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SATISFACTION NELLE SCUOLE DI CALCIO DELLA PROVINCIA DI PISA

CAPITOLO 5: I RISULTATI DELL’ANALIS

5.1. Il panorama di riferimento

Tramite lo studio di determinati stimatori ed indici, siamo in grado di definire alcune caratteristiche rilevanti del settore inerente all’attività posta in essere dalle scuole di calcio; a tal proposito un dato interessante è costituito dal cosiddetto tasso di abbandono della pratica calcistica giovanile, ossia il numero dei frequentanti delle associazioni sportive in relazione all’età degli atleti. Da una prima analisi dei dati reperiti, notiamo come, dopo i primi anni di attività, il calcio giovanile sia caratterizzato da un abbandono da parte degli atleti. Infatti, in termini percentuali, su 100 giovani calciatori, in media 25 appartengono alla categoria dei Piccoli Amici, ossia bambini dai 6 agli 8 anni e 45 sono costituiti dalla categoria dei Pulcini, ovvero bambini dagli 8 ai 10 anni; fino ai 10 anni si ha dunque un trend positivo circa la frequenza degli atleti nelle scuole di calcio, mentre a partire da tale età, la tendenza si ribalta, diventando così decrescente.

Figura 46: Il tasso di abbandono

28% 32% 28% 44% 22% 46%

Piccoli Amici Pulcini Esordienti

Centri Calcistici di Base Scuole di Calcio Riconosciute

Fonte: Comitato Provincia di Pisa, FIGC

In termini di variazione percentuale si passa da un +72% dai Piccoli Amici ai Pulcini, ad un -35% dai Pulcini agli Esordienti; questo trend, come possiamo vedere anche dalla figura 45, non pare però essere correlato col tipo di società calcistica frequentata, ma anzi, sembra che questa tendenza non si ritrovi solo nel mondo del calcio giovanile, ma anche, in linea di massima, nella maggior parte delle pratiche sportive giovanili. A riguardo, risulterebbe interessante sviluppare uno studio circa le motivazioni dell’abbandono di questa pratica sportiva, al fine di capire quali siano i fattori critici e determinanti di una disciplina rispetto ad un'altra. Nel calcio giovanile, sembra che la motivazione più ricorrente sia costituita dal progressivo disinteresse verso questa pratica sportiva; i primi anni dell’attività calcistica, sono infatti caratterizzati da un elevato

livello di passione e di voglia da parte degli atleti, soprattutto a causa dell’effetto novità. Col passare del tempo, subentrano però alcune situazioni che contribuiscono a diminuire l’interesse verso il calcio e di seguito elenchiamo quelle più rilevanti e frequenti:

 troppa pressione, da parte di genitori e parenti, sull’attività dell’atleta

 maggior coscienza, da parte dell’atleta, circa le proprie abilità, con conseguenza negative per quelli “meno dotati”

 esperienze negative vissute all’interno di una società (poco impiego nelle partite, istruttori troppo esigenti)

Risulta poi interessante il dato riguardante la volontà dei genitori circa il tipo di sport che il figlio dovrebbe praticare; a tal proposito, coloro che nella loro vita hanno giocato a calcio, in linea di massima, sono contenti che il figlio pratichi questo sport, mentre chi ha invece frequentato altre attività sportive, come il nuoto ed il tennis, questa scelta del figlio di giocare a calcio risulta condivisa con meno intensità. Ciò che invece costituisce un punto in comune sia per chi ha giocato a calcio sia per quelli che hanno preferito altri sport, è l’opinione sui benefici derivanti da questo sport; infatti, la maggior parte degli intervistati, ritiene che il calcio giovanile aiuti i bambini sotto molti punti di vista, tra cui la socializzazione con altri bambini, l’educazione ed il rispetto di determinate regole e principi.

Un’informazione utile per definire il panorama di riferimento delle scuole di calcio è costituita inoltre dalle motivazioni per cui i genitori, i quali detengono il potere decisionale sull’attività sportiva dei figli, scelgono una società piuttosto che un’altra. Figura 47: Le motivazioni di scelta di una Scuola di Calcio

50% 20% 30% Vicinanza al posto di lavoro/resi denza Istruttori preparati Presenza di amici del figlio 50% 10% 40% Vicinanza al posto di lavoro/resi denza Istruttori preparati Presenza di amici del figlio

Fonte: Nostra elaborazione

Da queste due figure notiamo come il 50% genitori scelga una società in base soprattutto alla miglior convenienza dal punto di vista logistico; a tal proposito, risulta

infatti che, sia che si tratti di un Centro Calcistico di Base, sia che si parli di una Scuola di Calcio Riconosciuta, il processo decisionale è influenzato da dinamiche di tipo opportunistiche. È naturale che la vicinanza al posto di lavoro o alla residenza della società faciliti e non poco la vita quotidiana di un adulto che, ad esempio, nel portare il proprio figlio agli allenamenti, non dovrà percorrere lunghe distanze o perdere troppo tempo; come vedremo in seguito, tale scelta però non ripaga dal punto di vista della soddisfazione complessiva di una scuola di calcio. Le altre motivazioni differiscono poi a seconda che si tratti di una tipologia di Scuola di Calcio o di un’altra; mentre il 40% di chi sceglie un Centro Calcistico di Base, lo fa per la presenza di amici del figlio all’interno di quella società, tale percentuale si riduce, nel caso in cui oggetto di scelta sia una Scuola di Calcio Riconosciuta. In queste società infatti, dopo la convenienza logistica, il secondo maggior motivo è inerente alla presenza di istruttori considerati preparati dai genitori, e questo rispecchia le differenze tra le due tipologie di società dal punto di vista della competenza dello staff tecnico, di cui abbiamo parlato in precedenza.

Concludiamo questa parte introduttiva, presentando altre due informazioni estrapolate dall’analisi dei dati, una inerente il livello di conoscenza del servizio ricevuto e l’altra riguardante il passaparola effettuato dai genitori, aspetto quest’ultimo di maggior interesse per le società; possiamo affermare che tendenzialmente, coloro che frequentano una Scuola di Calcio Riconosciuta, rispetto a chi invece porta il figlio in un Centro Calcistico di Base, risultano essere più informati circa le caratteristiche e l’attività posta in essere da una società. Questa tendenza è confermata dal fatto che circa il 60% di chi frequenta la prima tipologia di scuola di calcio dichiara di essere a conoscenza delle differenze tra le due tipologie di società, mentre tal dato si attesta circa al 30% per i frequentatori dei Centri Calcistici di Base. Questo trend probabilmente è dovuto all’intensa attività di informazione nei confronti dei genitori, posta in essere da quelle società che vengono riconosciute dalla Federazione; coloro che infatti detengono delle caratteristiche e dei criteri di differenziazione, rispetto ai concorrenti, faranno di tutto per far venire a conoscenza i potenziali clienti di tali peculiarità. L’ultima informazione è inerente al passaparola: possiamo affermare che quasi la totalità degli intervistati effettuerebbe un passaparola positivo della società di appartenenza nei confronti di altri genitori. Questa leva risulta essere di fondamentale importanza per una scuola di calcio in quanto è un particolare tipo di pubblicità che si caratterizza per essere

neutrale, a costo zero, e molte volte, più efficace della pubblicità posta in essere dalla società stessa.