III CAPITOLO – Fuori dal carcere: esercizi pratici di libertà condizionata
MESSA ALLA PROVA
3.3 Il ruolo dell'Ufficio Esecuzione Penale Esterna
Nel momento in cui la persona esce dal carcere, che sia per scontare il resto della pena in misure alternative o per aver terminato la condanna, l'interlocutore principale a livello di politiche pubbliche diventa l'Ufficio Esecuzione Penale Esterna. Questo soggetto è stato istituito con l'ordinamento penitenziario del 1975, dove era citato come Centro di Servizio Sociale per Adulti, ha poi cambiato nome nel 2005. E' un ufficio periferico del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria e lavora in collaborazione con l'Ufficio di Sorveglianza locale e gli istituti penitenziari del territorio, anche se fisicamente separato da essi e autonomo nelle sue attività.
Oggi, su tutto il territorio nazionale, sono presenti 58 Uffici di esecuzione penale esterna e 29 Sedi distaccate59, anche se, aggregando i dati dei singoli uffici, i conti non
tornano (v. tabella 1):
Tabella 1 – Uffici di Esecuzione Penale Esterna
Regione Sedi UEPE
ABRUZZO L'Aquila
Pescara
Teramo (sez. distaccata di Pescara) BASILICATA Matera (sez. distaccata di Potenza)
Potenza
CALABRIA Catanzaro
Cosenza
Crotone (sez. distaccata di Catanzaro) Reggio Calabria
Vibo Valentia (sez. distaccata di Catanzaro)
CAMPANIA Avellino
Benevento Caserta Napoli Salerno
EMILIA ROMAGNA Bologna/Ferrara
59 Fonte: Ministero della Giustizia https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_2_3_7_3.wp?previsiousPage=mg_12_3_6
Forlì-Cesena/Ravenna (sez. distaccata di Bologna) Modena
Reggio Emilia
Rimini (sez. distaccata di Bologna) FRIULI VENEZIA-GIULIA Gorizia (sez. distaccata di Udine)
Trieste Udine
LAZIO Frosinone
Latina (sez. distaccata di Roma) Roma
Viterbo
LIGURIA Genova
Imperia (sez. distaccata di Genova) La Spezia (sez. distaccata di Massa) Savona (sez. distaccata di Genova)
LOMBARDIA Bergamo Brescia/Bergamo Como Mantova Milano Pavia
Varese (sez. distaccata di Como)
MARCHE Ancona/Pesaro Urbino
Macerata / Ascoli Piceno / Fermo
MOLISE Campobasso / Isernia
PIEMONTE Alessandria Cuneo Novara Torino / Asti Vercelli PUGLIA Bari
Brindisi (sez. distaccata di Lecce) Foggia
Lecce Taranto
SARDEGNA Cagliari
Nuoro
Oristano (sez. distaccata di Cagliari) Sassari
SICILIA Agrigento
Caltanissetta Catania
Messina Palermo
Ragusa (sez. distaccata di Siracusa) Siracusa
Trapani
TOSCANA Arezzo (sez. distaccata di Firenze) Firenze
Livorno
Lucca (sez. distaccata di Pisa) Massa
Pisa
Pistoia (sez. distaccata di Firenze) Prato (sez. distaccata di Firenze) Siena
TRENTINO ALTO ADIGE Bolzano Trento
UMBRIA Perugia
Spoleto
VALLE D'AOSTA Aosta (sez. distaccata di Novara)
VENETO Padova
Treviso (sez. distaccata di Venezia) Venezia
Verona
Vicenza (sez. distaccata di Verona)
A colpo d'occhio il territorio nazionale sembra coperto in maniera omogenea, al Sud come al Nord; forse la regione meno servita sembra essere proprio l'Emilia Romagna, solitamente considerata tra le prime nell'offerta di servizi sociali e welfare: si riscontra una non totale copertura (Piacenza è sprovvista di un UEPE) e diverse province sono accorpate o hanno solamente una sede distaccata che fa comunque riferimento alla sede centrale, gravando sulla quantità di lavoro di quest'ultima, in questo caso Bologna.
Il personale degli UEPE è composto prevalentemente da assistenti sociali i quali
“sono professionisti orientati culturalmente al servizio delle persone e operano secondo metodologie d’intervento centrate prevalentemente sul compito in una prospettiva di messa in rete e integrazione delle risorse esistenti. L’agire professionale dell’assistente sociale
impiegato presso l’UEPE è strettamente collegato alle finalità dell’Ordinamento Penitenziario che ne legittima quindi l’operatività quale coordinatore e attivatore di risorse
per la realizzazione degli obiettivi istituzionali”60.
Emerge qui l'ambivalenza del ruolo dell'UEPE, il dover stare in equilibrio tra i princìpi e gli obiettivi della categoria professionale a cui appartengono i collaboratori, secondo i quali la persona è al centro dell'intervento61, e il contesto normativo in cui elaborare
questi interventi, estremamente rigido e in relazioni ad altri soggetti (istituti di pena e Magistratura di sorveglianza) per i quali l'obiettivo primario è la sicurezza. (Certomà, 2000).
Nello svolgimento delle attività si cerca quindi di tenere conto di entrambi questi aspetti, come si evince dall'elenco delle finalità che si trova sulla Carta dei servizi realizzata dall'Ufficio di Bologna:
“- sostenere la persona durante l’espiazione della pena dentro e/o fuori dal Carcere o in misura di sicurezza (misure applicate a persone che hanno scontato la pena, ma che sono ancora ritenute pericolose socialmente);
- verificare che l’esecuzione della pena si svolga secondo le regole stabilite dall’Autorità Giudiziaria;
- stimolare la persona ad essere più consapevole dei suoi doveri e diritti di cittadino; -favorire il reinserimento nella società di coloro che hanno commesso reati in modo da limitare la possibilità di recidiva;
- contribuire a migliorare la sicurezza sociale.”
Il target utenza dell'UEPE sono persone maggiorenni che abbiano ricevuto una condanna definitiva; possono provenire dallo stato di libertà, quindi non essere mai passate per il
60 Dalla brochure di presentazione dell'UEPE di Padova e Rovigo
http://www.ristretti.it/areestudio/alternative/esterna/uepe.pdf
61
Art.7 Codice deontologico degli Assistenti sociali: “L´assistente sociale riconosce la centralità della persona in ogni intervento.(...)”
carcere, se hanno ricevuto una pena non superiore ai quattro anni, oppure provenire dallo stato di detenzione.
In entrambi i casi, al momento della richiesta l'assistente sociale dell'UEPE incaricato del caso svolge un'indagine socio-familiare che va a riscontrare
“(...) che cosa è successo rispetto alla commissione del reato, qual è la sua posizione, se ha un ripensamento critico, autocritico di riflessione rispetto al reato, lo stato delle relazioni familiari, il tipo di attività lavorativo, o volontariato o di impegno che lui ha, facciamo una fotografia dell'esistente. Nel momento in cui vediamo che c'è una situazione di criticità cerchiamo di ragionare con la persona per sollecitarla a una riflessione su quello che ha fatto, sul fatto di rivolgersi a dei servizi territoriali per essere supportato rispetto a carenze, difficoltà,(...)62
Nel caso di persona in uscita dalla detenzione, contestualmente al lavoro preparatorio dell'UEPE, il carcere porta avanti la sua osservazione interna ed entrambe vengono riunite nella sintesi che, insieme al programma di trattamento, verrà portata al magistrato di sorveglianza che valuterà la concessione della misura.
Nel caso di parere positivo del magistrato di sorveglianza, la persona viene totalmente affidata all'UEPE, che diventa il suo servizio di riferimento.
In questa fase centrale, gli assistenti sociali si avvalgono della collaborazione di altri soggetti del territorio, a seconda del percorso individualizzato per la persona.
I Servizi per le Tossicodipendenze, noti come Ser.T, sono coinvolti nel caso di condannato con problemi di dipendenze, i quali redigono un programma terapeutico che dovrà essere seguito parallelamente al programma trattamentale dell'UEPE. Allo stesso modo avviene per i Centri di Salute Mentale a cui si affidano le persone con disagio psichico e psichiatrico.
Il ventaglio di collaborazioni si allarga ora che con l'avvento della misura di messa alla
62 Fonte: Intervista al Direttore dell'UEPE di Bologna (v. Allegato 4)
prova si rende necessario agganciare soggetti che possano ospitare persone in prova: associazioni di volontariato, cooperative sociali, enti locali, associazioni sportive, parrocchie, tante sono le realtà che si stanno proponendo. Compito dell'UEPE è raccogliere queste proposte e metterle in relazioni con la propria utenza, un lavoro, a detta degli operatori, molto complesso e che ha appesantito enormemente il carico di attività, senza, per il momento, un proporzionale aumento delle risorse umane.