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4. LA PITTURA E LE RELATIVE TECNICHE

5.6 L’INCISIONE E LA STAMPA IN CINA

In Cina la stampa su carta nacque molti secoli prima che in Europa e le prime forme d’iscrizione su pietra stampate risalgono a circa due secoli dopo l’invenzione della carta (105 d.C. ca), inizialmente

composta da fibre di canapa che poi furono sostituite da fibre di bambù. Nell’immagine è possibile vedere i vari procedimenti che costituiscono la produzione della carta: 1. Raccolta canapa 2. Lavaggio 3. Ammollo 4. Bollitura 5. Macinazione 6. Raffinatura 7. Composizione foglio 8. Essiccatura

9. Disposizione della carta sul ripiano

Le stampe ottenute da iscrizioni su legno, invece, fiorirono nel periodo compreso tra la fine dei Ming e la prima metà dei Qing, anche se vi sono testimoniante che affermano la loro esistenza in periodi precedenti, infatti, molti sutra buddhisti e trattati sull’antiquariato e sull’arte risalgono al periodo Song e Yuan. Ancora più antiche sono le stampe illustrate di sutra buddhisti probabilmente appartenenti al IX secolo, quindi di epoca Tang (618-906), periodo cui risale, infatti, la prima

figura stampata datata 868, ovvero il Sutra

del Diamante, opera di Wang Jie rinvenuta

nelle grotte di Dunhuang. L’ultima fase della dinastia Ming vide sia l’incremento di edizioni illustrate, ma anche un

miglioramento delle tecniche pittoriche, grazie alla maggiore diffusione della stampa artistica (xilografia) in bianco e nero e in seguito anche a colori. La stampa riconobbe

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avvenne più tardi in Occidente ed erano il riflesso dell’espansione della cultura. L’ampliamento del mercato e il successo di questi volumi illustrati attrassero la partecipazione dei migliori pittori per la realizzazione dei disegni destinati alla stampa. Del XVII e XVIII secolo si hanno numerose

testimonianze, come Il catalogo di calligrafia e di pittura dello Studio dei dieci bambù25 ed altre contenenti incisioni di frutta, alberi, fiori e uccelli.

25 Opera dell’artista ed editore cinese Hu Zhengyan (1584-1674) , completata nel 1627 e che contiene immagini

realizzate attraverso colorate e soprattutto elaborate tecniche di stampa, in cui è ben visibile la bravura dell’artista nel gestire le gradazioni di colore. (Thorp 2001, p.321)

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6. CONCLUSIONI

Il desiderio di aiutare gli studenti cinesi ad ampliare le proprie conoscenze e migliorare

l’apprendimento delle varie discipline artistiche che sono oggetto di studio presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha reso possibile la creazione di un repertorio teminografico italiano-cinese contenente un centinaio di termini frequentemente usati e presenti nel linguaggio pittorico. Con questo lavoro si è cercato dunque di fornire a questi giovani studenti provenienti da varie località della Cina , come Canton e Chengdu, un supporto linguistico adeguato per poter intraprendere e affrontare al meglio il proprio percorso di studi.

Come detto inizialmente si tratta di studenti bravi nella pratica ma che presentano difficoltà nell’apprendimento teorico e nel confrontarsi con docenti e colleghi di corso, cosa dovuta alla scarsa conoscenza della lingua italiana e anche all’assenza di corsi tenuti in inglese, lingua che loro stessi ritengono di conoscere e comprendere meglio rispetto l’italiano. Durante le visite in sede si è potuto notare come ciascuno di loro affronti le proprie difficoltà in maniera differente: chi rimane a disegnare o dipingere, isolandosi dal gruppo con cui non instaura nessun genere di dialogo se non in caso di necessità comunicando con brevissime parole chiave; chi si muove in gruppo e comunica solo con i propri connazionali, ricorrendo all’unico/a di loro maggiormente in grado di relazionarsi con gli altri studenti e professori. Docenti che, a loro volta, si trovano di fronte a una serie di problemi nell’interagire e nello spiegare concetti anche basilari durante le proprie ore di lezione, ricorrendo spesso agli studenti italiani che più si sono avvicinati o hanno un rapporto migliore con quelli cinesi.

Per questi ragazzi, avendo delle conoscenze base della lingua italiana, risulta difficile capire il linguaggio tecnico di ciascuna disciplina, molto più dettagliato e preciso rispetto al cinese. Ad esempio, lo stesso termine “pittura” in cinese indica sia il disegno che la pittura come intesa da noi, concetto sottolineato anche dall’utilizzo del pennello in entrambe le discipline. In italiano, invece, ciò non accade ed entrambe le tecniche hanno un proprio vocabolo e una propria tipologia di materiali e strumenti, più ampia e ricca. Anche nella storia della pittura risulta più inquadrabile e divisibile in periodi e correnti artistiche quella occidentale, in quanto nel corso di un determinato secolo si possono veder nascere e sviluppare anche più correnti artistiche contemporaneamente, a differenza della Cina in cui è stato possibile dividere i vari periodi storici e pittorici solo seguendo i cambiamenti legati a determinati avvenimenti e alle dinastie al potere, descrivendone lo sviluppo e l’evolversi dell’arte pittorica di quel determinato periodo.

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La tesi è divisibile in due parti (entrambe suddivise in capitoli): una più discorsiva e una contenente i vari schemi e repertori terminografici.

La prima parte, come precedentemente spiegato, contiene un’introduzione al lavoro sia in cinese che in italiano, per presentare il lavoro, l’oggetto della tesi e la divisione più dettagliata del lavoro. Il primo capitolo riguarda l’evoluzione della pittura nei secoli, anche qui sia in Occidente che in Cina, affrontando il tema dalle origini all’età moderna. Qui si è diviso il lavoro per periodi storici e relative correnti artistiche per facilitarne l’apprendimento, in quanto è risaputo che il cervello umano tende a schematizzare le nozioni e a ricordare i concetti se questi sono appunto inseriti in uno schema logico. Nel sottocapitolo riguardante la pittura cinese, come detto prima, ciò è avvenuto senza ricorrere ad una schematizzazione dei concetti, ma dividendo i cambiamenti e lo

sviluppo della pittura in epoche e dinastie. Nel secondo e terzo capitolo vengono analizzati, in ordine alfabetico, i relativi strumenti e materiali

utilizzati descrivendone:  La composizione  La provenienza

 La suddivisione e le relative particolarità  La modalità d’uso

 Le caratteristiche generali

Il quarto capitolo analizza brevemente la pittura e descrive in modo più dettagliato le diverse tecniche pittoriche riportandone:

 Cenni storici e periodi di maggior diffusione  I materiali e loro modalità d’uso

 I relativi attrezzi e supporti necessari alla realizzazione dell’opera  Le diverse tecniche di stesura del colore

 Le caratteristiche generali

Il quinto riguarda l’argomento comune ad entrambe le tesi, la mia e quella di Marika Aleci che si è occupata della scultura. Qui è stata analizzata l’incisione e le differenti tecniche di stampa derivanti dalla tipologia di incisone effettuata sul supporto o matrice.

In tutti questi capitoli si è ricorso all’inserimento di immagini per rendere più immediata

l’individuazione e il riconoscimento del concetto, ma anche la comprensione del testo e dei suoi contenuti. Facendo riferimento ad esse, infatti, lo studente o chiunque legga l’elaborato è in grado di

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riconoscere più velocemente l’opera o la tecnica descritta e analizzata nella parte discorsiva in cui essa è inserita. Inoltre, sia nelle tecniche che nei materiali e strumenti, sono stati inseriti degli approfondimenti riguardanti lo stesso oggetto del discorso in Cina, proprio per creare un confronto tra le due culture e permettere anche ad un lettore italiano di apprendere delle nozioni riguardanti l’utilizzo di tale materiale o strumento nel territorio cinese.

La seconda parte, invece, riguarda gli schemi di pittura e incisione in cui sono stati inseriti i termini in italiano, pinyin e cinese. Qui sono elencati sia i caratteri completi di entrambe le

definizioni (italiana e cinese), sia quelle incomplete che poi sono stati inseriti nelle apposite appendici divise per materia e lingua. Essa riguarda soprattutto le schede terminografiche italiano- cinese sia di pittura, contenente più di cento termini, sia di incisione contenente ben 36 termini in totale. I termini presenti riguardano gli strumenti, i materiali e le tecniche delle due materie di studio, proprio come i tre capitoli prima descritti.

Le definizioni di questi termini spesso sono risultate simili o uguali in entrambe le lingue, ma a volte alcuni di essi presentavano delle definizioni piuttosto diverse anche se il contenuto era

pressoché uguale. Inoltre, spesso è risultato piuttosto complicato, soprattutto nella fase iniziale della ricerca dei vocaboli, individuare gli stessi termini nelle due lingue in questione, soprattutto perché si è visto che la terminologia artistica italiana risulta molto più precisa e dettagliata, ricca di vocaboli alquanto specifici anche per una stessa parola, cosa che in cinese avviene raramente. Per ricercare dei termini si è spesso dovuto ricorrere all’inglese, infatti, anche nei libri in lingua cinese, sia di arte che enciclopedie universali, questi risultavano indicati sia con i caratteri cinesi che con la dicitura in inglese. Non a caso, vi sono più opere inglese-cinese che italiano-cinese, visto che si tratta della lingua più usata per interagire con persone di paesi e culture diverse e che spesso le stesse opere cinesi sono traduzioni dall’inglese. Essendo molto più legati a questa lingua, questi termini, inoltre, tradotti in italiano, spesso non coincidono con la nostra definizione. Un esempio è il termine

“cartone” che anche in italiano può avere due significati: quello di materiale cartaceo da

imballaggio, oppure di cartoni animati. Il duplice significato esiste anche in inglese, infatti nella sua ricerca ci si imbatte più volte nel termine inglese “cartoon” che, sì significa cartone, ma nel senso di fumetto o vignetta, non di materiale utile alla realizzazione dell’affresco. Differenza presente anche nei testi cinesi che presentano la voce kazhi ban 卡纸板 intesa come cartone da spolvero, a differenza di manhua 漫画 che indica i cartoni animati e fumetti.

Per la ricerca dei termini sono stati utilizzati dizionari, enciclopedie e vocabolari (in forma cartacea e online) monolingue e bilingue. Come fonti cinesi si è ricorso a opere in cinese semplificato, come

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lo Cihai 辞海, o in cinese tradizionale provenienti da Taiwan, come il Meishu 美术, in Zhongguo

dabaike quanshu 中国大百科全书 o lo Xiyang meishu cidian 西洋美术词典. Di un altro testo in

cinese tradizionale stampato a Taiwan il cui titolo è Shijie yishu shizuixindiwuban 世界艺术史最新 第五版 si è riuscito a trovare la versione italiana intitolata Storia Universale dell'arte, strutturata

allo stesso modo ma contenente diversi termini e definizioni non presenti nella versione in cinese. Per una migliore riuscita del lavoro si è deciso di prendere le definizioni da più fonti possibili in

modo da poter raccogliere il maggior numero d’ informazioni circa un dato termine analizzato, cercando di trovare più connessioni possibili tra le due definizioni.

Analizzando e consultando bene i testi presi in esame durate l’intero lavoro si è, inoltre, potuto notare come sia difficile ricercare termini più specifici, come sfumino, che nei testi italiani ricorrono spesso ma che in cinese non si è riusciti a trovarne la definizione. Molti di questi testi , infatti, più che basarsi sul linguaggio settoriale e quindi sulla descrizione di termini riguardanti materiali e strumenti settoriali, si basavano sulla descrizione di correnti artistiche soprattutto occidentali (Il Barocco, Il Surrealismo e così via) oppure su personaggi e artisti vari, sia cinesi che occidentali. A volte è, invece, successo il contrario, come per il termine mezzotono di cui non si è riuscito a trovare il corrispettivo in italiano. A tal proposito si è dovuto ricorrere anche a fonti online come

Baidu baike 百度百科 per il cinese o il Glossario Zanichelli online per l’italiano per trovare le

definizioni mancanti in entrambe le lingue.

Cercando di raccogliere più materiale e informazioni possibili, analizzando il tutto da ogni punto di vista e creando un glossario piuttosto consistente sulla terminologia specifica e generale che ricorre più frequentemente in ambito pittorico, si è cercato di fornire agli studenti cinesi venuti a studiare in Italia un valido aiuto e supporto al percorso di studio intrapreso, ciò vale anche per quegli studenti italiani che consultando il lavoro possono apprendere nozioni e informazioni riguardo la pittura in Cina, facendo un confronto con quella occidentale. Si spera in futuro di poter approfondire e ampliare il contenuto di questo lavoro per migliorare e facilitare sempre più l’apprendimento delle discipline pittoriche per questi studenti stranieri.

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SCHEMA PITTURA

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