MACDHistogram t = MACDLine t − SignalLine t
1.3.2 Indicatori di Momentum
Gli indicatori di momentum misurano la velocità alla quale i prezzi stanno 17
cambiando e danno indicazioni, attraverso le informazioni sugli estremi del prezzo e sulle divergenze con il trend dei prezzi, sulle possibili imminenti inversioni di trend; la stragrande maggioranza di questi indicatori sono oscillatori e possono essere 18 distinti tra quelli che oscillano intorno ad un determinato valore (ad esempio il Rate
è definita come la forza con cui i prezzi vengono spinti verso l’alto o verso il basso dai volumi di
17
scambio.
“indicatori calcolati sull’andamento dei prezzi, su quello dei volumi o su quello di entrambi, che
18
oscillano, appunto, tra due valori anziché muoversi secondo linee curve di trend come i grafici dei prezzi.” Fonte: Di Lorenzo, R. 2000. Guadagnare in borsa con l’analisi tecnica 2. Il sole 24 ore, S.l.
of Change o l’Ease of Movement Value) e quelli che oscillano all’interno di una fascia di valori (ad esempio il Relative Strength Index o lo Stochastic Oscillator).
1.3.2.1 Relative Strength Index (RSI)
l’RSI, sviluppato da J. Wells Wilder, consiste in un oscillatore o indicatore di
Momentum che misura la forza interna relativa di un titolo rispetto a se stesso e non va confuso con la forza relativa comparativa che mette a confronto il rendimento di un titolo rispetto a un altro . L’elaborazione dell’indicatore necessita di una qualsiasi 19 serie storica prezzi riferiti alla seduta operativa o ad altre unità temporali e conferisce una misura sufficientemente attendibile, seppur approssimativa, dell’intensità
direzionale dei movimenti di mercato.
La formula per il calcolo di questo indicatore è la seguente: ,
con
,
dove e sono rispettivamente la media degli incrementi di prezzo e la media dei decrementi al tempo . Il calcolo dell’RSI viene fatto in un arco temporale
che ne definisce il dominio e che tipicamente, come suggerisce Wilder, è di 14 sedute. Una volta definito il dominio si procede al calcolo dei valori di e
: mentre i loro primi valori sono calcolati tramite una semplice media aritmetica degli incrementi ( ) e decrementi ( )
RSI
t,n= 100 − 1001 + RS
t,nRS
t,n=
MDMI
t,n t,n=
MI
t,nMD
t,nt
n
n
MI
t,nMD
t,nΔ
+ iΔ
−iPring, M.J. 2003. Analisi tecnica dei mercati finanziari. McGraw-Hill libri Italia, Milano. pp. 215
,
I valori successivi invece sono definiti dalle seguenti equazioni:
,
,
dove e corrispondono rispettivamente all’incremento e al decremento osservabile nel periodo considerato (naturalmente si potrà osservare solo uno dei due per ciascun periodo).
L’RSI è un oscillatore che assume valori compresi tra 0, caso in cui nel periodo considerato si osservano solo decrementi ( ), e 100, caso in cui si osservano solo incrementi di prezzo ( ).
Per ottenere segnali operativi da questo indicatore Wilder consiglia l’individuazione di tre fasce:
-
Fascia di Ipercomprato (Overbought): è compresa tra il valore massimo assumibile dall’RSI e 70; identifica una situazione in cui le variazioni positive dei prezzi sono così ampie da far intuire uno squilibrio tra domanda ed offerta, in favore della prima, che non può durare per molto tempo;-
“Fascia di Normalità”: movimenti dell’RSI compresi in questa fascia, che si estende dal valore 70 al 30, evidenziano uno stato di regolarità delle oscillazioni rispetto ai dati storici registrati;MI
t=n,n=
∑
n i=1Δ
+in
MD
t=n,n=
∑
n i=1Δ
−in
MI
t,n=
MI
t−1⋅ (n − 1) + Δ
+ tn
MD
t,n=
MD
t−1⋅ (n − 1) + Δ
− tn
Δ
+ tΔ
−tMI
t,n= 0
MD
t,n= 0
-
“Fascia di Ipervenduto (Oversold)”: se l’RSI raggiunge questi valori si ritiene che vi sia uno squilibrio in favore dell’offerta del titolo che genera decrementi dei prezzi anomali rispetto alla storia dei dati relativi a quel titolo.Questo indicatore da indicazioni sia in caso di trend definito, sia in fasi di congestione.
Nelle fasi di Up-trend definito si ha un segnale di vendita nel caso in cui l’RSI, trovandosi nella fascia di ipercomprato, genera un top-failure swing e
successivamente perfora l’ideale supporto corrispondente al valore 70 della sua banda di oscillazione, andando a creare contestualmente una divergenza con l’andamento del trend dei prezzi; viceversa, nelle fasi di Down-trend si avrà un segnale di acquisto nel momento in cui l’RSI forma, nella fascia di ipervenduto, un bottom-failure swing con conseguente perforazione dell’ideale resistenza costituita dal valore 30, generando una divergenza con il trend dei prezzi.
Nelle fasi di congestione invece, dove non il trend non ha un andamento definito, l’RSI da un segnale di vendita nel momento in cui passa dalla fascia di ipercomprato alla fascia di normalità, mentre da un segnale di acquisto nel momento in cui passa dalla fascia di ipervenduto a quella di normalità.
1.3.2.2 Stochastic Oscillator
Creato da George C. Lane nei tardi anni ’50, l’Oscillatore Stocastico è un indicatore di Momentum che mostra il collocamento del prezzo di chiusura all’interno del range complessivo dei prezzi all’interno di un certo insieme di sedute che ne costituiscono il dominio. La teoria sulla quale si basa presume che in una fase di mercato
crescente il valore della chiusura giornaliera tenda a collocarsi in prossimità dei massimi, mentre man mano che si giunge al termine di questa fase se ne allontana; in caso di tendenza decrescente le condizioni si invertono .20
Da quanto detto, l’oscillatore cerca di segnalare i punti in cui i prezzi di chiusura si concentrano intorno ai minimi nel corso di una tendenza crescente o intorno ai massimi nel corso di una tendenza decrescente dato che queste caratteristiche sono tipiche delle fasi prossime all’inversione del trend.
L’Oscillatore stocastico può essere distinto in tre categorie:
-
“Oscillatore Stocastico Veloce” (Fast Stochastic Oscillator);-
“Oscillatore Stocastico Lento” (Slow Stochastic Oscillator);-
“Oscillatore Stocastico Pieno” (Full Stochastic Oscillator).Il primo, quello veloce, è costituito da due curve distinte: la “%K Line”, che definisce la posizione del prezzo di chiusura giornaliero all’interno del range massimo
raggiunto degli ultimi giorni (dominio), e la “%D Line”, che non è altro che una media mobile a 3 giorni della %K Line:
, , Dove:
n
K
t,n= 100 ⋅
HighCl
t− Low
t,n t,n− Low
t,nD
t= 100 ⋅
High3Low3
t tPring, M.J. 2003. Analisi tecnica dei mercati finanziari. McGraw-Hill libri Italia, Milano. pp. 234
• corrisponde al prezzo di chiusura osservato oggi (in t);
• corrisponde al massimo prezzo osservato negli ultimi giorni; • corrisponde al prezzo minimo osservato negli ultimi giorni;
• corrisponde alla somma dei valori degli ultimi tre giorni: ;
• corrisponde alla somma dei valori degli ultimi tre giorni: Il secondo invece, quello lento, prevede invece l’applicazione di un ulteriore
smistamento: la %K Line in questo caso è infatti definita come una media mobile semplice a 3 giorni della %K Line generata dalla versione veloce dell’oscillatore; in questo caso è facile intuire che a fronte di una lieve perdita di tempestività si riesce ad ottenere un altrettanto lieve aumento dell’affidabilità dei segnali operativi.
Infine, La versione “piena” dell’oscillatore corrisponde ad una semplice
generalizzazione della versione lenta in cui i parametri di ponderazione delle curve non sono prestabiliti, ma vengono scelti arbitrariamente dagli operatori sulla base delle loro preferenze.
Come nel caso dell’RSI, anche l’Oscillatore Stocastico oscilla all’interno di una banda di valori compresa tra 0 e 100 ed è prevista anche la medesima divisione in fascia di Ipercomprato, Ipervenduto e di Normalità.
I segnali operativi di questo indicatore possono derivare sia dalle intersezioni tra la %K Line e la %D Line all’interno delle fasce di ipercomprato (segnale di vendita) e di ipervenduto (segnale di acquisto), sia dalle eventuali divergenze con il trend dei prezzi.
Cl
tHigh
t,nn
Low
t,nn
High3
tCl
t− Low
t,nHigh3
t= (Cl
t− Low
t,n) + (Cl
t−1− Low
t−1,n) + (Cl
t−2− Low
t−2,n)
Low3
tHigh
t,n− Low
t,n1.3.2.3 Ease of Movement Value (EMV)
Questo particolare indicatore è stato sviluppato da Richard Arms, già citato in questo elaborato con riferimento alla descrizione dei grafici Equivolume, e si sostanzia in un oscillatore basato sulle relazioni tra prezzi e volumi di scambio che fluttua intorno al valore zero. Secondo Arms, infatti, non è tanto importante verificare il posizionamento del prezzo di chiusura nell’ambito del corrispondente range, bensì valutare l’ampiezza dell’escursione borsistica in relazione all’entità dei volumi
negoziati .21
Per il calcolo di questo indicatore è necessario individuare le sue tre componenti:
-
Il “Midpoint Move”, che se rilevata in ogni unità di tempo assicura una tempestivamisurazione dell’entità e della direzione del movimento di mercato: ;