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L’Illusion Comique di Pierre Corneille

Corneille scrive nel 1635, L'Illusion Comique, che, a detta dello stesso autore, si compone dei generi più svariati racchiudendo quindi una mescolanza degli stili più diversi: Corneille la definisce un étrange monstre poiché il “primo atto non è che un prologo”68 ispirato alla pastorale, grazie al mago Alcandre che funge da tramite tra il mondo reale e quello della magia; “i tre seguenti costituiscono una commedia imperfetta”69, con il personaggio tipico farsesco Matamore, che però si evolvono poco dopo in tragicommedia, negli episodi, dai toni più profondi, concernenti la rivalità del protagonista con Adraste, la conseguente uccisione di quest'ultimo e l'imprigionamento di Clindor; “l'ultimo è una tragedia”70, interpretata dai personaggi che, attraverso la tecnica del teatro nel teatro, rendono possibile l'apologia del teatro e del “nobile mestiere” dell'attore71 ad opera di Alcandre; “tutti questi elementi cuciti insieme formano una commedia”72, dimostrando al pubblico e ai posteri che tale opera riassume tutto l'universo teatrale, in ogni sua forma, all'interno del quale Corneille sa muoversi abilmente.

Il primo atto vede Pridamant che con l'aiuto di Dorante si reca dal mago Alcandre con la richiesta di poter conoscere la sorte di Clindor, il figlio rinnegato e cacciato da casa qualche tempo prima; il mago mostra a Pridamant, grazie ad un artificio, il figlio Clindor che si è messo al servizio

68 P. Corneille, L'Illusion Comique, publié d'après la première édition (1639) avec les

variantes par Robert Garapon, Paris, Librairie Marcel Didier, 1957, dedica a Madamoiselle M.F.D.R., p.5

69 Ibidem. 70 Ibidem.

71 Cfr., Ibidem, pp. 119 – 121

49 di un brave nella regione di Bordeaux; all'inizio del secondo atto essi guardano i due fantômes vaines che rappresentano Clindor e il suo padrone Matamore che si vanta incessantemente delle sue grandi ma improbabili imprese da militare.

All'arrivo di Isabelle e Adraste i due si nascondono per ascoltare gli elogi che questi rivolge alla bella Isabelle e le conseguenti resistenze e rifiuti di lei. Quando Clindor rimane solo con lei, questa gli confessa il suo amore per lui, prima di scappare dalla scena per aver udito Adraste tornare. I due rivali si fronteggiano a parole e Clindor risponde con fierezza e nobiltà; arriva sulla scena la servitrice di Isabelle, Lyse, che, in collera con Clindor per la sua preferenza nei confronti della padrona piuttosto che per lei, propone ad Adraste di sorprendere i due amanti in flagrante.

Il terzo atto si apre con i rimproveri di Géronte verso la figlia Isabelle per il rifiuto di lei di divenire sposa di Adraste; successivamente egli caccia Matamore, venuto a vantarsi delle sue prodezze, che scappa non appena crede di sentir arrivare i valletti di Géronte; ma è Lyse che entra in scena lasciando intendere che i suoi propositi di vendetta nei confronti di Clindor sembrano esser svaniti, dopo aver avuto un dialogo con lui in cui egli dichiara che la sua preferenza per Isabelle è dovuta soltanto al suo ceto benestante. Matamore torna in scena e si nasconde, sentendo arrivare Clindor e Isabelle che parlano del loro reciproco amore; all'udire tali dialoghi amorosi, Matamore esce dal suo nascondiglio per rimproverare il suo servo, ma questi riesce a sfruttare il suo ascendente su di lui per ottenere che egli gli “ceda” Isabelle. In scena arrivano i valletti di Géronte e Adraste che minacciano Clindor; questi ferisce Adraste ma deve arrendersi subito dopo; rimane Pridamant con i suoi timori per la vita del figlio, ma Alcandre lo rassicura.

Il quarto atto si apre con il lungo monologo tragico di Isabelle: Adraste è morto e Clindor ferito, imprigionato e condannato a morte; Lyse la rassicura e la informa che potranno scappare insieme a Clindor e al

50 carceriere, che lei ha sedotto per ottenerne l'aiuto. Dopo aver scoperto Matamore, che si nascondeva da diversi giorni, Lyse e Isabelle lo prendono in giro per la sua codardia e lo fanno scappare minacciandolo dell'arrivo dei valletti di Géronte. La scena si sposta nella prigione in cui si assiste al monologo di Clindor, che cerca di fuggire all'idea della sua condanna a morte pensando ad Isabelle; arrivano Isabelle, Lyse e il carceriere a liberarlo e tutti e quattro si preparano alla partenza. In scena troviamo di nuovo Pridamant, che viene rassicurato da Alcandre preannunciandogli la grande fortuna che attende suo figlio e i suoi amici. All'inizio del quinto atto Pridamant è sconvolto nel vedere Clindor e gli altri completamente cambiati; la scena si sposta sui giovani: nel giardino di un palazzo Isabelle, con abiti da principessa, racconta a Lyse del suo perfido sposo che l'ha tradita con la principessa Rosine; Clindor arriva e, scambiando Isabelle per Rosine, le dichiara il suo amore e accortosi poi dell'errore esprime un elogio all'infedeltà. Ma di fronte alle minacce di suicidio di Isabelle, Clindor rinuncia a Rosine e questa arriva in scena subito dopo, rimanendo sopraffatta dai rifiuti di Clindor nei suoi confronti. Sopraggiungono gli uomini del principe Florilame, sposo di Rosine, che uccidono i due adulteri e Isabelle viene portata dal principe che ne era in realtà innamorato in segreto. Si chiude il sipario che appena riaperto da Alcandre, mostra tutti i personaggi che si stanno spartendo del denaro: Clindor e i suoi amici sono infatti divenuti attori che hanno appena interpretato l'ultimo atto di una tragedia; la commedia termina con l'apologia del teatro da parte di Alcandre che rassicura Pridamant sulla buona scelta del figlio di intraprendere il nobile mestiere dell'attore.

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