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PRIORITIZZAZIONE DELLE PROPOSTE

Nel documento LIBRO BIANCO (pagine 38-45)

PROPOSTA ESPERTI STAKEHOLDERS PREFERENZE

TOTALI Creare una banca dati contenente dati e informazioni su scenari di

esposizione forniti dalle aziende per avviare una valutazione 3 5 8

preventiva dei rischi

Individuare un soggetto che possa fungere da raccordo tra mondo

della ricerca e mondo produttivo 2 4 6

Individuare un organo/ente di indirizzo e coordinamento che garantisca

il collegamento fra ricerca e settore industriale (in un’ottica di sistema) 2 1 3 Produrre un quadro di conoscenze condivise sugli effetti sulla salute

e sui biomarkers 2 1 3

Produrre raccomandazioni sulla valutazione e gestione dei rischi

da esposizione a nanomateriali 3 - 3

Creare un network tra enti di ricerca, università e aziende 1 1 2

Individuare un’autorità nazionale che validi l’informazione scientifica

anche attraverso strategie di comunicazione bidirezionale 1 1 2

Il percorso iniziato dall’ISPESL e portato a compimento dall’INAIL ha proposto un ap-proccio innovativo all’avvio di un processo di policy making con lo scopo di creare le condizioni per l’iscrizione nell’”Agenda Politica”della questione della tutela della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro dove si trattano e/o utilizzano le N&N, a prescindere dal maturare di quelle condizioni che normalmente la determinano quali, per esempio:

il consolidamento delle conoscenze sulla presenza di una problematica, la presenza di eventi critici in grado di sollecitare la mobilitazione dell’opinione pubblica oppure la presenza di gruppi di interesse rilevanti in grado di mobilitarsi in tal senso.

La decisione di avviare questo percorso, in anticipo rispetto al maturare di tali deter-minanti, ha permesso di strutturarlo secondo tempi e modalità improntati a una ra-gionata e completa esplorazione delle basi conoscitive necessarie per sviluppare in modo appropriato il processo di policy making, quali lo stato delle acquisizioni scien-tifiche e l’articolarsi degli interessi in gioco. Si consideri come il lasciar maturare au-tonomamente tali determinanti sovente può provocare un’accelerazione del processo decisionale che rischia di portare a uno scollamento fra i suoi risultati e l’effettivo stato delle conoscenze e/o a privilegiare, oltre il necessario, una parte degli interessi in gioco.

Il contributo offerto dal completarsi del percorso pianificato appare, dunque, già di per sé avere una propria rilevanza in termini di buone prassi per il “policy making”.

Il livello di engagement dimostrato dagli attori coinvolti rappresenta, inoltre, un altro risultato rilevante poiché esso può costituire un presupposto importante affinché si sviluppi una policy community favorevole all’iscrizione della questione tra i problemi da affrontare.

Per quanto riguarda le indicazioni emerse, innanzitutto occorre evidenziare che tra gli stakeholders è stata rilevata una consapevolezza ampia e trasversale, a riprova del fatto che i rischi connessi ai nanomateriali negli ambienti di lavoro costituiscono un problema attuale. È interessante, inoltre, osservare come anche il Libro Bianco abbia contribuito a creare tale consapevolezza. Dallo studio emerge, infatti, che la maggior parte degli stakeholders intervistati ha affermato che prima della lettura del Libro Bianco la conoscenza della questione risultava non particolarmente approfondita e

che la sua lettura ha contribuito a migliorare la comprensione dei diversi aspetti di una questione ritenuta generalmente sottovalutata.

Lo studio evidenzia, dunque, che l’accesso a un quadro complessivo e attendibile delle conoscenze disponibili ha rappresentato un passaggio importante affinché, al-meno in una parte degli stakeholders interpellati, maturasse una maggiore e più con-sapevole attenzione per le problematiche connesse allo sviluppo delle N&N.

Un’attenzione che peraltro si trasforma in una disponibilità, nonché in un interesse, ad un coinvolgimento nel processo di definizione delle politiche che affrontino tali problematiche.

Tutti gli stakeholders interpellati, infatti, concordano che sia preferibile un processo decisionale inclusivo, anche se sul livello di coinvolgimento delle parti sociali gli in-tervistati si dividono tra chi ritiene che esse debbano avere un ruolo attivo sia nel processo decisionale sia nella progettazione e nella realizzazione delle policy e chi ri-tiene che sia semplicemente sufficiente una loro consultazione (per maggiori appro-fondimenti sulle implicazioni dei diversi livelli di inclusività dei processi decisionali vedi Arnstein SR, 1996 e Karl M, 2002 ).

Tuttavia, affinché il processo di policy possa concretamente svilupparsi nei termini di un processo inclusivo in grado di assicurare, attraverso il pieno ed effettivo coinvol-gimento degli stakeholders, un’equilibrata soddisfazione dei diversi interessi in gioco, non è sufficiente che tra i diversi portatori di interesse vi sia una condivisione della necessità di intervenire ma anche che maturi un accordo su modalità e obiettivi che si devono perseguire attraverso l’intervento.

Per quanto riguarda le linee generali di indirizzo lungo cui orientare l’attività di policy making lo studio evidenzia alcune indicazioni importanti.

• La maggior parte degli stakeholders ritiene che occorra provvedere a una specifica regolamentazione della materia. Resta, però, aperta alla discussione la questione se sia preferibile intervenire con una regolamentazione ad hoc o se ci si possa limi-tare a integrare con standard e linee guida specifiche la normativa esistente per il rischio chimico. A tal proposito è comunque interessante osservare come dalla sur-vey destinata agli stakeholders sia emerso un limitato interesse per l’autoregola-mentazione volontaria, mentre al contrario nell’ambito del workshop dove vi è stata interazione tra stakeholders ed esperti, il gruppo di lavoro sulla regolamentazione la segnala come una delle opzioni su cui potrebbe essere opportuno puntare.

• Relativamente alle politiche attive, senza dubbio l’intervento che trova il più ampio e deciso consenso è lo sviluppo e la valorizzazione delle buone prassi. Tuttavia, appare possibile trovare un consenso trasversale, sebbene meno convinto, per lo

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

sviluppo di interventi di sostegno alla ricerca pubblica nel campo della salute e si-curezza dei lavoratori e di interventi finalizzati a ridurre il rischio d’impresa per le aziende impegnate nello sviluppo e nella produzione di tecnologie gravate dall’in-certezza sui loro effettivi impatti in termini di salute e sicurezza.

• Relativamente alla comunicazione, la maggior parte degli stakeholders concorda sul fatto che occorra migliorare le modalità di diffusione delle informazioni di-sponibili sul rischio connesso all’uso e/o al trattamento dei nanomateriali negli ambienti di lavoro perché spesso non vi è corrispondenza tra stato delle cono-scenze in materia e informazione veicolata. Tuttavia occorre evidenziare una po-tenziale contrapposizione tra coloro che ritengono la questione attualmente sottovalutata (la maggior parte) e una parte dei rappresentanti del mondo im-prenditoriale che, invece, sostengono che la questione sia trattata con eccessivo allarmismo.

Si delinea, dunque, tra gli stakeholders la presenza di alcune importanti convergenze sugli obiettivi verso cui orientare il processo di policy making. Tali convergenze pos-sono rappresentare degli spazi interessanti entro cui muoversi per favorire l’aggre-gazione di una policy community in grado di assicurare un processo decisionale inclusivo che garantisca lo sviluppo di policies condivise.

Inoltre, attraverso l’interazione tra stakeholders ed esperti, il lavoro condotto ha per-messo di evidenziare alcune proposte condivise che possono rappresentare dei primi concreti elementi da cui partire per sviluppare tali policies. Tra queste emerge chia-ramente la necessità di rafforzare la collaborazione tra mondo della ricerca OSH e mondo produttivo, al fine di permettere da una parte uno sviluppo di quest’ultimo in linea con le best practices disponibili e dall’altra la definizione di standard e di norme condivise al passo con l’evoluzione dell’innovazione tecnologica. A questo scopo si delinea anche la necessità di definire degli incentivi che spingano le imprese ad aprirsi a un’effettiva collaborazione con il mondo della ricerca. Inoltre, emerge una chiara esigenza di migliorare l’affidabilità e l’autorevolezza dell’informazione scientifica in materia: in questo senso appaiono orientarsi sia le proposte di indivi-duazione di un’autorità nazionale che validi l’informazione scientifica (dati della ri-cerca e letteratura nazionale/internazionale) e la verifichi per un continuo aggiornamento dello stato dell’arte, sia la proposta di creare una banca dati conte-nente informazioni sugli scenari di esposizione forniti dalle aziende in funzione di una valutazione preventiva dei rischi.

Il lavoro ha evidenziato, dunque, non solo la presenza di alcuni importanti presup-posti affinché si crei una policy community che sostenga lo sviluppo di un processo di policy making sulla questione (quali il riconoscimento da parte dei principali

sta-keholders della necessità di intervenire e l’individuazione di obiettivi di intervento su cui vi è la possibilità di trovare un consenso trasversale). La fase di interazione tra stakeholders ed esperti ha permesso anche di individuare alcune proposte che, sebbene ancora in nuce, rappresentano un significativo punto di partenza per lo sviluppo di interventi di policy che possano arrivare a soddisfare sia le esigenze dei portatori di interesse che quelle della comunità scientifica impegnata in questo campo.

È bene tuttavia sottolineare come i risultati prodotti dal presente lavoro forniscano delle indicazioni orientative che dovranno poi essere riprese, valutate e ridiscusse in modo più approfondito, completo e organico nell’ambito di un vero e proprio pro-cesso di sviluppo delle policies. Il percorso qui presentato, infatti, ha inteso solo ope-rare una prima esplorazione e un’analisi dei presupposti (in termini di chiarificazione degli interessi in gioco e di individuazione delle potenziali aree di consenso e di coin-volgimento attivo degli attori chiave) da cui tale processo può prendere avvio, con-tribuendo a portare al centro dell’attenzione di stakeholders ed esperti la questione della tutela della salute negli ambienti di lavoro in cui sono presenti o vengono uti-lizzati N&N.

In conclusione, affinché le basi poste da tale percorso possano portare alla matura-zione di un effettivo processo di policy making, occorre che ad esso segua una con-creta presa in carico della questione da parte degli attori coinvolti. A questo scopo appare, dunque, necessario che a tale studio faccia seguito un follow up che riprenda e sviluppi in ambito istituzionale il discorso avviato, aprendolo al coinvolgimento di ulteriori stakeholders, e che supporti la creazione di un processo strutturato di con-fronto per lo sviluppo delle policies. In particolare, alla luce di quanto emerso dal pre-sente studio appare necessario avviare una specifica attività di negoziazione su quelle aree decisionali in cui risulta non esserci una piena convergenza dei differenti porta-tori di interesse.

Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

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Libro Bianco - Esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Il presente questionario è stato sviluppato dall'INAIL per acquisire il contributo di un gruppo selezionato di stakeholders (decisori, attuatori, beneficiari) ai fini dello sviluppo di un allegato al Libro Bianco dedicato all’individuazione delle linee di indi-rizzo per una strategia nazionale di tutela dei lavoratori nei luoghi di lavoro in cui vengono utilizzati e/o trattati i nanomateriali ingegnerizzati.

Il questionario si compone di due parti:

• Parte A dedicata all'acquisizione di un feedback dagli stakeholders per una valu-tazione del contributo informativo apportato dal Libro Bianco nell'ottica di uno sviluppo delle policies di settore.

• Parte B dedicata alla rilevazione del punto di vista degli stakeholders finalizzato all’individuazione e alla selezione delle questioni chiave per lo sviluppo delle poli-cies di settore.

Con il questionario chiediamo, quindi, un Suo feedback sulla qualità del lavoro sin qui svolto e un Suo contributo all’elaborazione dell’allegato integrativo al Libro Bianco.

La compilazione del questionario richiede circa 20 minuti e dovrebbe essere effettuata entro il 15 giugno 2011, in modo da permetterci di rispettare le scadenze prefissate.

QUESTIONARIO PER LA CONSULTAZIONE DEGLI STAKEHOLDERS

Nel documento LIBRO BIANCO (pagine 38-45)

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