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indirizzi delle politiche di piano

G

razie alla collaborazione tra IRESe ufficio “Interventi per i giovani e Osservatorio sulla condizione giovanile” del set-tore Affari Internazionali e Comunitari della Regione Piemonte è stata prodotta una ricerca principalmente svolta su due livelli di analisi:

• Il primo, dove si osserva la condizione giovanile come oggetto di policy. Oltre al contesto del quadro normativo (leggi comuni-tarie, nazionali, regionali, comunali) per il mondo giovanile, è stato effettuato uno specifico studio, condotto con gli strumenti della policy analysis, sul percorso attuativo della legge regionale n. 16 del 1995 (articolo 5). Si sono tratteggiati in tal modo la dimensione economica dei progetti, i soggetti promotori e/o quelli realizzatori, le aree di intervento e di attività, i destinatari e i beneficiari degli interventi e i criteri di valutazione previsti.

• Il secondo, volto a reperire informazioni sulla condizione giova-nile, sia per quanto riguarda gli aspetti che sono da tempo oggetto di rilevazione e analisi da parte dell’IRESe relativi al mondo dell’istruzione, del lavoro, della formazione

professiona-le e della cultura, sia per quanto riguar-da le ricerche e le survey condotte a livello nazionale e regionale.

Le politiche per i giovani rappresentano un ambito di attività pubblica che ha fatto registrare una crescita significativa accom-pagnata da una rimarchevole articolazione delle iniziative. Non è facile descrivere in modo compiuto e analitico il complesso di interventi che direttamente o indirettamen-te vanno a beneficio dei giovani. Tale diffi-coltà deriva da almeno tre ragioni:

• la condizione giovanile deve essere con-siderata sotto una notevole molteplicità di aspetti (lavoro, salute, cultura, de-vianza, ecc.) che di norma non riguarda-no solo ed esclusivamente i giovani;

• esiste una pluralità di attori che inter-vengono nella progettazione e nell’am-ministrazione di attività che hanno per oggetto i giovani e che non è facile iden-tificare;

• la condizione giovanile stessa presenta un ventaglio di aspetti che variano a seconda delle fasce d’età considerate e che sono portatrici di esigenze assai di-verse tra loro.

La complessità del fenomeno “giovani” appare evidente non solo in Italia: in tutta Europa le politiche per i giovani presenta-no un quadro fortemente differenziato e difficilmente paragonabile. La principale differenza tra la maggioranza dei paesi europei e l’Italia è comunque l’assenza di una sede opportuna per la rappresentanza delle istanze giovanili.

A livello nazionale, per quanto concerne l’Italia, la delega espressamente definita per le politiche giovanili è principalmente attri-buita al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, tuttavia attualmente non sono previste sedi in cui si possa esprimere la presenza del mondo giovanile con organi-smi riconosciuti di effettiva rappresentanza.

Significativa e rilevante è la presenza degli enti locali (Regioni, Province, Comuni) che hanno avviato politiche per i giovani con specifiche normative. Il ruolo degli enti locali è destinato a farsi ancora

RICERCHE

I N F O R M A I R E S , A N N O X I V , N . 2 6 , A P R I L E 2 0 0 3

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più incisivo. È attualmente in discussione una legge di settore che punta al coordina-mento delle diverse politiche per integrare

responsabilità di indirizzo a livello statale

con responsabilità di programmazione a livel-lo regionale e funzioni di gestione a livellivel-lo locale, lasciando particolare spazio a queste ultime, che più direttamente in questi anni hanno cercato di dare risposte e sostegno, anche in situazione di scarsità di risorse, al mondo giovanile. D’altro canto, le Regioni, perdurando l’assenza di una legge quadro di riferimento normativo a livello nazionale, si sono date in questi anni una legislazione ad hoc. In particolare, la Regione Piemonte ha deciso di dotarsi di una specifica normativa – la legge regionale n. 16 del 13 febbraio 1995, “Coordinamento e sostegno delle atti-vità a favore dei giovani”.

La legge regionale n. 16 del 13 febbraio 1995

Uno degli elementi innovativi della legge regionale, è costituito dal carattere trasver-sale, multidimensionale e integrato sia degli obiettivi in essa previsti, sia delle modalità attuative da impiegare per il loro consegui-mento. Le finalità, espresse nell’articolo 1 del provvedimento, prevedono di favorire la realizzazione di iniziative degli enti locali e dell’associazionismo giovanile, coordinan-done gli interventi diretti o indiretti nei campi economico, culturale e sociale, in modo da determinare una politica unitaria a favore dei giovani.

Nel periodo 1995-2000 sono stati approvati cinque piani annuali. Il Piano annuale degli interventi per l’anno 2000 (l’ultimo disponibile al momento dell’inda-gine), oltre a ribadire gli obiettivi indicati nella legge di settore, individua i seguenti campi d’azione:

• osservatorio regionale permanente sulla condizione dei giovani;

• servizi informativi per i giovani attivati dagli enti locali;

• progetto per l’impiego di obiettori di coscienza in servizio civile presso la Regione;

• attività internazionali giovanili;

• programmi per attività culturali dei gio-vani;

• azioni per la prevenzione dei comporta-menti a rischio per la salute dei giovani e iniziative in materia di sicurezza stra-dale;

• giovani e spazi urbani;

• attivazione sperimentale di servizi per l’accompagnamento e il tutoraggio delle imprese giovanili, nel quadro dei pro-grammi di dinamizzazione economica in ambito locale;

• sostegno finanziario per progetti realiz-zati da enti locali e associazioni e coope-rative. Attraverso quest’ultima misura la Regione eroga finanziamenti ai soggetti attivi nel campo degli interventi a favore dei giovani, previa valutazione dei requisiti e delle caratteristiche dei pro-getti.

Per quanto riguarda l’ultimo campo d’azione, oggetto specifico dell’indagine, il Piano annuale degli interventi regionali individua e definisce i criteri da seguire per individuare i progetti meritevoli di finanzia-mento. A differenza degli altri campi di intervento, che prevedono progetti di me-die-grandi dimensioni ritenuti di particola-re rilevanza, le iniziative che ricadono in questo ambito sono soggette ad una pun-tuale procedura di assegnazione dei contri-buti oggetto di analisi dettagliata del lavoro dell’IRES.

Nel corso del periodo osservato le somme stanziate per l’attuazione della legge 16/95 sono notevolmente cresciute (da 690 milioni di lire circa nel 1996 a 2.200 milioni nel 2000); al tempo stesso sono aumentate le domande presentate dai potenziali desti-natari, sia in termini quantitativi (da 102 nel 1996 a 167 nel 2000) che qualitativi,

RICERCHE

Tab. 1 Domande presentate/accolte e risorse assegnate (1996-2000)

DOMANDE DOMANDE % DOMANDE RISORSE

PRESENTATE ACCOLTE ACCOLTE ASSEGNATE(LIRE)

SU PRESENTATE 1996 102 60 58,80 691.690.000 1997 111 77 69,30 1.058.589.000 1998 125 104 83,20 850.000.000 1999 144 135 93,75 2.210.000.000 2000 167 154 92,21 2.199.991.000 Totale 649 530 79,45 7.010.270.000

Fonte: elaborazione IRESsu dati Regione Piemonte

Tab. 2 Numero progetti per soggetto promotore

NUMERO PROGETTI SOGGETTO PROMOTORE 1996 1997 1998 1999 2000 Comuni 39 49 46 65 68 Province 3 4 2 8 7 Comunità montane 3 4 4 12 9 Consorzi 0 4 1 2 2 Totale pubblico 45 57 52 87 86 Associazioni 11 16 19 40 45 Cooperative 4 2 7 8 23 Totale privato 15 18 26 48 68 Totale 60 75 78 135 154

come testimonia la crescente quota delle istanze accolte. Per quanto concerne invece la ripartizione delle risorse, oltre ad emer-gere una relativa concentrazione nelle pro-vince di Torino (in particolare della città) e di Cuneo, si rileva che le amministrazioni comunali rappresentano il principale sog-getto destinatario dei contributi, mentre le organizzazioni non profit registrano un significativo incremento delle risorse loro assegnate nel corso degli ultimi due anni.

La complessità del fenomeno

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