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Capitolo 2 PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI

2.2. La gestione dei rifiuti

2.2.3. L’incenerimento dei rifiuti solidi

L’incenerimento dei rifiuti urbani nel 2002, secondo i dati riportati nel recente Rapporto Rifiuti 2003, ammonta a circa 2,7 milioni di tonnellate, con una crescita costante che dal 1996 ha portato ad un raddoppio delle quantità incenerite (figura 2.20). I rifiuti classificati come pericolosi e trattati in impianti per rifiuti urbani consistono, sempre nello stesso anno, di oltre 45000 tonnellate di rifiuti quasi esclusivamente di tipo sanitario. Le quantità complessive inviate a termotrattamento rimangono comunque estremamente basse; il confronto con i dati europei pone l’Italia nel gruppo dei Paesi che fanno meno ricorso a questa forma di trattamento. La media europea dei rifiuti urbani avviati alla valorizzazione energetica è pari, infatti, a circa il 19%; il panorama tuttavia appare molto diversificato, con un Nord Europa caratterizzato da percentuali elevate (intorno al 30%) e l’area mediterranea da valori molto più bassi. Un sistema di gestione integrato dovrebbe basarsi su raccolte differenziate spinte, seguite da livelli elevati di recupero energetico (minimo 20%) e da quote sempre più basse di smaltimento in discarica.

Per realizzare il modello proposto sarebbe necessario potenziare la raccolta differenziata soprattutto nelle regioni del Centro-Sud, realizzare impianti di incenerimento con recupero energetico, dove necessario ammodernare il sistema impiantistico esistente sia attraverso il potenziamento delle linee di trattamento, che il miglioramento delle performance ambientali degli impianti, soprattutto per quanto riguarda le emissioni e la gestione delle scorie e delle polveri prodotte dal processo di combustione.

Capitolo 2 – Produzione e gestione dei rifiuti urbani 0 500000 1000000 1500000 2000000 2500000 3000000 (t) 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

Figura 2.20 – Rifiuti urbani avviati al trattamento termico (anni 1996-2002)

Inceneritori RU in costruzione Inceneritori RU non attivi Inceneritori RU in progetto Inceneritori RU attivi

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La distribuzione degli impianti sul territorio nazionale (figura 2.21), sia nel 2001 che nel 2002 rimane molto disomogenea; dei 44 impianti operativi nel 2001, ben 32 sono localizzati al Nord: 14 in Lombardia (di cui 6 nella sola provincia di Milano) e 10 in Emilia Romagna. Nelle regioni del Centro, solo la Toscana, con i suoi otto impianti, presenta una sufficiente potenzialità impiantistica; gli altri due impianti censiti sono situati nelle Marche e in Umbria. Nelle regioni del Sud, sempre nel 2002, risultano operativi solo 4 impianti: due in Sardegna, uno in Puglia e uno in Sicilia. La differenza nel numero di impianti operativi si traduce poi, a livello gestionale, in termini di quantitativi trattati; in questo caso è possibile rilevare che nel 2002, oltre l’87 % dei rifiuti totali inceneriti è stato trattato presso impianti localizzati al Nord; la rimanente quota è stata trattata quasi equamente al Centro e al Sud.

Effettuando un’analisi a livello regionale (figura 2.22) è possibile fare alcune considerazioni: in particolare nelle aree del Nord Italia e in alcune regioni del Centro (Toscana in particolare e in misura inferiore Marche e Umbria), la situazione, in relazione alla gestione integrata dei rifiuti urbani, appare abbastanza confortante anche se in presenza di alcune differenze nei dati di riferimento delle regioni considerate. Complessivamente le regioni del Nord hanno raggiunto nel 2002, un buon livello di raccolta differenziata (intorno al 31%) e di incenerimento (17%); se si esaminano, altresì, alcune realtà specifiche come la Lombardia (36% di raccolta differenziata e 29% di rifiuti urbani inviati all’incenerimento), l’Emilia-Romagna (26% di raccolta differenziata e 22% di rifiuti urbani avviati ad incenerimento), ed il Friuli Venezia Giulia (24% di raccolta differenziata e 20% di rifiuti urbani avviati ad incenerimento), la situazione appare in linea con un modello efficiente di gestione dei rifiuti. Il Veneto, che ha raggiunto nel 2002 le percentuali più elevate di raccolta differenziata (39%), presenta una quota di rifiuti avviati ad incenerimento ancora molto bassa (7%), ma in prospettiva futura, con il potenziamento delle strutture impiantistiche esistenti e l’entrata in funzione dell’inceneritore di Verona, dovrebbe modificare in maniera significativa l’attuale sistema. La situazione è ben diversa nelle regioni del Centro e del Sud, che gestiscono i rifiuti affidandosi quasi totalmente allo smaltimento in discarica; le uniche eccezioni, come già evidenziato, Toscana, Umbria e Marche. La marcata disparità dovrebbe, almeno per quanto riguarda la potenzialità di incenerimento, migliorare nei prossimi cinque o sei anni se i progetti di pianificazione gia avviati nel Lazio e in corso in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e soprattutto in Sicilia,

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troveranno una concreta realizzazione. In particolare nel Lazio, già nel 2003 sono operativi gli impianti di Colleferro e S.Vittore che trattano CDR e frazione secca da avviare a termovalorizzazione. In Campania dovrebbero essere realizzati due impianti con una capacità di circa 400.000 tonnellate all’anno ciascuno ad Acerra (NA) e a S.Maria La Fossa (CE); tali strutture si integreranno con il potenziamento e la realizzazione di impianti di compostaggio e produzione di CDR. In Basilicata l’impianto di Melfi, che ha una linea speciale per rifiuti già operativa, dovrebbe essere completamente in funzione entro quest’anno, mente il nuovo impianto di Potenza potrebbe terminare la fase di collaudo entro la fine del 2005. In Calabria è in corso di realizzazione l’impianto di Gioia Tauro con una capacità di oltre 130000 tonnellate all’anno ed una potenzialità di recupero energetico di 120000 MWh/anno. La Regione Sicilia prevede la realizzazione di stazioni di trasferenza ed impianti per la selezione della frazione organica, biostabilizzazione e produzione di frazione secca da avviare ad impianti di incenerimento con recupero energetico. In questo progetto è prevista la realizzazione di quattro impianti rispettivamente a Bellolampo (PA), Augusta (SR), Casteltermini (AG) e Paternò (CT); quest’ultimo in particolare sostituirà l’impianto attualmente operativo di Messina, che non prevede il recupero energetico. Per quanto riguarda il Nord invece, bisogna ricordare che è terminata la fase di istruttoria tecnica per l’impianto di Ischia Podetti che servirà entro il 2006 la provincia di Trento. In Lombardia sarà operativo, a breve l’impianto di termovalorizzazione di Corteolona (PV). Sempre entro la fine di quest’anno, dovrebbe entrare in attività sia il nuovo impianto di Bologna che quello di Bergamo; entrambi andranno a sostituire i vecchi impianti, quello di Bologna attualmente operativo e quello di Bergamo che ha cessato l’attività nel 2003. La realizzazione di nuovi impianti dovrebbe portare a un notevole aumento della potenzialità di incenerimento e termovalorizzazione dei rifiuti urbani soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud. È possibile stimare che, considerando un aumento costante annuo nella produzione di rifiuti pari a circa l’1.5%, l’incenerimento e la connessa termovalorizzazione possa arrivare ad una quota di oltre il 20% dei rifiuti prodotti a livello nazionale; in termini di potenzialità, si dovrebbe passare entro il 2007, dalle attuali 4 milioni di tonnellate a oltre 7 milioni di tonnellate l’anno.

Per concludere, occorre ricordare che nel 2002, dall’incenerimento dei rifiuti urbani, sono stati prodotti oltre 1.4 milioni di MW di energia elettrica in parte ceduta alla rete di

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l’autoconsumo degli impianti e in minor parte il teleriscaldamento (come nel caso di Milano e Brescia). 0 5 10 15 20 25 30 (% ) Pi e m o n te Lom b a rd ia T ren ti no A lt o A d ig e Ve n e to F ri u li V e ne z ia G iul ia E m il ia Ro m a g n a T o sca n a Um b ria Ma rch e Si ci li a S a rd eg na

Figura 2.22 – Percentuale di rifiuti urbani destinati a trattamento termico in relazione alla produzione regionale (anno 2001)

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