• Non ci sono risultati.

LIBRO BIANCO

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "LIBRO BIANCO"

Copied!
57
0
0

Testo completo

(1)

INAIL - Direzione Centrale Comunicazione Piazzale Giulio Pastore, 6 - 00144 Roma dccomunicazione@inail.it

www.inail.it ISBN 978-88-7484-331-2

ESPOSIZIONE

A NANOMATERIALI INGEGNERIZZATI ED EFFETTI

SULLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

VOLUME

DI APPROFONDIMENTO TEMATICO

DAL LIBRO BIANCO ALLE POLICIES:

LA CONSULTAZIONE DEGLI STAKEHOLDERS.

LIBRO BIANCO

(2)

ESPOSIZIONE

A NANOMATERIALI INGEGNERIZZATI ED EFFETTI

SULLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

VOLUME

DI APPROFONDIMENTO TEMATICO

DAL LIBRO BIANCO ALLE POLICIES:

LA CONSULTAZIONE DEGLI STAKEHOLDERS.

LIBRO BIANCO

(3)

AUTORI

Marco Mirabile1*, Fabio Boccuni1*, Diana Gagliardi1, Bruna Maria Rondinone1, Simona Chiarello Ciardo1, Cristina Di Tecco1, Antonio Valenti1, Sergio Iavicoli1.

COLLABORAZIONE EDITORIALE Alessandra Luciani1, Laura Medei1.

1INAIL, Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro

*stesso contributo

PER INFORMAZIONI INAIL

Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro Via Fontana Candida,1- 00040

Monte Porzio Catone (RM) f.boccuni@inail.it

www.inail.it

©2013 INAIL

La pubblicazione viene distribuita gratuitamente e ne è quindi vietata la vendita nonché la riproduzione con qualsiasi mezzo.

È consentita solo la citazione con l’indicazione della fonte.

ISBN-978-88-7484-331-2

(4)

Network NanOSH Italia 2008-2010 Coordinatore

Sergio Iavicoli, ISPESL - Dipartimento di Medicina del Lavoro Membri

Stefano Bellucci, INFN

Pier Francesco Benvenuto, ISPESL - Dipartimento Processi Organizzativi Antonio Bergamaschi, Università Cattolica del Sacro Cuore

Enrico Bergamaschi, Università di Parma Pier Alberto Bertazzi, Università di Milano

Fabio Boccuni, ISPESL - Dipartimento di Medicina del Lavoro Stefano Casciardi, ISPESL - Dipartimento Igiene del Lavoro Paola Castellano, Dipartimento Igiene del Lavoro

Delia Cavallo, ISPESL - Dipartimento di Medicina del Lavoro Danilo Cottica, Fondazione Salvatore Maugeri, Pavia Roberta Curini, Dipartimento Igiene del Lavoro Matteo Goldoni, ISPESL-Centro Ricerche di Parma Francesca Larese, Università di Trieste

Elvio Mantovani, AIRI-Nanotec IT Achille Marconi, ISS

Vittorio Mazzocchi, ISPESL - Dipartimento o Tecnologie di Sicurezza Luigi Monica, ISPESL - Dipartimento Tecnologie di Sicurezza Cinzia Lucia Ursini , ISPESL - Dipartimento di Medicina del Lavoro

Composizione del Network NanOSH Italia dal 2012 Coordinatore

Sergio Iavicoli - INAIL, Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro Membri

Pietro Altarocca - INAIL, CONTARP

Flavia Barone - Istituto Superiore di Sanità, Dip.to Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria

Stefano Bellucci - Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Antonio Bergamaschi - Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma Pier Alberto Bertazzi - Clinica del Lavoro “L. Devoto”, Università di Milano Fabio Boccuni - INAIL, Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro Stefano Casciardi - INAIL, Settore Ricerca - Dipartimento Igiene del Lavoro Paola Castellano - Ministero del Lavoro

Delia Cavallo - INAIL, Settore Ricerca - Dipartimento di Medicina del Lavoro Danilo Cottica - Fondazione S. Maugeri, Pavia

Antonio Cristaudo - IRCSS San Gallicano, Roma

Barbara De Berardis - Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento di Tecnologie e Salute Carla Fanizza - INAIL, Settore Ricerca DIPIA

Lorenzo Fantini - Ministero del Lavoro

Riccardo Ferrante - INAIL, Settore Ricerca - Dipartimento Igiene del Lavoro Ester Rotoli - INAIL, Direzione Centrale della Prevenzione

Angela Goggiamani - INAIL, Sovrintendenza Medica Generale Matteo Goldoni - INAIL, Centro Ricerche di Parma

Elvio Mantovani - Associazione Italiana Ricerca Industriale - Nanotec IT Luciano Marchiori - Coordinamento Tecnico delle Regioni

Luigi Monica - INAIL, Settore Ricerca - Dip.to Tecnologie di Sicurezza

(5)
(6)

Le Nanotecnologie rappresentano una delle innovazioni principali del nuovo millen- nio. Il loro sviluppo esponenziale da un lato e le incertezze legate ai potenziali rischi per l’uomo nell’esposizione durante l’intero ciclo di vita dei nanomateriali dall’altro permettono di considerare le nanotecnologie nell’ambito della definizione di “rischio emergente” per la salute e sicurezza del lavoro.

L’impegno ed il coinvolgimento del Settore Ricerca dell’INAIL su questo tema hanno prodotto nel 2010 la pubblicazione del “Libro Bianco. Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” ad opera del Network di esperti coordinati dall’INAIL denominato “NanOSH Italia”.

Alla pubblicazione, che ha suscitato grande interesse in ambito nazionale su tale te- matica, ha fatto seguito un processo di consultazione dei principali stakeholders che ricoprono ruoli chiave nelle politiche di salute e sicurezza in Italia, con una sensibilità particolare alle tematiche relative ai rischi emergenti ed alle nanotecnologie.

Questo volume riporta i risultati di tale processo di consultazione quale integra- zione al Libro Bianco, con cui l’INAIL conclude la prima fase di un percorso iniziato nel 2008 dal Network “NanOSH Italia”, ne acquisisce i risultati e su questi pro- gramma le nuove fasi di lavoro nel settore specifico dell’esposizione a nanomate- riali in ambiente di lavoro.

L’esperienza del Libro Bianco e della successiva consultazione ha permesso di integrare i contributi di esperti e stakeholders nella rinnovata struttura del Network “NanOSH Italia”, con cui l’INAIL intende promuovere il proprio contributo nell’approccio alle po- litiche di salute e sicurezza occupazionale sul tema delle nanotecnologie.

Direttore del Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’INAIL - Settore Ricerca

Sergio Iavicoli

Premessa

(7)
(8)

Introduzione 9

Indice

Le fasi del percorso 13

1. Messa in rete degli esperti e definizione dello stato dell’arte

sulle conoscenze scientifiche 13

2. La consultazione degli stakeholders 14

2.1 L’identificazione degli stakeholders 14

2.2 La strutturazione del questionario 15

2.3 La somministrazione del questionario 16

2.4 I risultati 17

3. Il Workshop “Dal Libro Bianco alle Policies” 28

3.1 La Metodologia di lavoro 30

3.2 I partecipanti 33

3.3 I risultati 34

Conclusioni 38

Bibliografia 42

Allegato

Questionario per la consultazione degli stakeholders integrativa al Libro Bianco

“Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza

nei luoghi di lavoro” 44

(9)
(10)

I progressi compiuti nell’ultimo decennio dalla ricerca nel campo dello sviluppo e dell’applicazione dei nanomateriali ingegnerizzati hanno fatto emergere in modo sempre più pressante l’esigenza di definire un quadro di policies in grado di sostenere uno sviluppo sicuro e responsabile delle nanotecnologie.

Ciò significa da una parte supportare la crescita del settore al fine di massimizzare tutti i benefici che ne possono derivare sia in termini economici che di miglioramento della qualità della vita, dall’altra limitare i potenziali rischi per la salute, la sicurezza e l’ambiente (EHS) e gestire le potenziali implicazioni etiche, legali e sociali (ELSI) legate a queste tecnologie emergenti e alla loro continua evoluzione. Tali rischi e implicazioni sono riferibili non solo all’utilizzo finale da parte dei consumatori dei prodotti basati sulle nanotecnologie ma anche alla produzione dei nanomateriali stessi e al loro im- piego all’interno dei processi produttivi.

Ai fini di uno sviluppo sicuro e responsabile delle nanotecnologie, la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori impegnati in tali processi assume, infatti, una sua specifica rilevanza dovuta alle peculiari condizioni (per livelli, modalità e tempi) di esposizione che tali processi possono comportare. Nel quadro complessivo delle policies che si vanno sviluppando, per affrontare le sfide di governance imposte da queste tecno- logie emergenti occorre di conseguenza dedicare un’attenzione particolare alla pre- disposizione delle condizioni che permettano un’effettiva ed efficace valutazione e gestione dei potenziali rischi negli ambienti di lavoro. Questo significa, per esempio, sviluppare specifiche conoscenze relative agli impatti sulla salute dei processi di lavo- razione delle nanoparticelle così come alle soglie di esposizione tollerabili all’interno degli ambienti di lavoro e predisporre regole, procedure e strumenti appropriati che permettano di prevenirli.

La tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, quindi, sebbene non possa prescindere dallo sviluppo di una strategia che affronti in modo sistematico e complessivo la que- stione dei rischi e delle implicazioni connesse alle nanoscienze e alle nanotecnologie, richiede lo sviluppo di un quadro di policies che affrontino in modo mirato le speci- fiche esigenze che essa impone.

Affrontare in modo appropriato questa istanza significa dare risposta alle esigenze di tutela di salute e sicurezza di una parte rilevante, sopratutto in ottica futura, dei soggetti potenzialmente esposti agli effetti derivanti dalle nanotecnologie. Basti pen- sare ai trend di crescita stimati del numero di ricercatori e dei tecnici impegnati nel campo della ricerca e dello sviluppo dei nanomateriali ingegnerizzati e dei lavoratori impegnati nella produzione dei prodotti basati sui nanomateriali, nonché alla vastità delle potenziali applicazioni delle nanotecnologie nei settori produttivi tradizionali.

Lo sviluppo delle nanotecnologie, date le stime di un mercato globale che raggiun-

Introduzione

(11)

gerà circa 3.000 miliardi di USD entro il 2020, riguarda già in modo considerevole settori quali l’industria manifatturiera, elettronica, chimica e farmaceutica, i servizi sanitari, i trasporti e l’agricoltura. È stato stimato che entro il 2020 il numero di ricer- catori e lavoratori coinvolti in tutti i settori delle nanotecnologie nel mondo potrebbe raggiungere i 6 milioni (Roco et al, 2011).

La definizione di un quadro di policies che dia risposte appropriate ed efficaci alle esigenze di tutela dei lavoratori, tuttavia, richiede di affrontare in modo integrato due questioni chiave tra loro strettamente correlate:

• l’incertezza scientifica. Allo stato attuale ancora si ha una conoscenza limitata di quali possano essere i rischi immediati derivanti dal trattamento e l’impiego dei nanomateriali ingegnerizzati nei luoghi di lavoro e di come sia possibile gestirli.

Ancor meno si sa riguardo a come prevedere e gestire i rischi che possono derivare dallo sviluppo di queste nuove tecnologie nei prossimi anni (Maynard et al, 2011).

• la necessità, per sopperire alla mancanza di conoscenze certe sulla valutazione e gestione dei rischi, di impostare la regolamentazione facendo riferimento al princi- pio di precauzione (Communication from Commission “Toward an European Stra- tegy for Nanotechnology”, 2004). Si tratta di un principio che può essere declinato in modo differente a seconda della linea di equilibrio lungo cui si assesta la con- temperazione dei diversi interessi in gioco (Rogers M. D. 2002, Hansson S. O. 1997).

In tema di nanotecnologie, dunque, per soddisfare in modo appropriato l’esigenza di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori occorre necessariamente passare at- traverso un processo di costruzione delle policies che definisca nel modo più completo e approfondito possibile lo stato delle evidenze scientifiche disponibili e che, sulla base di queste, apra un confronto chiaro e trasparente tra i diversi portatori di inte- resse. Un’esigenza questa esplicitamente fatta propria dalla Commissione Europea che, nel Codice di Condotta rivolto agli Stati Membri per supportarli nella governance del settore delle Nanotecnologie e Nanomateriali (N&N), raccomanda di fare ricorso al principio di inclusione: “La Governance nel settore della ricerca su N&N dovrebbe essere guidata dai principi dell’inclusione degli stakeholders, di trasparenza e di ri- spetto del legittimo diritto all’accesso all’informazione. Essa dovrebbe permettere la partecipazione nel processo di decision making di tutti gli stakeholders coinvolti o interessati dalla ricerca su N&N.” (EC Code of Conduct for Responsible Nanosciences and Nanotechnologies Research , 2008).

In questa ottica è, dunque, nata e si è poi sviluppata la decisione da parte dell’Istituto Superiore per la Salute e Sicurezza del Lavoro (ISPESL), ora INAIL, di avviare nel 2008 un percorso di supporto alla definizione delle policies finalizzate alla tutela dei lavo- ratori nei luoghi di lavoro in cui vengono utilizzati e/o trattati i nanomateriali inge-

(12)

gnerizzati. Questo percorso, conclusosi a gennaio 2012, è stato strutturato in tre fasi distinte:

• una prima fase ha visto il coinvolgimento e la messa in rete di alcuni esperti na- zionali in tema di nanotecnologie i quali hanno collaborato alla redazione del

“Libro Bianco. Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”, che ha definito nel modo più chiaro, completo ed esaustivo possibile, lo stato delle conoscenze disponibili ai fini dell’individuazione e della gestione dei rischi per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro connessi all’utilizzo delle nanotecnologie.

• una seconda fase, avviata dopo la pubblicazione del Libro Bianco, ha visto il coin- volgimento, attraverso una survey, dei principali stakeholders nazionali interessati a diverso titolo al tema della salute e sicurezza dei nanomateriali. In questa fase è stato chiesto agli stakeholders di esprimere una valutazione sul contributo appor- tato dal Libro Bianco alle loro conoscenze in materia e di esplicitare il loro punto di vista su come affrontare la questione della tutela della salute e sicurezza dei la- voratori che hanno a che fare con i nanomateriali ingegnerizzati.

• una terza fase, infine, ha messo a confronto nell’ambito di un workshop esperti e stakeholders per individuare, partendo dal quadro conoscitivo offerto dal Libro Bianco e dalle indicazioni derivate dall’esplorazione degli interessi riferibili ai diversi stakeholders, i principali ostacoli all’attivazione delle policies di settore e per for- mulare proposte condivise finalizzate a rimuoverli.

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

(13)

Attraverso tale strutturazione il processo si è sostanzialmente prefissato di raggiun- gere i seguenti obiettivi:

• definire, mediante il coinvolgimento degli esperti nella stesura del Libro Bianco, delle basi conoscitive che trovino un’ampia condivisione nella comunità scientifica nazionale e che possano contribuire allo sviluppo di un processo consapevole di costruzione delle policies. Attraverso la creazione di un network interdisciplinare, inoltre, si è inteso facilitare la circolazione e la condivisione delle informazioni scien- tifiche disponibili e creare le condizioni per aggiornare in futuro il quadro conosci- tivo costituito dal Libro Bianco.

• aumentare la consapevolezza e l’attenzione dei principali stakeholders nazionali per un rischio emergente che, in virtù del quadro conoscitivo incerto e frammen- tato e della conseguente impossibilità allo stato attuale di percepirne gli effetti sulla salute e sicurezza, ancora non è entrato a pieno titolo tra i problemi rilevanti per l’agenda politica nazionale. Come indicato dagli studi di policy analysis, la for- mazione di “policy community” influenti (intese come comunità di soggetti che, sebbene rappresentativi di interessi collettivi differentemente orientati, condividano e riconoscano l’esigenza di considerare una determinata questione come un pro- blema che necessita di essere affrontato) contribuisce all’ingresso delle questioni nell’agenda politica (Wilks and Wright, 1987).

• esplicitare la posizione e le priorità degli esperti e dei portatori di interesse rispetto allo sviluppo delle policies relative alla salute e sicurezza dei lavoratori che hanno a che fare con i N&N e individuare le priorità condivise. Si è, dunque, inteso non solo contribuire a far sì che il problema venga preso in considerazione nell’agenda politica ma anche cominciare a definire, attraverso il confronto diretto tra portatori delle conoscenze e i diversi portatori di interesse, alcune possibili linee di indirizzo da cui partire per avviare il processo di “policy making” vero e proprio.

(14)

Il percorso si è svolto tra la metà del 2008 e l’inizio del 2012 ed è stato articolato in tre fasi tra loro consequenziali.

1. Messa in rete degli esperti e definizione dello stato dell’arte sulle conoscenze scientifiche

Nel 2008 l’ISPESL (ora INAIL) ha promosso la creazione del “Network Nazionale per l’individuazione di misure di prevenzione e protezione connesse con l’esposizione a nanomateriali in ambito lavorativo” (denominato “NanOSH Italia”).

Il Network è attualmente costituito da ricercatori dell’INAIL che operano nel settore della salute e sicurezza dei nanomateriali in ambiente di lavoro e dai rappresentanti di Organizzazioni, Enti e Università impegnati nel campo della ricerca sugli effetti delle nanotecnologie.

NanOSH Italia è stato, dunque, strutturato come una rete stabile destinata ad assi- curare una collaborazione continuativa tra i suoi membri finalizzata allo scambio delle informazioni e alla produzione in forma collettiva di documentazione per la dissemi- nazione delle conoscenze scientifiche, nonché a supportare il rafforzamento della ri- cerca nel campo della prevenzione dei rischi derivanti dall’esposizione a nanomateriali in ambito lavorativo.

La prima parte del Libro Bianco è stata elaborata attraverso un lavoro collettivo che ha visto la collaborazione tra l’allora ISPESL, ora INAIL, e gli esperti appartenenti alle altre organizzazioni facenti parte di NanOSH Italia. La sua stesura è stata coordinata dall’ISPESL e ha visto un’interazione continuativa nell’ambito del Gruppo di Lavoro sia nella definizione del piano dell’opera e nell’individuazione degli argomenti chiave della trattazione, sia nella stesura dei contenuti. Ai fini della stesura dei contenuti sono stati individuati dei sottogruppi di lavoro per ogni argomento:

1. definizioni dei nanomateriali;

2. prospettive nei settori produttivi in Italia;

3. mappatura e necessità della ricerca;

Le fasi del percorso

(15)

4. protocolli di acquisizione delle informazioni e metodi di caratterizzazione del- l’esposizione a nanomateriali;

5. effetti sulla salute dei nanomateriali ingegnerizzati;

6. valutazione e gestione del rischio;

7. prospettive di policy e strategie di comunicazione.

I lavori relativi alla stesura della prima parte del Libro Bianco hanno avuto inizio nel 2009 e sono stati completati nel maggio del 2010. La pubblicazione è avvenuta nel mese di Febbraio 2011.

2. La consultazione degli stakeholders

Successivamente alla pubblicazione del Libro Bianco, nella seconda metà del 2011, si è dato avvio a un percorso di consultazione degli stakeholders, chiave per lo svi- luppo sostenibile del settore attraverso lo svolgimento di una survey.

La consultazione degli stakeholders ha avuto un duplice obiettivo:

• da una parte valutare l’impatto del Libro Bianco sul loro livello di conoscenza e di comprensione delle problematiche e delle esigenze di policy relative a uno sviluppo sostenibile delle N&N;

• dall’altra esplicitare la loro posizione in merito alle questioni chiave per la defini- zione delle policies per lo sviluppo sostenibile delle N&N con riferimento agli am- bienti di lavoro.

L’attività finalizzata alla consultazione degli stakeholders si è articolata in tre fasi:

2.1 L’identificazione degli stakeholders

Ai fini dell’identificazione degli stakeholders da coinvolgere nella consultazione si è pro- ceduto innanzitutto a definire i principali gruppi di interesse nell’ambito dei rischi derivanti dalle nanotecnologie negli ambienti di lavoro e a individuare i soggetti maggiormente rappresentativi di tali interessi. Complessivamente sono stati identificati 4 gruppi.

• Le istituzioni portatrici di un interesse pubblico con potere decisionale e con com- petenze potenzialmente rilevanti ai fini della definizione delle policies per uno svi- luppo sostenibile delle N&N dal punto di vista degli effetti sulla salute e sicurezza dei lavori e della relativa tutela. Nell’ambito di questo gruppo sono stati individuati 6 differenti soggetti in grado di rappresentare le diverse competenze e i differenti

(16)

livelli amministrativi. Tre di questi erano rappresentativi dell’Amministrazione cen- trale dello Stato: il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero della Salute e il Ministero dello Sviluppo Economico. A questi sono stati aggiunti tre soggetti rappresentativi del livello amministrativo regionale: il Coordinamento Tec- nico delle Regioni e due Regioni rispettivamente del Sud e del Nord Italia.

• Le associazioni rappresentative degli esperti della prevenzione (OSH professionals) in quanto portatrici di un potenziale interesse professionale alla definizione di policies che permettano ai loro associati di gestire al meglio la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. In questa categoria sono stati individuati 4 soggetti: l’Associazione Italiana degli Igienisti Industriali (AIDII), la Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale (SIMLII), la Società Italiana Operatori della Prevenzione (SNOP) e l’Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza (Network AIAS ).

• I portatori degli interessi datoriali. In questa categoria sono stati individuati 7 sog- getti: Confindustria, rappresentativa degli interessi della grande industria, CNA e CIA, rappresentative delle PMI, Farmindustria e Federchimica, rappresentative di due settori produttivi (chimico e farmaceutico) particolarmente interessati dallo sviluppo delle nanotecnologie. Sono stati, inoltre, individuati 2 distretti industriali in cui operano imprese direttamente impegnate nel settore delle nanotecnologie:

Sincrotrone Trieste SCpA ed ECSIN Nanotech.

• I portatori degli interessi dei lavoratori. In questa categoria sono state individuate le 5 Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative: CGIL, CISL, UIL, UGL e CONFSAL.

2.2 La strutturazione del questionario

Coerentemente con il duplice obiettivo che si prefiggeva la consultazione, il questio- nario è stato articolato in due sezioni:

• nella prima si indaga sul valore aggiunto, in termini di conoscenza, apportato dalla lettura del Libro Bianco, con domande specifiche per ognuno dei 7 capitoli da cui è composto, e con domande filtro preliminari che prevedono la risposta a quelle successive solo qualora l’argomento trattato dal capitolo fosse di interesse imme- diato per l’organizzazione;

• nella seconda parte si esplora il punto di vista dell’organizzazione rispetto:

- alla rilevanza attribuita ai rischi connessi all’esposizione a nanomateriali inge- gnerizzati nei luoghi di lavoro e alle modalità di affrontare la gestione dei sud- detti rischi;

- alla definizione di un quadro di policies e al livello di priorità attribuito ad alcune

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

(17)

strategie di policy (investire nella ricerca pubblica; incentivare la ricerca nel settore privato; contribuire alla riduzione del rischio di impresa; valorizzare le buone prassi);

- alla priorità attribuita alle principali problematiche connesse all’impatto deri- vante dall’uso di nanotecnologie negli ambienti di lavoro;

- al fabbisogno di informazione (diversificata a seconda dei destinatari a cui ci si rivolge) e alle strategie di comunicazione per veicolare in modo efficace le in- formazioni disponibili.

Le domande del questionario erano tutte di tipo chiuso, tuttavia per ogni domanda si prevedeva la possibilità di motivare la risposta in una specifica area riservata ai commenti.

2.3 La somministrazione del questionario

Al fine di ottenere risposte rappresentative del punto di vista dell’organizzazione e non dell’intervistato, la richiesta di coinvolgimento nella consultazione è stata inviata a figure con posizioni apicali all’interno delle organizzazioni o delle articolazioni organizzative coinvolte. Queste poi potevano delegare la compilazione del questionario alle figure che ritenevano avessero le competenze più appropriate per rappresentare effettiva- mente il punto di vista dell’organizzazione sul tema trattato. Per semplificare l’invio e la raccolta dei feedback è stata data l’opportunità di compilare il questionario on-line.

(18)

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Dei 22 soggetti che sono stati coinvolti nella consultazione 16 hanno compilato il questionario entro i tempi stabiliti per la survey. La distribuzione dei rispondenti ha permesso un livello soddisfacente di rappresentazione dei 4 gruppi di interesse indi- viduati. Hanno partecipato all’indagine i Ministeri del Lavoro e della Salute, il Coor- dinamento tecnico delle Regioni, le tre principali organizzazioni degli OSH professionals, 4 Associazioni Datoriali delle imprese di settore, i 2 distretti industriali di settore e 4 Organizzazioni Sindacali.

2.4 I risultati - A: Valutazione dell’impatto del Libro Bianco sul livello di conoscenza e di comprensione delle problematiche

A questa prima parte del questionario hanno risposto 14 dei 16 soggetti intervistati.

Due delle associazioni datoriali hanno preferito non rispondere a questa parte della survey.

(19)

Dall’indagine emerge che la questione dei rischi connessi alle nanotecnologie in am- biente di lavoro rappresenta un tema di cui, prima della lettura del Libro Bianco, la maggior parte degli stakeholders aveva una conoscenza limitata o, comunque, non approfondita.

Grafico 1- Livello di conoscenza sulla tematica dei rischi connessi alle nanotecnologie in ambiente di lavoro precedente alla lettura del Libro Bianco.

Grafico 2- Interesse per l’argomento trattato.

(20)

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Grafico 3- Contributo al miglioramento delle conoscenze.

Tranne rare eccezioni, i temi trattati nei diversi capitoli del Libro Bianco sono stati rite- nuti dagli stakeholders di interesse rilevante ai fini delle attività istituzionali svolte (vedi grafico 2). Meno uniforme, invece, risulta il giudizio sul contributo apportato dai diversi capitoli all’ampliamento delle conoscenze (vedi grafico 3). Tale giudizio è, ovviamente, condizionato dalle conoscenze pregresse sui diversi temi di cui disponevano le orga- nizzazioni che hanno risposto. In generale, tuttavia, solo in un limitato numero di casi ai capitoli non è stato riconosciuto nessun contributo utile al miglioramento delle co- noscenze. I capitoli che risultano avere maggiormente inciso sulle conoscenze relative al tema in essi trattato sono quelli più strettamente tecnici dedicati alla definizione dei nanomateriali, alla caratterizzazione dell’esposizione e alla valutazione dei rischi (capi- toli 1, 4 e 6). Un riscontro significativo è stato ottenuto anche dai due capitoli che esplorano rispettivamente prospettive e necessità della ricerca (capitoli 2 e 3).

Gli intervistati hanno anche offerto alcune indicazioni utili al miglioramento del do- cumento. In sintesi emergono tre tipi di indicazioni:

• la necessità di aggiornamento continuo rispetto alle tematiche trattate (Capitoli 2-4-5: settori produttivi, caratterizzazione ed effetti);

(21)

• la necessità di adattare il linguaggio utilizzato ai diversi destinatari (Capitoli 1-5:

definizioni ed effetti);

• la necessità di assicurare un maggiore coinvolgimento delle parti sociali nelle stra- tegie della ricerca su prevenzione e comunicazione dei rischi (Capitolo 7: normativa e comunicazione).

2.4 I risultati - B: Esplicitazione della posizione dei gruppi di interesse in merito alle questioni chiave per la definizione delle policies

per lo sviluppo sostenibile delle N&N con riferimento agli ambienti di lavoro

Ai fini dell’analisi dei risultati della survey, i rispondenti sono stati riorganizzati in tre gruppi di riferimento: Istituzioni e Associazioni degli esperti della prevenzione (por- tatori di interessi generali collocati in una posizione di terzietà ), Imprese e Lavoratori (portatori di interessi collettivi di parte tra loro potenzialmente contrapposti). Di se- guito una lettura delle principali indicazioni emerse dalla survey.

Rilevanza attribuita alla questione dei rischi connessi alle nanotecnologie in ambiente di lavoro

In generale gli stakeholders ritengono che, sebbene non ancora manifestatasi nei termini di un problema di immediata rilevanza, la questione dei rischi per la salute e sicurezza derivanti dalle nanotecnologie debba essere presa in esame per definire un quadro normativo che sia in grado di gestire in anticipo, e in via preventiva, gli aspetti che potrebbero essere alla base di eventuali problematiche future.

Da un’analisi dell’articolazione dei giudizi per gruppi, emerge che tutti e 4 i rap- presentanti degli interessi dei lavoratori ritengono che la questione sia da inserire nell’ ”Agenda Politica” sin da subito (grafico 4, prime due risposte nella tabella).

Invece, sia per il gruppo di interesse Istituzioni/Associazioni sia per quello Imprese sono 5 su 6 i rappresentanti che esprimono tale giudizio.

(22)

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Giudizio sul livello generale di percezione della questione dei rischi connessi alle nanotecnologie in ambiente di lavoro

I rischi connessi alle nanotecnologie sono, in generale, ritenuti una questione sotto- valutata dagli stakeholders intervistati.

Tutti i rappresentanti del gruppo Lavoratori ritengono che i rischi connessi ai nano- materiali ingegnerizzati in ambito lavorativo siano una questione sottovalutata, men- tre la ritengono tale 4 rappresentanti su 6 del gruppo Istituzioni/Associazioni. Più articolato, invece, il giudizio dei rappresentanti del gruppo Imprese: 2 di essi la riten- gono eccessivamente enfatizzata mente altri 2 la ritengono, al contrario, sottovalu- tata. Infine, gli ultimi 2 ritengono vi sia una percezione corretta.

Grafico 4- Rilevanza attribuita alla questione dei rischi connessi alle nanotecnologie in ambiente di lavoro.

Grafico 5- Giudizio sul livello generale di percezione della questione dei rischi connessi alle nanotecnologie in ambiente di lavoro.

(23)

Grafico 6- Questioni prioritarie da affrontare per la gestione del rischio.

Questioni prioritarie da affrontare per la gestione del rischio

A ciascuno degli intervistati è stato chiesto di individuare le 5 questioni prioritarie da affrontare per assicurare una prevenzione efficace degli impatti derivanti dall’uso e dal trattamento delle nanotecnologie e nanomateriali negli ambienti di lavoro. A que- sto scopo è stata sottoposta loro una lista di questioni, individuate attraverso il con- tributo di un panel di stakeholders europei, all’interno del progetto di ricerca FramingNano finanziato nell’ambito del VII Framework Programme (il rapporto con- tenente i risultati del progetto è disponibile sul sito: http://www.framingnano.eu/).

Le questioni più frequentemente individuate come prioritarie dal gruppo di stake- holders italiani che ha risposto al questionario dell’INAIL sono state:

• lo sviluppo di metodologie di valutazione e gestione del rischio;

• lo sviluppo di strumenti di misurazione e monitoraggio delle nanoparticelle negli ambienti di lavoro;

• l’identificazione dei rischi connessi all’inalazione delle nanoparticelle;

• l’identificazione dei rischi nelle singole fasi dei processi di produzione.

Approccio da seguire per lo sviluppo del processo di policy making

Tutti gli stakeholders hanno espresso l’esigenza/disponibilità per il coinvolgimento al- l’interno del processo di sviluppo delle policies. Tuttavia le preferenze si sono equa- mente distribuite sulle due opzioni di coinvolgimento prospettate:

(24)

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Grafico 7- Approccio da seguire per lo sviluppo del processo decisionale.

• quella che prefigura un contributo consultivo preliminare e che lascia poi la decisione finale al decisore pubblico. Tale ipotesi si sostanzierebbe nell’avvio di un processo strutturato di consultazione e confronto fra gli stakeholders per definire un quadro di policies condivise da sottoporre al decisore pubblico (approccio bottom-up);

• quella che prefigura una maggiore compartecipazione alla decisione finale delle parti sociali. Tale ipotesi si sostanzierebbe nell’affidare alla Commissione Consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro (che coinvolge sindacati, associa- zioni datoriali e rappresentanti del governo) il compito di supportare il decisore pubblico nella revisione e/o adeguamento della regolamentazione.

Le istituzioni/associazioni sembrano propendere prevalentemente per la prima ipotesi mentre le rappresentanze dei lavoratori per la seconda. Equamente distribuite tra le due ipotesi, invece, le preferenze provenienti dai rappresentanti del mondo datoriale.

Modalità di regolamentazione del rischio derivante dal trattamento e/o dall’uso dei nanomateriali negli ambienti di lavoro

Ai fini della definizione di un quadro regolatorio per la gestione del rischio derivante dal trattamento e/o dall’uso dei nanomateriali negli ambienti di lavoro, la maggioranza degli stakeholders intervistati ritiene si debba fare riferimento alla regolamentazione già esistente per il rischio chimico o ad altra normativa di settore, vuoi attraverso una semplice estensione di tali normative al settore dei nanomateriali, vuoi attraverso l’in- tegrazione di tale normativa con la definizione di standard e linee guida specifiche.

Solo le rappresentanze dei lavoratori ritengono che occorra sviluppare un quadro normativo ad hoc relativo ai nanomateriali. Nessuno, invece, esprime la propria pre- ferenza per lo strumento dei codici di condotta volontari.

(25)

Grafico 8- Modalità di regolamentazione del rischio derivante dal trattamento e/o dall’uso dei nanomateriali negli ambienti di lavoro.

Politiche attive prioritarie

Agli stakeholders è stato chiesto di esprimere un giudizio su quattro opzioni strate- giche di intervento destinate a sostenere la creazione di condizioni favorevoli a uno sviluppo sostenibile delle nanotecnologie. Di seguito sono elencate le quattro opzioni sottoposte alla valutazione degli stakeholders ordinate per il livello di priorità che questi hanno loro attribuito:

• Valorizzazione delle buone prassi

Alla valorizzazione delle buone prassi è attribuito il massimo livello di importanza da parte di quasi tutti gli stakeholders. Solo in un paio di casi le rappresentanze dei la- voratori esprimono un livello di priorità intermedio per questa tipologia di intervento.

• Investimento nella ricerca pubblica

A questa tipologia di intervento tutti gli stakeholders attribuiscono un livello medio/alto di priorità. Un alto livello di priorità è espresso in particolare da tutte e quattro le rappresentanze dei lavoratori e da quasi tutti i rappresentanti del gruppo Istituzioni/Associazioni. Le rappresentanze datoriali, invece, attribuiscono a esso pre- valentemente un livello di priorità intermedio.

• Sostegno alle imprese

Alla necessità di aiutare le imprese nell’affrontare il rischio di impresa legato allo sviluppo dell’innovazione tecnologica basata sull’impiego delle nanotecnologie viene in prevalenza attribuito un livello di priorità medio/alto. Tuttavia occorre se- gnalare che uno dei rappresentanti datoriali attribuisce a questa tipologia di inter- vento una bassa priorità.

(26)

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

• Incentivi alla ricerca privata

Sono in prevalenza le rappresentanze datoriali ad attribuire la massima priorità alla ne- cessità di sostenere la ricerca nel settore privato. Più articolato il giudizio negli altri gruppi dove in alcuni casi viene attribuita a questa tipologia di intervento una bassa priorità.

Grafico 9- Politiche attive prioritarie.

Grafico 9.1- Buone prassi. Grafico 9.2- Ricerca pubblica.

Grafico 9.3- Sostegno alle imprese. Grafico 9.4- Ricerca privata.

(27)

Grafico 10- Stato della comunicazione in materia di rischio da nanomateriali negli ambienti di lavoro.

• Stato della comunicazione in materia di rischio da nanomateriali negli ambienti di lavoro

Gli stakeholders evidenziano quasi unanimemente la necessità di intervenire per migliorare la comunicazione relativa al rischio connesso all’uso e/o al trattamento dei nanomateriali negli ambienti di lavoro.

In particolare si evidenzia come la comunicazione in tema di nanotecnologie non sia in grado di veicolare pienamente ed efficacemente le informazioni disponibili. Un nodo da affrontare appare il livello delle informazioni rese disponibili agli operatori di settore.

Per rinforzare la comunicazione le opzioni che trovano il consenso più ampio sono le seguenti:

• potenziare la formazione e l’aggiornamento professionale dei lavoratori (per es.

obbligo di inserire nella formazione obbligatoria dei lavoratori che producono/trattano/utilizzano nanomateriali moduli specifici di salute e sicurezza delle nanotecnologie);

• sviluppare strumenti di supporto per l’acquisizione di informazioni su valutazione e gestione del rischio (per es. linee guida, software, ecc.);

• puntare a un approccio integrato alla comunicazione che completi le informazioni sulla sicurezza dei nanomateriali con i temi della sicurezza ambientale, alimentare e farmacologica;

• puntare sull’aggiornamento professionale delle figure della prevenzione e del si- stema prevenzionale pubblico (SPRESAL, ASL, Ispettorato del Lavoro) ;

(28)

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

• sviluppare una strategia di comunicazione (bidirezionale) che permetta sia ai la- voratori (e/o ai loro rappresentanti) sia ai datori di lavoro di confrontarsi diretta- mente con i portatori delle conoscenze da trasferire;

• produrre e rendere disponibile materiale informativo (per es. brochure, cd-rom, ecc.).

Grafico 11- Valutazione delle strategie di comunicazione destinate ai lavoratori.

Grafico 12- Valutazione delle strategie di comunicazione destinate ai datori di lavoro.

(29)

3. Il Workshop “Dal Libro Bianco alle Policies”

A conclusione del percorso intrapreso, il 25 gennaio 2012 si è svolto a Roma il Wor- kshop “Dal Libro Bianco alle Policies”.

Il Workshop ha voluto rappresentare un’occasione per poter attivare un pro- cesso di costruzione delle policies per la regolamentazione e lo sviluppo dell’inno- vazione tecnologica basato su di un con- fronto aperto e contestuale tra tutti quegli attori che, per i rispettivi ruoli e compe- tenze, sono in grado di contribuire alla qualità di tali policies sia in termini di ac- cettabilità sia di efficacia. Il Workshop è stato, dunque, concepito come un mo- mento di interazione strutturata tra i sog- getti a diverso titolo rilevanti per lo sviluppo di un processo di policy making inclusivo sul tema della salute e sicurezza delle N&N in ambito lavorativo, finalizzata all’esplorazione dell’esistenza di presuppo- sti e di prospettive condivisi da cui partire per avviare effettivamente tale processo.

In considerazione di ciò, nel Workshop sono stati coinvolti:

• gli esperti che rappresentano i portatori delle conoscenze necessarie a un processo di policy making basato sulla conoscenza;

• le parti sociali e le associazioni professionali che rappresentano rispettivamente in- teressi di parte collettivi e interessi diffusi che in diverso modo possono essere in- teressati dalle policies;

• i decisori pubblici che rappresentano i portatori dell’interesse generale a uno svi- luppo effettivamente sostenibile del settore delle N&N.

(30)

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

I partecipanti al Workshop sono stati chiamati a individuare criticità e a sviluppare proposte relativamente a tre differenti tipologie di strumenti di policy:

• regolamentazione - norme volontarie od obbligatorie che definiscano limiti, pro- cedure e standard da adottare;

• politiche attive - interventi tesi a sostenere lo sviluppo delle conoscenze e degli strumenti e a creare sistemi di supporto funzionali a favorire la definizione e l’ap- plicazione delle norme e/o di buone pratiche;

• comunicazione e informazione - interventi tesi a favorire la diffusione di un’infor- mazione chiara e trasparente al fine di creare un’effettiva e ampia consapevolezza su rischi, buone pratiche, opportunità.

(31)

3.1 La Metodologia di lavoro

L’interazione tra i partecipanti è stata strutturata e guidata impiegando uno speci- fico adattamento metodologico della metodologia EASW operato dagli esperti del- l’INAIL.

La metodologia EASW è una metodologia sviluppata nel 1994 su iniziativa dell’allora DG XIII - Innovation della Commissione Europea che ha trovato negli anni ampio utilizzo nei processi di progettazione partecipata delle politiche locali per lo sviluppo sostenibile (per maggiori informazioni sulla metodologia vedi http://cordis.europa.eu/easw/). Tut- tavia tale metodologia è stata anche proficuamente utilizzata nell’ambito di progetti finalizzati alla definizione di policies per il superamento delle barriere non tecnologiche allo sviluppo dell’innovazione tecnologica (progetti BASIS e STRATEGIST finanziati dal Fifth Research Framework Programme - Innovation and SMEs programme).

(32)

L’adattamento metodologico ha mantenuto l’impostazione che vede la discussione articolata in due sessioni di lavoro, svolte attraverso la suddivisione dei partecipanti:

• dapprima in gruppi di lavoro chiamati a ragionare sull’individuazione dei presup- posti del processo di policy, costituiti in base al ruolo ricoperto dai partecipanti ri- spetto a tale processo;

• successivamente in gruppi tematici in cui portatori di interessi diversi sono chia- mati a interagire tra loro per individuare, partendo dai presupposti delineati nella fase precedente, prospettive di policy condivise relativamente a un’area tematica.

Rispetto all’impostazione metodologica originaria, tuttavia, si è operata una diversa articolazione dei gruppi di ruolo e tematici e si è adottato un differente approccio allo sviluppo dei presupposti delle policy basato esclusivamente sull’individuazione delle criticità e non sullo sviluppo di scenari futuri (processo di visioning).

Pertanto il lavoro all’interno del workshop è stato svolto seguendo il seguente percorso:

a. Presentazione del libro Bianco e dei risultati della consultazione degli stakeholders.

I lavori del Workshop sono stati introdotti dalla presentazione dei risultati della consultazione degli stakeholders.

b. prima Sessione dei gruppi lavoro: i Gruppi di Ruolo per la “Focalizzazione delle criticità”.

Questa prima sessione nei gruppi di lavoro ha visto la suddivisione dei partecipanti in due gruppi tematici di ruolo:

• Gruppo “Stakeholders”

• Gruppo “Esperti”

L’articolazione dei partecipanti in questi due gruppi di ruolo ha avuto lo scopo di ottenere una lettura distinta delle criticità dal punto di vista dei portatori delle co- noscenze e da quello dei portatori di interesse.

In questa prima sessione i gruppi di lavoro sono stati chiamati a individuare le bar- riere relativamente allo sviluppo delle tre differenti tipologie di strumenti di policy:

Regolamentazione, Politiche attive e Comunicazione/Informazione.

c. Prima sessione plenaria: condivisione dei risultati prodotti dai gruppi di ruolo.

In questa sessione sono state presentate ai partecipanti le barriere individuate dai due gruppi di ruolo relativamente alle tre aree tematiche, evidenziando quelle co- muni a entrambe i gruppi e quelle differenti.

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

(33)

d. Seconda Sessione dei gruppi lavoro: i Gruppi di Tematici per la

“Focalizzazione delle proposte”:

Seconda sessione nei gruppi di lavoro svolta attraverso la suddivisione dei parte- cipanti in tre gruppi tematici articolati in base alle tre tipologie di strumenti di policy da avviare:

• Gruppo “Regolamentazione”

• Gruppo “Politiche attive”

• Gruppo “Comunicazione/Informazione”

In ciascun gruppo di lavoro erano rappresentati sia gli esperti sia i diversi portatori di interessi.

In questa sessione di lavoro, i gruppi sono stati chiamati a individuare relativamente alla loro area tematica delle proposte condivise da cui partire per superare le bar- riere comuni ai due gruppi di ruolo svolti in precedenza.

e. Seconda sessione plenaria: condivisione dei risultati prodotti dai gruppi di ruolo.

Questa sessione è stata dedicata alla condivisione dei risultati prodotti nell’ambito dei gruppi tematici e all’individuazione delle proposte prioritarie.

(34)

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

3.2 I Partecipanti

NOME ORGANIZZAZIONE

1. Altarocca Pietro

2. Aramini Giandomenico

3. Barone Flavia

4. Bavdaz Flavio

5. Bertazzi Pier Alberto

6. Brocco Alberto

7. Cagnasso Francesco

8. Campanile Tommaso

9. Casciardi Stefano

10. Castellano Paola

11. Castellet y Ballarà Giuseppe

12. Cavallo Delia

13. Cottica Danilo

14. D’Orsi Fulvio

15. De Berardis Barbara

16. De Toni Oraldo

17. Della Giovanna Dalia

18. Fanizza Carla

19. Giovannone Maria

20. Goldoni Matteo

21. Iavicoli Ivo

22. Ienzi Emanuela

23. Monica Luigi

24. Nini Claudio

25. Pietroiusti Antonio

26. Porcari Andrea

27. Sabbioni Enrico

28. Ursini Cinzia Lucia

INAIL CONTARP UGL

ISS

Sincrotrone Trieste SCpA Università di Milano

Coordinamento tecnico delle Regioni CONFSAL

CNA

INAIL Settore Ricerca DIL INAIL Settore Ricerca DIL INAIL CONTARP INAIL Settore Ricerca DML FSM

ASL ISS CISL Federchimica

INAIL Settore Ricerca DIPIA ADAPT

INAIL Centro Ricerche di Parma Università Cattolica di Roma INAIL

INAIL Settore ricerca DTS UGL

Università di Roma Tor Vergata AIRI-Nanotec

ECSIN, Veneto-Nanotech, INAIL Settore Ricerca DML

(35)

3.3 I risultati

1aSESSIONE – GRUPPI DI RUOLO: Focalizzazione delle criticità

CRITICITÀ REGOLAMENTAZIONE

GRUPPO ESPERTI GRUPPO STAKEHOLDERS

Limitata capacità di identificare e di prevedere gli effetti sulla salute

Mancanza di dati scientifici sui limiti di concentrazione ai fini della regolamentazione

Mancanza di biomarkers specifici

Differente velocità tra i tempi di sviluppo e commercializzazione dei nanomateriali ingegnerizzati e i tempi necessari a raggiungere una conoscenza scientifica consolidata sul loro impatto sulla salute

Esistenza di difformità nei sistemi e nelle metodiche di caratterizzazione e classificazione

Difficoltà nell’eseguire studi in vivo

Scarsa standardizzazione di parametri e metodiche di campionamento

Mancanza di risorse adeguate per la ricerca

Difficoltà a interagire con le Aziende ai fini dello sviluppo di scenari di esposizione in condizioni controllabili e controllate

La normativa esistente è di carattere generale e non offre garanzie di applicabilità alle nanotecnologie

Mancanza di parametri certi su cui basare la regolamentazione

Mancanza di chiarezza circa l’inquadramento della categoria di rischio e il conseguente obbligo di valutazione

Mancanza di una regolamentazione generale che disciplini le modalità di trattamento e utilizzo dei nanomaterali

Mancanza di una regolamentazione specifica per i differenti prodotti basati sui nanomateriali inge- gnerizzati

CRITICITÀ POLITICHE ATTIVE

GRUPPO ESPERTI GRUPPO STAKEHOLDERS

Mancanza di un piano d’azione nazionale sulle nanotecnologie

Rischio di eccessiva semplificazione del problema

Mancanza di buone prassi:

- per la protezione dei lavoratori (uso dei DPI) - per l’approccio mirato alla valutazione del rischio

(specie nelle PMI)

Mancanza di punti di riferimento di livello nazionale sulla salute e sicurezza dei lavoratori rispetto alla esposizione a nanomateriali per professionisti del settore:

- operatori sanitari e della sicurezza (medici competenti, RSPP)

- organi di vigilanza (SPRESAL)

Mancanza di fondi per la ricerca

Mancanza da parte dei produttori di un reale interesse a collaborare con la ricerca in campo prevenzionale

Mancanza di una conoscenza aggiornata da parte dei produttori dei risultati della ricerca in campo prevenzionale

Mancanza di un canale di confronto tra:

- produttori - ricerca - università - istituzioni

(36)

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

CRITICITÀ COMUNICAZIONE/INFORMAZIONE

GRUPPO ESPERTI GRUPPO STAKEHOLDERS

Difficoltà di comunicazione tra imprese e mondo della ricerca dovuta a:

- differenza di linguaggio

- livello di affidabilità delle informazioni

- difficoltà nell’accesso e nella comprensione della letteratura scientifica

- necessità di ottenere una visione multidisciplinare

Mancanza di un censimento dei produttori, acquirenti e utilizzatori dei prodotti basati su nanomateriali ingegnerizzati

Necessità di canali di comunicazione differenziati in base al tipo di utenti in relazione alle differenti problematiche che riguardano da un lato la produzione e l’utilizzo all’interno dei processi produttivi e dall’altro l’utilizzo finale da parte dei consumatori

Mancanza di informazioni sui potenziali rischi per salute e ambiente

Contraddittorietà delle informazioni provenienti dalla ricerca. Non sono disponibili standard e protocolli unificati e condivisi

Carenza di canali di informazione autorevoli dedicati all’informazione dei lavoratori sui rischi

Mancanza di informazioni sul corretto utilizzo dei nanomateriali

Divulgazione inadeguata dei risultati della ricerca

Carenza di occasioni pubbliche di confronto e ap- profondimento

Presenza di messaggi fuorvianti nella comunicazione

Eccessiva autoreferenzialità del mondo della ricerca

Identificazione di necessità informative specifiche per i diversi settori produttivi

(37)

2aSESSIONE – GRUPPI TEMATICI: Focalizzazione delle proposte

Produrre un quadro di conoscenze condivise sugli effetti sulla salute e sui biomarkers che possa supportare lo sviluppo di norme e/o standard per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori coinvolti nelle attività di studio, produzione, trattamento e utilizzo negli ambienti di lavoro di materiali basati sui nanomateriali ingegnerizzati

Individuare un soggetto che possa fungere da raccordo tra mondo della ricerca e mondo produttivo favorendo il confronto, lo scambio e la condivisione delle informazioni e la concertazione delle eventuali norme da adottare

Puntare sullo sviluppo di standards che definiscano norme condivise dai diversi portatori di interesse

Individuare un organo/ente di indirizzo e coordinamento che garantisca il collegamento fra ricerca e settore industriale (ottica di sistema)

Definire (attraverso l’identificazione dei livelli di rischio) le priorità a cui destinare i fondi per la ricerca

Sostenere la ricerca sia attraverso finanziamenti premianti del rapporto costi/benefici sia supportando la capacità di accedere ai fondi per la ricerca europei

Creazione di un network tra enti di ricerca, università e aziende

Sensibilizzazione delle aziende attraverso politiche di sgravi fiscali e/o riduzione premi assicurativi “in cambio” di apertura e collaborazione con la ricerca

Sviluppo di raccomandazioni sulla valutazione e gestione dei rischi da esposizione a nanomateriali

Incontri pubblici e/o campagne di informazione per lavoratori/consumatori per accrescere la consapevolezza, prevedendo altresì uno specifico obbligo di comunicazione/informazione

Produzione e selezione di letteratura scientifica affidabile per contrastare la diffusione di informazioni fuorvianti / non attendibili / non corrette

Individuazione di un’autorità nazionale che validi l’informazione scientifica (dati della ricerca + letteratura nazionale/internazionale) e che si occupi della sua diffusione ai diversi target (lavoratori, imprese, addetti ai lavori) anche attraverso strategie di comunicazione bidirezionale (tavoli di confronto tra portatori di interesse)

Certificazione dei prodotti (nanomateriali ingegnerizzati e prodotti che li contengono) prevedendo un obbligo di etichettatura specifica

Sensibilizzazione di produttori, lavoratori, utilizzatori finali attraverso una strategia di comunicazione articolata da uno specifico soggetto promotore (materiale divulgativo, informazione mirata a partire dal Libro Bianco)

Creazione di una banca dati contenente dati e informazioni su scenari di esposizione forniti dalle aziende per avviare una valutazione preventiva dei rischi

REGOLAMENTAZIONEPOLITICHE ATTIVECOMUNICAZIONE/INFORMAZIONE

(38)

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

PRIORITIZZAZIONE DELLE PROPOSTE

PROPOSTA ESPERTI STAKEHOLDERS PREFERENZE

TOTALI Creare una banca dati contenente dati e informazioni su scenari di

esposizione forniti dalle aziende per avviare una valutazione 3 5 8

preventiva dei rischi

Individuare un soggetto che possa fungere da raccordo tra mondo

della ricerca e mondo produttivo 2 4 6

Individuare un organo/ente di indirizzo e coordinamento che garantisca

il collegamento fra ricerca e settore industriale (in un’ottica di sistema) 2 1 3 Produrre un quadro di conoscenze condivise sugli effetti sulla salute

e sui biomarkers 2 1 3

Produrre raccomandazioni sulla valutazione e gestione dei rischi

da esposizione a nanomateriali 3 - 3

Creare un network tra enti di ricerca, università e aziende 1 1 2

Individuare un’autorità nazionale che validi l’informazione scientifica

anche attraverso strategie di comunicazione bidirezionale 1 1 2

(39)

Il percorso iniziato dall’ISPESL e portato a compimento dall’INAIL ha proposto un ap- proccio innovativo all’avvio di un processo di policy making con lo scopo di creare le condizioni per l’iscrizione nell’”Agenda Politica”della questione della tutela della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro dove si trattano e/o utilizzano le N&N, a prescindere dal maturare di quelle condizioni che normalmente la determinano quali, per esempio:

il consolidamento delle conoscenze sulla presenza di una problematica, la presenza di eventi critici in grado di sollecitare la mobilitazione dell’opinione pubblica oppure la presenza di gruppi di interesse rilevanti in grado di mobilitarsi in tal senso.

La decisione di avviare questo percorso, in anticipo rispetto al maturare di tali deter- minanti, ha permesso di strutturarlo secondo tempi e modalità improntati a una ra- gionata e completa esplorazione delle basi conoscitive necessarie per sviluppare in modo appropriato il processo di policy making, quali lo stato delle acquisizioni scien- tifiche e l’articolarsi degli interessi in gioco. Si consideri come il lasciar maturare au- tonomamente tali determinanti sovente può provocare un’accelerazione del processo decisionale che rischia di portare a uno scollamento fra i suoi risultati e l’effettivo stato delle conoscenze e/o a privilegiare, oltre il necessario, una parte degli interessi in gioco.

Il contributo offerto dal completarsi del percorso pianificato appare, dunque, già di per sé avere una propria rilevanza in termini di buone prassi per il “policy making”.

Il livello di engagement dimostrato dagli attori coinvolti rappresenta, inoltre, un altro risultato rilevante poiché esso può costituire un presupposto importante affinché si sviluppi una policy community favorevole all’iscrizione della questione tra i problemi da affrontare.

Per quanto riguarda le indicazioni emerse, innanzitutto occorre evidenziare che tra gli stakeholders è stata rilevata una consapevolezza ampia e trasversale, a riprova del fatto che i rischi connessi ai nanomateriali negli ambienti di lavoro costituiscono un problema attuale. È interessante, inoltre, osservare come anche il Libro Bianco abbia contribuito a creare tale consapevolezza. Dallo studio emerge, infatti, che la maggior parte degli stakeholders intervistati ha affermato che prima della lettura del Libro Bianco la conoscenza della questione risultava non particolarmente approfondita e

(40)

che la sua lettura ha contribuito a migliorare la comprensione dei diversi aspetti di una questione ritenuta generalmente sottovalutata.

Lo studio evidenzia, dunque, che l’accesso a un quadro complessivo e attendibile delle conoscenze disponibili ha rappresentato un passaggio importante affinché, al- meno in una parte degli stakeholders interpellati, maturasse una maggiore e più con- sapevole attenzione per le problematiche connesse allo sviluppo delle N&N.

Un’attenzione che peraltro si trasforma in una disponibilità, nonché in un interesse, ad un coinvolgimento nel processo di definizione delle politiche che affrontino tali problematiche.

Tutti gli stakeholders interpellati, infatti, concordano che sia preferibile un processo decisionale inclusivo, anche se sul livello di coinvolgimento delle parti sociali gli in- tervistati si dividono tra chi ritiene che esse debbano avere un ruolo attivo sia nel processo decisionale sia nella progettazione e nella realizzazione delle policy e chi ri- tiene che sia semplicemente sufficiente una loro consultazione (per maggiori appro- fondimenti sulle implicazioni dei diversi livelli di inclusività dei processi decisionali vedi Arnstein SR, 1996 e Karl M, 2002 ).

Tuttavia, affinché il processo di policy possa concretamente svilupparsi nei termini di un processo inclusivo in grado di assicurare, attraverso il pieno ed effettivo coinvol- gimento degli stakeholders, un’equilibrata soddisfazione dei diversi interessi in gioco, non è sufficiente che tra i diversi portatori di interesse vi sia una condivisione della necessità di intervenire ma anche che maturi un accordo su modalità e obiettivi che si devono perseguire attraverso l’intervento.

Per quanto riguarda le linee generali di indirizzo lungo cui orientare l’attività di policy making lo studio evidenzia alcune indicazioni importanti.

• La maggior parte degli stakeholders ritiene che occorra provvedere a una specifica regolamentazione della materia. Resta, però, aperta alla discussione la questione se sia preferibile intervenire con una regolamentazione ad hoc o se ci si possa limi- tare a integrare con standard e linee guida specifiche la normativa esistente per il rischio chimico. A tal proposito è comunque interessante osservare come dalla sur- vey destinata agli stakeholders sia emerso un limitato interesse per l’autoregola- mentazione volontaria, mentre al contrario nell’ambito del workshop dove vi è stata interazione tra stakeholders ed esperti, il gruppo di lavoro sulla regolamentazione la segnala come una delle opzioni su cui potrebbe essere opportuno puntare.

• Relativamente alle politiche attive, senza dubbio l’intervento che trova il più ampio e deciso consenso è lo sviluppo e la valorizzazione delle buone prassi. Tuttavia, appare possibile trovare un consenso trasversale, sebbene meno convinto, per lo

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

(41)

sviluppo di interventi di sostegno alla ricerca pubblica nel campo della salute e si- curezza dei lavoratori e di interventi finalizzati a ridurre il rischio d’impresa per le aziende impegnate nello sviluppo e nella produzione di tecnologie gravate dall’in- certezza sui loro effettivi impatti in termini di salute e sicurezza.

• Relativamente alla comunicazione, la maggior parte degli stakeholders concorda sul fatto che occorra migliorare le modalità di diffusione delle informazioni di- sponibili sul rischio connesso all’uso e/o al trattamento dei nanomateriali negli ambienti di lavoro perché spesso non vi è corrispondenza tra stato delle cono- scenze in materia e informazione veicolata. Tuttavia occorre evidenziare una po- tenziale contrapposizione tra coloro che ritengono la questione attualmente sottovalutata (la maggior parte) e una parte dei rappresentanti del mondo im- prenditoriale che, invece, sostengono che la questione sia trattata con eccessivo allarmismo.

Si delinea, dunque, tra gli stakeholders la presenza di alcune importanti convergenze sugli obiettivi verso cui orientare il processo di policy making. Tali convergenze pos- sono rappresentare degli spazi interessanti entro cui muoversi per favorire l’aggre- gazione di una policy community in grado di assicurare un processo decisionale inclusivo che garantisca lo sviluppo di policies condivise.

Inoltre, attraverso l’interazione tra stakeholders ed esperti, il lavoro condotto ha per- messo di evidenziare alcune proposte condivise che possono rappresentare dei primi concreti elementi da cui partire per sviluppare tali policies. Tra queste emerge chia- ramente la necessità di rafforzare la collaborazione tra mondo della ricerca OSH e mondo produttivo, al fine di permettere da una parte uno sviluppo di quest’ultimo in linea con le best practices disponibili e dall’altra la definizione di standard e di norme condivise al passo con l’evoluzione dell’innovazione tecnologica. A questo scopo si delinea anche la necessità di definire degli incentivi che spingano le imprese ad aprirsi a un’effettiva collaborazione con il mondo della ricerca. Inoltre, emerge una chiara esigenza di migliorare l’affidabilità e l’autorevolezza dell’informazione scientifica in materia: in questo senso appaiono orientarsi sia le proposte di indivi- duazione di un’autorità nazionale che validi l’informazione scientifica (dati della ri- cerca e letteratura nazionale/internazionale) e la verifichi per un continuo aggiornamento dello stato dell’arte, sia la proposta di creare una banca dati conte- nente informazioni sugli scenari di esposizione forniti dalle aziende in funzione di una valutazione preventiva dei rischi.

Il lavoro ha evidenziato, dunque, non solo la presenza di alcuni importanti presup- posti affinché si crei una policy community che sostenga lo sviluppo di un processo di policy making sulla questione (quali il riconoscimento da parte dei principali sta-

Riferimenti

Documenti correlati

In questo contesto, è stato realizzato il progetto intitolato Metodologia di analisi dell’esposizione ai nanomateriali ingegnerizzati integrata alle tecniche di control banding per

g) frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto dall'articolo 37. Obbligo di valutazione dei rischi. Ai sensi degli artt. 81/2008 il datore di lavoro -

Simonetta Fedrizzi – Federazione Trentina della Cooperazione Silvia Gherardi – Università degli Studi di Trento.. «Che genere di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro?»..

A 75 anni dalla sua fondazione, l’ANMIL continua ad annoverare tra le sue primarie istanze l’effettività della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro, soprattutto

Gli argomenti sono molti e spaziano dalla sicurezza dei punti nascita, alla tutela della fertilità, dalla prevenzione cardiovascolare declinata al femminile alla depressione

Pertanto, a fronte dello squilibrio tra le scarse conoscenze sui rischi per la salute connessi con l’utilizzo dei NM e la diffusione esponenziale che le nanotecnologie avranno

Formazione alla Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro il COmitato REgionale di COordinamento delle attività di. prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul

81 del 9 aprile 2008 ha preso finalmente corpo il progetto, da tempo coltivato e annunciato, di coordinare e razionalizzare, in un unico testo, la com- plessa normativa della salute