• Non ci sono risultati.

LAVOROcontroversie trattate. In questo senso è stato

I- 286 – Imprese attive

Incidenza % Settori caratterizzati da una elevata intensità di ricerca e sviluppo rispetto alle attività manifatturiere

Territorio: Forlì-Cesena

Settore di attività: Settori caratterizzati da una elevata intensità di ricerca e sviluppo in rapporto alle attività ma-nifatturiere

Analisi nel periodo 2000-2009 Valore nell’anno 2009: 5,20 %

Valore minimo nel periodo: 5,01 % (anno 2004) Valore massimo nel periodo: 5,25 % (anno 2000) Valore medio nel periodo: 5,12 %

Composizione del settore manifatturiero rispetto alla Tassonomia di Pavitt Territorio: Forlì-Cesena

Periodo di riferimento: 2009

Settore di attività: Attività manifatturiere

Territorio: Emilia-Romagna Periodo di riferimento: 2009

Settore di attività: Attività manifatturiere

Settori dell’industria tradizionale Settori con elevate economie di scala

Settori caratterizzati da offerta specializzata Settori caratterizzati da una elevata intensità di ricerca e sviluppo I-286 – Imprese attive (imprese) I-286 – Imprese attive (imprese)

E

EDILIZIA

E

Nel 2010 il comparto delle costruzioni è apparso fra i settori più in diffi coltà.

Contrariamente a quanto avvenuto in altri comparti la crisi economica ha propagato i suoi effetti molto più lentamente ma non per questo ha sortito un esito meno preoccupante. Infatti se un ciclo produttivo più ampio da un lato aiuta ad assorbire repentine decelerazioni del mercato dall’altro, una volta rallentato, richiede più tempo e più energia per essere rilanciato e necessita di politiche adeguate. E così il perdurare di una situazione diffi cile determina effetti negativi a volte irreversibili.

Il più evidente di questi è l’aumento della disoccupazione a cui spesso si associa anche un indebolimento strutturale delle imprese che, in questo modo, disperdono i proprio patrimonio umano e tecnico.

L’altro effetto, più velato ma non meno grave, sta nell’aumento di fenomeni di concorrenza sleale e nel ricorso a forme di lavoro sommerso; dal punto di vista del prezzo fi nale delle opere, l’impresa seria e strutturata non può sostenere il confronto con quella sleale ed improvvisata in un settore in cui l’attività prevalente è ancora manuale e la professionalità è indispensabile per garantire qualità al prodotto.

Per ultimo va sottolineato che con l’aggravamento delle diffi coltà del settore si favorisce l’infi ltrazione mafi osa ormai segnalata anche nelle nostre zone.

Un segnale del livello di diffi coltà rilevato ci è data da una manifestazione avvenuta a fi ne anno nella capitale. Una rappresentanza di imprenditori e di organizzazioni sindacali dei lavoratori ha organizzato una manifestazione congiunta per denunciare a forze politiche ed opinione pubblica una situazione giudicata ormai insostenibile e per sollecitare la defi nizione e l’attuazione di una politica a sostegno del comparto; trattandosi di un settore strategico e fortemente correlato a numerosi altri settori produttivi sui quali riveste ancora una grande infl uenza, non può attendere a lungo gli interventi necessari senza propagare le sue diffi coltà nell’intero tessuto economico. Le principali proposte avanzate sono state:

- la modifi ca del patto di stabilità per mettere in condizione gli enti locali di investire in opere pubbliche;

- l’equiparazione della cassa integrazione

dell’edilizia a quella dell’industria portandola da 3 a 12 mesi;

- lo sblocco dei fi nanziamenti per le infrastrutture già deliberate;

- l’erogazione da parte della Pubblica Amministrazione dei pagamenti sospesi;

- l’aumento del livello di formazione e il varo di nuove regole di accesso alla professione di costruttore;

- l’attuazione di azioni a tutela della legalità.

Il clima di fi ducia delle imprese italiane di costruzioni ha segnato ad inizio anno il suo minimo restando per tutto il 2010 su livelli molto bassi anche se in costante miglioramento. Secondo l’inchiesta condotta dall’Isae su un panel di circa 500 imprese, a novembre, l’indice, considerato al netto dei fattori stagionali, segna un recupero rispetto ad ottobre e si riposiziona su valori vicini a quelli registrati ad inizio 2009. La crescita dell’indice sarebbe sata determinata da un deciso miglioramento delle aspettative sull’occupazione, mentre i giudizi sui piani di costruzione rimangono sostanzialmente stabili ma con prospettiva di recupero. Il saldo delle previsioni sui prezzi praticati nel settore subisce un lieve deterioramento.

La maggior parte delle imprese dichiara di aver trovato ostacoli all’attività di costruzione. L’ostacolo principale è ancora l’insuffi cienza di domanda seguita da vincoli di natura fi nanziaria. Il recupero della fi ducia generale riassume però andamenti differenziati a livello settoriale: l’indice è in deciso recupero nel settore dell’ingegneria

Rapporto sull’economia della provincia di Forlì-Cesena - 2010

96

EDILIZIA

Camera di Commercio di Forlì-Cesena

civile e in quello dei lavori di costruzione specializzati, mentre è in lieve diminuzione in quello della costruzione di edifi ci.

Secondo l’Istat la grave crisi rilevata lo scorso anno è perdurata anche nel 2010 ma con valori progressivamente in miglioramento; nel terzo trimestre l’indice grezzo della produzione nelle costruzioni ha segnato una piccola crescita (+0,5%) rispetto al terzo trimestre del 2009. Anche l’indice corretto per i giorni lavorativi, per il medesimo arco temporale, è stato calcolato in crescita (+1,3%). Nel confronto tra i primi tre trimestri del 2010 ed il corrispondente periodo del 2009, l’indice grezzo e quello corretto per i giorni lavorativi hanno registrato entrambi una variazione negativa (-3,6% il primo e -3,9% il secondo).

I costi di costruzione sono in crescita contenuta: relativamente ai fabbricati residenziali l’indice calcolato dall’Istat evidenzia un aumento del 2,1% nel terzo trimestre, rispetto a quello corrispondente del 2009. Questo indicatore, come è noto, misura la variazione dei costi diretti di realizzazione di un fabbricato residenziale prendendo in considerazione le principali voci di spesa. Hanno subìto un netto rialzo i costi della mano d’opera (+2,8%) e dei trasporti e dei noli (+3,1%);

complessivamente più contenuto l’aumento del costo dei materiali (+0,7%); fra questi spiccano i ribassi di inerti, leganti, laterizi ecc. (compresi fra lo 0 ed il 5%) e gli aumenti dei metalli (+15,0%).

Secondo l’indagine Istat sulle forze di lavoro, l’occupazione nel settore delle costruzioni in Italia, dopo quattro trimestri consecutivi di discesa, ha mostrato tra aprile e giugno 2010 una moderata crescita;

nel terzo trimestre si contano a settembre 712.000 occupati autonomi (-0,2% rispetto a settembre 2009) e 1.197.000 occupati alle dipendenze (+0,1%).

Il settore delle costruzioni (ramo F della codifi ca delle attività economiche Istat Ateco 2007) nel territorio di Forlì-Cesena è senza dubbio un settore importante nel tessuto economico: le 868 imprese che hanno depositato il loro bilancio per l’anno 2009 assommavano un valore della produzione di 1,4 miliardi di euro (-21%

rispetto al 2008) ed un valore aggiunto di 257 milioni (-27%).

Secondo la banca dati StockView di Infocamere il settore è rappresentato da 6.767 imprese attive che impiegano 15.931 addetti. Negli ultimi 12 mesi lo stock delle registrate è apparso in costante crescita con un turn-over abbastanza elevato. Si tratta di una struttura imprenditoriale diffusa, ma anche alquanto frammentata: la dimensione media è di appena 2,4 addetti per impresa e le imprese con oltre 19 addetti (72 in tutto) superano appena l’1% anche se impiegano quasi il 24% degli addetti del settore.

Per il 70% si tratta di ditte individuali (in diminuzione rispetto allo scorso anno), mentre le società di capitale sono il 12,6%

ed hanno segnato un incremento che sfi ora il 10%. Pare confermata la tendenza ad un irrobustimento della compagine imprenditoriale verso forme meglio strutturate come quella costituita da società di capitale e da imprese con oltre 19 addetti.

Si riscontra anche una particolare concentrazione di imprenditori stranieri.

Analizzando i dati sulle cariche sociali, per il settore edile provinciale, risulta che ogni 100 cariche in imprese attive 14,6 sono coperte da individui nati in paesi stranieri: 11,0 da persone nate in paesi extracomunitari (in maggioranza albanesi, che da soli costituiscono il 4,8%, seguiti da tunisini, macedoni, svizzeri, marocchini e serbi) e 3,6 da nati in paesi dell’Unione Europea (rumeni, polacchi e bulgari). Il 91,9% degli stranieri ha meno di 50 anni contro il 59,6%

degli imprenditori italiani.

EDILIZIA

IMPRENDITORI PER CLASSE DI ETÀ E NAZIONALITÀ

Settore F (Costruzioni) - Forlì-Cesena - imprese attive al 30/9/2010

stranieri italiani % stranieri sul totale

fi no a 29 anni 252 443 36,3%

da 30 a 49 anni 1.104 4.708 19,0%

da 50 a 69 anni 114 3.022 3,6%

>= 70 anni 5 467 1,1%

TOTALE 1.475 8.640 14,6%

Fonte: Infocamere (StockView)

Elaborazione: Uffi cio Statistica e Studi - Camera di Commercio di Forlì-Cesena

80,0%

70,0%

60,0%

50,0%

40,0%

30,0%

20,0%

10,0%

0,0%

IMPRENDITORI PER CLASSE DI ETÀ E NAZIONALITÀ Settore F (Costruzioni) - Forlì- Cesena

imprese attive al 30/09/2010

fi no a 29 anni da 30 a 49 anni da 50 a 69 anni >= 70 anni Fonte: Infocamere (StockView)

Elaborazione: Uffi cio Statistica e Studi - Camera di Commercio di Forlì-Cesena

stranieri italiani

I dati, disponibili per la provincia evidenziano una congiuntura in ulteriore rallentamento rispetto allo scorso anno. Secondo gli scenari redatti da Prometeia a novembre il valore aggiunto del settore nel 2010 è stimato in diminuzione del 2,9%.

Le indicazioni derivanti dalla rilevazione sulla congiuntura condotta da Unioncamere per il 2010, descrivono, a livello nazionale una forte contrazione media del volume d’affari (-5,0% nella media dei quattro trimesti); in Emilia-Romagna la riduzione è più contenuta (-2,7%) e a Forlì-Cesena, sempre in relazione al volume d’affari, la situazione appare analoga (-3,2%): per la provincia si tratta del sesto trimestre negativo consecutivo. La quota di imprese che hanno dichiarato diminuzione del fatturato nel quarto trimestre rispetto al precedente è stata del 32%, percentuale superiore a quella registrata nel 2009 che fu del 27%. Per quanto riguarda la produzione,

la quota di imprese che hanno dichiarato una diminuzione nel quarto trimestre è stata dell’8% contro il 26% dello scorso anno.

Nel mercato dell’edilizia residenziale si registra un’ulteriore fl essione della produzione con un elevato stock di immobili invenduti. L’eccesso di offerta a fronte di una domanda in calo per la limitata disponibilità economica delle famiglie e la contrazione operata dalle banche nella concessione di mutui e prestiti, hanno determinato una stagnazione del mercato immobiliare.

Le cause del rallentamento sono sempre quelle individuate in passato: in primo luogo la diffi coltà a pagare regolarmente le rate dei mutui da parte delle famiglie dovuta agli effetti della crisi economica che, anche su coloro che non ne sono stati direttamente colpiti induce alla prudenza nell’investimento. Tuttavia il calo dei prezzi

Rapporto sull’economia della provincia di Forlì-Cesena - 2010

98

EDILIZIA

Camera di Commercio di Forlì-Cesena

degli immobili è molto lento; a sostenere i prezzi è il tentativo degli investitori di non cedere a cifre che determinerebbero una perdita dato l’alto costo fi nanziario sostenuto per la ritardata vendita.

In questa situazione è diffi cile anche promuovere iniziative che puntino ad elevare il livello qualitativo del costruito:

questa politica è raramente premiata da un mercato che invece guarda al prezzo come fattore principale di valutazione.

Solo su unità abitative medio-alte, quelle che superano i 400.000 euro ad alloggio, si può riscontrare una certa qualità; questo segmento dimostra una certa vivacità anche se spesso, paradossalmente, comporta per il costruttore la realizzazione di margini di guadagno più ridotti.

Secondo l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia del Territorio, il numero delle transazioni nei primi sei mesi del 2010, diminuito un po’ ovunque in regione, nella provincia di Forlì-Cesena risulta invece cresciuto del 4,3% rispetto allo stesso semestre del 2009.

L’edilizia industriale, in seguito alle diffi coltà che nel 2009 hanno segnato il manifatturiero e in generale le attività economiche, non ha dato segni apprezzabili di ripresa.

Le perduranti ristrettezze economiche degli enti locali, frutto delle scarse risorse a disposizione e dei vincoli imposti dal “patto di stabilità”, hanno determinato un ulteriore ritardo nell’avvio di opere pubbliche che costituiscono il mercato più importante per le imprese della provincia. Il fatturato generato da questo settore per ora è sceso fra il 10 e il 15%, ma le aspettative sono ulteriormente improntate al pessimismo;

basti pensare che i bandi di gara riferiti alla provincia sono scesi di circa il 30%

in numero e in valore. Come sempre gli enti appaltatori più importanti sono stati i comuni seguiti dalle province. Gli ambiti di più frequente intervento sono la sanità, l’edilizia residenziale e quella scolastica.

Nelle aggiudicazioni ottengono maggiori successi le imprese meglio strutturate ed integrate e quelle che riescono ad associarsi.

Restano forti gli ostacoli burocratici che appaiono particolarmente gravi in un momento in cui i lavori disponibili sono così scarsi.

Il settore delle costruzioni, seppure connesso con numerosi altri ad alta tecnologia, rimane ancora caratterizzato da un’elevata intensità di lavoro. L’occupazione ha mostrato ulteriori segni di cedimento. Il numero dei dipendenti per i quali sono stati

COSTRUZIONI - FATTURATO - FORLI’-CESENA

Variazione del volume di affari (fatturato) sullo stesso trimestre dell’anno precedente e variazione degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti

1° trim. 2006 2° trim. 3° trim. 4° trim. 1° trim. 2007 2° trim. 3° trim. 4° trim. 1° trim. 2008 2° trim. 3° trim. 4° trim. 1° t. 2009 2° trim. 3° trim. 4° trim. 1° t. 2010 2° trim. 3° trim. 4° trim.

+04 +02 +00

-08 -06 -04 -02

variazione percentuale nel trimestre in esame rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente variazione media degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 precedenti

Fonte: Evoluzione congiunturale del settore delle Costruzioni - Unioncamere Emilia-Romagna

EDILIZIA fatti versamenti presso le Casse Edili della

provincia è diminuito sensibilmente anche quest’anno (-8,8% nell’annata edile che va da ottobre 2009 a settembre 2010 rispetto alla precedente); la contrazione è riscontrabile in tutte le classi di età dei dipendenti, ma la fascia di età compresa fra i 30 e i 50 anni è diminuita in misura inferiore rispetto ai più giovani, mentre i più anziani sono addirittura aumentati. L’età media delle maestranze continua quindi ad aumentare. Le ore lavorate, denunciate dalle 1.413 imprese iscritte presso le Casse Edili, superano di poco i nove milioni e confermano una diminuzione del 5,9% rispetto all’anno precedente.

Inoltre, dopo anni di utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni legato esclusivamente a motivazioni climatiche, si registrano ricorsi derivanti dalla mancanza di commesse. Nei primi 11 mesi del 2010, per il solo settore dell’edilizia, vi è stato un aumento (+94,5%

sul 2009) nel ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni sia negli interventi ordinari (circa 504.000 ore), concessi per scarsità di ordinativi e per problematiche climatiche, sia per quelli in deroga (34.000 ore).

Per ora sono poche le imprese che hanno effettivamente attuato precise politiche di riduzione del personale, anche per non disperdere troppo il proprio capitale umano ma è comunque sempre più frequente il ricorso a forme di lavoro esternalizzato o più precario; la situazione occupazionale inizia quindi ad assumere connotati preoccupanti e merita attenzione.

Le prospettive espresse evidenziano poca fi ducia nel futuro e confermano la fase negativa caratterizzata da una domanda, pubblica e privata, sempre più scarsa e che trova il suo sostegno prevalentemente nelle opere già cantierate; fase che potrebbe ulteriormente aggravarsi per la scarsità di ordini acquisiti e di progetti disponibili.

Non sono rari i problemi di natura fi nanziaria con aumento delle diffi coltà di riscossione dei crediti e di ottenimento di nuovi fi nanziamenti soprattutto fra le imprese più piccole, in maggioranza artigiane, mentre paiono resistere meglio quelle imprese che si sono preoccupate di dotarsi di adeguate risorse e competenze tecniche, fi nanziarie e commerciali.

In conclusione il 2010 è stato un anno decisamente diffi cile per le imprese locali e nel quale gli sforzi delle imprese hanno avuto esiti poco soddisfacenti. I tentativi di cercare nuovi ordini in ambiti inconsueti rispetto alla specializzazione dell’impresa, passando da committenza privata a pubblica o viceversa, hanno raccolto scarsi risultati; la ricerca di mercati alternativi a quello locale è stata realmente percorribile per poche organizzazioni di dimensione maggiore; la realizzazione di immobili di pregio o di più alta qualità o con soluzioni innovative non sempre ha avuto il giusto riconoscimento del mercato.

CASSE EDILI

Forlì-Cesena - anni edili 2008/09 e 2009/10

2008/09 2009/10 var. % 2009/10 su 2008/09

NUMERO IMPRESE 1.541 1.413 -8,3%

DIPENDENTI 8.404 7.667 -8,8%

ORE LAVORATE 9.619.629 9.052.834 -5,9%

Fonte: Casse Edili della provincia di Forlì-Cesena

Elaborazione: Uffi cio Statistica e Studi - Camera di Commercio di Forlì-Cesena

C

COMMERCIO INTERNO

C

Anche il 2010 è stato un anno diffi cile per il commercio, che ha risentito del protrarsi della crisi economica del Paese, i cui effetti si sono avvertiti chiaramente anche nel territorio provinciale. Il settore ha sofferto per l’ulteriore calo dei consumi, diretta conseguenza della diminuita capacità di spesa delle famiglie. Queste ultime hanno dovuto far fronte contemporaneamente al protrarsi delle diffi coltà occupazionali e all’aumento dei costi per spese ineludibili, quali i carburanti, i trasporti, l’energia elettrica, le imposte sui rifi uti e le assicurazioni auto. Ciò è andato a scapito dei consumi, che hanno subito un’ulteriore riduzione. A farne le spese sono stati soprattutto i beni durevoli e i consumi d’impulso. Si è assistito a un cambiamento nelle abitudini di spesa: nella situazione di diffi coltà attuale questa non è più vissuta come una prerogativa voluttuaria individuale, ma come un’attività che riguarda l’intera famiglia e che va pianifi cata razionalmente.

A risentirne sono stati anche i fatturati delle imprese commerciali, che hanno registrato una diminuzione generalizzata.

Le indagini sull’andamento del settore confermano il calo delle vendite; la dinamica imprenditoriale mostra invece un saldo meno negativo fra aperture e cessazioni di attività rispetto all’anno precedente, dovuto a una diminuzione di entrambe.

Come già l’anno scorso, gli operatori ritengono che gli sviluppi a breve termine del settore dipendano interamente dall’evoluzione della situazione economica generale. E’ diffuso un certo scetticismo circa la possibilità di un miglioramento in tempi brevi, poiché non si scorgono gli elementi che possano portare a una rapida ripresa dei consumi. L’auspicio formulato da più parti è che vengano messe in atto politiche di sostegno ai redditi e d’incentivo ai consumi, oltre che agli investimenti nell’ammodernamento della rete di vendita.

Per quanto riguarda l’andamento dei settori merceologici nel territorio provinciale, continuano a godere di buona salute l’elettronica, trainata quest’anno dalle vendite di televisori e decoder spinte dal passaggio delle trasmissioni al digitale terrestre, e la telefonia, con gli acquisti degli smartphone di ultima generazione che registrano una dinamica molto vivace anche per i modelli più costosi.

Il calo dei consumi invece ha iniziato a farsi sentire nel settore alimentare, considerato tradizionalmente anticiclico, ad eccezione dei prodotti biologici e di quelli cosiddetti a chilometro zero (prodotti del territorio e di qualità acquistati direttamente presso il produttore). Anche i pubblici esercizi e la ristorazione hanno cominciato a risentire del calo dei consumi; continua infi ne la crisi del settore dell’abbigliamento e calzature.

Anche le vendite del periodo natalizio non sono state molto soddisfacenti. Si è registrata una ripresa del settore alimentare, trainata dalle vendite dei prodotti di qualità del territorio. Positivi anche i risultati nel settore dei giocattoli. Non ha invece benefi ciato della stagione natalizia il settore abbigliamento, dove anzi l’imminenza dell’inizio dei saldi ha spinto molti a rimandare gli acquisti a dopo Capodanno.

A questo proposito, quella dei saldi è ormai una questione problematica per il settore commerciale. La loro regolamentazione è giudicata contraddittoria da alcune associazioni di categoria, poiché vengono ristretti a periodi limitati (che però si tende ad anticipare e allungare sempre più), mentre nel contempo si consentono durante tutto l’anno le vendite promozionali, che vengono considerate sostanzialmente la stessa cosa.

Da un lato il periodo dei saldi è atteso dagli operatori dell’abbigliamento, con la speranza di risollevare in parte l’andamento negativo delle vendite; d’altro canto proprio il continuo anticipo dell’inizio dei saldi, unitamente alla crisi economica, fa sì che i consumatori rinviino gli acquisti, evitando di

Rapporto sull’economia della provincia di Forlì-Cesena - 2010

102

COMMERCIO INTERNO

Camera di Commercio di Forlì-Cesena

farli nei periodi di alta stagione, in particolare in quello natalizio. Alcuni commercianti del settore abbigliamento stimano che il 30%

delle loro vendite hanno ormai luogo nel periodo dei saldi. In questo modo però si verifi ca un declino della redditività delle attività commerciali, al punto che alcuni segnalano vendite non suffi cienti a coprire i costi di esercizio. Infi ne risulta diffi cile trovare un accordo fra gli operatori per una nuova regolamentazione dei saldi e delle vendite promozionali. Secondo i sondaggi di alcune associazioni di categoria, gli operatori sono divisi pressoché equamente fra chi vuole il mantenimento dello status quo e chi vorrebbe rivedere i periodi di saldi;

ma questi ultimi a loro volta si dividono fra chi vorrebbe una restrizione e chi un ampliamento di tali periodi.

Anche la grande distribuzione ha risentito pienamente della crisi generalizzata del settore: le vendite nel 2010, in Italia, sono diminuite non solo a rete corrente ma – per la prima volta in trent’anni – anche considerando le nuove aperture. Inoltre, sempre per la prima volta, il numero di cessazioni nel corso dell’anno ha superato

Anche la grande distribuzione ha risentito pienamente della crisi generalizzata del settore: le vendite nel 2010, in Italia, sono diminuite non solo a rete corrente ma – per la prima volta in trent’anni – anche considerando le nuove aperture. Inoltre, sempre per la prima volta, il numero di cessazioni nel corso dell’anno ha superato

Documenti correlati