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L’indirizzo e-mail come dato personale

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L’indirizzo e-mail come dato personale

“Internet si fonda sulla cooperazione tra sistemi privati. L’invio della po- sta elettronica `e un privilegio, non un diritto” - John F. Hall-in news.admin.net- abuse e-mail - Tra i diritti della personalit`a tutelati dalla Costituzione, vi `e la libert`a e la segretezza dell’espressione del pensiero; in particolare l’art. 15 sancisce l’inviolabilit`a della libert`a e della segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione.

Dal combinato esposto di questo articolo e degli altri articoli che garan- tiscono le singole manifestazioni in cui si esplica il diritto alla riservatezza se ne ricava, per derivazione, la sua tutela costituzionale.

Partiamo innanzitutto col fornire un po di definizioni:

• “trattamento”: qualunque operazione o complesso di operazioni, effet- tuati anche senza l’ausilio di strumenti elettronici, concernenti la raccol- ta, la registrazione, l’organizzazione, la conservazione, la consultazione, l’elaborazione, la modificazione, la selezione, l’estrazione, il raffronto, l’utilizzo, l’interconnessione, il blocco, la comunicazione, la diffusione, la cancellazione e la distruzione di dati, anche se non registrati in una banca dati;

• “dato personale”: qualunque informazione relativa a persona fisica, per- sona giuridica, ente od associazione, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale;

• “dati identificativi”: i dati personali che permettono l’identificazione diretta dell’interessato;

• “dati sensibili”: i dati personali idonei a rivelare l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazio- ni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonch´e i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale.

In passato il concetto di diritto alla riservatezza e di diritto della privacy venivano spesso usati in maniera analoga; con il d.lgs. 196/2003 il legislatore ne ha codificato la differenza definendo il diritto alla riservatezza come il diritto di ciascuno alla tutela di quelle situazioni personali o familiari svoltesi anche al di fuori del domicilio domestico che non hanno per i terzi un interesse socialmente apprezzabile, contro le ingerenze non giustificate da interessi pubblici prevalenti, anche se lecite e tali da non offendere il decoro e l’onore. Questo diritto non pu`o essere negato ad alcuna categoria di persone, solo in considerazione della loro notoriet`a, salvo che un reale interesse sociale all’informazione o altre esigenze pubbliche lo esigano.

Il diritto alla privacy invece consiste nel diritto di ciascuno di controllare la circolazione delle informazione riguardanti la propria persona3.[Imp04]

All’art. 4 del suddetto testo normativo sono raccolti e definiti i termini utilizzati dal legislatore tra cui anche quello di dato personale inteso come “qualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica, ente o associazione, identificati o identificabili, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale”.

In materia di posta elettronica si pu`o certamente asserire che l’indiriz- zo elettronico `e un dato personale poich´e risponde pienamente ai requisiti indicati dall’articolo suddetto.

L’indirizzo e-mail infatti `e un informazione che pu`o riferirsi sia a persona fisica che a persona giuridica e che, tramite il raffronto con alti dati, `e idoneo (direttamente o indirettamente) all’individuazione del soggetto al quale le informazioni si riferiscono4.

Per questi motivi, anche nell’ambito della posta elettronica possono essere richiamate, oltre a quelle proprie che riguardano le comunicazioni elettroni- che, anche tutte quelle norme che si occupano di tutelare i dati personali e il loro trattamento.

3Si legga in proposito C. Cevenini, C. Di Cocco, G. Sartor, lezioni di informatica giuridica, 2005 Gedit Bologna

4Si veda al riguardo , R. Imperiali, codice della privacy: commento alla normativa sulla protezione dei dati personali, 2004, il sole 24 ore, Milano

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Molto significativo a riguardo `e un articolo riportato da M. Cammarata, su www.interlex.it, in cui si fa riferimento proprio all’indirizzo e-mail come dato personale[Cam03]: “Gli indirizzi di posta elettronica non sono libera- mente utilizzabili da chiunque per il solo fatto di trovarsi in rete. La vasta conoscibilit`a degli indirizzi e-mail che Internet consente, non rende lecito l’u- so di questi dati personali per scopi diversi da quelli per i quali sono presenti on line. Gli indirizzi e-mail non sono, insomma, “pubblici” come possono essere quelli presenti sugli elenchi telefonici.

Il principio `e stato ribadito dall’Autorit`a Garante (composta da Stefa- no Rodot`a. Giuseppe Santaniello, Gaetano Rasi e Mauro Paissan) che ha affrontato in questi ultimi mesi diversi casi di utenti che avevano segnalato la pratica ormai diffusa di inviare e-mail commerciali ad indirizzi di posta elettronica raccolti in rete. Alle proteste degli utenti, le societ`a che avevano inviato le e-mail rispondevano che non vi era stata alcuna violazione della privacy perch´e gli indirizzi erano stati reperiti su Internet (spesso attraverso appositi software) e che pertanto erano “pubblici”.

Niente di pi`u sbagliato, afferma l’Autorit`a. Gli indirizzi di posta elettro- nica non provengono, infatti, da pubblici registri, elenchi, atti o documenti formati o tenuti da uno o pi`u soggetti pubblici e non sono sottoposti ad un re- gime giuridico di piena conoscibilit`a da parte di chiunque. La circostanza che l’indirizzo e-mail sia conoscibile di fatto, anche momentaneamente, da una pluralit`a di soggetti non lo rende, infatti, liberamente utilizzabile e non au- torizza comunque l’invio di informazioni, di qualunque genere, anche se non specificamente a carattere commerciale o promozionale, senza un preventivo consenso.

L’Autorit`a sottolinea che l’eventuale disponibilit`a in Internet di indirizzi di posta elettronica, anche se resi conoscibili dagli interessati per certi scopi (ad esempio su un sito istituzionale o anche aziendale) attraverso siti web o newsgroup, va “rapportata alle finalit`a per cui essi sono pubblicati sulla rete”.

che rastrellano automaticamente migliaia di indirizzi in rete o li creano a tavolino a prescindere da un accertamento sulla loro effettiva esistenza.

Per poter inviare e-mail senza violare la privacy degli utenti web `e obbli- gatorio, dunque, ottenere prima il loro consenso.

Uno degli ultimi casi di cui si `e occupato il collegio del Garante ha ri- guardato un docente che si era visto recapitare una e-mail pubblicitaria al proprio indirizzo di posta elettronica, presente per finalit`a di istituto, sul sito dell’universit`a presso la quale insegna.”

A rafforzare quanto finora detto, dunque, ancora di pi`u questo articolo ribadisce che un indirizzo di posta elettronica costituisce pienamente un dato personale relativo a persona e, in quanto tale, risponde alla giurisdizione in merito.

Il Garante per la Privacy, in un’ordinanza-ingiunzione del 18 settembre 2008, ha precisato che l’indirizzo di posta elettronica, bench´e non espressa- mente indicati nella definizione di “dato personale”, contenuta nell’art. 4, comma 1, lett. b) del d. lgs. 196/2003 (Codice per la privacy), rappresentano certamente informazioni relative “a persona fisica, persona giuridica, identi- ficati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione”. A questo proposito, prosegue il Garante, `e sufficiente considerare che una specifica sezione del Codice (Titolo X) `e dedicata proprio alla disciplina dei trattamenti dei dati personali mediante le comunicazioni elettroniche.

Riporto l’ingiunzione da parte del Garante (da www.garanteprivacy.it)[urlg]: “...Ritenuto che le argomentazioni addotte dalla societ`a non risultano ido- nee in relazione alla contestazione della violazione amministrativa per omessa o inidonea informativa agli interessati in quanto:

1. indicare, da parte della societ`a, che “l’utilizzo del numero di cellulare verr`a utilizzato esclusivamente per un contatto telefonico di un nostro commerciale” non consente all’interessato di conoscere compiutamente e preventivamente le modalit`a del trattamento (art. 13, comma 1, lett. a)), la natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dati (art. 13,

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comma 1, lett. b)), le conseguenze di un eventuale rifiuto di rispondere (art. 13, comma 1, lett. c)), i soggetti o le categorie di soggetti ai quali i dati possono essere comunicati o che possono venire a conoscenza in qualit`a di responsabili o di incaricati (art. 13, comma 1, lett. d)) (al riguardo, anche l’indicazione di “un nostro commerciale” deve ritenersi inidonea attesa la sua assoluta genericit`a), i diritti di cui all’art. 7 (art. 13, comma 1, lett. e)), nonch´e gli estremi identificativi del titolare (art. 13, comma 1, lett. f)) (al riguardo, la mera indicazione “Soc. Universitalia” non consente, nel caso di specie, un’individuazione certa del titolare del trattamento, non essendo indicata la ragione sociale completa accompagnata da un idoneo recapito. In ogni caso, nessuna delle predette informazioni viene fornita con riferimento al trattamento dell’indirizzo di posta elettronica;

2. la nozione di dato personale, che la societ`a ritiene di poter evincere dall’art. 4, comma 1, lett. b) del Codice, `e erronea, atteso che il nume- ro di telefonia mobile e l’indirizzo di posta elettronica rappresentano certamente informazioni relative a persona fisica, persona giuridica, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione; a riprova di ci`o, va rilevato che una spe- cifica sezione del Codice (Titolo X) `e dedicata proprio alla disciplina dei trattamenti dei dati personali mediante le comunicazioni elettroniche. Risulta, pertanto, irrilevante che il predetto art. 4, comma 1, lett. b) non elenchi esplicitamente le tipologie di dati personali;”

La societ`a in merito venne condannata a pagare un somma di seimila euro di sanzione per la violazione dell’articolo 161, e quindi ancora di pi`u si rafforzava l’idea di dato personale in merito alla posta elettronica.

In conclusione di questo paragrafo, dobbiamo dire che la posta elettronica rientra nelle corrispondenze protette dall’articolo 15 della Costituzione e nella tutela approntata (art. 615, 618 e seguenti del codice penale) in favore della corrispondenza epistolare o telefonica.

In quest’ottica, le norme che tutelano la riservatezza della corrispondenza si applicano anche in ambito aziendale, e a prescindere da chi sia il proprie- tario dei mezzi utilizzati per effettuare corrispondenze e comunicazioni, si ha il diritto a mantenerle segrete.