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stakeholder e rendicontazione sociale: l’organizzazione nei

7.3. IL METODO E I RISULTATI DELLA RI- RI-CERCA

Le pagine che seguono presentano i risultati di uno studio sui Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti delle regioni del centro Italia18, volto a indagare la capacità dei Centri di definire la loro identità strategica e culturale. Per raggiungere questo obiettivo, l’analisi si è focalizzata sulla capacità delle istituzio-ni educative di elaborare una propria missione, una visione e dei valori fondanti. Abbiamo contemporaneamente indagato la propensione dei Centri a divenire “reti territoriali” attraverso la riflessione sul grado di analisi del territorio di riferimento. Inol-tre abbiamo esaminato l’attitudine mostrata dai CPIA ad indi-viduare e coinvolgere gli stakeholder nella costruzione dell’or-ganizzazione e dell’identità strategica, verificando se questi elementi confluissero o meno in un piano strategico che con-sentisse la determinazione di obiettivi strategici per definizio-ne. Negli obiettivi strategici lo studio trova il suo confine, essi non sono analizzati scendendo nel merito delle scelte compiu-te e dei risultati raggiunti, ma solo per la loro indispensabile de-rivazione all’identità.

Quella appena esposta è l’area problematica al centro delle ri-flessioni di questa ricerca, a partire da essa il lavoro si è artico-lato nelle seguenti fasi:

18 Le istituzioni analizzate appartengono all’area facente capo al nucleo territo-riale dell’INDIRE che ha sede a Roma; si tratta di trenta CPIA dislocati in Toscana (dieci), Marche (due), Umbria (due), Lazio (dieci), Abruzzo (tre), Sardegna (tre).

x ricognizione teorica alla ricerca di riferimenti per strut-turare l’analisi;

x individuazione del campo di ricerca empirica, vale a dire i trenta CPIA dell’Italia centrale;

x individuazione dei possibili portatori d’interesse dei CPIA e dei documenti da sottoporre ad analisi;

x strutturazione della griglia d’interpretazione dei dati dei CPIA e della scala valutativa;

x analisi dei documenti on line dei trenta CPIA;

x sistematizzazione dei dati raccolti;

x analisi e interpretazione dei dati raccolti.

7.3.1. Alcuni riferimenti teorici

Il presente lavoro ha preso le mosse dal quadro teorico dise-gnato da Angelo Paletta nell’ambito di uno studio dedicato all’osservazione e misurazione delle pratiche di leadership dei dirigenti scolastici. Il costrutto elaborato da Paletta si basa su cinque macro processi: orientamento strategico; organizza-zione della didattica; gestione dei processi di autovalutaorganizza-zione e miglioramento; sviluppo del capitale professionale; gestione delle reti e delle relazioni con i portatori d’interesse (Paletta, 2015b). Il primo macro-processo, dedicato all’orientamento strategico, è stato il punto di partenza di questa ricerca e ci ha guidato nell’analisi del processo di determinazione della visio-ne, della missiovisio-ne, dei valori e nella loro connessione agli obiet-tivi strategici dei Centri.

Altro punto di riferimento è stato il Common Assessment Fra-mework (CAF), versione semplificata per il settore pubblico del modello European Foundation for Quality Management for Excellence (EFQM). L’EFQM for Excellence, modello euro-peo di Gestione della Qualità Totale (TQM), si basa sulla cono-scenza, attraverso un processo di autovalutazione, dei punti

di forza e delle aree di miglioramento dell’organizzazione19. È bene in questa sede ricordare che il CAF vuole essere uno strumento per introdurre i principi del Total Quality Manage-ment (TQM) nel settore pubblico attraverso l’autovalutazione, intesa come diagnosi che porti a intraprendere azioni di miglio-ramento, e il benchlearning fra le organizzazioni del settore pubblico.

7.3.2. Costruzione della griglia d’interpretazione dei dati e della scala valutativa

Come accennato sopra, per effettuare l’analisi delle evidenze relative all’identità strategica dei CPIA si è messa a punto una griglia di lettura (riportata in allegato) che ha preso spunto da quella elaborata a corredo del modello CAF Education nell’am-bito del PAQ (Pubblica Amministrazione di Qualità), marchio del Dipartimento della Funzione Pubblica. Inoltre, nella griglia si sono attribuiti dei punteggi basati sul “Sistema di punteggio”

della “Griglia dei Fattori abilitanti” sempre del modello CAF (CAF

& Education, 2013).

Lo schema si compone di dieci criteri:

1. Formulazione/sviluppo di una missione d’istituto;

2. Formulazione/sviluppo di una visione d’istituto;

3. Formulazione/sviluppo di valori fondanti;

4. Formulazione/sviluppo di obiettivi strategici;

5. Derivazione degli obiettivi strategici dall’identità stra-tegica;

6. Sistemi di monitoraggio e revisione dell’identità strategica;

7. Analisi del territorio;

8. Processo d’individuazione degli stakeholder;

19 Il modello CAF è il risultato della cooperazione fra i Ministri della Funzione Pubblica europei, la Speyer School (Scuola Superiore di Scienze dell’Ammini-strazione), l’EIPA (Istituto Europeo per le Pubbliche Amministrazioni) e l’EFQM stessa ed è stato assunto dall’Unione europea come base per il confronto e il miglioramento delle amministrazioni pubbliche. La struttura è stata messa a punto tra 1999 e 2000, revisionata nel 2006 e 2012; nel 2010 è stato licenzia-to il modello CAF Education, aggiornalicenzia-to nel 2013.

9. Processo e strumenti di coinvolgimento degli stakehol-der nell’elaborazione dell’identità strategica;

10. Comunicazione esterna attraverso in sito web dell’i-dentità strategica (solo navigazione primaria).

A ciascuno dei dieci criteri si è attribuito un giudizio composto da due elementi: un indicatore numerico assegnato su una sca-la da 0 a 10 (sca-la scasca-la è quelsca-la usata dal CAF Education come si diceva prima) e una motivazione sintetica.

7.3.3. Individuazione dei documenti prodotti dai CPIA da sottoporre ad analisi

I criteri sopra elencati sono stati verificati in diverse fonti uf-ficiali dei CPIA scelte a partire dalle indicazioni riportate dalla letteratura italiana (Paletta, 2011) e dalla normativa relativa ai Centri. In particolare i documenti analizzati nello studio sono stati: Il Piano triennale dell’offerta formativa, il Regolamento d’istituto, il Patto formativo individuale, la Carta dei servizi, il Programma annuale con particolare riferimento alla Relazione del Dirigente scolastico, le circolari, i moduli ed i bandi.

Il numero delle fonti analizzate varia a seconda del criterio e della sua natura. Alcuni esempi chiariranno meglio la scelta condotta. La vision per sua stessa natura è un testo incisivo che si presta ad essere riprodotto in diverse fonti: elettivamente è presente nel PTOF, indicato sia dal D.P.R. n. 275/1999 sia dalla Legge 107/2015 come testo cardine dell’identità delle scuole, ma può trovarsi anche nella Carta dei servizi, nella testata del sito, nelle circolari e così via. Altrettanto non si può dire per gli obiettivi strategici che trovano la loro sede naturale nel PTOF, ma sarebbero fuori posto nell’intestazione di una circolare.

Quindi, i primi tre criteri (mission, vision e valori) sono stati analizzati nel numero massimo di fonti, rispettivamente otto e cinque. I criteri relativi agli obiettivi strategici, alla revisione e al monitoraggio dell’identità, all’analisi del territorio e al coinvolgi-mento degli stakeholder sono stati verificati principalmente sul

PTOF, anche se, mentre si analizzavano le altre fonti si è valuta-ta la presenza o meno anche di quesvaluta-ta famiglia di criteri.

Il decimo criterio è incentrato sulla comunicazione esterna dell’identità strategica tramite il sito web della scuola e, natu-ralmente, la fonte è il sito stesso. In questo caso ciò che con il criterio si è voluto sondare è la presenza nella navigazione di primo livello (Home page, sezioni del sito e pagine interne alle sezioni), non si è considerata la navigazione secondaria che im-plica aprire e scaricare un documento.

7.3.4. Individuazione dei portatori d’interesse dei CPIA

Come anticipato sopra una delle fasi della ricerca è stata dedi-cata all’individuazione dei portatori d’interesse. In quest’am-bito dobbiamo sottolineare che l’analisi degli stakeholder è stata svolta tenendo come punto di riferimento il lavoro di Angelo Paletta dedicato all’accountability e al bilancio socia-le nelsocia-le scuosocia-le (Pasocia-letta, 2011); l’elaborazione dello studioso ci ha guidato in particolare nella definizione e classificazione dei portatori d’interesse. Naturalmente queste analisi sono state rielaborate alla luce della normativa sui CPIA, in particolare del D.P.R. n. 263/2012 che delinea alcuni possibili portatori d’inte-resse con cui stipulare accordi di rete per avviare i Progetti as-sistiti, attivati dalle scuole nell’a. s. 2012/2013 come momen-to di passaggio dai precedenti Centri Terrimomen-toriali Permanenti agli attuali CPIA.

Riprendendo queste due fonti i portatori d’interesse sono stati così classificati:

x gli utenti (studenti e famiglie);

x destinatari (mondo del lavoro, centri per l’impiego, Uni-versità, istruzione superiore);

x lavoratori (DS, docenti, ATA);

x la governance (Stato, Ministero, USR, Enti locali, Prefet-ture, strutture carcerarie, camere di commercio, servizi socio assistenziali, ecc.);

x gli stakeholder cooperativi (scuole in rete, associazioni professionali, strutture accreditate dalle Regioni per l’i-struzione e la formazione ecc.);

x gli stakeholder contrattuali (fornitori, rappresentanze sindacali, finanziatori);

x gli stakeholder di opinione (media, partiti politici, lobby, opinione pubblica).