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Il reddito disponibile delle famiglie italiane

Nel documento RAPPORTO ANNUALE (pagine 44-52)

Tale risultato si deve essenzialmente agli interessi netti che, dopo quattro anni di ripetute flessioni, sono aumentati del 6,5 per cento, con un effetto netto positivo di oltre 3 miliardi di euro sul reddi-to delle famiglie; l’incremenreddi-to degli interessi passi-vi, pur molto elevato in termini relativi (oltre il 53 per cento), è stato largamente compensato dall’am-pia crescita degli interessi attivi (12,7 per cento), realizzata grazie anche al migliorato rendimento dei titoli. Anche i dividendi, pur se in rallenta-mento rispetto all’eccezionale espansione dei due anni precedenti, hanno mostrato un tasso di cresci-ta soddisfacente (+6,7 per cento); considerazioni analoghe valgono per i rendimenti delle riserve delle assicurazioni sulla vita, che vengono figurati-vamente imputati al reddito delle famiglie, au-mentati del 7,4 per cento.

La dinamica del risultato lordo di gestione ha mostrato un’accelerazione, crescendo del 5,4 per cento, un punto in più rispetto al 2005, guidato dalla dinamica dei fitti imputati, aumentati del 5,1 per cento (4,4 per cento l’anno precedente).

Nel 2006 la quota di reddito primario lordo sottratta dall’insieme delle operazioni di redistri-buzione è aumentata sensibilmente passando dal 10,4 all’11,2 per cento.

Sulle disponibilità delle famiglie ha inciso nega-tivamente il forte aumento dell’imposizione fiscale corrente (+8,9 per cento), dovuto alla crescita del-l’Irpef (+6,4 per cento) e delle imposte sulle attività finanziarie (in particolare le ritenute sugli interes-si, le imposte sul risparmio gestito e quelle sulle ri-serve matematiche delle assicurazioni): l’incidenza delle imposte correnti sul reddito disponibile è pas-sata dal 14,0 per cento del 2005 al 14,7 del 2006. Una variazione analoga si riscontra per il cari-co fiscale cari-complessivo, quello cioè che include anche le imposte in conto capitale, che non incidono sul reddito ma piuttosto sulla ricchezza delle famiglie: il prelievo di tali imposte si è ormai sostanzial-mente esaurito, restando a carico delle famiglie so-lo un importo minimo, legato agli esiti del condo-no edilizio del 2004.

Se alle imposte correnti pagate dalle famiglie si aggiungono i contributi sociali, effettivi e figurati-vi, cresciuti del 4,4 per cento (4,7 nel 2005), il ca-rico fiscale e contributivo corrente sulle famiglie

nello scorso anno è salito al 28,8 per cento dal 28,1 del 2005.

Nell’ambito dei trasferimenti, infine, le presta-zioni sociali hanno mostrato un’accelerazione, au-mentando nel 2006 del 4,8 per cento (3,2 l’anno precedente): in particolare, le pensioni e rendite di tipo previdenziale sono cresciute del 3,8 per cento (3,5 nel 2005) e le pensioni di tipo assistenziale del 3,3 per cento (2,1 nel 2005); l’incremento

de-gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione gua-dagni e indennità di disoccupazione) è stato del 6,8 per cento. La quota delle prestazioni sociali sul reddito primario è salita dal 25,2 al 25,4 per cen-to, confermando la tendenza a un lento ma gra-duale aumento in atto ormai dal 2000. L’incre-mento del 4,2 per cento della spesa per consumi fi-nali ha corrisposto a una contrazione del 7,6 per cento del risparmio delle famiglie.

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2000-2006

-(a)

-Risultato lordo di gestione (+) 7,1 5,2 8,2 5,9 7,6 4,4 5,4 6,1 Redditi da lavoro dipendente (+) 4,2 5,6 4,4 3,9 3,8 4,6 4,6 4,5 Quota di reddito misto trasferita (+) 4,4 3,7 2,8 4,5 3,8 -1,9 0,7 2,2 Redditi da capitale (+) 4,1 5,0 -2,2 -11,3 4,7 5,8 6,6 1,2

Interessi netti 0,6 3,3 -16,0 -5,6 -5,2 -3,1 6,5 -3,6

Dividendi 14,6 11,5 37,4 -29,1 27,4 17,0 6,7 9,5

Altri redditi da capitale 8,9 3,6 4,2 5,0 9,1 16,0 6,7 7,3

Altri utili distribuiti dalle società e dalle quasi società 2,3 6,1 -1,1 0,8 -1,7 -2,7 -1,2 0,0

(=) Reddito primario lordo 4,2 5,2 3,1 2,3 3,6 2,7 3,6 3,4

Imposte correnti sul reddito e sul patrimonio (-) 4,4 1,8 0,8 1,2 3,1 2,9 8,9 3,1 Contributi sociali netti (-) 3,3 4,9 4,2 4,5 3,9 4,7 4,4 4,4 Prestazioni sociali nette (+) 1,7 3,8 5,9 5,6 3,6 3,2 4,8 4,5 Altri trasferimenti netti (+) 13,3 -8,5 -7,4 12,5 30,1 8,3 34,1 10,3

(=) Reddito disponibile lordo 3,7 5,6 4,1 2,9 3,4 2,3 2,7 3,5

Rettifica per variazione dei diritti netti delle famiglie

sulle riserve dei fondi pensione (+) 3,2 7,1 -3,5 -19,1 18,7 23,8 -1,3 3,3 Spesa per consumi finali (-) 5,8 3,3 3,0 3,8 3,3 3,0 4,2 3,4

(=) Risparmio lordo -10,3 23,0 10,1 -4,1 5,3 -0,2 -7,6 3,9

Imposte in conto capitale -9,4 -5,1 121,8 303,4 -39,4 -72,1 -87,5 -24,9

Tavola 1.5 - Formazione, distribuzione e impieghi del reddito disponibile delle famiglie consumatrici - Anni 2000-2006 (variazioni percentuali rispetto all’anno precedente)

Fonte: Istat, Conti economici nazionali (a) Tassi medi annui di variazione.

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2000-2006

-Potere d'acquisto del reddito disponibile (a) …. 2,9 1,2 0,1 0,8 0,0 0,0 …. Carico fiscale corrente (b) 15,0 14,5 14,1 13,9 13,9 14,0 14,7 14,2 Carico fiscale complessivo (c) 15,1 14,6 14,4 14,8 14,4 14,1 14,7 14,4 Carico fiscale e contributivo corrente (d) 28,4 28,0 27,7 27,7 27,8 28,1 28,8 28,2 Propensione al risparmio (e) 11,7 13,6 14,4 13,5 13,7 13,3 12,0 13,0 Propensione al consumo (f) 88,3 86,4 85,6 86,5 86,3 86,7 88,0 87,0

Tavola 1.6 - Potere d’acquisto, carico fiscale, propensione al risparmio e al consumo delle famiglie consumatrici - Anni 2000-2006 (variazioni e valori percentuali)

Fonte: Istat, Conti economici nazionali

(a) Variazioni percentuali su valori concatenati - anno di riferimento 2000.

(b) Incidenza sul reddito imponibile delle imposte correnti sul reddito e sul patrimonio.

(c) Incidenza sul reddito imponibile delle imposte correnti sul reddito e sul patrimonio e delle imposte in conto capitale. (d) Incidenza sul reddito imponibile delle imposte correnti sul reddito e sul patrimonio e dei contributi sociali effettivi e figurativi.

(e) Risparmio lordo su reddito lordo disponibile: il reddito lordo disponibile è corretto per la variazione dei diritti netti delle famiglie sulle riser-ve tecniche dei fondi pensione.

(f) Spesa per consumi finali delle famiglie su reddito lordo disponibile: il reddito lordo disponibile è corretto per la variazione dei diritti netti delle famiglie sulle riserve tecniche dei fondi pensione.

1.2.2 Commercio con l’estero

Il 2006 è stato caratterizzato da un’ulteriore accelerazione della crescita del vo-lume dell’interscambio mondiale di beni (9,4 per cento, a fronte del 7,5 dell’anno precedente), che ha riguardato sia le economie avanzate sia, con intensità maggio-re, quelle emergenti e in via di sviluppo.

L’interscambio dell’area dell’euro ha segnato una dinamica solo lievemente infe-riore a quella mondiale, con una crescita in volume pari all’8,8 per cento per le esportazioni e all’8,1 per le importazioni, in forte accelerazione rispetto all’anno precedente. In valore, l’incremento delle importazioni dell’Uem nel 2006 (13,2 per cento) è stato maggiore di quello, pure notevole, fatto registrare dalle esportazioni (11,1 per cento), con un netto peggioramento della bilancia commerciale (in disa-vanzo di 7,7 miliardi di euro, rispetto al saldo positivo di 16,1 miliardi del 2005).

La formazione del disavanzo è ampiamente spiegata dal forte aumento del defi-cit della bilancia energetica, passato da 201 a 245 miliardi di euro. Nell’ambito dei beni non energetici il saldo, positivo, è aumentato di 21 miliardi di euro. Il settore della meccanica è quello che maggiormente contribuisce a questo surplus e che ha fatto registrare il più ampio miglioramento dell’attivo (da 135 a 155 miliardi di eu-ro). Anche la crescita dei flussi di interscambio all’interno dell’area nel 2006 è stata notevole: le cessioni sono cresciute del 9,3 per cento e gli acquisti del 9,5.

L’interscambio commerciale dell’Uem è stato caratterizzato da dinamiche con-giunturali relativamente omogenee, con un progresso stabile lungo il corso del-l’anno (nell’ordine del 2-3 per cento al netto della stagionalità) sia per le importa-zioni sia per le esportaimporta-zioni, a eccezione dell’ultimo trimestre quando, anche gra-zie al raffreddamento dei prezzi dell’energia, si è registrato un rallentamento della crescita delle importazioni a fronte della prosecuzione dell’espansione dell’export (Figura 1.7).

In media d’anno, il tasso di cambio reale effettivo dell’euro (vedi glossario) è aumentato dello 0,4 per cento, con un’inversione di tendenza rispetto al deprezza-mento manifestatosi lo scorso anno (-1,7 per cento) (Figura 1.8). Queste variazio-ni annue molto contenute sono in realtà l’effetto di un consistente

apprezzamen--3 -2 -1 0 1 2 3 4 5

I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV 2003 2004 2005 2006

Importazioni Esportazioni

Fonte: Eurostat

Figura 1.7 - Importazioni ed esportazioni totali dell’Uem - Anni 2003-2006 (variazioni

percentuali sul trimestre precedente su dati destagionalizzati) Uem: sul deficit

commerciale pesa il costo dell'energia ...

to dell’euro rispetto alle principali valute, che ha compensato il movimento oppo-sto registrato nel corso del 2005.

Per quanto riguarda i flussi commerciali dell’Italia, il valore delle esportazioni è aumentato nel 2006 del 9,0 per cento, in marcata accelerazione rispetto al risulta-to del 2005 (+5,5 per cenrisulta-to). Anche in quesrisulta-to caso, le importazioni hanno regi-strato un incremento nettamente superiore, pari al 12,6 per cento. Il saldo della bilancia commerciale ha, pertanto, subito un deciso deterioramento: il deficit è aumentato da 9,4 miliardi di euro nel 2005 a 21,4 nel 2006. Al netto dei prodot-ti energeprodot-tici, la bilancia ha segnato un atprodot-tivo di 28,8 miliardi di euro, con una lie-ve contrazione rispetto al 2005 (+29,2 miliardi).

Entrambi i flussi in valore hanno manifestato durante tutto l’arco del 2006 ten-denze espansive (Figura 1.9). Nel caso dell’export, l’andamento congiunturale ha

Italia: accelera l’export, causa la bolletta energetica cresce il disavanzo 80 85 90 95 100 105 110 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Valori medi mensili Medie annuali

Fonte: Banca centrale europea

Figura 1.8 - Tasso di cambio effettivo reale dell’euro deflazionato con gli indici dei prezzi alla produzione dei più importanti partner commerciali dell’Uem - Anni 2001-2006 (numeri indice base I° trimestre 1999=100)

65 70 75 80 85 90

I II III IV I II III IV I II III IV

2004 2005 2006

Esportazioni Importazioni

Fonte: Istat, Statistiche del commercio con l’estero

Figura 1.9 - Esportazioni e importazioni dell’Italia da e verso il mondo - Anni 2004-2006 (miliardi di euro - dati trimestrali destagionalizzati in valore)

risentito, in particolare, della sfasatura tra vendite all’interno e all’esterno dell’Ue. All’inizio del 2006 solo le vendite extra Ue hanno segnato un forte aumento, al contrario le cessioni all’interno dell’area sono risultate in calo. L’accelerazione del secondo trimestre si è giovata soprattutto della marcata ripresa del mercato comu-nitario. Anche il successivo rallentamento ha risentito della flessione dei flussi di-retti verso i paesi extra Ue, mentre sul mercato interno è proseguita la tendenza espansiva. La forte crescita del quarto trimestre (+6,2 per cento), infine, ha riguar-dato sia le vendite sui mercati comunitari sia, soprattutto, quelle dirette all’ester-no. Le importazioni hanno mantenuto ritmi di crescita sostenuti per i primi tre trimestri dell’anno (con incrementi medi dell’ordine del 3 per cento) segnando poi un significativo rallentamento nel quarto (+1,6 per cento), spiegato in larga misu-ra dalla discesa dei prezzi dell’energia (Figumisu-ra 1.10).

Nella media del 2006 le esportazioni italiane sono cresciute a un ritmo del 7,1 per cento verso il resto dell’Uem e del 10,6 per cento verso i paesi extra Uem. La quota dell’Italia sulle esportazioni del complesso del paesi Uem, in ca-lo fin dal 1997 e anche lungo tutto l’ultimo quinquennio (dal 14,3 per cento del 1996 al 12,7 del 2001, all’11,8 nel 2006), ha segnato una ulteriore, lieve di-minuzione per le cessioni interne all’area, mentre si è stabilizzata relativamente ai flussi diretti verso i paesi esterni all’Uem. Considerando le altre maggiori economie dell’area, tra il 2001 e il 2006 la Francia ha subito una erosione an-cora più consistente delle proprie quote all’esportazione (di 2,7 punti in tota-le), mentre le quote della Germania sono cresciute notevolmente (2,3 punti percentuali) (Tavola 1.7).

La crescita delle vendite all’estero nel 2006 ha riguardato tutti i settori in-dustriali (Tavola 1.8). Tra i comparti maggiormente rappresentativi, le miglio-ri performance sono state realizzate dal settore dei prodotti in metallo (+23,8 per cento) e da quello delle macchine e apparecchi meccanici (+10,9 per cen-to), che costituisce anche la voce principale nelle esportazioni e nell’avanzo Meccanica e prodotti in metallo trainano le esportazioni 25 30 35 40 45 50

I II III IV I II III IV I II III IV

2004 2005 2006

Esportazioni intra Ue Esportazioni extra Ue Importazioni intra Ue Importazioni extra Ue

Fonte: Istat, Statistiche del commercio con l’estero

Figura 1.10 - Esportazioni e importazioni dell’Italia per area di destinazione - Anni 2004-2006 (miliardi di euro - dati trimestrali destagionalizzati in valore)

Rallenta l’erosione delle quote di mercato italiane

commerciale italiano. La crescita di ognuno di questi due settori ha contribui-to per circa un quarcontribui-to all’espansione complessiva delle esportazioni nazionali. Incrementi rilevanti si sono manifestati anche nelle esportazioni di mezzi di trasporto e di prodotti chimici (rispettivamente 8,4 e 7,4 per cento). I settori tipici del “made in Italy” tradizionale, dopo la performance negativa dello scor-so anno, nel 2006 hanno mostrato segnali di ripresa, significativi per i prodot-ti in cuoio (+6,1 per cento) e più contenuprodot-ti per i prodotprodot-ti tessili (+3,9 per cen-to) e per i mobili (+2,5 per cencen-to).

Moderata ripresa del made in Italy

Uem Extra Uem Totale Uem Extra Uem Totale Uem Extra Uem Totale Italia 11,6 14,0 12,7 10,4 13,3 11,8 7,1 10,6 9,0 Austria 4,0 3,4 3,7 4,2 3,9 4,1 12,3 9,9 11,1 Belgio 12,4 7,4 9,9 13,5 7,8 10,7 9,6 9,0 9,4 Finlandia 1,5 3,0 2,3 1,3 3,1 2,2 19,0 14,2 15,6 Francia 16,4 17,3 16,8 14,1 14,2 14,1 6,4 3,0 4,7 Germania 25,5 34,2 29,8 27,1 37,1 32,1 11,0 15,3 13,5 Grecia 0,3 0,7 0,6 0,4 0,8 0,6 19,4 20,5 20,1 Irlanda 3,2 5,4 4,3 2,8 3,7 3,2 0,2 2,6 1,5 Lussemburgo 0,7 0,3 0,5 0,9 0,4 0,7 15,0 36,0 20,4 Paesi Bassi 15,3 8,7 12,0 16,6 10,0 13,3 12,4 13,2 12,7 Portogallo 1,7 0,8 1,3 1,7 0,8 1,2 10,2 17,6 12,5 Spagna 7,3 4,8 6,1 6,8 5,0 5,9 3,9 8,3 5,7 Uem 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 9,3 11,1 10,2 PAESI 2006 Quote % Variazioni % 2001 Quote %

Tavola 1.7 - Esportazioni dei paesi Uem verso l’interno e l’esterno dell’area - Anni 2001 e 2006 (quote e variazioni

percentuali) Fonte: Eurostat Valori assoluti Variazioni % Valori assoluti Variazioni % 2005 2006 Prodotti dell'agricoltura e della pesca 4.312 4,4 9.689 3,9 -5.191 -5.377 Prodotti delle miniere e delle cave 1.083 8,0 55.250 26,5 -42.690 -54.167

Minerali energetici 459 -0,4 52.458 27,6 -40.660 -51.999

Minerali non energetici 624 15,1 2.792 8,6 -2.030 -2.168

Prodotti trasformati e manufatti 315.533 9,5 274.266 10,9 41.025 41.267

Prodotti alimentari, bevande e tabacco 17.672 7,1 21.886 6,4 -4.072 -4.214

Prodotti dell'industria tessile e dell'abbigliamento 27.184 3,9 17.204 12,4 10.856 9.980

Cuoio e prodotti in cuoio 13.472 6,1 7.445 13,8 6.152 6.027

Legno e prodotti in legno (esclusi i mobili) 1.480 8,5 3.960 10,7 -2.214 -2.480

Carta e prodotti di carta, stampa ed editoria 6.644 3,8 6.937 4,1 -265 -293

Prodotti petroliferi raffinati 10.800 10,5 6.892 23,2 4.179 3.908

Prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali 32.509 7,4 44.400 7,9 -10.864 -11.891

Articoli in gomma e in materie plastiche 11.959 6,7 6.857 7,9 4.854 5.102

Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 9.467 6,7 3.361 5,6 5.692 6.106

Metalli e prodotti in metallo 37.382 23,8 43.086 34,9 -1.743 -5.704

Macchine e apparecchi meccanici 66.223 10,9 23.452 8,1 38.000 42.771

Apparecchiature elettriche, elettroniche e di precisione 29.701 7,7 39.941 4,0 -10.818 -10.240

Mezzi di trasporto 35.162 8,4 43.173 4,9 -8.716 -8.011

Altri prodotti dell'industria manifatturiera compresi i mobili 15.878 5,0 5.671 10,5 9.985 10.207

di cui: Mobili 8.761 2,5 1.667 14,7 7.092 7.094

Energia elettrica, gas e acqua 149 136,5 2.168 -0,3 -2.112 -2.019 Altri prodotti n.c.a. 5.915 -8,6 6.976 1,5 -400 -1.061

Totale 326.992 9,0 348.348 12,6 -9.369 -21.356

Totale al netto dei prodotti energetici 315.584 9,0 286.830 10,1 29.225 28.754

SETTORI

Esportazioni Importazioni Saldi

Tavola 1.8 - Commercio estero dell’Italia per settore di attività economica - Anno 2006 (a) (valori assoluti in milioni

di euro e variazioni percentuali rispetto all’anno precedente)

Fonte: Istat, Statistiche del commercio con l’estero (a) Dati provvisori.

Anche nel 2006 l’andamento delle importazioni è stato fortemente influen-zato dagli acquisti di prodotti energetici, benché in misura inferiore rispetto al-lo scorso anno: è risultato in forte espansione il vaal-lore delle importazioni sia di minerali energetici (+27,6 per cento), sia di prodotti petroliferi raffinati (+23,2 per cento). La quota dei prodotti energetici sul totale delle merci acquistate dall’estero è passata dal 15,8 per cento del 2005 al 17,7 del 2006; l’incremento degli acquisti di minerali energetici, interamente determinato dall’aumento dei valori medi unitari, spiega da solo poco meno di un terzo della crescita delle importazioni complessive. Le importazioni di petrolio e gas naturale, che costi-tuiscono oltre l’80 per cento dell’aggregato, nel 2006 sono stati pari, rispettiva-mente a 31,9 e 18,7 miliardi di euro, con incrementi del 18,3 per cento per le prime e del 51,7 per le seconde.

Oltre a quello dei prodotti energetici, altri settori che hanno registrato in-crementi significativi del valore delle merci importate sono stati i prodotti in metallo (più 34,9 per cento anche a causa della forte crescita dei valori medi unitari) e, in misura molto minore, i prodotti chimici (più 7,9 per cento). Per i prodotti in cuoio e per quelli tessili, l’incremento delle importazioni è stato maggiore di quello rilevato per le esportazioni; di conseguenza si è registrata un’ulteriore lieve riduzione del surplus di questi settori di tradizionale specia-lizzazione dell’Italia (da 17 a 16 miliardi di euro).

Nel 2006, la quota di merci dirette verso i paesi Ue sul totale delle esporta-zioni italiane è stata del 58,2 per cento. Le cessioni sono cresciute in misura lie-vemente inferiore rispetto agli acquisti (rispettivamente 7,1 e 7,9 per cento), con un peggioramento del deficit commerciale da poco meno di 800 milioni a 2,2 miliardi di euro (Tavola 1.9). L’incremento delle vendite dirette verso Ger-mania, Francia (i nostri due principali mercati comunitari) e Belgio, insieme, spiega circa la metà dell’aumento complessivo delle cessioni. A livello settoria-le, la buona performance delle vendite in Germania e Francia è stata guidata, in

Valori assoluti Variazioni % Valori assoluti Variazioni % 2005 2006 Unione europea 190.326 7,1 192.564 7,9 -791 -2.238 Uem 143.958 7,1 157.478 7,3 -12.376 -13.520 Russia 7.639 25,7 13.592 16,1 -5.629 -5.953 Paesi candidati Ue (b) 16.603 15,3 12.624 15,0 3.426 3.979 Turchia 6.780 9,9 5.433 24,5 1.803 1.347

Altri paesi europei 19.604 14,3 17.915 18,3 2.017 1.689 Paesi Opec (c) 14.335 18,2 33.954 24,4 -15.165 -19.619 Usa 24.678 3,0 10.764 0,4 13.241 13.914 Paesi Mercosur (d) 3.131 12,4 4.656 16,4 -1.213 -1.525 Cina 5.703 23,9 17.962 27,1 -9.532 -12.259 Giappone 4.483 -1,2 5.452 9,5 -440 -969 Economie dinamiche dell'Asia (e) 9.789 7,7 8.640 5,2 873 1.149 Altri paesi 30.701 11,9 30.225 28,1 3.844 476

Totale 326.992 9,0 348.348 12,6 -9.369 -21.356

Esportazioni Importazioni Saldi AREE GEOECONOMICHE

Tavola 1.9 - Commercio estero dell’Italia per area geoeconomica e paese - Anno 2006

(a) (valori assoluti in milioni di euro e variazioni percentuali rispetto all’anno precedente)

Fonte: Istat, Statistiche del commercio con l’estero (a) Dati provvisori.

(b) Paesi candidati Ue: Bulgaria, Croazia, Romania e Turchia.

(c) Opec: Algeria, Arabia Saudita, Emirati arabi uniti, Indonesia, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Qatar, Repubblica isla-mica dell’Iran e Venezuela.

(d) Mercosur: Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay.

particolare, dai prodotti in metallo. Dal lato delle importazioni, particolar-mente significativo è stato l’incremento (8,4 per cento) degli acquisti dalla Ger-mania, pari a quasi un terzo dell’aumento complessivo dei flussi in entrata dal mercato comunitario e guidato (anche in questo caso) da prodotti in metallo e mezzi di trasporto.

Per quel che riguarda l’interscambio con i paesi extra Ue, l’incremento delle importazioni (19,1 per cento) è stato molto superiore a quello delle esportazio-ni (11,9 per cento), determinando un notevole peggioramento del deficit com-merciale (da 8,6 a 19,1 miliardi di euro).

Particolarmente dinamiche sono state le esportazioni verso Russia, Cina, paesi Opec e, fra i paesi nel 2006 candidati Ue, Romania e Turchia. All’espan-sione del valore delle vendite ha contribuito in misura significativa il comparto meccanico; per quanto riguarda la Russia un ruolo importante ha avuto la buo-na performance del settore tessile e dell’abbigliamento mentre, limitatamente alla Cina, è da rilevare la forte crescita delle vendite del settore degli apparecchi elettrici e di precisione. Anche a causa dell’apprezzamento dell’euro hanno, in-vece, subito un rallentamento le esportazioni verso gli Stati Uniti e si sono mantenute stagnanti quelle indirizzate al mercato giapponese. Le importazioni sono risultate particolarmente dinamiche dalla Cina, dai paesi Opec e dalla Turchia. Relativamente alla Cina, sono cresciuti soprattutto gli acquisti di pro-dotti in metallo e del comparto tessile e abbigliamento, mentre dalla Turchia sono aumentate significativamente le importazioni di mezzi di trasporto.

Complessivamente, il peggioramento del saldo commerciale è imputabile in misura rilevante all’ampliamento dei disavanzi con i paesi Opec, con la Cina e con gli altri paesi dell’area dell’euro, compensato solo in parte dall’aumento del-l’attivo con Stati Uniti, Romania, Turchia e con le economie dinamiche dell’Asia. La scomposizione della dinamica dei flussi commerciali italiani in termini di quantità scambiate e relativi valori medi unitari (Tavola 1.10) indica che gli in-crementi del valore delle vendite all’estero e delle importazioni nel 2006 sono da attribuire soprattutto alla seconda componente, cresciuta del 6,6 per cento per le esportazioni e del 10,4 per cento per le importazioni; per entrambi i flus-si l’aumento è stato maggiore sui mercati extra Ue. I volumi scambiati hanno segnato, invece, incrementi del 2,2 per cento per le esportazioni e del 2,0 per le importazioni.

La dinamica delle esportazioni italiane per area d’origine delle merci mostra an-damenti differenziati sul territorio: a livello di ripartizione, le vendite sono cre-sciute a tassi notevolmente superiori a quello medio nazionale nell’Italia centrale (13,4 per cento), e inferiori nelle Isole (6,1 per cento). A livello regionale, si rileva

Molto dinamici gli scambi con le grandi economie emergenti, l’Opec e i candidati Ue

V.m.u. Var. % Volumi Var. % V.m.u. Var. % Volumi Var. % V.m.u. Var. % Volumi Var. % V.m.u. Var. % Volumi Var. % Ue 106,0 1,1 96,3 -0,6 110,7 4,4 98,2 2,0 116,4 5,1 97,3 -0,9 122,0 4,8 99,4 2,2 Extra Ue 106,0 0,2 95,2 -5,0 110,2 4,0 99,8 4,9 119,1 8,1 99,1 -0,7 130,2 9,3 101,4 2,3 Mondo 105,9 0,9 96,0 -2,5 110,3 4,2 99,0 3,2 117,3 6,3 98,2 -0,8 125,1 6,6 100,4 2,2 Ue 106,3 0,7 98,4 0,7 110,6 4,0 101,0 2,6 115,9 4,8 99,8 -1,2 123,7 6,7 100,8 1,1 Extra Ue 94,9 -2,1 102,7 1,7 100,7 6,1 108,0 5,2 115,3 14,5 108,9 0,9 133,2 15,5 112,3 3,1 Mondo 101,9 -0,3 99,8 1,0 106,8 4,8 103,5 3,6 116,1 8,7 103,1 -0,4 128,2 10,4 105,1 2,0 IMPORTAZIONI ESPORTAZIONI 2005 2006 (a) ANNI 2003 2004

Tavola 1.10 - Indici dei valori medi unitari e dei volumi del commercio estero. Base 2000=100 - Anni 2003-2006

Fonte: Istat, Statistiche del commercio con l’estero (a) Dati provvisori.

L’analisi delle caratteristiche degli operatori che effettuano le esportazioni è un aspetto rilevan-te per la comprensione della struttura del commer-cio estero e del suo andamento. Al riguardo, in questa sede si propongono alcuni elementi conosci-tivi sulla consistenza e l’evoluzione delle unità at-tive sui mercati esteri nel biennio 2005-2006, nel complesso e per settori d’attività.

In termini aggregati, le caratteristiche struttu-rali dell’universo degli operatori per dimensione dell’attività esportatrice ricalcano, amplificando-le, quelle delle unità produttive, con un gran nu-mero di soggetti che operano su piccola scala e po-chi grandi player sui mercati internazionali.

Facendo riferimento al 2005, per il quale si dispone di dati definitivi, e trascurando i soggetti minori, non tenuti alla presentazione di dichiara-zioni doganali mensili per il commercio intra-co-munitario, gli operatori all’esportazione risulta-vano essere poco meno di 150 mila.2Il 69,1 per cento di questi, tuttavia, nel 2005 ha effettuato vendite all’estero per meno di 250 mila euro, con un’incidenza sul valore totale delle esportazioni pari ad appena l’1,3 per cento. All’opposto, lo 0,5 per cento degli operatori che fattura per importi oltre 50 milioni di euro ha totalizzato ben il 44,5 per cento del valore.

Operatori commerciali all’esportazione e

Nel documento RAPPORTO ANNUALE (pagine 44-52)