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MATERIALI E METOD

6) Gruppo OTA-EtOH in cui i ratti hanno ricevuto una dose di OTA pari a 289μg/Kg/48 ore disciolta in etanolo al 13.5% (soluzione acquosa)

7.6 Indice di Flogos

Fig. 24 IL-6 Sierica

Media Err. Stand. Controllo 15,97 8,66 EtOH 62,95 16,82 Vino 28,06 6,48 OTA 90,97 21,09 OTA-EtOH 57,28 14,32 OTA-Vino 36,89 7,35

Tab.15 IL-6 Sierica

La figura 24 sui livelli di IL-6 sierica al 90° giorno evidenzia come non vi siano variazioni significative nei gruppi Vino ed OTA-Vino rispetto al Controllo. Il trattamento con OTA, EtOH ed OTA-EtOH determina invece un aumento della concentrazione sierica di IL-6 significativo verso i gruppi Controllo, Vino ed OTA-Vino (90.97±21.09, 62.95±16.82 e 57.28±14.32 vs 15.97±8.66, 28.06±6.48 e 36.89±7.35 pg/ml; p<0.05).

CAPITOLO 8

DISCUSSIONE

L’Ocratossina A è una micotossina prodotta da alcune muffe appartenenti ai generi Aspergillus e Penicillium (Betina V., 1989) e contamina mangimi ed alimenti quali cereali e derivati del grano (Bauer, J. and Gareis, M..1987), ed è stata riscontrata, anche se a basse concentrazioni, in alcune bevande come il caffé (Patel, S., et al. 1997), succo d’uva, birra (Scott, P.M. and Kanhere,S.R. 1995) e vino rosso (Pietri,A et al, 2001).

L’OTA viene metabolizzata prevalentemente da alcune isoforme del CYP450 (Omar et al., 1996) con biotrasformazione in metaboliti inattivi ed attivi capaci di generare forme chinoniche, complessi ferro-porfirinici (Dai et al., 2002), che determinano la produzione dei ROS svolgendo un’azione nefrotossica. Infatti l’OTA ha come organo bersaglio il rene e, data l’alta contaminazione alimentare da parte di questa micotossina nelle regioni balcaniche, si pensa che sia l’agente causale della Nefropatia Endemica dei Balcani (O’Brien E., Dietrich

D.R. 2005), che presenta un quadro clinico tipico delle Nefropatie Tubulo- Interstiziali, con alterazioni dei parametri relativi alla funzionalità renale e fibrosi interstiziale (Albertazzi A. and Porena M. 2003).

Negli ultimi anni è aumentato l’interesse per gli effetti che ha l’OTA sulla salute umana e sono stati effettuati degli studi che valutassero l’azione di questa micotossina. Date le contaminazioni di uva e succo d’uva fermentato, il nostro laboratorio ha condotto uno studio che valutasse i parametri funzionali e tossicologici del danno renale in seguito a somministrazione sub-cronica di OTA, oltre a valutare gli effetti dell’Etanolo e del Vino con o senza associazione di OTA.

Dal nostro studio è emerso che l’OTA determina un danno renale caratterizzato da alterazione dei parametri di funzionalità renale quali la proteinuria, a partire dal 15° giorno fino al 90° giorno, l’enzimuria, con aumento fasico al 15° ed al 90° giorno, e la creatinina sierica. Gli andamenti oscillanti riscontrati nella proteinuria e nell’enzimuria sono dovuti ad un’alternanza di fasi di rigenerazione/degenerazione cellulare (Kane A. et al. 1986). Il danno renale è stato riscontrato anche nei preparati istologici, dove si osserva una riduzione delle dimensioni e della cellularità a livello glomerulare, con una possibile mesangiolisi; inoltre segni di sofferenza sono riscontrati anche a livello tubulare dove si osserva un generale assottigliamento delle cellule dell’epitelio tubulare e tubuloressi. Il danno renale che insorge nelle Nefropatie Tubulo Interstiziali può essere dovuto all’aumento dei ROS (Shiraishi F., 2000); come già riportato in letteratura, la somministrazione di alte dosi di OTA può determinare un aumento nella produzione delle specie reattive dell’ossigeno, infatti nel nostro

studio nel gruppo trattato con OTA si avevano riduzioni dell’attività tissutale della SOD e parallelamente un aumento significativo del contenuto renale degli LPO, in accordo con quanto osservato da altri Autori (Rahimtula A.D., 1988). L’alterazione dell’equilibrio tra ROS ed antiossidanti endogeni che si verifica per somministrazione sub-cronica di OTA è peraltro confermato da un aumento significativo dell’Interleuchina 6 sierica, la cui sintesi è regolata da segnali cellulari sensibili allo stress ossidativo (Ginn-Pease M.E. and Whisler R.L., 1998). Oltre ai dati menzionati, è da ricordare che la tossicità dovuta al trattamento prolungato con OTA è evidenziato, microscopicamente, anche da una riduzione ponderale sia corporea che renale.

Il trattamento con Etanolo presenta alcune analogie con OTA per quanto riguarda l’alterazione dei parametri esaminati: si osserva un aumento della proteinuria a partire dal 30° giorno fino al 90° giorno, mentre l’enzimuria e la creatinina sierica aumentano al 90° giorno. La presenza di un danno renale è stata evidenziata anche dall’esame istologico e dalla valutazione della cellularità glomerulare, che risulta ridotta. E’ noto che l’Etanolo determina stress ossidativo, infatti anche nel nostro studio abbiamo osservato un aumento significativo del contenuto renale di LPO ed un aumento significativo dell’ IL-6; seppure i livelli tissutali della SOD non risultano ancora compromessi. Tali risultati trovano una spiegazione nell’induzione del citocromo P450, esattamente l’isoforma 2E1, da parte dell’Etanolo (Asai et al., 1996) con conseguente aumento della produzione dell’anione superossido (Lieber C.S., 1997).

L’associazione OTA-EtOH non ha provocato invece danno renale conclamato; tuttavia è stato osservato un picco nella proteinuria al 60°, un aspetto più conservato dei preparati istologici ma un aumento del contenuto renale degli LPO ma non una significativa riduzione dell’attività tissutale della SOD. Come precedentemente accennato, l’Etanolo può aumentare la formazione dei ROS attraverso l’induzione del CYP450 2E1, che a sua volta ossida l’etanolo (Asai et al., 1996); tuttavia è noto dalla letteratura che questa isoforma del CYP450 è coinvolta nel metabolismo di OTA, in particolare il CYP2E1, come anche le isoforme CYP4502A6 e CYP4502B6, metabolizza l’OTA preferenzialmente nei suoi metaboliti inattivi (De Groene E.M. et al., 1996). Questo potrebbe spiegare perché l’OTA e l’EtOH in associazione non diano lo stesso danno che si osserva quando sono somministrati da soli: l’Etanolo potrebbe avere pertanto un ruolo protettivo nei confronti dell’OTA inducendo il CYP2E1 e competendo con l’OTA come substrato di questo sistema enzimatico.

La somministrazione di Vino rosso, Barbera d’Asti, non ha provocato nessun effetto dannoso per il rene, né si sono avute alterazioni sugli indici di stress ossidativo per il fatto che il vino è una bevanda ricca di polifenoli, sostanze antiossidanti che riducono il danno renale da stress ossidativo (Kuhlmann et al., 1998).

BARBERA T 2001

Antocianitot. (mg/L)

149

Flavonoidi tot. (mg/L)

1150

Ac.Caffeico (mg/L)

7,3

Trans Resveratrolo (mg/L)

3,2

Cis Resveratrolo (g/L)

3

Quercitina glucuronide (mg/L)

10,1

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