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CHI È IL LIFE-LONG LEARNER?

3.3. IL PROGETTO MOMA

Il progetto MOMA, finanziato dalla Commissione Europea, di cui il Centro di Villamontesca in Umbria è stato capofila, descrive una della prime esperienze di educazione degli adulti avviata da Maria Montessori, chiamata a Città di Castello a formare le maestre della scuola di Villamontesca. Pur se la Montessori non ha sviluppato il suo modello teorico-pratico sull’educazione a partire dal lavoro con gli adulti, come altri riferimenti pedago-gici tra cui citiamo nuovamente Paulo Freire e in Italia ancora Antonio Gramsci o Ettore Gelpi, ha tuttavia avviato alcuni tra i primi corsi di educazione degli adulti sull’economia e sull’eco-nomia domestica. L’idea del progetto MOMA nasce quindi dalla conoscenza storica di una primissima esperienza della Montes-sori con gli adulti umbri e dall’idea di esplorare e sperimentare unità didattiche in grado di interpretare i principi del suo meto-do riadattanmeto-doli ai bisogni degli adulti del nostro tempo, con-frontandoli con altri principi e teorie che hanno caratterizzato l’educazione degli adulti dell’ultimo secolo.

Il progetto MOMA ha infatti sintetizzato il suo approccio trac-ciando ipotesi di laboratori, in cui i risultati delle piste didattiche ipotizzate dalla nota pedagogista, soprattutto in riferimento ai

gruppi vulnerabili presenti nei sistemi educativi istituzionali, vengono descritte. Mediando le finalità di pedagogisti come Freire in realtà nazionali del contesto europeo e delineando una precisa programmazione didattica, adattabile a vari sistemi educativi istituzionali in Europa e in Italia.

Il progetto MOMA e il suo manuale operativo a cura di Fabri-zio Boldrini, si offre come esperienza innovativa nel panorama dell’educazione degli adulti, accogliendo bisogni rilevati nella realtà dei CPIA di avere stimoli didattici per programmare le unità di apprendimento in riferimento a questo target molto specifico e complesso allo stesso tempo. Di seguito riassumia-mo i principi ispiratori della sperimentazione Montessori con gli adulti (Boldrini, 2014).

3.3.1. La Mente assorbente

Con questa espressione Montessori intendeva argomentare i risultati dei suoi studi rispetto alla capacità della mente del bambino di carpire e rielaborare le informazioni e le sensazio-ni che l’ambiente circostante mette a disposizione. Si tratta di comprendere come questo principio può essere traslato in ambito adulto, ad esempio facendo riferimento ai visual lear-ner, agli auditory learner o ancora a coloro che apprendono at-traverso la manipolazione sensoriale. La mente adulta quindi potrebbe essere fortemente influenzata da stimoli visivi come i video o attività manuali o comunque da ambienti che fornisca-no stimoli fornisca-non solo teoretici.

3.3.2. L’ambiente di apprendimento

L’ambiente di apprendimento è un tema centrale nell’innova-zione del sistema scolastico, in quanto riorganizzare spazi e tempi influisce notevolmente sui processi di insegnamento e apprendimento. Nel metodo Montessori l’ambiente, la sua cura e la sua preparazione rivestono un ruolo centrale, in quanto do-vrebbero favorire una modalità di apprendimento cooperativo.

Quindi ambiente come setting fisico nella sua organizzazione spazio-temporale ma anche sociale e relazionale, con il presup-posto che possa essere organizzato e personalizzato.

3.3.3. Sperimentare ed esplorare

Se per i bambini è importante sperimentare ed esplorare l’am-biente circostante, scegliere e portare a termine le attività, per gli adulti in apprendimento risulta fondamentale trovare il pro-prio stile di apprendimento ed essere stimolati a essere attivi e non passivi fruitori di lezioni e attività. Ciò è importante non solo per l’apprendimento di discipline specifiche ma anche per altre competenze, definite trasversali. Un modo per supportarli nel trovare il proprio stile consiste nel proporre differenti attivi-tà in grado di stimolare vari stili di apprendimento (visuale, tat-tile, uditivo, ecc.) e incoraggiare la partecipazione alle attività.

Le tecnologie, ad esempio, possono rappresentare un mezzo per implementare le attività sensoriali ed esperienziali in que-sta fascia d’età.

3.3.4. L’osservazione

Come accade per l’educazione del bambino, il docente di adul-ti deve avere la capacità di osservare l’ambiente, cosa succede durante le attività proposte, nel corso di un lavoro di gruppo ed essere consapevole del livello di conoscenza dei soggetti per poter programmare attività di ricerca e sperimentazione. Si deve quindi formare a essere un facilitatore e un osservatore.

3.3.5. L’indipendenza

L’indipendenza, che la Montessori incoraggia fin dalla più te-nera età nell’educazione del bambino, nell’adulto si manifesta soprattutto in relazione alle sue abilità sociali. Essere indipen-dente quindi rimanda alla capacità di avere relazioni sociali e un ruolo attivo nella comunità nonché risolvere i problemi

quoti-diani. Per questo è importante organizzare unità di apprendi-mento che prevedano attività partecipative e di apprendimen-to cooperativo ancorate all’analisi e alla ricerca di soluzioni di problemi reali.

Esempio di unità didattica legata alla matematica e alle emozioni

(tratto da MOMA Manuale, Boldrini, 2014)

Montessori ha elaborato un programma per l’apprendimento della matematica con materiali strutturati in grado di introdur-re il ragionamento matematico attraverso delle astrazioni ma-terializzate. Tuttavia, anche in riferimento alla sua esperienza personale, conosceva bene quelle che possono essere definite delle “fobie matematiche”, soprattutto per chi non aveva mani-polato la matematica nel suo periodo sensoriale (3-6). Gli adulti possono essere supportati ad affrontare tali fobie mettendo in pratica le loro competenze matematiche per risolvere problemi di tutti i giorni, professionali e di economia domestica.

Attività educativa: apprendimento visivo per contabilità quotidiana e matematica.

Esercizio ed esperienza di apprendimento: apprendimento visivo per conta-bilità quotidiana e matematica.

Questo esercizio introduce il concetto di matematica economica e finanzia-ria applicata alla vita quotidiana ed è indirizzato agli adulti che incontrano difficoltà sociali dovute a problemi finanziari. Fornisce agli allievi le neces-sarie competenze atte a migliorare il livello delle risposte e delle reazioni nei rapporti con banche e altre organizzazioni pubbliche. Per questi allievi risul-terebbe infatti difficile leggere e comprendere documenti di genere contabi-le e, di conseguenza, ancor più difficicontabi-le ottenere il rispetto dei propri diritti o richiedere qualsiasi modifica e miglioria in termini di condizioni contrattuali.

Fase 1

L’insegnante seleziona un documento relativo alla contabilità personale: un estratto conto o il prospetto mensile di un prestito, spiegando poi come leg-gerlo e guidando gli allievi adulti nella comprensione delle cifre e nel giusto calcolo di esse.

Fase 2

L’insegnante seleziona i concetti principali o più rilevanti e scrive un breve riassunto su cui indicherà come calcolare le cifre e il significato delle diffe-renti voci. Quindi sceglie un colore per ogni concetto e scrive un breve testo con lettere dello stesso colore (per esempio, il concetto di tasso di interesse, giallo, scriverà un testo con le lettere gialle), per poi assegnarne uno a un allievo o a un gruppo e sviluppare questa specifica conoscenza (gli adulti de-vono leggere ed imparare il contenuto per poi essere in grado di riesporlo, divenendo loro stessi insegnanti).

Fase 3

I testi colorati relativi a concetti economici e finanziari vengono trascritti in un cartellone appeso nella classe e nella stessa sequenza del rendicon-to bancario che, in quesrendicon-to modo, verrà trasformarendicon-to in un grande resoconrendicon-to esplicativo colorato. Gli insegnanti potranno quindi leggere il testo e ricevere nuovi incarichi, ripercorrendo il ciclo e, in caso di concetti comuni o simili da ridefinire in documenti bancari differenti, l’insegnante selezionerà gli argo-menti utilizzando lo stesso colore.

Note pedagogiche

L’idea montessoriana di stimolare la creatività utilizzando un approccio visi-vo e gli esercizi sensoriali sono stati classificati in categorie per ricoprire otto differenti gruppi di sensi: Visuale, Tattile, Barico, Termico, Uditivo, Olfattivo, Gustativo e Stereognostico. Negli Esercizi Visuali della Montessori l’obietti-vo è rendere possibile visivamente la distinzione delle differenze tra oggetti similari e oggetti dissimili. Secondo Maria Montessori “il senso del tatto è uniforme su tutta la superficie del corpo. Gli esercizi assegnati ai bambini interessano solamente la punta delle dita, in particolare quelle della mano destra” (Montessori, La Scoperta del Bambino). Come esempio, negli Eser-cizi Sensoriali stereognostici, il bambino impara a sentire gli oggetti e iden-tificare sulla base di ciò che lui/lei percepisce. “Quando la mano e il braccio raggiungono un oggetto, un’impressione di movimento si aggiunge a quello del tatto. Tale impressione viene attribuita a uno speciale sesto senso chia-mato senso muscolare, il quale permette di immagazzinare molte percezioni in una sorta di “memoria muscolare” la quale ogni volta richiama movimenti che sono già stati eseguiti “ (Montessori, La Scoperta del Bambino).

Bibliografia

Boldrini, F. (2014). MOMA Manual. Disponibile in http://www.

ch-e.eu/files/content/downloads/Presse/MOMA%20MA-NUAL.pdf (31/8/2017)

Cambi, F. (2015). Pedagogie del Novecento. Roma-Bari, Laterza.

Demetrio, D. (1997). Manuale di educazione degli adulti. Ro-ma-Bari, Laterza.

Hoult, C. E. (2013). Resilience in Adult learners: some pedagogi-cal implications. "Journal of Pedagogipedagogi-cal development", 3, 1.

Fiumarco, G. (1996). L’adulto in formazione: esperienze e pro-blemi in sospeso. “FOR” n. 31, 61-75, Milano, Franco Angeli.

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Sala, M. (1999). Lo strano caso dell’autoformazione dei forma-tori. “Adultità” n. 10, 179-186, Milano, Guerini.

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