, soprattutto se a riferirlo è uno specialista); l’accumulazione di termini con simile prefisso o suffisso (questo serve per evidenziare la “linguistic systematicity in that field” 129); la presenza di lessemi particolari in passaggi testuali

caratterizzanti il personaggio come specialista130.

Come per Aristofane sono stati individuati alcuni linguaggi tecnici (religioso, legale, medico, scientifico)131, forse è possibile fare un lavoro simile

anche per Epicarmo, ovviamente con le limitazioni del caso.

È innegabile che Epicarmo debba aver conosciuto la filosofia presocratica, dato che nelle sue opere il tema filosofico è stato ampiamente sfruttato. Ci si riferisce qui in particolare ai cosiddetti frammenti ‘filosofici’ tramandati da Alcimo, la cui tradizione verrà esposta nel capitolo seguente. Si tratta di frammenti in cui si può avvertire una parodia nei confronti del personaggio del filosofo o dello scienziato, allo stesso modo che per le Nuvole di Aristofane. È possibile, quindi, che già Epicarmo avesse delineato la figura-tipo di filosofo, che istruisce il proprio allievo, che è sapiente e vuole dimostrare la propria conoscenza anche con l’impiego di termini ricercati.

126 Langslow (2000), p. 13.

127 Willi (2003), p. 60, rifiuta l’idea che il termine tecnico debba essere conosciuto all’interno di

una comunità linguistica; si tratta piuttosto di saperlo utilizzare: la contrapposizione è quindi tra Allgemeinverständlichkeit e Allgemeingebräuchlichkeit.

128 Willi (2003), p. 58, porta l’esempio di un termine tecnico ‘neutrale’ (orcinus orca) e del

corrispondente vocabolo universalmente conosciuto (killer whale).

129 Willi (2003), p. 67. 130 Willi (2003), pp. 65-8. 131 Cfr. Willi (2003).

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Nel frammento 275 K.-A., ad esempio, si discute sull’origine degli dèi e, mentre l’allievo sostiene la teoria tradizionale già esposta in Esiodo (Chaos è il primo degli dèi a nascere), il maestro-filosofo gli si oppone, affermando che gli dèi ci sono sempre stati (παρ σαν). Ora, παρ σαν (forma ionica a cui corrisponde il dorico παρ εν) è un termine tecnico mirante a caratterizzare il filosofo come straniero o come dotto: nel primo caso, il filosofo avrebbe utilizzato un termine proprio della lingua ionica perché egli stesso di provenienza ionia; nel secondo caso, il filosofo si sarebbe servito di un vocabolo ionico per ostentare la propria conoscenza su dibattiti filosofici attuali, sviluppati dalla filosofia presocratica in ambito ionico. In ogni caso, il termine è linguisticamente connotato, nel senso che stabilisce una distanza tra chi lo pronuncia e chi lo ascolta.

Altri elementi di tecnicità compaiono nel frammento 276 K.-A.: qui, il riferimento ai numeri pari e dispari allude allo sviluppo delle speculazioni matematiche nel primo pitagorismo. Alcune argomentazioni vengono riprese dalle teorie presocratiche da poco elaborate: un esempio è l’espressione al verso 8, secondo cui tutti sono in continuo movimento per tutto il tempo (ripresa o condizionata dalla filosofia eraclitea) o anche il κατὰ φύσιν al verso successivo, che rimanda ancora ad Eraclito. Merita attenzione un ultimo vocabolo, sempre di questo frammento epicarmeo: παρεξεστακότος (ciò che è cambiato). Esso può ritenersi termine tecnico in virtù della sua capacità a caratterizzare il parlante come specialista: si tratta di un vocabolo inusuale, composto da due prefissi preposizionali, ma non necessariamente il pubblico ne comprende il reale significato.

Passando ad altri testi composti da Epicarmo, si nota come la sperimentazione del linguaggio sia cominciata in commedia già prima di Aristofane. Il titolo dell’opera Λόγος καὶ Λογίνα è interessante a questo proposito, perché testimonia la creazione di un nuovo termine con suffisso femminile, che prende l’avvio probabilmente da discussioni grammaticali esistenti all’epoca del comico siciliano132. Ovviamente, gli esempi potrebbero

132 Anche nelle Nuvole di Aristofane appare la coniazione di nuovi termini, con cambiamento o

creazione di suffissi ex novo. Il comico ateniese intende fare, in questo modo, una parodia della Sofistica, e in particolare di Protagora, che si era interessato di alcuni problemi grammaticali. Cfr.

Noël (1997), che offre una panoramica sulla caratterizzazione linguistica del discorso sofistico nel comico ateniese; Willi (2003), in particolare pp. 118-56, in cui parla delle innovazioni sofistiche parodiate da Aristofane.

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continuare, estendendosi anche ad altre opere di Epicarmo, ma è preferibile passare ad un’altra considerazione.