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Il trasferimento della Divisione in Francia

Come abbiamo visto agli inizi del mese di Brumaio la Divisione sembra essere pronta per mettersi in cammino verso le coste della Manica.

Già nelle precedneti comunicazioni, Bonaparte aveva esposto come volesse far transitare la Divisione attraverso la nuova strada appena aperta sul passo del Sempione, prescrivendo un itinerario che doveva toccare Ginevra, Troyes ed infine giungere a Boulogne.

Da parte del Ministero della Guerra italiano il maggior timore è la diserzione che potrebbe colpire i corpi mentre sono sul territorio nazionale o confinante, per questo motivo si era pensato di farlo transitare attraverso il Piemonte in direzione di Voghera e poi Tortona, come dimostra un documento di pianificazione dell’itinerario119. Tale ipotesi è comunque presto abbandonata anche perché comporterebbe un tragitto maggiore e la preparzione dei corpi sta facendo ritardare la partenza.

Al 23 di ottobre 1803, Bonaparte comunica con una serie di lettere la volontà che le truppe italiane siano in marcia alla fine del mese e che alla data del 1 Frimaio siano già al Simpione120.

L’organizzazione dei distaccamenti per la marcia passa in mano allo stato Maggiore dell’Armée d’Italie, gestito dal Generale Charpentier121, che in data 5 novembre (13 brumaio) comunica al Ministro della Guerra francese Berthier gli ordini di marcia, i quali prevedono la partenza del primo distaccamento il 25 brumaio ed il suo arrivo a Ginevra il 10 frimaio122. Sempre Charpentier fornisce la tavola della formazione delle diverse colonne123. Per permettere l’alloggio ed il soggiorno di ogni distaccamente nei vari centri abitati le colonne non devo superare i mille uomini ciascuna. Così la prima riunisce l’artiglieria leggera ed il reggimento ussari, la seconda il 1° Battaglione del 1° leggero, la terza il 2° battaglione, la quarta il 1° battaglione del 1° di linea e così via, limitando ad un battaglione per colonna per un totale di 7 colonne. Segnaliamo che la Compagnia zappatori, aggiunta all’ultimo momento alla spedizione, viene inserita nella prima colonna insieme a cavalleria ed artiglieria. Un ottava colonna segue infine dopo la Divisione Pino, costituita dal Battaglione Granatieri della Guardia del Presidente che si rende a Parigi per prestare servizio a fianco della Guardia consolare. La scelta di porre come ultimo reparto questo corpo, oltre alla sua estraneità rispetto alla struttura della Divisione, deriva anche dall’idea che possa, in questo modo, controllare e limitare il ritorno di disertori verso Milano.

119 Vedi Annessi, SHD, C 4 2, Documento 04, pag. 162 120

Vedi Annessi, C N, Lett. 8178, Lett. 8179 e Lett. 8180, pag. 179

121 Henri François Marie Charpentier, 1756-1817, conte, volontario nel 1791, generale nel 1799, nel 1800 inviato in Italia, divisionario nel 1804. Nel 1814 difende Parigi con la Giovane Guardia. Cfr. J.Garnier, “Charpentier” in

Dictionnaire Napoléon, pag. 424

122

Vedi Annessi, SHD, B 14 11, Documento 15, pag. 113 123 Vedi Annessi, SHD, C 4 2, Documento 08, pag. 163

Un dettagliato resoconto delle tappe previste per il cammino della spedizione italiana ci è dato da un documento inoltrato da Marescalchi a Berthier e datato 16 novembre124, ovvero la vigilia della partenza. Rinviamo a questo documento per non elencare tutte le tappe e segnaliamo come saranno rispettate le date previste con la perdita di un solo giorno di marcia subito dopo la partenza.

Le date di partenza sono rintracciabili in un documento del 19 brumaio (9 novembre) e firmato dal Capo di Stato Maggiore della Divisione, l’Aiutante Comandante Mazzucchelli125. Da questo si vede le partenze siano dal 24-25 brumaio per la prima colonna e a partire dal 27 brumaio ad un giorno di distanza l’una dall’altra per le altre colonne. L’arrivo della prima colonna è previsto a Ginevra per il 10 frimaio, ma avverrà solo l’11 a causa dell’inserimento di una tappa per tutte le colonne tra Milano e Gallarate.

Sebbene la strada del Simpione sia un vanto delle innovazione sviluppate dall’alleanza con la Francia, questa risulta ancora in alcuni punti incompleta o non particolarmente spaziosa. Per questo motivo l’organizzazione italiana è obbligata a inviare tramite il passo del Moncenisio gli equipaggi della Divisione, i quali trasportano i materiali pesanti, equipaggiamenti e rifornimenti che è necessqrio traportare fin dall’Italia non essendo immediatamente sostituibili. Tale decisione è comunicata da Charpentier a Berthier con una lettera del 12 Brumaio e lo stesso giorno viene inviato anche l’itinerario che tale convoglio deve tenere partendo il 22 Brumaio da Milano per giungere a Ginevra contemporaneamente alla prima colonna della Divisione126.

La pianificazione della marcia si basa su tre giorni consecutivi di cammino seguiti da uno di riposo, salvo presso Ginevra e Troyes, dove tutte le colonne avranno diritto a tre giorni di riposo. La sussistenza e l’alloggio sono garantiti dai diversi comandanti militari francesi che garantiscono l’esecuzione degli ordini arrivati dal Ministero.

Per una questione di alloggi la prima colonna sarà spezzata in due è l’artiglieria partirà già il 24 Brumaio giungendo il 9 Frimaio a Ginevra.

Al momento della partenza le truppe sono salutate dalla popolazione e sembrano godere di un ottimo morale. Testimonianza ne è che la tanto temuta diserzione non si verifica minimamente durante le tappe che portano le truppe fino al confine svizzero. Il generale Pino, con il proprio Stato Maggiore, marcia alla testa delle truppe e già l’8 Frimaio entra a Ginevra er prendere accordi con le autorità militari e civili e per garantire la susstinza delle proprie truppe127.

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Vedi Annessi, SHD, B 14 12, Documento 15, pag. 113 125 Vedi Annessi, SHD, B 14 12, Documento 14 pag. 112 126 Vedi Annessi, SHD, C 4 2, Documenti 10 e 11, pp.164-165 127 Vedi Annessi, SHD, B 14 13, Documento 22, pag. 117

La corrispondenza del generale Molitor128, Comandante della 7° Divisione militare con sede a Ginevra, con il Ministero ci testimonia il passaggio dei corpi italiani e ci sottolinea anche la buona disciplina che li caratterizza e l’ottimo morale. Da quanto risulta dalla corrispondenza di Pino le truppe trovano buoni alloggi e sono ben nutrite e rifornite dall’intendenza francese129. In data 22 Frimaio indica come il convoglio degli equipaggi della Divisione sia arrivato vicino Ginevra solo il 15 dello stesso mese130. Questo convoglio, purtroppo è vittima di uno spiacevole disguido amministrativo che, causa una negligenza degli uffici francesi, non ha permesso di prepare lungo la strada i viveri e foraggi necessari. Lo stesso Melzi attesta una certa disperazione nei confronti degli uffici francesi, di cui questa mancanza sembra fornirgli un’ennesima prova131.

Una forte nevicata, caduta tra il 9 e 10 Frimaio, sembra rallentare la partenza dei corpi da Ginevra, in realtà non si accumula alcun ritardo, dato che tutti i corpi vi prendono tre giorni di riposo, al contrario dei due soli che si pensava di concedere per recuperare il ritardo accumulato dopo Milano132. Da quanto risulta da una lettera di Marescalchi al Primo Console, vediamo come le colonne soffrono abbastanza ma non in maniera eccessiva durante la marcia, considerato che questo è il tratto sicuramente più duro e difficile. La 1° Mezza Brigata leggera, che compone la seconda e terza colonna, soffre di 20 morti, 40 malati e 60 disertori133. Il tasso di diserzione risulta abbastanza alto, in particolar modo per un’unità composta in gran parte di veterani e visto il buon morale della truppa. Una spiegazione ci viene da una lettera di Molitor al Ministro del 23 Frimaio, in cui si sottolinea la presenza di ingaggiatori spagnoli venuti nel Valais per arruolare volontari tra la popolazione svizzera, ma che offrono sicuramente premi d’ingaggio che possono attirare i soldati italiani134. Tale diserzione, quindi, non si escrive nell’ottica di un abbandono del mestiere delle armi, ma solo nella ricerca di maggiore guadagno.

La Divisione si rimette in marcia da Ginevra alla volta di Troyes dove si aspetta di trovare gli ordini per continuare la marcia su St.Omer per giungervi a partire dal 20 Nivoso. Il primo reparto si rimette in marcia il 13 Frimaio e gli altri seguono dal 15 al 25 dello stesso mese135.

Il 25 Frimaio (17 dicembre) avviene un fatto che colpisce duramente la storia della Divisione, durante la prosecuzione della marcia in carrozza, vicino all’abitato di Cerdon il generale Pino a causa del rischio di cadere in uno strapiombo salta in corsa dalla vettura e si frattura malamente la gamba. La notizia arriva a Parigi il 20 dicembre e Marescalchi si affretta a comunicarla a Bonaparte

128 Gabriel Jean Joseph Molitor, 1770-1849, volontario nel 1791, generale nel 1799, divisionario nel 1800, Conte nel 1808. Cfr. J.Tulard, “Molitor” in Dictionnaire Napoléon, pag. 325

129 Vedi Annessi, C ME, Lett 1563 e 1564, pp.196-197. 130

Vedi Annessi, SHD C 4 2, Documento 22, pag. 169 131 Vedi Annessi, C ME, Lett. 1558, pag.196

132 Vedi Annessi, SHD, B 14 13, Documento 23 pag. 117 133 Vedi Annessi, SHD, C 4 2, Documento 23, pag. 169 134

Vedi Annessi, SHD, C 4 2, Documento 22, pag. 169 135 Vedi Annessi, SHD, B 14 13, Documento 24, pag. 117

in calce ad una sua lettera. Una descrizione dell’evento ci è fornita nel rapporto medico sulla degenza di Pino, inoltrato a Marescalchi e Bonaparte136. La ferita, che sembre mettere a rischio la vita del generale preoccupa notevolmente Melzi e Marescalchi. Nelle preoccupazioni del primo vi è anche il timore che il comando della Divisione italiano sia assegnato ad un ufficiale straniero, non disponendo la Repubblica di un altro generale di pari grado da inviarvi. Su questo punto già il 27 dicembre Melzi scrive a Marescalchi dicendogli di sondare quali siano le intenzioni di Bonaparte e di Berthier137. Per loro fortuna, essendo impossibile al momento la promozione di Teulié a generale di divisione e l’assegnazione di un comando di tale rilevanza, la salute di Pino si rafforza rapidamente escludendo il rischio di morte. La sua degenza genera comunque una serie di spiacevoli problemi. Immobilizzato in casa e a letto, Pino si lascia andare alla vecchia abitudine del gioco e dilapida enormi somme in brevissimo tempo. Arriva addirittura a tentare, in sembra due casi, il suicidio. Sebbene da alcuni voci si pensi che questa tendenza derivi dalla cattiva situazione di salute, in realtà la causa ne sono i debiti di gioco che obbligano Marescalchi da Parigi e Melzi da Milano, a inviargli forti somme che arriveranno a oltre 50.000 franchi. Il generale, comunque, una volta ristabilitosi abbastanza per muoversi, si spostera prima a Digione poi da qui a Parigiintorno al 20 marzo, dove resterà fino al suo richiamo a Milano. Risulta, ormai nell’estate del 1804, la speranza di Melzi che Pino non riprenda il comando delle truppe, rischiando di farvi più danni che bene e vanificando gli sforzi del lavoro di Teulié138.

Intanto la Divisione continua il suo movimento verso Troyes, già il 20 dicembre però Bonaparte ha espresso a Marescalchi il desiderio di far deviare le truppe italiane per farle passare da Parigi e solo successivamente dirigerle su St.Omer. Lo Stato Maggiore della Divisione accusa ricezione degli ordini tramite Marescalchi già il 28 Frimaio da Troyes139 e dirige la propria marcia verso Sens, Fontainebleau e Parigi, per giungervi sempre nella stessa suddivisione per colonne. All’ultimo memento si riesce a prevenire degli ordini anche il convoglio degli equipaggi che rischia di proseguire da solo la marcia verso le coste.

Le prime truppe della Divisione arrivano Troyes il 1° Nivoso e vengono deviate verso parigi su ordini trasmessi dal Ministro Berthier140. La 4° Compagnia Zappatori e lo Squadrone di artiglieria vengono invece lasciati sulla vecchhia direttiva, con l’ordine di fermarsi sul sito di La Fère. Al loro arrivo a Parigi per i reparti sono previste gratificazioni ed un periodo di riposo.

Essendo il comando caricato sulle spalle di Teulié, nominato comandante ad interim della Divisione, la divisione dei reparti si struttura su due brigate, la prima sotto gli ordini diretti di Teuié

136 Vedi Annessi, SHD, C 4 2, Documento 28, pag. 173 137 Vedi Annessi, C ME, Lett.1610, pag. 202

138 Vedi Annessi, C ME, Lett. 2031, pag. 214 139

Vedi Annessi, AN, AF IV 1708, Documento 01, pag. 73 140 Vedi Annessi, SHD, C 1 1, Documento 03, pag. 122

e composta dal Reggimento Ussari ed il 1° leggero, mentre i restanti due reggimenti sono agli ordini di Bonfanti. Il quartier generale della Divisione viene posta a Fonatainebleau e Teulié controlla lo stato dei corpi prima di inviarli definitivamente verso Parigi. Dalle lettere inviate al ministero da parte del generale Montchoisy, comandante della 18 divisione militare, risulta che la disciplina nei corpi italiani è ancora ottima, il morale alto e non rsulta alcuna rimostranza da parte dei civili delle zone attraversate durante la marcia141.

Con una lettera dell’8 gennaio 1804, Teulié attesta il proprio ringraziamento a Berthier per la concentrazione di tutta la Divisione a Fontainebleau, permettendo così la migliore rioganizzazione e controllo dei corpi142. Come vedremo in seguito il desiderio di tenere unite tutte le truppe italiane sarà uno dei principali obbietivi del generale.

Analizzando gli stati di Forza dell’Armata, vediamo come al 1° Gennaio 1804143 il 1° di linea ha effettivi 1734 uomini, il 1° leggero 1686 ed il 2° leggero 1583. La cavalleria 623 uomini e l’artiglieria 154. Confrontati ai dati dello stato di forza al 1° novembre, risulta una differenza di 885 uomini. Tale cifra non deve essere presa come il totale delle perdite, bensì bisogna calcolare che alcuni uomini sono, fin da principio, rimasti indietro presso i depositi, altri sono rimasti malati lungo la strada ed altri sempre in marcia sono rimasti distaccati dai corpi. Se confrontati ai 120 uomni persi già a Ginevra dal 1° leggero su 200 effettivi, pari quindi al 6%, risulta che fino a Parigi la Divisione ha perso circa il 10% degli uomini. Teniamo conto che questo numero è destinato a ridursi notevolmente appena i malati e “restati indietro” raggiungo i rispettivi corpi. Inoltre i depositi in Italia, raccolgono già al 1° gennaio 624 uomini destinati alla Divisione.

La prima brigata si trova a Parigi già il 22 Nivoso e comincia a partirne il 25 in direzione di La Fère per artiglieria e zappatori, e di Cambray per il reggimento ussari. Il 26 e 27 partono i due battaglioni del 1° leggero diretti anch’essi a Cambray.

Intanto il 24 Nivoso, 15 gennaio Bonaparte passa in rivista le truppe italiane. Le quali sono accolte dalle acclamazioni della folla e dall’interesse generale, ne viene lodato l’aspetto e la capacità di Manovra. La notizia trova spazio anche su Le Moniteur Universel, che la pubblica il 16 gennaio. Marescalchi scrive entusiasta a Melzi, ecco cosa dic: “Ieri il Primo Console Presidente ha passato alla gran parata la rivista de’ corpi delle nostre truppe, che sono qui giunti e che io ho avuto l’onore di presentargli. Provo il più gran piacere a dirvi l’ammirazione ch’essi han prodotto in un popolo immenso, ch’era concorso a vederli. Posso assicurarvi che è stata una vera festa per Parigi e che gli occhi, per così dire, non si saziavano di guardarli ed applaudirli. Spero che saranno contenti di un accoglimento così distinto e di testimonianze così sicure di stima e di fratellanza. Non vi parlo delle primarie autorità militari, da cui sono stati festeggiati e trattati nella maniera la più onorevole. Il Primo Console Presidente ha loro testimoniata la più viva soddisfazione, ed ha loro dato le bandiere.

141 Vedi Annessi, SHD, C 1 1, Documento 07, pag. 123 142

Vedi Annessi, SHD, C 1 2, Documento 02, pag. 125 143 Vedi Annessi, AN, AF IV * 1392, Documento 04, pag. 96

Queste pure sono state aggradite, ma credo che vi farà aggiungere qualche cosa, come: disciplina ed obbedienza alle

leggi militari; o quest’altra: Bonaparte Presidente al tal Corpo. […] Io mi lusingo che la Repubblica trarrà sommo

onore da queste truppe, che sembrano disposte a distinguersi.” Le Bandiere, realizzate in italia, erano state anticipatamente inviate da Melzi, arrivate il 13 gennaio al seguito di Fontanelli, Aiutante di campo di Bonaparte.

I giorni 27 e 28, devono invece arrivare gli altri due reggimenti. Da ordine del giorno di Murat, diventato intanto Comandante della piazza di Parigi, indica come il 30 nivoso le truppe italiane saranno passate in rivista da Bonaparte dopo la parata. Questo del 21 gennaio è uno degli avvenimenti che hanno maggiore rislato, sia sulla stampa nazionale che francese. Le truppe italiane sfilano in parata davanti al Presidente della Repubblica Italiana ottenendone gli elogi. Essendo restata a Parigi, insieme a questa Brigata anche lo Stato Maggiore divisionale, le autorità organizzano cene e balli per invitare gli ufficiali italiani.

Si verifica qui purtroppo un caso abbastanza imbarazzante d’insubordinazione da parte di un ufficiale italiano. Si tratta al Capo Squadrone Pignatelli, il quale, datosi malato per una rivista d’ispezione del proprio reparto nel pomeriggio, si presenta la sera al ballo organizzato in onore degli italiani dal generale Berthier. Segnalato da altri militari, la reprimenda è esemplare arriva direttamente da Bonaparte che on una lettera del 29 Nivoso lo punisce con 15 giorni di arresti144. La sua olpa non è solo di aver saltato la rivista ma di essere rimasto a Parigi, a differenza delle truppe, giustificandosi con un certificato di mallattia ottenuto al solo scopo di sbrigare affari personali. Affari che, sembra da una lettera di Marescalchi a Melzi, riusciranno anche a fargli ridurre la punizione145. Un altro scandalo che colpisce la Divisione è quello concernente uno dei preti al seguito della truppa. Tale indivisuo, Zerbini ha dato cattivo esempio durante la marcia e già prima di giungere a Parigi gli era stato ingiunto di rientrare in italia. Ignorando tal ordine aveva continuato a dirigersi sulla capitale dove infine vi giungeva a mezzo della posta, impegnando i paramenti e gli altri oggetti sacri per poter pagare le spese di viaggio. Per risolvere la questione dovette intervenire Teulié riscattando i vasi per un valore di 15 Luigi. Fu poi il turno di Marescalchi che si vide costretto a sovvenzionare il viaggio di ritorno con uguale somma e ottenere un ingiunzione dalla polizia per farlo partire146.

Messi in marcia per Valenciennes, questi corpi vi giungo il 12 e 13 Pluvioso Anno XII, mentre già il 3 Pluvioso la prima Brigata comandata da Bonfanti arriva a Cambray. Da questo momento possiamo considerare che la Divisione italiana è ormai entrata nella zona operativa del campo di Boulogne enl vasto sistema organizzativo che Napoleone ha concepito per invadere l’Inghilterra.

144 Vedi Annessi, C N, Lett. 8602, pag. 180 145

Vedi Annessi, C ME, Lett. 1690, pag. 208

La questione finanziaria della Divisione.

Riteniamo corretto trattare in questo capitolo l’aspetto della responsabilitè finanziaria della Divisione dato che l’accesa discussione intorno a questo soggetto si sviluppa proprio durante la marcia dei raparti per giungere in Francia.

Ricordiamo come la nascita della partecipazione italiana alla spedizione contro l’Inghilterra nasca da un abboccamento diretto tra Bonaparte e Pino. Possiamo ritenere che in tale colloquio si sia sicuramente accennato alla gestione del carico delle spese relative al mantenimento ed equipaggiamento delle truppe. Da quanto comunica Pino inizialmente a Melzi si evince che la Francia sia disposta a caricarsi completamente di tutti i costi, ovvero del soldo ed anche di tutte le spese per viveri, indennità e materiali, una volte giunte sul suolo francese. Tale ipotesi, conoscendo la tendenza al risparmio tipica di Napoleone, ci risulta essere quanto mai fantasiosa. Melzi, nonostante uomo attento e tendenzialmente pessimista non si preoccupa in questo caso essendo troppo contento di poter sollevare le casse italiane di un tale peso. Tale convinzione viene in parte sostenuta anche dalle comunicazioni invata a Milano da Marescalchi, che si confronta direttamente con Bonaparte sulle questioni di maggiore rilevanza.

Solo successivamente le intenzion francesi si riveleranno di voler saldare solo le spese di mantenimento dei viveri e degli equipaggiamenti, ma non quelle del soldo e delle gratificazioni. Tale notizia spingerà Melzi verso un grave sconforto espresso a più riprese nelle proprie lettere a Marescalchi, al quale confida un senso di tradimento delle proprie aspettative147.

La scelta di una doppia amministrazione si riflette anche sulla struttura della Divisione che, in funzione di ciò, porta al proprio seguito un Sotto-Ispettore alle riviste ed un Commissario di guerra, i quali secondo i progetti iniziali avrebbero dovuto abbandonare la Divisione a Ginevra. In questo modo la gestione amministrativa dei corpi si rivelerà estremamente complessa, essendo obbligata a rendere conto a due Ispettori, a due Commissari ed a due Pagatori diversi. Teniamo conto che tutto il lavoro inferiore la livello dello Stato Maggiore della Divisione deve essere svolto dai Consigli di Amministrazione dei reparti, composti da ufficiali normalmente caricati anche delle funzioni militari. Rinviamo per non ripetere una descrizione die meccanismi che governano tale sistema al

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