L’ASPETTO ECONOMICO: Il Mercato del gas naturale in Italia
2.2. Le importazioni di gas
Il gas naturale giunge in Italia principalmente tramite tre reti di metanodotti:
- dall’Entry Point di Tarvisio14
- dal Passo Gries15 , proveniente dalla Russia;
- a Mazara del Vallo
, proveniente dall’Olanda e dalla Norvegia;
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Le importazioni di gas per il corrente anno sono suddivise nelle seguenti percentuali: Algeria 33,81%, Russia 30,55%, Libia 12,84%, Olanda 9,17%,Norvegia 7,20%, altri dell’Unione Europea 5,42% e altri non dell’Unione Europea 1%
, provenienti dall’Algeria.
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Da quest’ anno possiamo aggiungere altri 8 Gmc di gas, provenienti dal Qatar, che verrà rigassificato presso il neo inaugurato impianto di Rovigo.
.
Il gas importato è ancor oggi concentrato in “pochi” operatori. Ne emerge che il primo operatore (ENI) importa direttamente circa il 68% del gas naturale approvvigionato all’estero, il secondo (ENEL) quasi il 13%, il terzo (EDISON) poco più del 9%.
Gli approvvigionamenti di gas dall’estero sono caratterizzati da due tipi di contratto e svariate clausole18
- supply, quando il venditore mette a disposione un dato volume di gas, proveniente da più fonti, che solitamente non sono specificate;
. Essi sono denominati:
- depletion, quando il venditore mette a disposione il gas proveniente da una o più fonti e sono specificate nella misura dell’intero volume delle riserve economicamente recuperabili o una loro percentuale.
Tali contratti possono essere stipulati per periodi come:
- spot (cioè solo per alcuni carichi di GNL, oppure per il così detto “gas estivo” via tubo, ovvero per forniture per periodi molto brevi);
- breve termine, cioè per periodi da 1 a 5 anni; - lungo termine, cioè per periodi oltre i 5 anni.
14. Gasdotto Trans Austria Gasleitung (TAG) I e II.
15. Gasdotto Trans Teuropean Naturgas Pipeline (TENP) e Transitgas. 16. Gasdotto Trans Mediterraneum Pipeline Company (TMPC) e Greenstream.
17. Fonte Ministero dello Sviluppo Economico- Dipartimento per l’Energia-Le importazioni sono suddivise per paese di provenienza fisica del gas e non contrattuale.
18. Riccardo Pasetto, Responsabile Business Unit Gas Supply and Logistics della EDISON – Lezione tenuta al Corso di Perfezionamento in Diritto dell’Energia, Università degli Studi LUISS Guido Carli – Roma, 13 marzo 2009.
Le clausole all’interno di un contratto variano a seconda dei paesi da cui il gas viene importato.Tuttavia, ve ne sono alcune che sono presenti in tutti i contratti e che sommariamente descrivo:
- Take or Pay. Essa garantisce al venditore il pagamento di un volume di gas anche se non viene ritirato dal compratore. Non è una penale ma ha lo scopo di garantire al venditore un “cash flow” minimo costante, tale da remunerare gli investimenti. Solitamente, alla presenza di tale clausola ne seguono altre due complementari che consentono di mitigare l’impatto della clausola sopra specificata nel corso del periodo contrattuale. Esse sono la make-up e la carry forward:
- Make-Up, consente che il volume di gas di Take or Pay pagato dal compratore in un anno può essere recuperato in un anno successivo, dopo che lo stesso compratore ha prelevato il volume di gas Take or Pay dell’anno medesimo pagando una compensazione per i volumi aggiuntivi;
- Carry Forward, prevede che le quantità che il compratore ha ritirato e pagato al di sopra del volume di Take or Pay in un anno, possono essere utilizzate per compensare minori prelievi rispetto al volume di Take or Pay di anni successivi.
Altre clausole sono:
- Daily Contract Quantity (DCQ), rappresenta il volume medio giornaliero di gas in ogni anno contrattuale;
- Maximum DCQ, rappresenta il volume massimo giornaliero che il compratore può nominare e che il venditore mette a disposizione. Essa dovrebbe riflettere i consumi di picco del mercato cui è destinato il gas e consentire, eventualmente, il recupero di volumi di gas non ritirati nel corso dell’anno contrattuale in modo da ridurre la possibilità di incorrere in un Take or Pay;
- Minimum DCQ, prevista in alcuni contratti ove c’è l’obbligo di un ritiro minimo giornaliero. Esso può essere differente nei mesi estivi rispetto a quelli invernali;
- Annual Contract Quantity (ACQ), che definisce la somma delle DCQ in vigore dell’anno contrattuale. In alcuni casi, nel calcolo dei giorni dell’anno (365) non vengono considerati i giorni in cui il venditore (ed in alcuni casi il compratore) effettua la manutenzione ordinaria;
- Adjusted ACQ, volume di gas previsto dall’ACQ da cui vengono dedotti alcuni quantitativi definiti. Essi sono:
1. quantitativi non consegnati dal venditore per cause di forza maggiore; 2. quantitativi non ritirati dal compratore per cause di forza maggiore; 3. quantitativi di gas non specificata rifiutata dal compratore;
4. quantitativi corrispondenti al periodo di manutenzione del venditore e/o compratore.
Alle clausole sopradescritte ne seguono altre che costituiscono delle penali, sia per il venditore che per il compratore, per il mancato rispetto dei loro reciproci impegni.
I contratti di lungo periodo nella struttura di approvvigionamento di gas dall’estero sono una prassi consolidata.
Nel nostro paese, attualmente, sono presenti 20 contratti d’importazioni con durata pluriennale di cui 10 di Eni che coprono il 68% dei volumi d’importazione contrattati, due di Enel (13% dei volumi) e tre di Edison (9% dei volumi) e gli altri cinque uno per ciascun operatore.
L’ENI, dopo i rinnovi dei contratti con la Russia, (accordo tra Eni e Gazprom del 2006 che ha esteso al 2035 i contratti che sarebbero scaduti nel 2017 per un quantitativo di circa 15 Gmc/anno; nel 2020-21 per un quantitativo di 10 Gmc/anno) gode di una durata media dei propri contratti in essere (ponderata per le quantità) di circa 20 anni, a fronte di una durata media dei contratti degli altri operatori che si aggira ai 12,5 anni19
Giova ricordare che, probabilmente dal 2012, con i contratti già formalizzati con l’Algeria, potremmo importare circa 8 Gmc di gas, pari a circa il 10% del fabbisogno nazionale. Per tale importazione, sono stati programmati ingenti interventi di potenziamento e di ampliamento delle infrastrutture. In particolare è in via di realizzazione il “Galsi ” (Gasdotto Algeria Sardegna Italia) che porterà gas direttamente alla Sardegna partendo dalla costa algerina da Koudiet Draouche con una tratta di 285 Km fino a Porto Botte; un ulteriore tratta di 280 Km raggiungerà Olbia e, successivamente con altri 275 Km di tubo sarà raggiunta la Toscana in località Piombino.
Dopo il calo della produzione nazionale, già dal 2000, si è cercato di incentivare l’entrata di nuove importazioni da parte di altri soggetti. Ciò è stato possibile attraverso la completa apertura dell’attività di importazione e l’imposizione di tetti antitrust all’immissione di gas naturale sulla rete nazionale.
Le importazioni sono state liberalizzate imponendo, per tale attività, una semplice comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico, quando il gas importato proviene da paesi dell’Unione Europea; la stessa attività, invece, è soggetta ad autorizzazione da parte dello stesso ministero quando il gas da importare proviene da paesi extracomunitari.
Tali autorizzazioni riguardano solamente le iniziative di approvvigionamento successive alla liberalizzazione, mentre non comprendono quelle relative ai contratti take or pay sottoscritti prima dell’entrata in vigore della Direttiva 98/30/CE.
Infine, si ritiene necessario evidenziare che, proprio la particolare posizione geografica del nostro paese, crocevia dei flussi di gas provenienti dal Nord Africa, dall’Europa Settentrionale, dalla Russia e dall’area caucasica, fa del sistema-Italia un punto strategico per il mantenimento dell’equilibrio e della sicurezza degli approvvigionamenti per l’intera Unione, in un ambito, quello energetico, da cui dipende il buon andamento di tutta l’economia.
L’Italia potrebbe dunque diventare un luogo di scambio e di transito di numerosi flussi di gas e, sulla scia dell’esperienza nordamericana e inglese, potrebbe svilupparsi un rilevante mercato finanziario connesso ai flussi fisici di gas.