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SATISFACTION NELLE SCUOLE DI CALCIO DELLA PROVINCIA DI PISA

CAPITOLO 5: I RISULTATI DELL’ANALIS

5.4. Il ruolo del marketing nelle Scuole di Calcio

Abbiamo visto nei precedenti capitoli che, all’interno di una scuola di calcio, il marketing risulta utile al fine di creare esperienze memorabili e relazioni fiduciarie con i soggetti interessati; facciamo dunque riferimento a quelle particolari branche del marketing, definite una esperienziale e l’altra relazionale, che ci consentiranno di evidenziare quali siano le attività che una società dovrebbe porre in essere al fine di incrementare la soddisfazione dei propri associati.

Il marketing esperienziale ha lo scopo fondamentalmente di coinvolgere ogni singolo cliente, offrendogli un’esperienza memorabile ed incrementando così la sua soddisfazione; i soggetti infatti non sono razionali nelle loro scelte d’acquisto ma anzi,

da un lato sono motivati anche da fattori emotivi e dall’altro sono alla ricerca di esperienze d’acquisto e di consumo che siano coinvolgenti e piacevoli. Nel caso di una scuola di calcio sono coinvolte due tipologie di soggetti:

- Giovani calciatori - Rispettivi genitori

Queste due figure ricercano essenzialmente esperienze differenti, anche se comunque la soddisfazione di un genitore deriverà sicuramente dalla felicità ed il divertimento del rispettivo figlio ed è per questo motivo che ci concentreremo maggiormente sulle esperienze relative ai giovani calciatori. Purtroppo non esistono dati quantitativi su quali tipologie di esperienze ricerchino i bambini, tuttavia grazie ad alcuni esempi pratici è possibile definire alcune linee guida; i bambini, in quanto tali, hanno sicuramente bisogno di divertirsi ed in questo senso rivestono un ruolo fondamentale gli istruttori. Certo è che l’obiettivo di una scuola di calcio consiste principalmente nell’apprendimento tecnico, ma tale apprendimento deve sicuramente avvenire con modalità ludiche, soprattutto nei primi anni dell’attività calcistica. Dunque la predisposizione di sedute di allenamento stimolanti, ma allo stesso tempo divertenti, fa sì che il giovane calciatore viva un’esperienza positiva e che di conseguenza registri elevati livelli di soddisfazione; a dir la verità, il concetto di dimensione risulta di difficile comprensione per i bambini ed infatti parleremo a proposito di dimensioni quali il divertimento e la felicità dei giovani calciatori. Il lavoro svolto dall’istruttore consiste da un lato nel far vivere ai propri atleti momenti di svago, divertimento e felicità, e dall’altro nel farli crescere tecnicamente e socialmente; infine il lavoro degli allenatori di calcio giovanile deve essere costante e duraturo, in modo tale da generare nel bambino una sorta di progressiva passione e voglia nel partecipare sia alle sedute di allenamento che alle partite. A sostegno di quanto detto, possiamo portare il dato relativo agli aspetti più importanti che, secondo i genitori, un istruttore deve possedere; a tal proposito, la maggior parte degli intervistati ritiene che tali qualità siano:

- Attento agli aspetti educativi - Capace di ascoltare

- Attento agli aspetti ludici

- Preparazione di sedute di allenamento stimolanti

Risulta chiaro come il bambino debba vivere, secondo i propri genitori, esperienze che suscitino dimensioni quali il divertimento e l’educazione durante le sedute di

allenamento e perciò questo aspetto dipenderà in larga misura dal modus operandi dell’istruttore.

A creare esperienze memorabili per i bambini non sono solo gli istruttori, ma anche i dirigenti e la società in generale, grazie all’organizzazione di eventi collaterali al servizio principale, che permettono altresì di incrementare la felicità del proprio atleta e di conseguenza dei rispettivi genitori; ci sono varie iniziative sotto questo punto di vista, tra cui le più frequenti sono quelle che riguardano l’organizzazione di manifestazioni a carattere sociale che, sono poste in essere dalle società, al fine di suscitare, anche nei confronti dei genitori, esperienze positive e memorabili. Non a caso queste iniziative sono previste anche dallo statuto della Federazione, la quale le rende necessarie per quelle società che vogliono conseguire il titolo di Scuola di Calcio Riconosciuta; abbiamo visto come l’organizzazione di eventi a carattere benefico risulti importante per il 50% dei genitori, che dunque vedono, in queste particolari manifestazioni, occasioni di crescita e di aggregazione per i propri figli. Un altro tipo di evento che, spesso viene implementato dalle scuole di calcio, è costituito dal famoso “terzo tempo”, esportato dal mondo del rugby; consiste essenzialmente nell’offrire a tutti i partecipanti ad una partita, cibo e bevande in modo tale da creare un momento di aggregazione al di fuori dell’evento sportivo stesso. Queste occasioni risultano essere molto apprezzate dai bambini, in quanto viene a crearsi uno spazio di gioco che va oltre il calcio in sè per sè ed inoltre anche i genitori, dal canto loro, gradiscono l’organizzazione di questi eventi, soprattutto perché incrementano la felicità del proprio figlio.

Passiamo adesso all’altra branca del marketing che risulta interessante per l’analisi dell’attività posta in essere dalle scuole di calcio, ossia quella inerente al cosiddetto marketing relazionale; le piccole associazioni dilettantistiche come le scuole di calcio, sono caratterizzate da un rapporto quasi personale con i propri associati ed è per questo motivo che dovrebbero concentrare la loro attenzione anche sullo sviluppo di relazioni fiduciarie con essi. In pratica all’interno di queste società si forma una specie di famiglia allargata, dove ogni componente, da un lato ha esigenze particolari e dall’altro partecipa attivamente o passivamente all’attività della scuola di calcio. Risulta dunque importante per una società, far capire ad ogni associato l’importanza che riveste all’interno della vita associativa, coinvolgendolo, “coccolandolo” e venendogli incontro circa alcuni aspetti del servizio; a tal proposito, un risultato interessante di questa analisi, riguarda l’importanza e la soddisfazione circa la possibilità dei genitori di poter usufruire del servizio navetta. Questo particolare aspetto viene implementato dalle

scuole di calcio in relazione alla conoscenza che esse hanno dei propri associati, in quanto esso è rivolto nei confronti di quanti hanno problematiche logistiche nel portare il proprio figlio alle sedute di allenamento; il punto di partenza dell’attività del marketing relazionale risulta essere quindi la conoscenza da parte della società, delle caratteristiche e delle esigenze dei propri associati. Fermo restando il core service, ossia l’apprendimento tecnico ed il divertimento del giovane calciatore, una società, al fine di migliorare la propria offerta, dovrebbe conoscere quali siano gli aspetti che ogni singolo associato ritiene importanti; abbiamo accennato precedentemente del ruolo rivestito dal servizio navetta ed a tal proposito possiamo affermare che, dall’analisi svolta, in termini percentuali, solamente il 35% degli intervistati è soddisfatto di questo aspetto. Siamo di fronte dunque ad una lacuna tra le esigenze dei clienti e l’offerta della società e questo, nella maggior parte dei casi, è dovuta alla scarsa conoscenza dei bisogni, non inerenti al core service, dei genitori. Ma le relazioni coinvolgono non solo genitori-società, ma soprattutto allievi-istruttori ed è proprio questo aspetto che risulta essere determinante nella felicità del bambino; una buona relazione tra l’allenatore ed i suoi atleti comporta sicuramente una maggior conoscenza del primo circa le problematiche dei secondi. L’istruttore dunque, come dimostrano anche i risultati presentati in precedenza (capacità di ascoltare), deve instaurare sin da subito un rapporto di fiducia reciproca con ogni singolo giovane calciatore, così da farlo sentire al centro della sua attenzione.