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Il protagonista visto attraverso un prisma: le testimonianze

In base al tipo di racconto fornito al biografo, è possibile suddividere le testimonianze in due gruppi: il primo composto da Julia, Margot (il resoconto di Margot, come abbiamo visto, è in realtà filtrato da Mr. Vincent) e Adriana, il secondo da Martin e Sophie. Le storie del primo gruppo sono più corpose e focalizzate sull’aspetto personale di Coetzee, che nei rispettivi testi, come vedremo, è tuttavia rappresentato alla stregua di “personaggio secondario”, anziché come protagonista. Le versioni di Martin e Sophie sono invece povere di dettagli privati e si concentrano principalmente sull’aspetto professionale e sul pensiero dell’artista.

Julia

All’epoca dei fatti narrati, Julia era una donna di ventisei anni, sposata e con una figlia di due anni. L’incontro con John Coetzee avvenne casualmente in un supermercato di Cape Town: la donna racconta che, in quel periodo, si recava spesso a fare compere per “evadere” dalle mura domestiche e rilassarsi. Al supermercato le era capitato talvolta di notare un uomo, John, che descrive così:

In appearance he was not what most people would call attractive. He was scrawny, he had a beard, he wore horn-rimmed glasses and sandals. He looked out of place,

of suffering and oppression”, per concentrarsi su personaggi “whose displacements foster unexpected cosmopolitan connections and are drawn from the broad middle zone between abject refugee and empowered members of a global elite”. Ivi, p. 132.

like a bird, one of those flightless birds; or like an abstracted scientist who had wandered by mistake out of his laboratory. There was an air of seediness about him too, an air of failure. (21)

Il primo contatto tra i due avvenne in modo “accidentale”, quando a Julia caddero delle cose che aveva comprato e John, nel tentativo di raccoglierle, secondo la donna (il fatto rimane nell’incertezza), le sfiorò il petto. Julia e John ebbero occasione di incontrarsi altre volte, ma senza che accadesse niente di particolare. La scintilla scoccò quando Julia, stanca dei continui tradimenti del consorte e di trascorrere le giornate da sola in casa, decise di invitare a pranzo John e suo padre, che all’epoca abitavano insieme. Al pranzo si presentò solo John, e in quell’occasione i due divennero amanti. Dopo qualche settimana, la relazione venne scoperta dal marito, Mark; dopo una breve separazione – durante la quale la donna aveva anche vissuto per qualche giorno a casa di John e il padre – Julia sarebbe tornata a casa dal marito (da cui tuttavia avrebbe divorziato diversi anni dopo), troncando la storia con John. Nonostante ciò, i due rimasero in buoni rapporti e restarono in contatto per alcuni anni.

Retrospettivamente, Julia non comprende cosa l’abbia spinta a frequentare John, il quale, a suo dire “had no sexual presence whatsoever. It was as though he had been sprayed from head to toe with neutralizing spray” (24). La donna racconta a Vincent che egli era probabilmente innamorato di lei, o meglio, dell’“idea” di lei, ma che ella non avrebbe potuto corrispondere, perché “John wasn’t made for love, wasn’t constructed that way – wasn’t constructed to fit into or to be fitted into. Like a sphere. Like a glass ball. There was no way to connect with him” (81). Inoltre, dal punto di vista di Julia, la relazione con lo scrittore fu solo una parentesi all’interno del proprio matrimonio, dove lei e il marito erano gli “attori” principali, mentre John e l’amante di Mark erano “members of

the supporting cast” (43). Il racconto della donna, difatti, è focalizzato maggiormente sulle vicende del suo matrimonio fallimentare.

Tuttavia, nella testimonianza trapela anche come in quel periodo John fosse entusiasta per la pubblicazione del suo primo romanzo, Dusklands: la donna era sorpresa sia perché, pur sapendo che l’amante scriveva, non immaginava che egli sarebbe arrivato a pubblicare un libro, sia perché “he was in a gay mood, because of the book. Not often that I saw that side of him” (55).

Julia lesse la prefazione dell’opera – in cui si narra che il padre (fittizio) dell’autore, uno storico e un accademico, aveva trovato degli antichi documenti su Jacobus Coetzee – e si mostrò meravigliata, poiché non immaginava che “the little man who went off every morning to his bookkeeping job in the city, was also an historian” (ibidem). John però la rassicurò subito, “Oh, that’s all made up” (56) 95, e la donna apprese inoltre che questo genitore (che in Dusklands appariva come Dr. S.J. Coetzee dell’Università di Stellenbosch, e in Summertime si chiama Jack, anziché Zacharias) non era nemmeno a conoscenza del fatto che il figlio avesse scritto un libro. Julia confessa a Mr. Vincent di non aver apprezzato Dusklands in modo particolare:

As a piece of writing I don’t say Dusklands is lacking in passion, but the passion behind it is obscure. I read it as a book about cruelty, an exposé of the cruelty

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Questo aspetto è in parziale contraddizione con quanto viene riportato in Youth, dove il narratore ci informava che John non voleva usare la tecnica della falsificazione di antichi documenti, poiché “people have tried that route before: pretended to find, in a chest in an attic in a country-house, a journal, yellow with age, stained with damp, describing an expedition across the deserts of Tartary or into the territories of the Great Moghul. Deceptions of that kind do not interest him” (Youth, cit., 138). Tornando a Summertime, John rassicura Julia che in realtà esiste un documento su un certo Jacobus Coetzee: “at least, there is a real, paper-and-ink document which claims to be a transcript of an oral deposition made by someone who gave his name as Jacobus Coetzee. At the foot of that document there is an X which the scribe attests was made by the hand of this same Coetzee, an X because he was illiterate. In that sense I did not make him up” (Summertime, cit., 56). La donna è però molto arguta nel rilevare che “for an illiterate, your Jacobus strikes me as being very literary. In one place I see he quotes Nietzsche” (ibidem).

involved in various forms of conquest. But what is the actual source of that cruelty? Its locus, it seems to me, lies within the author himself. The best interpretation I can give the book is that writing it was a project in self- administered therapy. (58; corsivi miei)

Alla luce delle dichiarazioni della donna, il biografo le chiede se Coetzee si fosse mai comportato con lei in modo spregevole, ma l’interlocutrice puntualizza che, al contrario, si trattava di “a gentleperson” (ibidem); infatti, il “progetto” dell’artista era quello di bloccare “cruel and violent impulses in every arena of his life, and channel them into his writing” (58-59), la quale si sarebbe perciò trasformata in un esercizio “catartico”. Julia ammette che, probabilmente, fu anche l’eccessiva “bontà” dell’amante ad allontanarla da lui (“if he had allowed himself to be a little more impetuous, a little more imperious, a little less thoughtful, then he might actually have yanked me out of a marriage that was bad for me then and would become worse later” [59-60]). L’intervistata conclude il resoconto-confessione sottolineando di aver provato del rancore nei confronti di John allorché questi non si apriva con lei, ma ammette anche che egli non avrebbe mai potuto “salvarla” dal suo matrimonio: a suo avviso, gli artisti di sesso maschile non possono concedersi completamente, in quanto avrebbero insita in loro una “essenza segreta” devota alla Musa dell’Arte. John, inoltre, non essendo in grado di “relazionarsi”, sortiva su di lei un effetto ancora più strano: il suo scrivere in modo incessante “reports, expert reports, on intimate human experience” (82) ne avrebbe insomma rafforzato i pregiudizi sugli artisti.

Margot

Come anticipato, la sezione riguardante la cugina di Coetzee si differenzia dalle altre, perché qui è il biografo a farsi veicolo

narratologico96, riportando il racconto che la donna gli aveva fatto nell’incontro precedente. Margot non è particolarmente soddisfatta delle modifiche apportate da Mr. Vincent, e infatti interrompe spesso la testimonianza “manomessa” per contestare dei punti che, a suo dire, non corrisponderebbero a verità.

Il ricordo di Coetzee offerto da Margot è legato significativamente alle riunioni familiari che avvenivano ogni Natale a Vöelfontein. Gli incontri, man mano che morivano gli anziani, erano divenuti sempre meno frequenti e velati di tristezza. La presenza di John alla fattoria era fonte di disagio per gli altri membri del clan familiare, in quanto egli, dopo essere stato per diversi anni all’estero, era ritornato in patria, e si vociferava che in America fosse stato arrestato per un periodo.

Margot e John erano soliti ricordare quando, da bambini, giocavano insieme e il secondo pensava di essere innamorato di lei97. Inoltre, John si era aperto completamente con la cugina, forse l’unica persona a conoscenza del legame viscerale che egli aveva con la fattoria e il Karoo. Viene riportato che, durante un tour che i due fecero con il pickup di John attraverso i terreni di Vöelfontein, il giovane manifestò a Margot l’intenzione di acquistare una proprietà a Merweville, una cittadina pressoché disabitata nel Karoo, dove far risiedere il padre, mentre lui avrebbe continuato a vivere a Cape Town da solo, ma gli avrebbe fatto visita regolarmente. Margot, che, nonostante avesse sempre avuto un debole per John e tendesse a difenderlo dagli attacchi degli altri membri

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Thomas Jones puntualizza inoltre che l’operazione condotta da Mr. Vincent ha piuttosto lo scopo di far parlare i personaggi “in his voice”, e definisce l’esperimento come “a dizzying pastiche by Coetzee of an imaginary devotee writing a pastiche of him”. Thomas Jones, review of

Summertime (untitled), The Observer, 6 September 2009.

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Questo aspetto riconduce inevitabilmente a Boyhood e al rapporto che John aveva con la cugina Agnes, che, stando a quanto riportato in Summertime, potrebbe essere identificata con la stessa persona. Qui infatti il biografo, filtrando il racconto di Margot, riporta che il protagonista aveva conservato intatto fino all’età adulta il ricordo del sentimento per la cugina.

della famiglia (soprattutto della sorella Carol, che non perdeva occasione per mostrare il proprio disprezzo), si mostrò sconcertata dall’idea del cugino. In lei si insinuò cioè il sospetto che John avesse intenzione di liberarsi della compagnia ingombrante del padre.

Durante il giro di ricognizione, il pickup di John subì un guasto, ma i due erano troppo lontani da casa e ormai stava per scendere la notte, cosicché furono costretti a dormire insieme all’interno dell’autovettura. Dal racconto del biografo emerge che quella notte, che Margot trascorse insonne, fu per lei l’occasione per una lunga riflessione su sé stessa, sul cugino e sulla famiglia Coetzee più in generale. Ella si interrogò sul perché non riuscisse a concepire John come un “maschio” (“If he has no woman, is that because he has no feeling for women, and therefore women, herself included, respond by having no feeling for him? Is her cousin, if not a moffie, then a eunuch?” [114]). Si chiese inoltre se poteva esistere al mondo una donna attratta da un uomo del genere, “who is happy to listen without contradicting while he airs his opinions” (ibidem). Secondo lei, la compagna giusta per John avrebbe dovuto essere “indifferent to male silliness, indifferent even to sex, simply in search of a man to attach to herself and take care of and protect against the world” (ibidem). Perché tanta durezza nei confronti di John? Nel racconto, viene rivelato che Margot era stata delusa dal cugino, poiché sperava che fosse diverso dal resto degli “uomini Coetzee”, i quali:

Lacked all fibre, lacked backbone, lacked belief in themselves, lacked courage. The life-paths they chose for themselves were without exception easy paths, paths of least resistance. Gingerly they tested the tide, then swam with it. [...] She herself has no children. She cannot conceive. But if, blessedly, she had children, she would take it as her first duty to work the Coetzee blood out of them. (116)

Dopo una intera notte trascorsa a porsi domande (il flusso di coscienza si estende per alcune pagine, che per lo stile, caratterizzato dai numerosi punti interrogativi, ricorda Youth), Margot avrebbe infine formulato un giudizio impietoso sul cugino: “failed runaway”, “failed son” (120).

Finite le vacanze a Vöelfontein, Margot decise di scrivere una lettera lunga e accorata al parente, in cui gli chiedeva di desistere dal proposito di acquistare casa a Merweville. Inoltre, gli consigliava di trovare una donna “who could look after you [John]. Even if you choose someone who is not necessarily the love of your life, married life will be better than what you have now” (136). L’eccessivo slancio della cugina sembrò intimorire il giovane, il quale rispose, con tono piuttosto freddo, che aveva rinunciato all’idea di Merweville, ma che non poteva seguire il suo consiglio di sposarsi. Se da un lato si sentì sollevata, dall’altro Margot venne infastidita dal tono usato dal cugino, e non a caso, per molto tempo, tra i due non vi furono altri interscambi.

Essi ripresero i contatti quando la madre di Margot si ammalò gravemente. In quella circostanza, Margot visse per alcuni giorni nella casa del cugino a Cape Town. Così, i due ebbero occasione di parlare e Margot cercò di convincere John a migliorare la sua situazione personale, anziché continuare a vivere nello squallore del sobborgo di Tokai; per esempio, gli suggerì, in tono scherzoso, di scrivere un “best-seller” e diventare ricco. John, al contrario, accolse il consiglio seriamente: “I wouldn’t know how to write a best seller. […] I don’t know enough about people and their fantasy lives. Anyway, I wasn’t destined for that fate” (149), ossia “the fate of being a rich and successful writer” (ibidem). Margot non sopportava il fatalismo del cugino, che, secondo lei, ancora una volta era riconducibile al temperamento congenito nei Coetzee (“That’s the Coetzee in you speaking.

You could change your fate tomorrow if you would just put your mind to it” [ibidem]).

Nel racconto, non vengono menzionati altri confronti tra i due parenti. Anzi, la versione “romanzata” di Mr. Vincent si arresta bruscamente nel contesto di una scena in cui John, il padre e Margot sono al capezzale della madre di quest’ultima e John si rifiuta di parlare con la zia malata (“She won’t know me” [151]). Margot è sconcertata dal modo in cui termina il racconto e, inoltre, non comprende perché la narrazione sembri focalizzarsi più su di lei che sul cugino defunto. La risposta di Mr. Vincent è alquanto elusiva e poco convincente: “You were part of your cousin. He was part of you. That is plain enough, surely” (152). Ancora una volta, viene implicitamente messa in evidenza una certa infida “trasversalità” del

biografo, che qui assume anche una sfumatura di

autocoscienza/onniscienza autoriale.

Adriana

Il ricordo di Adriana è forse quello che maggiormente mette l’artista in cattiva luce. La donna, nel riportare la sua testimonianza a Vincent, non sembra affatto inibita dal fatto che l’uomo di cui sta parlando è stato uno scrittore autorevole.

Adriana era entrata in contatto con Coetzee poiché cercava un insegnante che impartisse lezioni supplementari di inglese alla figlia minore, Maria Regina, che a scuola mostrava difficoltà con la lingua. La scuola, durante gli orari pomeridiani, offriva delle lezioni extra, e il corso di inglese era tenuto da John. La donna si mostrò fin da subito scettica su di lui per via del cognome afrikaner, che, se da un lato non costituiva una garanzia di un corretto insegnamento della lingua inglese, dall’altro era

oggetto di disprezzo, poiché i boeri “treated the blacks like dirt” (157). La figlia, al contrario, era entusiasta dell’insegnante, poiché scriveva poesie e faceva imparare agli alunni dei versi a memoria. Ancora più insospettita, Adriana avrebbe poi invitato Coetzee nel suo appartamento per conoscerlo di persona, ricevendo conferma di un’impressione negativa:

He was in his early thirties, I estimated, badly dressed, with badly cut hair and a beard when he shouldn’t have worn a beard, his beard was too thin. Also he struck me at once, I can’t say why, as célibataire. I mean not just unmarried but also not suited to marriage, like a man who has spent his life in the priesthood and lost his manhood and become incompetent with women. Also his comportment was not good (I am telling you my first impressions). He seemed ill at ease, itching to get away. He had not learned to hide his feelings, which is the first step toward civilized manners. (160)

La donna riporta la conversazione con l’insegnante, in cui si mostrò quanto mai severa e indagatrice: lo sottopose infatti a una sorta di “interrogatorio” al fine di metterlo in difficoltà, intento nel quale riuscì perfettamente. Ella apparve talmente aggressiva che il suo modo di rivolgersi a John, dopo anni di distanza, sortisce ora un effetto grottesco98.

Adriana non comprendeva come mai Coetzee non avesse una certificazione per l’insegnamento, oltre a non essere un “vero” inglese. Il metodo didattico adottato era inoltre, secondo lei, alquanto ambiguo, perché sembrava implicare una certa intimità con l’allieva99. La preoccupazione di Adriana era altresì acuita dal fatto che la figlia minore era attratta dal docente (“Maria Regina, I noticed, was leaning forward,

98

James Meek insiste proprio sulla veemenza di Adriana, la quale si scaglia con forza e severità contro un inerme John, facendo quasi dimenticare al lettore che è il Coetzee “reale” a scrivere in modo così ostile di sé stesso. James Meek, review of Summertime: “All about John”, The

Guardian, 5 September 2009.

99

John raccontò ad Adriana che il suo metodo di insegnamento traeva ispirazione dalla filosofia di Platone: “Before true learning can occur, I believe, there must be in the student’s heart a certain yearning for the truth, a certain fire. The true student burns to know. In the teacher she recognizes, or apprehends, the one who has come closer than herself to the truth. So much does she desire the truth embodied in the teacher that she is prepared to burn her old self up to attain it. For his part, the teacher recognizes and encourages the fire in the student, and responds to it by burning with an intenser light. Thus together the two of them rise to a higher realm” (163).

devouring his face with her eyes” [163]), per cui, una volta che egli lasciò l’appartamento, gli scrisse una lettera nel suo pessimo inglese, in cui lo invitava a non giocare con i sentimenti della figlia, ma piuttosto “if you [John] wish to expose your feelings, expose them outside the classroom” (164). La donna, a diversi anni di distanza, si rende conto che quella frase poteva sembrare un invito a “corteggiare” lei; infatti, ciò che ottenne fu una lettera di risposta in cui l’insegnante invitava lei e le figlie ad un picnic con lui e il padre; così Adriana, “incalzata” da Maria Regina, accettò suo malgrado.

Il picnic si rivelò disastroso, in quanto scoppiò un temporale e i cinque dovettero rinunciarvi. Il rientro si rivelò per Adriana l’occasione giusta per essere più esplicita con John, al quale intimò di non considerare Maria Regina la sua “allieva preferita”. Dopo alcuni giorni, John le scrisse una lettera in cui, oltre a scusarsi per il fallimento del picnic, ci teneva a puntualizzare che il suo interesse non era rivolto a Maria Regina, ma a lei. La reazione della destinataria fu subito di fastidio: ella si sentiva in qualche modo oltraggiata, perché in quel periodo soffriva per il grave incidente del

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