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Indirizzi per la Rete di Base Locale

Per tale rete sono considerati prioritari gli interventi finalizzati al mantenimento delle caratteristiche funzionali della stessa e alla assicurazione di adeguati standard di manutenzione.

Sono in genere da ritenere comunque ammissibili interventi che riguardano:

 Con riferimento al D.M. del 5/11/2001 (Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade) l’adeguamento della piattaforma allo standard di categoria C2 ovvero, per i tratti di viabilità in zone montane, alla categoria F2;

 interventi per la sistemazione funzionale delle intersezioni, anche con riferimento alle condizioni di visibilità;

 interventi per il miglioramento della qualità del deflusso (sistemazione degli accessi laterali, regolazione delle intersezioni, realizzazioni di corsie o spazi per fermate per il trasporto pubblico, messa in sicurezza della mobilità ciclo-pedonale);

 varianti indotte da problematiche di natura geologica e idrogeologica;

 risoluzione di “punti neri” sotto il profilo della sicurezza anche attraverso la realizzazione di rettifiche alla geometria dei tracciati e/o varianti localizzate;

 interventi di ripristino ambientale e reti ecologiche, sistemazione del verde e di arredo, installazione di tecnologie ITS, adeguamento della segnaletica, realizzazione di piste ciclabili, installazione di barriere di protezione laterale.

 Varianti locali ai centri urbanizzati, finalizzate al miglioramento della accessibilità urbana e/o al miglioramento della connessione con la rete di base, secondo i criteri generali di cui al cap. 3.3.2

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4 LA SICUREZZA STRADALE Il contesto europeo

La politica dell'UE si prefigge di aumentare il livello della sicurezza stradale, di garantire una mobilità sicura rispettosa dell'ambiente e di coniugare la libertà di circolazione con la sicurezza, attraverso azioni mirate, finalizzate al miglioramento dei comportamenti degli utenti della strada.

A tal fine, le azioni devono avere come attori principali i cittadini, coinvolgendoli e responsabilizzandoli rispetto alla propria sicurezza e a quella altrui.

Nel Libro Bianco “Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo dei trasporti - Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile”, la Commissione europea, tra i dieci obiettivi prefissati per un sistema dei trasporti competitivo ed efficiente, nell’ambito della sicurezza stradale, propone di:

 avvicinarsi entro il 2050 all’obiettivo “zero vittime”;

 prevedere una tappa intermedia al 2020, data entro cui il numero di vittime deve essere dimezzato.

Il Libro Bianco, riprendendo i contenuti della Comunicazione della Commissione europea “Verso uno spazio europeo della sicurezza stradale: orientamenti 2011-2020 per la sicurezza stradale” COM (2010) 389”, si prefigge i seguenti obiettivi:

 armonizzare e applicare tecnologie per la sicurezza stradale (sistemi di assistenza alla guida, limitatori intelligenti di velocità, dispositivi che invitano ad allacciare le cinture di sicurezza, servizio e-Call, sistemi cooperativi e interfacce veicolo-infrastruttura) e migliorare i controlli tecnici dei veicoli anche per i sistemi di propulsione alternativi;

 elaborare una strategia d'azione organica per gli interventi in caso di gravi incidenti stradali e per i servizi di emergenza, nonché definizioni comuni e una classificazione standardizzata delle lesioni e dei decessi causati da incidenti stradali al fine di fissare obiettivi di riduzione degli stessi;

 puntare sulla formazione e sull’educazione di tutti gli utenti, promuovere l’uso degli equipaggiamenti di sicurezza (cinture, indumenti protettivi, dispositivi antimanomissione). In particolare, si dovrebbe prevedere un "continuum formativo" che si sviluppi lungo tutto l'arco della vita. Le possibili azioni in quest'area dovranno inoltre tenere conto del diritto alla mobilità degli anziani e delle persone con disabilità e prevedere l'adozione di soluzioni alternative;

 tenere in particolare considerazione gli utenti deboli quali pedoni, ciclisti e motociclisti, anche grazie a infrastrutture più sicure e adeguate tecnologie dei veicoli.

Con riferimento particolare a questo ultimo punto, si evidenzia che negli Stati europei il numero di morti registrati tra gli utenti deboli della strada è sempre molto elevato; ciclisti e pedoni rappresentavano nel 2014, circa il 30% dei morti sulle strade (nelle aree urbane il 39 % dei morti sono pedoni).

In particolare, anziani, bambini, disabili, per la loro stessa natura fragile, risultano particolarmente esposti a rischi soprattutto nelle aree urbane. Poiché i governi nazionali e locali promuovono sempre più attivamente gli spostamenti in bicicletta e a piedi, si rende necessario considerare con attenzione crescente le specifiche questioni legate alla sicurezza stradale. Considerato, inoltre, che il problema è legato prevalentemente all'ambiente urbano, la maggior parte delle azioni devono

65 essere intraprese a livello locale, nel rispetto del piano d'azione delle Commissioni sulla mobilità urbana, adottando misure per la salvaguardia degli utenti deboli.

I feriti della strada sono considerati un serio problema di salute pubblica anche a livello internazionale, in particolare dall'Organizzazione mondiale della sanità, e nel quadro del Decennio di azione per la sicurezza stradale indetto dall'ONU. Si ritiene, quindi, che una riduzione del numero dei feriti debba essere una delle azioni prioritarie dell'Europa nel prossimo decennio.

Il Parlamento europeo ha approvato una Risoluzione (settembre 2011) che, al fine di raggiungere l’obiettivo di dimezzare i morti per incidenti stradali entro il 2020, propone 103 misure per proteggere gli utenti deboli della strada, fra cui:

 promuovere l'utilizzo degli alcol test blocca-motore sui veicoli commerciali e per passeggeri;

 limitare la velocità di 30 km/h per le aree residenziali;

 maggiore formazione per i giovani dai 17 anni;

 limite di presenza di alcol nel sangue pari a zero per i primi due anni di patente;

 analizzare le cause degli incidenti, con uno scambio di informazioni all'interno dell'UE, nel pieno rispetto della privacy;

 armonizzare la segnaletica, i codici della strada e i limiti per l'alcol.

Per il periodo 2010-2020 sollecita ulteriori obiettivi chiari e quantificabili, tra cui:

 una riduzione del 60% del numero di minori di 14 anni morti per incidente stradale;

 una riduzione del 50% del numero di pedoni e ciclisti morti per incidente stradale;

 una riduzione del 40% del numero delle persone che hanno subito gravi lesioni, sulla base di una definizione uniforme dell'UE da sviluppare quanto prima.

A completamento del quadro, si segnala che nel 2011 il consorzio EuroRAP, associazione internazionale che riunisce le associazioni di automobilisti (ad es. ACI per l’Italia) e alcune “road authorities”, ha elaborato un Atlante europeo della sicurezza stradale, con lo scopo di fornire alcune valutazioni di sicurezza in modo comparato sul sistema stradale europeo. L’Atlante contiene mappe di rischio di incidente e mappe che classificano le strade in base al livello di sicurezza offerto dall’infrastruttura per limitare i danni causati da incidente automobilistico. Per la realizzazione delle mappe di rischio viene presa in considerazione la valutazione del rischio di incidente grave o mortale in rapporto al flusso di traffico della tratta stradale, considerando fasce di rischio standardizzate a livello europeo.

Per quanto riguarda l’Italia, nell’Atlante europeo della sicurezza stradale tutte le strade esaminate risultano, come livello di sicurezza, al di sopra della media europea, con solo 3 tratte a medio rischio.

Si tratta tuttavia di un risultato atteso, visto che l’esame è stato condotto solo sulla rete autostradale, che in genere offre le maggiori garanzie di sicurezza quali: massima riduzione delle intersezioni a raso, carreggiate separate, corsie di ampiezza adeguata. Tali valutazioni comunque non indicano necessariamente una problematica dell’infrastruttura, ma evidenziano la presenza di criticità su cui è importante indagare per determinarne le cause.

Infine, sulla base dei risultati positivi conseguiti in Europa, l'ONU ha lanciato una grande campagna a livello mondiale e ha predisposto il nuovo "Piano globale per il Decennio di Azione per la

66 sicurezza stradale 2011-2020", che è entrato in vigore a maggio del 2011. Si tratta di un documento di orientamento per favorire lo sviluppo di politiche locali e nazionali e, allo stesso tempo, un punto di partenza per attuare attività coordinate a livello globale sul tema della sicurezza stradale.