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Il paesaggio: dimensione estetica ed ecologica

Nel documento Il bel paesaggio nel rapporto uomo-natura (pagine 139-144)

IV. Paesaggio: tra estetica, ecologia, geofilosofia ed ecosofia

IV.3 Il paesaggio: dimensione estetica ed ecologica

Nel 1866 un biologo tedesco di nome Haeckel conia il termine ecologia per indicare le relazioni tra ambiente e organismi. La landscape ecology260 oggi integra approcci biofisici e analitici con prospettive umanistiche e olistiche, attraverso le scienze naturali e le scienze sociali.

In questa sede vogliamo guardare al paesaggio, considerato come un insieme complesso di ecosistemi, in cui si è necessario una integrazione con gli aspetti naturali-percettivi e le azioni umane, contrariamente a cosa è avvenuto. L'ecologia ha infatti per lungo tempo fatto a meno di utilizzare la nozione di 'paesaggio', parlando di 'ecosistema' come un insieme individuato da caratteristiche fisiche e biologiche, dunque si è riferita all'ambiente come spazio fisico- biologico.

In questo senso l'ecologia, al pari della geografia, ha cercato di ricondurre il paesaggio in termini oggettivi, riconducibili ai dati fisici, cassandone le caratteristiche estetico-percettive. L' interesse, verso la natura in chiave ecologica avrebbe dovuto invece coniugarsi e non

260 Troll coniò il termine che designa la disciplina nel 1939. È soltanto però verso la fine degli anni '80 in nord America che acquisisce una vera dignità scientifica, indirizzandosi in particolare verso lo studio dei grandi spazi naturali. Il termine Landschaftsökologie fu utilizzato nel mondo scientifico internazionale soltanto a partire dal 1982, con la fondazione della IALE (International Association for Landscape Ecology). Nel 1987 inoltre avvenne la pubblicazione della prima rIvista sulla Landscape Ecology, diretta da Frank Golley.

escludere le argomentazioni estetiche, che permettono di focalizzare l'attenzione sulle qualità, in questo senso anche ecologiche della natura, intesa come ambiente in cui viviamo.

Assunto, ne Il paesaggio e l'estetica, esprime una sorta di identificazione teorica tra il punto di vista estetico e quello ecologico che dovrebbe avvenire e che non avviene in quanto gli <<ecologisti argomentano restando sullo stesso terreno edonistico-prometeico dei produttivisti, ai quali oppongono unicamente la difesa delle risorse materiali>>261. Essi infatti, tendono a ridurre anche nel parlato, la

complessità dell'esperienza paesaggio con quella di una metaspazialità ridotta ad ambiente. Questa riduzione di 'paesaggio' ad 'ambiente' può essere fuorviante, in quanto rischia di svilire la complessità del fenomeno paesaggio a mero spazio o contenitore entro cui la vita e le vicende umane si svolgono, senza tener conto del valore estetico, percettivo, storico, culturale ad esso sotteso262.

Per Assunto interessarsi alla natura in quanto paesaggio dal punto di vista estetico, vuol dire parlare dell'ambiente dell'ecologia, considerato come oggetto di contemplazione: <<l'ambiente

261 R. Assunto, La città di Anfione e la città di Prometeo. Idee e poetiche della città, cit., p.212. 262 E. Croce, La lunga guerra con l'ambiente, Mondadori, Milano 1979, p.73 <<'Paesaggio' è un

termine che continua a richiamare facilmente accenti sarcastici da politici e managers, i quali indistintamente lo intendono come l'acquerello della signorina ottocentesca. Un termine il cu suono, di sia pur cIvilissimo dilettantismo, non appartiene più alla odierna, aspra e rivendicatva, difesa dell'ambiente>>.

dell'ecologia altro non è se non il paesaggio di cui parliamo in estetica come di un oggetto di contemplazione; ma considerato dal punto di vista dell'azione che le sue varie componenti esercitano sulla formazione e conservazione della vita>>263. Le ragioni estetiche in

difesa del paesaggio erano, in altre parole, le stesse ragioni ecologiche in difesa dell'ambiente, ma guardate da un punto di vista diverso: <<La verità è che non solo non c'è alcuna differenza tra il punto di vista estetico e il punto di vista che diremmo ecologico, ma addirittura sono due facce della stessa medaglia>>264.

Contrariamente alla prospettiva riduttivistica nei confronti degli elementi percettivo-estetici, operata sia dall'ecologia che dalla geografia, l'estetica, come abbiamo visto, prende su di sé il carico delle qualità e di tutti quegli aspetti sensibili che erano stati esclusi, in quanto inutili, dal territorio della scienza e della cognizione certa sul paesaggio.

Sono i danni provocati dall'uomo sulla natura-ambiente in cui vive che hanno reso necessario un ritorno e un rinnovato interesse nei confronti della bellezza della natura, anche se spesso, le motivazioni in difesa dell'ambiente mostravano non poca insofferenza nei

263 R. Assunto, Il paesaggio e l'estetica, cit., p.136. 264 Ibidem.

confronti di argomentazioni puramente estetiche, che apparivano assai frivole, se paragonate alla stessa sopravvivenza della specie. Lo stesso termine 'paesaggio', come abbiamo visto, è stato sostituito spesso col termine 'ambiente', perché in esso si ravvisava un che di datato, romantico e posticcio.

Sulla scia della assuntiana identificazione tra estetica ed ecologia, seppure su un piano teorico, il paesaggio può essere visto come prodotto e manifestazione delle relazioni tra Uomo-Società e Ambiente. Possiamo guardare ad esso come 'dimensione estetica dell'ecologia', secondo la prospettiva di G. Pizziolo265. Il paesaggio si

presenta come struttura naturale e come prodotto dell'azione dell'uomo e quindi manifestazione culturale che ha in sé le potenzialità per trasmettere l'Informazione (comunicare la bellezza).

In questo senso, al pari della musica che trasmette un messaggio attraverso il suono, la pittura tramite il colore e così via, il paesaggio verrebbe ad essere una sorta di 'linguaggio' che la natura possiede per poterci parlare, comunicare ed esprimersi anche sugli interventi che l'uomo, o meglio, la Società fa su di essa. Si tratterebbe in un certo senso di paesaggio come arte ecologica, sempre che esso sia rispettato

265 G. Pizziolo, Ecologia e...estetica in E. Tiezzi ( a cura di), Ecologia e...,Laterza, Roma 1995, pp.61- 78.

e non subisca forti danni dall'opera dell'uomo. Al giorno d'oggi, il messaggio potrebbe essere semplificato da un grido di dolore della natura: il paesaggio infatti non si dà più in quanto essa è vinta, la si ritiene ostacolo, diventa asfittica e si perde ogni traccia di bellezza.

Come arginare ecologicamente la perdita del bel paesaggio? Dovremmo ricucire quel rapporto fruttuoso che ci lega alla natura, reciso dalla logica razionalistica che pensa solo in termini quantitativi, e pensare ai paesaggi come luoghi della vita, in cui si esprima la relazione ternaria ed ecologica tra Uomo- Natura e Società.

Nel documento Il bel paesaggio nel rapporto uomo-natura (pagine 139-144)