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IL NUOVO PIANO REGOLA- REGOLA-TORE E IL REGOLAMENTO

Nel documento Tecnica e Pianificazione Urbanistica (pagine 139-143)

EDILIZIO DEL COMUNE DI

TAVAGNACCO

(PAOLA CIGALOTTO, STUDIO ARCHITETTI

CIGA-LOTTOESANTORO ASSOCIATI, UDINE)

«Sono metropoli piccole le realtà in trasformazione di molta provincia italiana – e non solo. Realtà attraversate e vissute secondo riti metropolitani, spesso senza essere mai state città, in un cortocircuito tra paese e territorio che si accende, intermittente, sulle reti stradali»

(Barbieri, 2003, p. 67).

In simili contesti, la ricerca di una possibile integrazione tra sviluppo economico, qualità insediativa e sostenibilità secondo quali modalità può interagire con i differenti strumenti urbanistici? È questa la domanda che ha orientato la redazione del nuovo Piano regolatore generale e del Regolamento edilizio del Comune di Tavagnacco, un territorio di 13.000 ab-itanti, localizzato nel cuore del Friuli Venezia Giulia a nemmeno 10 km dal centro di Udine, in una posizione strategica per i collegamenti regionali e internazionali. Un contesto in cui si ritrovano molti dei temi e dei luoghi della contemporaneità. Si tratta infatti di una “città emergente”, costituita da fatti urbani differenti: contenitori produttivo-commerciali lungo la strada statale verso l’Austria, palazzine, villette unifamiliari, nuclei antichi rurali e stralci di un paesaggio agricolo ancora attivo. Il progetto dei due nuovi strumenti urbanistici si confronta non con una città compatta, ma con un insieme eterogeneo di oggetti e luoghi inglobati nei processi di espansione dell’hinterland udinese.

Il tema della sostenibilità si è sostanziato in varie forme: la costruzione del processo di piano; l’articolazione del sistema del verde; la definizione di regole e incentivi per il risparmio energetico, l’uso di fonti alternative e l’utilizzo consapevole della risorsa acqua. Il processo di piano è stato in primo luogo orientato da un’accezione sociale di

sosteni-bilità, laddove un ruolo primario hanno avuto le fasi di partecipazione e di discussione su possibili scenari di trasformazione. Ricorrendo a una modalità innovativa, la valutazione e il confronto di ipotesi alternative di sviluppo di questo territorio dalle forti dinamiche insediative sono stati condotti ponendo sullo sfondo tre diversi punti di vista, condensati in altrettanti elaborati cartografici: la Carta del consumo di suolo; la Carta degli ambienti e paesaggi strutturanti; la Carta delle identità.

Il progetto di paesaggio Il progetto di paesaggio per il piano di Tavagnacco è un

obi-ettivo prioritario, un cambiamento di approccio sostanziale al governo del territorio. Le strategie messe in campo prevedono un progetto del verde a più dimensioni: il “verde per l’ambiente”, il “verde da vedere”, il “verde da vivere”. Tre punti di vista distinti, ma fortemente integrati e volutamente nominati in termini il più possibile semplici e comprensibili. I tre ambiti strategici del progetto del verde non sono indipendenti l’uno dall’altro, ma strettamente si interconnettono e si intersecano nell’intento di ridisegnare il paesaggio di una “città porosa”, ricca di spazi aperti e di brani di campagna urbana a separazione delle diverse frazioni.

Il Regolamento edilizio Il basso livello degli esiti progettuali che troppo spesso connota le

pratiche di trasformazione diffuse e ordinarie ha spinto a lavorare anche sul fronte della definizione di disposizioni normative, tese a indirizzare i processi edilizi verso l’assunzione dei valori della qualità architettonica e del risparmio energetico. La scelta è stata quella di operare principalmente sul fronte degli incentivi, da applicare in primis alle domande di ampliamento, demolizione e nuova edificazione.

A tal fine, la stesura del Regolamento edilizio di Tavagnacco è stata preceduta da un’indagine di analoghi strumenti predisposti in diversi Comuni italiani, in recepimento delle norme nazionali, europee e regionali recentemente emanate in risposta alla neces-sità, sempre più condivisa, di promuovere il “costruire sostenibile” (Comune di Tavagnacco, 2008a). L’intento era verificare in che modo la questione della “qualità edilizia” venisse trattata.

La redazione del regolamento (e, contestualmente a esso, delle norme di piano) è stata guidata proprio dal tentativo di declinare il concetto di qualità conferendogli una mag-giore portata operativa, a partire dall’assunto che la qualità non possa darsi come una caratteristica ascrivibile al solo campo della sostenibilità ambientale, ma che debba es-sere intesa secondo accezioni diverse.

Barbieri G. (2003), “Paesaggi per piccole metropoli”, in Aa.Vv. Disegnare paesaggi costruiti, Franco Angeli, Milano.

Comune di Tavagnacco (2008a), Tavagnacco PRG 2020. Regolamento edilizio del comune di Tavagnacco, Tavagnacco.

Comune di Tavagnacco (2008b), Tavagnacco PRG 2020. Piano regolatore generale comu-nale. Norme tecniche di attuazione, Tavagnacco.

Comune di Tavagnacco (2008c), Tavagnacco PRG 2020. Rapporto ambientale, Tavagnacco. Comune di Tavagnacco (2008d), Tavagnacco PRG 2020. Piano regolatore generale comu-nale. Relazione illustrativa, Tavagnacco.

I progettisti sono Paola Cigalotto e Mariagrazia Santoro, dello studio architetti cigalot-toesantoro associati con sede a Udine (cigalotto.santoro@libero.it). Il Piano regolatore generale comunale è stato approvato il 4 dicembre 2008 (è attualmente in corso l’esame delle osservazioni); i documenti sono consultabili nel sito www.comune.tavagnacco.ud.it/ comune/urbanistica.

L’analisi, effettuata con la collaborazione di Sara Basso, si è concentrata su regolamenti edilizi comunali prodotti nelle regioni Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte e Trentino Alto Adige.

Nel corso degli ultimi 15 anni l’urbanistica italiana ha visto almeno due rilevanti inno-vazioni normative. La prima, alla fine degli anni 90, ha portato alla nascita della cosiddetta “urbanistica contrattata”, la seconda, nel corso degli anni 2000, ha visto l’introduzione, in molte leggi regionali, dello sdoppiamento del Piano Regolatore Generale, costituto, ora, di uno strumento “strutturale” e di uno “operativo”.

Nel 1999 la regione Veneto ha varato la legge 23 con la quale sono stati istituiti i Pro-grammi Integrati di Riqualificazione Urbanistica, Edilizia e Ambientale (da cui deriva l’acronimo PIRUEA, famosissimo nella Regione, in virtù dello straordinario successo ris-cosso dall’innovativo strumento di attuativo).

Le novità introdotte dal PIRUEA sono molteplici:

- la possibilità per il proponente privato di richiedere l’approvazione di un pro-gramma di intervento in variante al Piano Regolatore Generale (la strumentazione urbanistica attuativa, infatti, è normalmente conforme alla strumentazione gen-erale; la casistica di piani attuativi in variante al PRG è piuttosto rara, a causa della complessità della procedura di approvazione);

- la certezza dei tempi di approvazione (con procedure concertate comune-regione, accordi di programma e conferenze di servizi);

- l’obbligo, per il proponente privato, di investire una consistente percentuale del tornaconto, derivante dall’attuazione del proprio intervento, in opere pubbliche e di interesse generale.

Nell’ultimo decennio, con l’attuazione della legge 23/99, molte amminis-trazioni comunali venete, hanno potuto realizzare importanti opere pub-bliche, nonostante le limitate finanze proprie, grazie all’investimento priva-to collegapriva-to ai PIRUEA (e si parla di opere anche molpriva-to importanti: modifiche

L’ATTUAZIONE

Nel documento Tecnica e Pianificazione Urbanistica (pagine 139-143)

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