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Cap.2 Il branding

4.1 Il Mixed Method Design

Definire metodi misti come incorporazione di una o più strategie o tecniche metodologiche tratte da un secondo metodo, in un unico studio di ricerca, per accedere a una parte del fenomeno di interesse che non può essere raggiunta con solo l'uso del primo metodo.59

L’approccio del mixed method design, o metodo misto, prevede la combinazione dei metodi qualitativi e quantitativi all’interno dello stesso studio. I mixed method design si sono sviluppati intorno agli anni ’80-’90 nell’ambito del management, della formazione, delle scienze sanitarie e sociali e nel corso del tempo hanno trovato applicazione in diverse discipline.L'uso combinato di approcci qualitativi e quantitativi può fornire una comprensione più ampia e poliedrica di un fenomeno specifico. Infatti, i metodi misti vengono utilizzati quando : l’insieme dei dati potrebbe non essere sufficiente, il risultato iniziale deve essere ulteriormente spiegato, è necessario un secondo metodo per migliorare il primo metodo, il progetto prevede più fasi.

Per poter decidere il disegno del mixed method più adatto si parte dalla formulazione della domanda di ricerca che deve essere sia quantitativa che qualitativa.

Le tipologie individuate di disegno di ricerca sono quattro60 (Fig.25):

1) Il convergent parallel design (il disegno di triangolazione convergente): è quello più utilizzato perché permette di ridurre tempi e costi. Vengono usati sia l’approccio qualitativo che quantitativo in modo simultaneo, ma indipendente e solamente nella fase di interpretazione/discussione i dati vengono integrati nei risultati;

2) L’explanatory sequential design ( disegno sequenziale esplicativo): i dati quanti e qualitativi vengono raccolti e analizzati in modo sequenziale, iniziando con un disegno quantitativo e procedendo poi la ricerca con uno qualitativo; 59Janice M. Morse & Linda Niehaus (2009). Mixed Method Design: Principles and Procedures. Walnut Creek, CA, USA: Left Coast Press Inc.; 193 pages; ISBN 978-1-59874-298-5; 60Creswell J.W,Plano Clark V.L, (2011).Designing and Conducting Mixed Methods Research, Sage, Thousand Oaks

3) L’exploratory sequential design (disegno sequenziale esplorativo): è simile al disegno precedente, ma si differenzia per il fatto che si inizia ad analizzare il fenomeno con dati qualitativi. I risultati che si ottengono in questa prima fase vengono poi impiegati nella seconda fase che prevede la raccolta e l’analisi dei dati quantitativi;

4) L’embedded design (disegno integrato): in questo disegno i dati quantitativi e qualitativi sono raccolti o contemporaneamente o anche in fasi diverse, ma uno dei due prevale sull’altro. Questo disegno è adatto ad analizzare un aspetto specifico del caso di studi.

Fig. 25- Disegni di ricerca Mixed Method Design

Fonte: Paturzo at all., 2016

L'interpretazione dei risultati, come per altri metodi di ricerca, si basa sul quesito di ricerca iniziale. In particolare nei MM, i ricercatori usano questi approcci per identificare analogie o differenze tra i risultati quantitativi e qualitativi.

Nel caso in esame si è optato per il convergent mixed design, che prevede l’analisi sia dei dati qualitativi che quantitativi contemporaneamente, ma in modo indipendente e questi vengono integrati solo nella fasi di interpretazione dei risultati per far emergere eventuali divergenze o convergenze. Le fasi principali sono: - Raccolta di entrambi i tipi di dati simultaneamente; - analisi dei dati separatamente: - integrare i risultati; - interpretazione. È possibile raccogliere i dati da una fonte unica o da diverse: per esempio è possibile fare solo dei questionari, oppure optare prima per un questionario e poi per un focus group o delle interviste. Per quanto riguarda le strategie per integrare i risultati è possibile:

o comparare i dati uno a fianco all’altro (nella sezione risultati o in una tabella riepilogativa): in questo caso si presentano prima i dati quantitativi (o qualitativi) seguiti da quelli qualitativi (o quantitativi), seguiti dai commenti finali che descrivono in che modo i risultati quantitativi( o qualitativi) confermano o meno quelli qualitativi (o quantitativi);

o Tabella congiunta: si utilizza una tabella o una figura dove vengono presentati entrambi i risultati, sia quantitativi che qualitativi.

o Trasformazione dei dati: trasformare i dati di tipo qualitativo in dati quantitativi. Per quanto concerne invece l’interpretazione, il primo step è individuare le similarità e la convergenza dei risultati. In caso di presenza di discrepanze o contraddizioni le alternative per gestirle possono essere tre:

• Indicare le limitazioni dello studio; • Revisionare i due tipi di dati; • Raccogliere dati aggiuntivi.

4.1.1 Il disegno di ricerca

Prima di procedere con la rilevazione vera e propria delle informazioni attraverso il

convergent parallel design, quindi con l’intervista in profondità e il questionario, si è

creato un disegno di ricerca, definito come l’itinerario dell’intero processo, sequenza ordinata delle mosse da porre in essere da un punto di vista logico più che cronologico. La preoccupazione iniziale è stata l’individuazione degli obiettivi informativi della ricerca. Dopodiché si è voluto esplorare come le startup si approcciano al branding, all’interno del settore Biotech, mediante un questionario somministrato tramite Email a 41 startup di tutta Italia. Il questionario era formato da domande chiuse e aperte e in alcune si è utilizzata la Scala Likert. La scala Likert prende nome dallo studioso Rensis Likert, che la propose per la prima volta negli anni ’30. Con tale scala si indica generalmente una successione di proposizioni relativi ad un argomento ben definito con risposte chiuse, ordinabili e codificate tramite punteggi interi compresi tra 1-5 oppure 1-7. Ogni punteggio esprime, solitamente un grado di accordo e disaccordo. In questo questionario il punteggio prescelto è compreso tra 1-7. Infine si è deciso di optare per un approccio destrutturato per indagare il rapporto che il management e i consumatori hanno con il brand e verificare, se esiste, un eventuale gap di percezione. Gli obiettivi informativi principali del questionario indirizzato al settore sono stati: 1. Indagare l’andamento del settore Biotech per confrontarli con i dati nazionali;

2. Capire come il management si approccia al branding e alla costruzione del brand stesso.

Il questionario somministrato alle startup è stato suddiviso in due sezioni, così composte:

1) la prima che riguardava le informazioni generali inerenti l’azienda e conteneva quesiti sulle variabili:

Nome dell’azienda (dom.1), Quando è stata fondata (dom.2), Dov’è situata (dom.3),

Quante persone lavorano attualmente all’interno dell’azienda (dom.5) Che posizione occupa il compilatore (dom. 6)

Ciascuna delle variabili è stata presentata con un insieme di modalità, di tipo quantitativo (dom. 4-5) e qualitativo (dom. 1-2-3-6).

2) La seconda sezione era dedicata al brand a sua volta suddivisa in tre aree più specifiche per rispondere in modo più approfondito all’obiettivo informativo iniziale. Per questo si sono posti quesiti relativamente: - alla consapevolezza del brand da parte del management: • La startup ha un’identità(dom.7) • Descrizione identità (dom.8) • Il nome è mai cambiato (dom.9) • I valori del logo (dom.10) • Scelta dei colori (dom.11) • Quanto stabile è il design (dom.13) • Quanto importante è il brand per l’azienda (dom.14) • Accordo o disaccordo sul fatto che un marchio forte aumenta consapevolezza dei consumatori (dom.17) • Noto autore sostiene che un’impresa deve affermare il marchio in un tempo breve (dom.18) - al personale adibito: • Chi si è occupato del logo (dom.12) • Chi si dedica al branding (dom.16) - ed infine al tempo dedicato: • Tempo dedicato al branding (dom.15)

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