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Il progetto per la conservazione preventiva: fasi operative

Il progetto ha avuto inizio nel mese di febbraio 2003 ed ha conosciuto diverse fasi. Quelli che di seguito presentati sono i risultati dell’ultima parte del lavoro, legati alla realizzazione di una scheda per il rilevamento

7 Significative sono a questo proposito le parole con cui si conclude l’intervento della direttrice dell’IFLA PAC Programme, Marie-Thérèse Varlamoff, alla LXXI Conferenza Generale dell’IFLA: «Pour moi la conservation c’est plus une attitude ou une philosophie qu’un ensemble de mesures techniques». Cfr. M.-T. Varlamoff,

Première mesure de conservation: construire le bon batiment, intervento svolto durante il

World Library and Information Congress: 71st IFLA General Conference and Council Libraries – A voyage of discovery, August 14th-18th 2005, oslo, Norway <http://www. ifla.org/IV/ifla71/papers/100f_trans-Varlamoff.pdf>.

8 Attualmente, come si dirà più avanti, si sta procedendo all’immissione dei dati di una piccola parte del fondo corsiniano. Questo lavoro prevede che tutti i campi della scheda progettata vengano riempiti, al fine di rendere fruibile in rete il patrimonio di notizie ed informazioni ricavato. Contemporaneamente si sta utilizzando il sistema per raccogliere, in modo veloce e mirato ad un intervento di conservazione urgente, notizie su un altro fondo antico, proveniente dalle raccolte accademiche. Si tratta della biblioteca appartenuta a La Mantia, per la quale il rilevamento dei dati prevede la compilazione solo di alcuni campi (quelli relativi allo stato di conservazione), funzionali a specifiche e contingenti necessità. Questo costituisce, oltre ad un ulteriore test sul sistema, un’occasione per sfruttarne in modo agile le facilitazioni offerte.

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DA UNA BIBLIoTECA DEL SETTECENTo

dei dati e alla gestione di un software apposito che speriamo presto di poter rendere fruibile in rete. I risultati sono stati preceduti da un lungo studio preparatorio del quale molto brevemente si dà conto, prima di passare all’illustrazione di quanto è in corso di attuazione.9

Fino al giugno 2004 sono stati presi in considerazione i volumi contenuti nella Sala dei manoscritti e dei rari della Biblioteca, limitatamente al materiale librario contenuto negli scaffali perimetrali: 10.000 volumi, tra manoscritti, incunaboli e altri stampati antichi.10

occorre precisare che si trattava di un approccio completamente nuovo per la Biblioteca che aveva proceduto nei decenni precedenti a sommarie e non esaustive ricognizioni, eseguite su supporto cartaceo, del patrimonio librario. Tali ricognizioni avevano finalità solo inventariali, senza riguardi peculiari allo stato conservativo dei volumi.

Il lavoro, dunque, nella sua prima fase, consisteva, in sostanza, nella compilazione di una scheda in formato sia cartaceo sia informatizzato per ogni unità bibliografica presente sugli scaffali. Il rilevamento dei dati non aveva in quel momento iniziale e non ha neanche ora finalità catalografiche.

Questa fase del progetto, di natura per certi versi ancora sperimentale,

9 Il progetto è frutto di grande attenzione per il patrimonio e di entusiasmi condivisi da chi scrive sia con l’ufficio di Direzione della Biblioteca che con il personale esterno impegnato nel lavoro (Piero Bozzacchi, Chiara Faia, Francesca Gozzi e Marilena Panetta) ma ha dovuto, nel corso del tempo, inevitabilmente confrontarsi con i problemi di finanziamenti legati a tali iniziative che affliggono l’intera Pubblica Amministrazione. L’impegno della Direzione della Biblioteca e l’attenzione a queste tematiche della Direzione Generale dell’Accademia hanno finora consentito di continuare il lavoro: le apparenti lentezze nel procedere rispecchiano una difficoltà generalizzata nel reperimento dei fondi necessari, difficoltà che ci auguriamo continuerà ad essere superata in futuro, nell’ottica di quell’attenzione al proprio patrimonio culturale che caratterizza l’Accademia dei Lincei.

10 Si tratta della sala di costruzione ottocentesca che ospita il patrimonio librario più raro e prezioso. Per questo motivo si è scelto di cominciare il lavoro di revisione proprio da qui.

EBE ANTEToMASo

si è conclusa nel giugno 2004 ed ha prodotto un database che comprende circa 10.000 registrazioni e diverse migliaia di dati, utilizzati dalla Biblioteca per le esigenze interne. Nel quadro di un’apertura maggiore all’utenza e per facilitare alcune ricerche il database è stato proposto, in via sperimentale, ai frequentatori della Biblioteca che lo utilizzano in sede.

In una seconda tranche (dal luglio 2004 al dicembre 2005), dopo aver avviato una revisione critica dei risultati raggiunti, tenendo d’occhio le esigenze dei lettori che utilizzavano il database e facendo tesoro dei consigli, dei suggerimenti ed anche delle critiche costruttive di quanti tra i colleghi bibliotecari e restauratori hanno voluto conoscere il nostro lavoro, è stata messa a punto una nuova modalità di rilevamento, più ampia e dettagliata della precedente che, attraverso un diverso software ha previsto:

- riversabilità delle notizie in rete

- rilevamento diretto dei dati in forma elettronica (eliminazione della scheda cartacea)

- ampliamento delle voci descrittive della scheda - inserimento di immagini a corredo delle registrazioni

Dopo un periodo di sperimentazione (dicembre 2005) si sta ora procedendo all’immissione dei dati di altri libri presenti nella Sala dei manoscritti e dei rari (banconi centrali) per incrementare la base dati. Naturalmente è stato previsto il riversamento dei dati già acquisiti dal precedente software al nuovo database con modalità informatiche.

Il progetto dedicato alla conservazione preventiva che attualmente la Biblioteca sta portando avanti consiste dunque nella ricognizione approfondita dello stato conservativo del materiale librario antico, attuata attraverso la descrizione dei dati materiali e la conseguente valutazione dello stato di conservazione di ogni esemplare (stampato o manoscritto) considerato singolarmente.

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Le distinte operazioni – descrizione dei dati materiali e valutazione dello stato di conservazione – sono poi concretamente tradotte nella redazione di una scheda informatizzata che prevede cinque aree o campi descrittivi.

I dati acquisiti vengono successivamente gestiti da un software al fine di permettere non solo la memorizzazione delle singole notizie, ma anche la possibilità di incrociarle tra loro e di costruire dunque un percorso di ricerca mirato alle esigenze dei fruitori della biblioteca e dei curatori del patrimonio.