A conclusione del percorso intrapreso, il 25 gennaio 2012 si è svolto a Roma il Wor-kshop “Dal Libro Bianco alle Policies”.
Il Workshop ha voluto rappresentare un’occasione per poter attivare un pro-cesso di costruzione delle policies per la regolamentazione e lo sviluppo dell’inno-vazione tecnologica basato su di un con-fronto aperto e contestuale tra tutti quegli attori che, per i rispettivi ruoli e compe-tenze, sono in grado di contribuire alla qualità di tali policies sia in termini di ac-cettabilità sia di efficacia. Il Workshop è stato, dunque, concepito come un mo-mento di interazione strutturata tra i sog-getti a diverso titolo rilevanti per lo sviluppo di un processo di policy making inclusivo sul tema della salute e sicurezza delle N&N in ambito lavorativo, finalizzata all’esplorazione dell’esistenza di presuppo-sti e di prospettive condivisi da cui partire per avviare effettivamente tale processo.
In considerazione di ciò, nel Workshop sono stati coinvolti:
• gli esperti che rappresentano i portatori delle conoscenze necessarie a un processo di policy making basato sulla conoscenza;
• le parti sociali e le associazioni professionali che rappresentano rispettivamente teressi di parte collettivi e interessi diffusi che in diverso modo possono essere in-teressati dalle policies;
• i decisori pubblici che rappresentano i portatori dell’interesse generale a uno svi-luppo effettivamente sostenibile del settore delle N&N.
Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
I partecipanti al Workshop sono stati chiamati a individuare criticità e a sviluppare proposte relativamente a tre differenti tipologie di strumenti di policy:
• regolamentazione - norme volontarie od obbligatorie che definiscano limiti, pro-cedure e standard da adottare;
• politiche attive - interventi tesi a sostenere lo sviluppo delle conoscenze e degli strumenti e a creare sistemi di supporto funzionali a favorire la definizione e l’ap-plicazione delle norme e/o di buone pratiche;
• comunicazione e informazione - interventi tesi a favorire la diffusione di un’infor-mazione chiara e trasparente al fine di creare un’effettiva e ampia consapevolezza su rischi, buone pratiche, opportunità.
3.1 La Metodologia di lavoro
L’interazione tra i partecipanti è stata strutturata e guidata impiegando uno speci-fico adattamento metodologico della metodologia EASW operato dagli esperti del-l’INAIL.
La metodologia EASW è una metodologia sviluppata nel 1994 su iniziativa dell’allora DG XIII - Innovation della Commissione Europea che ha trovato negli anni ampio utilizzo nei processi di progettazione partecipata delle politiche locali per lo sviluppo sostenibile (per maggiori informazioni sulla metodologia vedi http://cordis.europa.eu/easw/). Tut-tavia tale metodologia è stata anche proficuamente utilizzata nell’ambito di progetti finalizzati alla definizione di policies per il superamento delle barriere non tecnologiche allo sviluppo dell’innovazione tecnologica (progetti BASIS e STRATEGIST finanziati dal Fifth Research Framework Programme - Innovation and SMEs programme).
L’adattamento metodologico ha mantenuto l’impostazione che vede la discussione articolata in due sessioni di lavoro, svolte attraverso la suddivisione dei partecipanti:
• dapprima in gruppi di lavoro chiamati a ragionare sull’individuazione dei presup-posti del processo di policy, costituiti in base al ruolo ricoperto dai partecipanti ri-spetto a tale processo;
• successivamente in gruppi tematici in cui portatori di interessi diversi sono chia-mati a interagire tra loro per individuare, partendo dai presupposti delineati nella fase precedente, prospettive di policy condivise relativamente a un’area tematica.
Rispetto all’impostazione metodologica originaria, tuttavia, si è operata una diversa articolazione dei gruppi di ruolo e tematici e si è adottato un differente approccio allo sviluppo dei presupposti delle policy basato esclusivamente sull’individuazione delle criticità e non sullo sviluppo di scenari futuri (processo di visioning).
Pertanto il lavoro all’interno del workshop è stato svolto seguendo il seguente percorso:
a. Presentazione del libro Bianco e dei risultati della consultazione degli stakeholders.
I lavori del Workshop sono stati introdotti dalla presentazione dei risultati della consultazione degli stakeholders.
b. prima Sessione dei gruppi lavoro: i Gruppi di Ruolo per la “Focalizzazione delle criticità”.
Questa prima sessione nei gruppi di lavoro ha visto la suddivisione dei partecipanti in due gruppi tematici di ruolo:
• Gruppo “Stakeholders”
• Gruppo “Esperti”
L’articolazione dei partecipanti in questi due gruppi di ruolo ha avuto lo scopo di ottenere una lettura distinta delle criticità dal punto di vista dei portatori delle co-noscenze e da quello dei portatori di interesse.
In questa prima sessione i gruppi di lavoro sono stati chiamati a individuare le bar-riere relativamente allo sviluppo delle tre differenti tipologie di strumenti di policy:
Regolamentazione, Politiche attive e Comunicazione/Informazione.
c. Prima sessione plenaria: condivisione dei risultati prodotti dai gruppi di ruolo.
In questa sessione sono state presentate ai partecipanti le barriere individuate dai due gruppi di ruolo relativamente alle tre aree tematiche, evidenziando quelle co-muni a entrambe i gruppi e quelle differenti.
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d. Seconda Sessione dei gruppi lavoro: i Gruppi di Tematici per la
“Focalizzazione delle proposte”:
Seconda sessione nei gruppi di lavoro svolta attraverso la suddivisione dei parte-cipanti in tre gruppi tematici articolati in base alle tre tipologie di strumenti di policy da avviare:
• Gruppo “Regolamentazione”
• Gruppo “Politiche attive”
• Gruppo “Comunicazione/Informazione”
In ciascun gruppo di lavoro erano rappresentati sia gli esperti sia i diversi portatori di interessi.
In questa sessione di lavoro, i gruppi sono stati chiamati a individuare relativamente alla loro area tematica delle proposte condivise da cui partire per superare le bar-riere comuni ai due gruppi di ruolo svolti in precedenza.
e. Seconda sessione plenaria: condivisione dei risultati prodotti dai gruppi di ruolo.
Questa sessione è stata dedicata alla condivisione dei risultati prodotti nell’ambito dei gruppi tematici e all’individuazione delle proposte prioritarie.
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11. Castellet y Ballarà Giuseppe
12. Cavallo Delia
INAIL Centro Ricerche di Parma Università Cattolica di Roma INAIL
INAIL Settore ricerca DTS UGL
Università di Roma Tor Vergata AIRI-Nanotec
ECSIN, Veneto-Nanotech, INAIL Settore Ricerca DML
3.3 I risultati
1aSESSIONE – GRUPPI DI RUOLO: Focalizzazione delle criticità
CRITICITÀ REGOLAMENTAZIONE
GRUPPO ESPERTI GRUPPO STAKEHOLDERS
• Limitata capacità di identificare e di prevedere gli effetti sulla salute
• Mancanza di dati scientifici sui limiti di concentrazione ai fini della regolamentazione
• Mancanza di biomarkers specifici
• Differente velocità tra i tempi di sviluppo e commercializzazione dei nanomateriali ingegnerizzati e i tempi necessari a raggiungere una conoscenza scientifica consolidata sul loro impatto sulla salute
• Esistenza di difformità nei sistemi e nelle metodiche di caratterizzazione e classificazione
• Difficoltà nell’eseguire studi in vivo
• Scarsa standardizzazione di parametri e metodiche di campionamento
• Mancanza di risorse adeguate per la ricerca
• Difficoltà a interagire con le Aziende ai fini dello sviluppo di scenari di esposizione in condizioni controllabili e controllate
• La normativa esistente è di carattere generale e non offre garanzie di applicabilità alle nanotecnologie
• Mancanza di parametri certi su cui basare la regolamentazione
• Mancanza di chiarezza circa l’inquadramento della categoria di rischio e il conseguente obbligo di valutazione
• Mancanza di una regolamentazione generale che disciplini le modalità di trattamento e utilizzo dei nanomaterali
• Mancanza di una regolamentazione specifica per i differenti prodotti basati sui nanomateriali inge-gnerizzati
CRITICITÀ POLITICHE ATTIVE
GRUPPO ESPERTI GRUPPO STAKEHOLDERS
• Mancanza di un piano d’azione nazionale sulle nanotecnologie
• Rischio di eccessiva semplificazione del problema
• Mancanza di buone prassi:
- per la protezione dei lavoratori (uso dei DPI) - per l’approccio mirato alla valutazione del rischio
(specie nelle PMI)
• Mancanza di punti di riferimento di livello nazionale sulla salute e sicurezza dei lavoratori rispetto alla esposizione a nanomateriali per professionisti del settore:
- operatori sanitari e della sicurezza (medici competenti, RSPP)
- organi di vigilanza (SPRESAL)
• Mancanza di fondi per la ricerca
• Mancanza da parte dei produttori di un reale interesse a collaborare con la ricerca in campo prevenzionale
• Mancanza di una conoscenza aggiornata da parte dei produttori dei risultati della ricerca in campo prevenzionale
• Mancanza di un canale di confronto tra:
- produttori - ricerca - università - istituzioni
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CRITICITÀ COMUNICAZIONE/INFORMAZIONE
GRUPPO ESPERTI GRUPPO STAKEHOLDERS
• Difficoltà di comunicazione tra imprese e mondo della ricerca dovuta a:
- differenza di linguaggio
- livello di affidabilità delle informazioni
- difficoltà nell’accesso e nella comprensione della letteratura scientifica
- necessità di ottenere una visione multidisciplinare
• Mancanza di un censimento dei produttori, acquirenti e utilizzatori dei prodotti basati su nanomateriali ingegnerizzati
• Necessità di canali di comunicazione differenziati in base al tipo di utenti in relazione alle differenti problematiche che riguardano da un lato la produzione e l’utilizzo all’interno dei processi produttivi e dall’altro l’utilizzo finale da parte dei consumatori
• Mancanza di informazioni sui potenziali rischi per salute e ambiente
• Contraddittorietà delle informazioni provenienti dalla ricerca. Non sono disponibili standard e protocolli unificati e condivisi
• Carenza di canali di informazione autorevoli dedicati all’informazione dei lavoratori sui rischi
• Mancanza di informazioni sul corretto utilizzo dei nanomateriali
• Divulgazione inadeguata dei risultati della ricerca
• Carenza di occasioni pubbliche di confronto e ap-profondimento
• Presenza di messaggi fuorvianti nella comunicazione
• Eccessiva autoreferenzialità del mondo della ricerca
• Identificazione di necessità informative specifiche per i diversi settori produttivi
2aSESSIONE – GRUPPI TEMATICI: Focalizzazione delle proposte
• Produrre un quadro di conoscenze condivise sugli effetti sulla salute e sui biomarkers che possa supportare lo sviluppo di norme e/o standard per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori coinvolti nelle attività di studio, produzione, trattamento e utilizzo negli ambienti di lavoro di materiali basati sui nanomateriali ingegnerizzati
• Individuare un soggetto che possa fungere da raccordo tra mondo della ricerca e mondo produttivo favorendo il confronto, lo scambio e la condivisione delle informazioni e la concertazione delle eventuali norme da adottare
• Puntare sullo sviluppo di standards che definiscano norme condivise dai diversi portatori di interesse
• Individuare un organo/ente di indirizzo e coordinamento che garantisca il collegamento fra ricerca e settore industriale (ottica di sistema)
• Definire (attraverso l’identificazione dei livelli di rischio) le priorità a cui destinare i fondi per la ricerca
• Sostenere la ricerca sia attraverso finanziamenti premianti del rapporto costi/benefici sia supportando la capacità di accedere ai fondi per la ricerca europei
• Creazione di un network tra enti di ricerca, università e aziende
• Sensibilizzazione delle aziende attraverso politiche di sgravi fiscali e/o riduzione premi assicurativi “in cambio” di apertura e collaborazione con la ricerca
• Sviluppo di raccomandazioni sulla valutazione e gestione dei rischi da esposizione a nanomateriali
• Incontri pubblici e/o campagne di informazione per lavoratori/consumatori per accrescere la consapevolezza, prevedendo altresì uno specifico obbligo di comunicazione/informazione
• Produzione e selezione di letteratura scientifica affidabile per contrastare la diffusione di informazioni fuorvianti / non attendibili / non corrette
• Individuazione di un’autorità nazionale che validi l’informazione scientifica (dati della ricerca + letteratura nazionale/internazionale) e che si occupi della sua diffusione ai diversi target (lavoratori, imprese, addetti ai lavori) anche attraverso strategie di comunicazione bidirezionale (tavoli di confronto tra portatori di interesse)
• Certificazione dei prodotti (nanomateriali ingegnerizzati e prodotti che li contengono) prevedendo un obbligo di etichettatura specifica
• Sensibilizzazione di produttori, lavoratori, utilizzatori finali attraverso una strategia di comunicazione articolata da uno specifico soggetto promotore (materiale divulgativo, informazione mirata a partire dal Libro Bianco)
• Creazione di una banca dati contenente dati e informazioni su scenari di esposizione forniti dalle aziende per avviare una valutazione preventiva dei rischi
REGOLAMENTAZIONEPOLITICHE ATTIVECOMUNICAZIONE/INFORMAZIONE
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